Piz di Sebol e Monte Tabor, 1706 e 2079 m.


Publiziert von viciox , 23. Januar 2011 um 21:19.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:23 Januar 2011
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Schneeshuhtouren Schwierigkeit: WT3 - Anspruchsvolle Schneeschuhwanderung
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 2:15
Aufstieg: 916 m
Abstieg: 916 m
Kartennummer:Kompass Lago di Como - Lago di Lugano 1:50000 n°91

La parte più difficile di questa gita è sicuramente raggiungere la località di Oggia e da qui il crinale che ci porterà dapprima al Piz di Sebol e poi al Tabor. Procediamo per punti. Raggiungiamo San Bartolomeo in Val Cavargna quindi sul secondo tornante in uscita dal paese andiamo diritti su Via Panoramica fino alla chiesetta di San Rocco a 889mt. A sinistra scende ripida una strada che per qualche decina di metri é mulattiera (comunque percorribile da qualsiasi auto) poi ritorna asfaltata fino a Oggia anche se tortuosa, stretta, ripida. Sperate di non incrociare nessuno! Arrivati al paese c’è una piazza di giro. Parcheggiamo. Raggiungiamo la fine della strada a piedi e prendiamo una scalinata che sale sulla destra fra le case. Scordiamoci qualunque segnavia: non ne esistono per tutto il percorso. Il tutto mi è confermato dagli abitanti del posto con cui ho fatto due parole al rientro. Nel labirinto di casette cerchiamo di raggiungere alle spalle del paese il prato dove scorgiamo un acquedotto. Un sentiero gli passa vicino costeggiando una recinzione. Poco dopo una traccia sulla sinistra piega verso il bosco. La seguiamo incrociando case diroccate fino ad uscire in un altro piccolo pianoro erboso. Qui svoltiamo decisamente a sinistra. Il sentiero, benché non segnalato è sempre evidente. In pochi minuti usciamo dal bosco e svoltiamo decisamente a destra raggiungendo la località di Ravada. Ora tutto è più semplice, proseguiamo alle spalle delle baite verso SE puntando la quota 1457 per raggiungere così il crinale. Che fatica, ma ora non lo molliamo più! Saliamo fino a raggiungere il Piz di Sebol che possiamo anche accerchiare sulla sinistra, sempre che il manto nevoso sia ben consolidato. Quindi ci riportiamo sul crinale e raggiungiamo la quota 1990 senza problemi. Ora, a seconda della neve e di come ha lavorato il vento, possiamo trovarci un passaggio delicato, ovvero una decina di metri su esile cresta che ci condurrà alla base della vetta. Qui ci troviamo di fronte alla parte più ripida di tutto il percorso: un bel pendio con pendenza >35°. Fortunatamente il tratto è breve. Pochi minuti e siamo in cima. Nessuna croce, nessun ometto, ma almeno siamo ripagati da una bella vista; dalla Valtellina al Ticino dal lago di Como al Monte Rosa. Per la discesa seguiamo la stessa via di salita.
                                                                                                                                                                                            
Gita impegnativa, occorre buon orientamento ma soprattutto attrezzatura adeguata. Rampanti per sci o lame per ciaspole consigliate.

Tourengänger: viciox


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