Pizzo Rabbi (o Motto Rotondo) 2452mt.
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Oggi decido una gita all'ultimo momento e la mia idea è la salita al Pizzo Rabbi detto anche Motto Rotondo, facendo visita al bivacco Ledù (Petazzi), in una zona alquanto selvaggia e affascinante.
Per un motivo o per l'altro mi ritrovo da solo, con l'umore piuttosto a terra e per giunta con il meteo che non promette proprio una bellissima giornata: probabile pioggia nel pomeriggio.
La situazione reale, se possibile, sembra ancor peggio del previsto e così mi ritrovo al cimitero di San Giacomo sotto uno scroscio di pioggia battente che non invoglia certo alla partenza.
Ma tant'è sono qui e un giro comunque lo voglio fare, al più mi fermerò al Crotto Dangri e poi deciderò lì il da farsi.
Appena il tempo di calzare gli scarponi e di preparare per bene lo zaino che smette di piovere e sembra rapidamente schiarirsi, per cui parto speranzoso.
La strada fino a Dangri, per buona parte cementata, in effetti non è poi così male, sarebbe stata senz'altro percorribile in auto facendomi così "risparmiare" almeno una mezz'ora all'andata ed altrettanto al ritorno che su una gita così lunga non sarebbe stata un brutta cosa.
Ma le ore di cammino non mi spaventano e così giunto al bellissimo ponte di Dangri lo oltrepasso di buona lena e comincio la salita che passando per il santuario di S. Anna mi porterà fino alle baite di Baggio, 970mt., un nucleo abitato fino agli anni 50 e ormai semi abbandonato, anche se qualche casa sembra recentemente ristrutturata.
Da qui appena dietro la fontana proseguo per il sentiero a mezza costa in leggera discesa fino al ponte di briglia a 968mt che riporta sul lato destro idrografico della valle di Darengo.
Dopo il ponte il sentiero ricomincia a salire, si perviene al nucleo di baite di Borgo ed oltre si attraversa una magnifica faggeta fino ad un altro ponte in cemento.
Qui la via più diretta per il Pizzo Rabbi prevederebbe di passare il torrente e di salire nella val Ledù, lasciando la croce di Rabbi alla propria sinistra, ma avendo letto che questa via non è particolarmente segnalata e visto che il tempo nonostante le schiarite non mi convince più di tanto, preferisco proseguire dritto e tentare il sentiero che transita da Inghirina.
Arrivato a Pianezza, 1250mt. , dov'è anche un rifugio incustodito (per accedevi ritirare le chiavi presso il comune di Livo) giro a destra sul ponte che scavalca il torrente e, sempre leggermente a destra, attraverso un pratone dove incontro splendidi cavalli al pascolo e poi salgo in un fitto bosco su sentiero ottimamente segnato.
Finito il bosco eccomi all'alpe Inghirina posta a quota 1625mt. e più su, in zona Avert d'Inghirina, mi ricongiungo sul sentiero proveniente dal lavo Cavrig dove svolto a destra e comincio un lungo traverso ed una successiva salita al passo senza nome quotato 2219mt. che mi porta finalmente in val Ledù in vista del tratto finale per il bivacco.
Intanto il cielo si è purtroppo completamente coperto e la visibilità a momenti è quasi nulla, soprattutto verso il Pizzo Ledù; mi ritrovo così davanti al bivacco vedendolo solo all'utimo momento (ma qui forse potrei mettere in gioco anche la mia vista non proprio da aquila...).
Dopo una breve sosta e visita al bivacco Ledù a 2250mt. dedicato alla memoria dell'alpinista Bruno Petazzi salgo, lungo il versante sud est, verso il Pizzo Rabbi 2452mt. che fortunatamente resta abbastanza scoperto dalla nuvolaglia.
A questo punto dopo circa 4 ore e mezza sono all'omino di vetta e a tratti riesco pure ad intravvedere il lontano Lario e proprio sotto di me il lago Ledù ancora semi ghiacciato.
Dopo le classiche foto di vetta mi accingo alla discesa e, ritornato al bivacco, per via della meteo instabile, piuttosto che scendere dalla più breve val Ledù rientro ancora dal lunghissimo itinerario di salita.
In discesa nei pressi dell'alpe Inghirina un gregge di capre tenta pure di travolgermi correndo a grande velocità verso di me e dopo tre o quattro tentativi, con non poca difficoltà, riesco a farle desistere.
