Poncione di Tremorgio (2669 m)
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Parto da Rodi-Fiesso, fraz. Fiesso sopra (981 m), mi dirigo verso il sentiero nel bosco che guadagna rapidamente quota, e superando Marcio (1554 m), arrivo al Lago Tremorgio (1835 m). Osservando il Poncione di Tremorgio, noto una traccia che sale sul lato sud-est della montagna. Prendo quindi il sentiero a destra in direzione di Brusada e di Nante, e ben presto, appena sopra l’Alpe Tremorgio, mi faccio tentare dalle sirene di questo sentiero non segnalato che si dirige, sembra, verso la vetta.
Sconsiglio di fare altrettanto (e consiglio invece la via seguita al ritorno: Alpe Campolungo, Valle dei Cani, Bocchetta, Vetta) per chi volesse salire al Poncione di Tremorgio. Infatti il sentiero, inizialmente molto ben presente sul pendio erboso, tra i mirtilli e i larici, porta verso degli affioramenti rocciosi. Il primo si supera facilmente, il secondo ed il terzo con difficoltà T5 su terreno malfermo e con un passaggio aereo. Dopo i tre passaggi, nei quali il sentiero viene e va, si sbuca poi in mezzo ad un boschetto di ontanelli dove la traccia sparisce del tutto e si deve obbligatoriamente salire (per non dover rifare i tratti difficili e ricercare ulteriori soluzioni dispendiose in termini di fatica e di tempo) districandosi nella vegetazione bassa per almeno 50 metri di dislivello (che, per una giungla simile, non sono pochi).
Superate queste difficoltà, sbuco su terreno aperto ed erboso nei pressi di Corte di Barbugheira (2268 m), e la via per la vetta, intravedendo più in alto la Valle dei Cani, appare finalmente accessibile. Continuando a salire con percorso libero e spostandomi verso sinistra, visto che per direttissima sarei di nuovo confrontato con altre rocce non facili, arrivo proprio sotto la verticale della cima del Pizzo Meda (2614 m), nella Valle dei Cani, e comincio a salire verso destra sul sentiero ufficiale, in direzione O-N-O. Alla Bocchetta (senza nome) posta a metà strada tra il Pizzo della Sassada e il Poncione di Tremorgio, salgo a destra in direzione della cima, che in breve raggiungo. Al posto della croce/ometto di vetta trovo un palo del “sistema intercantonale di misurazione e informazione per la previsione delle valanghe”, utile, certo, ma un po’ bruttino; ma a parte questo la vista dalla vetta è imponente. L’aviosuperficie di Ambrì la par lì da catà (ma è 1600 m più in basso), e ben evidenti appaiono anche il Ritom e la Tremola; il Gruppo del Campo Tencia svetta regale; in direzione sud, Prato e Dalpe si ergono dal fondovalle sui loro tappeti verdi. Verso nord ovest, seminascosto tra le vette, appare poi il Naret, dominato dalla vetta del Cristallina. Potrei continuare a lungo, ma riprendiamo il racconto… Dopo il pranzo, riguadagnata la bocchetta nella Valle dei Cani, opto naturalmente per il sentiero ufficiale, che, tra l’altro, mi porta a compiere un ampio giro ad anello attorno – beh, sarebbe meglio dire “sopra” – il Lago Tremorgio. Aggirando le pendici del Pizzo Meda ed ignorando la deviazione a destra per il Passo Campolungo e successivamente anche quella, sempre a destra, per la Capanna Leit, raggiungo una zona “dolomitica” con delle vene calcaree bianche, e da qui in avanti si apre la visione sul bellissimo Pizzo Prévat dalla doppia cima aguzza. L’Alpe Campolungo (2080 m) è ormai alla mia portata (basta scendere su facile sentiero) e giace in un bellissimo pianoro erboso. Il torrente che qui scorre va poi ad alimentare il Lago Tremorgio. In breve raggiungo la Capanna Tremorgio, il Lago, e, di qui, il sentiero dell’andata che mi riporta, con lunghi tornanti, a Fiesso sopra. Per chi ama dislivelli più contenuti, esiste anche la possibilità di togliere dal computo totale del dislivello ben 850 metri, visto che Rodi è collegata direttamente con la Capanna Tremorgio via funivia. Gita bellissima, la Leventina non tradisce mai!