Tutto sommato termino la gita senza avere praticamente preso pioggia se non per qualche breve momento e sicuramente mi sento "arricchito" da questa nuova bella esperienza.
Grazie montagna, grazie tante, a presto...
Per un motivo o per l'altro mi ritrovo da solo, con l'umore piuttosto a terra e per giunta con il meteo che non promette proprio una bellissima giornata: probabile pioggia nel pomeriggio.
La situazione reale, se possibile, sembra ancor peggio del previsto e così mi ritrovo al cimitero di San Giacomo sotto uno scroscio di pioggia battente che non invoglia certo alla partenza.
Ma tant'è sono qui e un giro comunque lo voglio fare, al più mi fermerò al Crotto Dangri e poi deciderò lì il da farsi.
Appena il tempo di calzare gli scarponi e di preparare per bene lo zaino che smette di piovere e sembra rapidamente schiarirsi, per cui parto speranzoso.
La strada fino a Dangri, per buona parte cementata, in effetti non è poi così male, sarebbe stata senz'altro percorribile in auto facendomi così "risparmiare" almeno una mezz'ora all'andata ed altrettanto al ritorno che su una gita così lunga non sarebbe stata un brutta cosa.
Ma le ore di cammino non mi spaventano e così giunto al bellissimo ponte di Dangri lo oltrepasso di buona lena e comincio la salita che passando per il santuario di S. Anna mi porterà fino alle baite di Baggio, 970mt., un nucleo abitato fino agli anni 50 e ormai semi abbandonato, anche se qualche casa sembra recentemente ristrutturata.
Da qui appena dietro la fontana proseguo per il sentiero a mezza costa in leggera discesa fino al ponte di briglia a 968mt che riporta sul lato destro idrografico della valle di Darengo.
Dopo il ponte il sentiero ricomincia a salire, si perviene al nucleo di baite di Borgo ed oltre si attraversa una magnifica faggeta fino ad un altro ponte in cemento.
Qui la via più diretta per il Pizzo Rabbi prevederebbe di passare il torrente e di salire nella val Ledù, lasciando la croce di Rabbi alla propria sinistra, ma avendo letto che questa via non è particolarmente segnalata e visto che il tempo nonostante le schiarite non mi convince più di tanto, preferisco proseguire dritto e tentare il sentiero che transita da Inghirina.
Arrivato a Pianezza, 1250mt. , dov'è anche un rifugio incustodito (per accedevi ritirare le chiavi presso il comune di Livo) giro a destra sul ponte che scavalca il torrente e, sempre leggermente a destra, attraverso un pratone dove incontro splendidi cavalli al pascolo e poi salgo in un fitto bosco su sentiero ottimamente segnato.
Finito il bosco eccomi all'alpe Inghirina posta a quota 1625mt. e più su, in zona Avert d'Inghirina, mi ricongiungo sul sentiero proveniente dal lavo Cavrig dove svolto a destra e comincio un lungo traverso ed una successiva salita al passo senza nome quotato 2219mt. che mi porta finalmente in val Ledù in vista del tratto finale per il bivacco.
Intanto il cielo si è purtroppo completamente coperto e la visibilità a momenti è quasi nulla, soprattutto verso il Pizzo Ledù; mi ritrovo così davanti al bivacco vedendolo solo all'utimo momento (ma qui forse potrei mettere in gioco anche la mia vista non proprio da aquila...).
Dopo una breve sosta e visita al bivacco Ledù a 2250mt. dedicato alla memoria dell'alpinista Bruno Petazzi salgo, lungo il versante sud est, verso il Pizzo Rabbi 2452mt. che fortunatamente resta abbastanza scoperto dalla nuvolaglia.
A questo punto dopo circa 4 ore e mezza sono all'omino di vetta e a tratti riesco pure ad intravvedere il lontano Lario e proprio sotto di me il lago Ledù ancora semi ghiacciato.
Dopo le classiche foto di vetta mi accingo alla discesa e, ritornato al bivacco, per via della meteo instabile, piuttosto che scendere dalla più breve val Ledù rientro ancora dal lunghissimo itinerario di salita.
In discesa nei pressi dell'alpe Inghirina un gregge di capre tenta pure di travolgermi correndo a grande velocità verso di me e dopo tre o quattro tentativi, con non poca difficoltà, riesco a farle desistere.
Tutto sommato termino la gita senza avere praticamente preso pioggia se non per qualche breve momento e sicuramente mi sento "arricchito" da questa nuova bella esperienza.
Grazie montagna, grazie tante, a presto...
Tourengänger:
Luca_P
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