Sconsiglio di fare altrettanto (e consiglio invece la via seguita al ritorno: Alpe Campolungo, Valle dei Cani, Bocchetta, Vetta) per chi volesse salire al Poncione di Tremorgio. Infatti il sentiero, inizialmente molto ben presente sul pendio erboso, tra i mirtilli e i larici, porta verso degli affioramenti rocciosi. Il primo si supera facilmente, il secondo ed il terzo con difficoltà T5 su terreno malfermo e con un passaggio aereo. Dopo i tre passaggi, nei quali il sentiero viene e va, si sbuca poi in mezzo ad un boschetto di ontanelli dove la traccia sparisce del tutto e si deve obbligatoriamente salire (per non dover rifare i tratti difficili e ricercare ulteriori soluzioni dispendiose in termini di fatica e di tempo) districandosi nella vegetazione bassa per almeno 50 metri di dislivello (che, per una giungla simile, non sono pochi).
Superate queste difficoltà, sbuco su terreno aperto ed erboso nei pressi di Corte di Barbugheira (2268 m), e la via per la vetta, intravedendo più in alto la Valle dei Cani, appare finalmente accessibile. Continuando a salire con percorso libero e spostandomi verso sinistra, visto che per direttissima sarei di nuovo confrontato con altre rocce non facili, arrivo proprio sotto la verticale della cima del Pizzo Meda (2614 m), nella Valle dei Cani, e comincio a salire verso destra sul sentiero ufficiale, in direzione O-N-O. Alla Bocchetta (senza nome) posta a metà strada tra il Pizzo della Sassada e il Poncione di Tremorgio, salgo a destra in direzione della cima, che in breve raggiungo. Al posto della croce/ometto di vetta trovo un palo del “sistema intercantonale di misurazione e informazione per la previsione delle valanghe”, utile, certo, ma un po’ bruttino; ma a parte questo la vista dalla vetta è imponente. L’aviosuperficie di Ambrì la par lì da catà (ma è 1600 m più in basso), e ben evidenti appaiono anche il Ritom e la Tremola; il Gruppo del Campo Tencia svetta regale; in direzione sud, Prato e Dalpe si ergono dal fondovalle sui loro tappeti verdi. Verso nord ovest, seminascosto tra le vette, appare poi il Naret, dominato dalla vetta del Cristallina. Potrei continuare a lungo, ma riprendiamo il racconto… Dopo il pranzo, riguadagnata la bocchetta nella Valle dei Cani, opto naturalmente per il sentiero ufficiale, che, tra l’altro, mi porta a compiere un ampio giro ad anello attorno – beh, sarebbe meglio dire “sopra” – il Lago Tremorgio. Aggirando le pendici del Pizzo Meda ed ignorando la deviazione a destra per il Passo Campolungo e successivamente anche quella, sempre a destra, per la Capanna Leit, raggiungo una zona “dolomitica” con delle vene calcaree bianche, e da qui in avanti si apre la visione sul bellissimo Pizzo Prévat dalla doppia cima aguzza. L’Alpe Campolungo (2080 m) è ormai alla mia portata (basta scendere su facile sentiero) e giace in un bellissimo pianoro erboso. Il torrente che qui scorre va poi ad alimentare il Lago Tremorgio. In breve raggiungo la Capanna Tremorgio, il Lago, e, di qui, il sentiero dell’andata che mi riporta, con lunghi tornanti, a Fiesso sopra. Per chi ama dislivelli più contenuti, esiste anche la possibilità di togliere dal computo totale del dislivello ben 850 metri, visto che Rodi è collegata direttamente con la Capanna Tremorgio via funivia. Gita bellissima, la Leventina non tradisce mai!
Tourengänger:
tapio

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