Poncione di Tremorgio (2669 m)


Publiziert von siso , 12. Juli 2014 um 17:40.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Bellinzonese
Tour Datum:10 Juli 2014
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   Gruppo Poncione di Vespero   Gruppo Pizzo Campolungo 
Zeitbedarf: 6:45
Aufstieg: 952 m
Strecke:Rodi, parcheggio Teleferica del Tremorgio – Capanna Tremorgio (1848 m) – Alpe Campolungo (2080 m) – Valle dei Cani (2537 m) – Poncione di Tremorgio (2669 m) – Valle dei Cani (2537 m) – Capanna Leìt (2257 m) – Passo Venett (2138 m) – Capanna Tremorgio (1848 m).
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Autostrada A2 – uscita Quinto – Rodi – Parcheggio Teleferica Rodi-Tremorgio
Unterkunftmöglichkeiten:Capanna Tremorgio, Capanna Leìt.
Kartennummer:C.N.S. .N.S. No. 1252 – Ambrì - Piotta - 1:25000; C.N.S. No. 266 S – Valle Leventina - 1:50000.

Escursione in Leventina con partenza dal Lago Tremorgio (1830 m), sulle tracce della scapolite nobile. Interessante il nome di questa montagna; già il naturalista Luigi Lavizzari (Mendrisio, 28.1.1814 – Lugano, 26.1.1875), nel 1863, aveva suggerito la possibilità di vedere nel toponimo una metafora della “tramoggia”, per la caratteristica forma delle montagne circostanti l’alpe e il suo lago. Il Lago Tremorgio sembrerebbe proprio una tramoggia, del tutto simile alla parte concava del macinino del caffè.

 

Inizio dell’escursione: ore 8:45

Fine dell’escursione: ore 15:25

Pressione atmosferica, ore 9.00: 1009 hPa

Isoterma di 0°C, ore 9.00: 2400 m

Velocità media del vento: 15 km/h

Sorgere del sole: 5.42

Tramonto del sole: 21.18

 

Il Lago Tremorgio è da tempo molto noto ai pescatori e agli amanti delle passeggiate. La splendida regione, che si estende fino al Passo Campolungo e alla Capanna Leìt è infatti meta di decine e decine di escursionisti e scalatori, che tutti gli anni la raggiungono, a partire da metà giugno, non appena la neve si è sciolta. Il nome Tremorgio ricorda tuttavia agli appassionati di geologia e mineralogia anche alcune persone che hanno contribuito notevolmente a far conoscere le ricchezze naturalistiche di questa meravigliosa zona del Canton Ticino. Ne cito quattro, cominciando dal geologo Filippo Bianconi, che scrisse la sua memorabile dissertazione al politecnico di Zurigo “Geologia e petrografia della regione del Campolungo”, 1971, per passare al più noto geologo che la visitò, il francese Déodat de Dolomieu (23.6.1750 – 26.11.1801), che si recò al Campolungo l’11 settembre 1801 durante il suo ultimo viaggio nelle Alpi, dal quale non fece più ritorno.

Vorrei ricordare anche i fratelli Camossi, che nel 1813 rinvennero al Passo Cadonighino uno dei più famosi minerali del Campolungo: il corindone, per finire con il mineralogista e guida alpina Carlo Taddei, che nel 1929 trovò per la prima volta al Lago Tremorgio la scapolite nobile. La scapolite è un silicato di calcio che si trova prevalentemente nei calcari e nelle dolomie che hanno subito una metamorfosi. Pur non essendo pietra dura per eccellenza essa può essere tagliata ed è molto splendente, da ciò la qualifica “nobile”. Il ritrovamento del Taddei ebbe all’epoca grande risonanza in particolare perché le scapoliti di questo tipo risultano assai rare. Quale collezionista di minerali non vorrebbe avere nelle proprie bacheche un campione di scapolite nobile del Tremorgio? Ebbene, io faccio parte di questa ristretta categoria, con la fortuna di poterne conservare una rinvenuta proprio da Carlo Taddei.
 

                  Scapolite nobile del Tremorgio

Grazie alla funivia Rodi-Fiesso – Tremorgio, superiamo un dislivello di 900 m in soli 4 minuti. Alle 8:30 possiamo sorseggiare un caffè alla Capanna Tremorgio, che appartiene all’Azienda Elettrica Ticinese: è il punto di partenza dell’escursione odierna.

Malgrado le condizioni meteorologiche non siano molto favorevoli, il buonumore non manca. Il primo tratto del sentiero si sviluppa in un bosco di larici e ontani verdi, valorizzato da una flora di notevole bellezza. Cito solo il fiore che più di tutti attira la nostra attenzione: l’Aquilegia alpina.

Il nome del genere Aquilegia deriva forse dal latino “aquilegium” che significa recipiente d’acqua per la presenza dei cinque speroni cavi nel fiore. Credenze popolari, invece, lo fanno derivare da “aquila” poiché la sua estremità è ricurva come il becco e gli artigli del rapace.

L’aquilegia è raffigurata anche in alcune opere d’arte, come per esempio nel dipinto “Madonna del Roseto” di Bernardino Luini, databile al 1510 circa e conservato nella Pinacoteca di Brera a Milano. Con il colore rossastro (si tratta di un’Aquilegia atrata) rappresenta il sangue della Passione, quindi la prefigurazione del destino di Gesù.

 

In meno di mezz’ora risaliamo il versante settentrionale della Cima di Filo fino al ponticello sul Riale di Tremorgio (2080 m): davanti ai nostri occhi si estende la bellissima piana che ospita la Cascina Campolungo (2086 m) un corte dell’Alpe Cadonigo. Stranamente non ci sono né alpigiani né mucche; l’alpe, appartenente al Patriziato di Prato Leventina, non è caricato. Il sentiero si sviluppa sulla sinistra orografica del fiume, che presenta dei meandri di rara bellezza. Il cielo nuvoloso non può guastare l’incantevole visione che si ha sugli affioramenti di Trias tra l’Alpe e il Passo Campolungo. Le due pieghe sono costituite di vari tipi di dolomie (dolomie bianche e grigie, dolomia giallastra a flogopite, dolomia saccaroide, dolomia cariata) contenenti minerali di grammatite bianca e verde, distene azzurro verdognolo, nonché resti fossili di crinoidi (Encrinus cassianus).

 

A 2130 m di quota abbandoniamo il sentiero per la Capanna Leìt e risaliamo il ripido versante erboso che porta al costone est del Pizzo Meda. È il tratto più faticoso della gita, anche perché non seguiamo il sentiero, tracciato un po’ più a NW. A quota 2373 m, superato il filo di cresta, riprendiamo il percorso bianco/blu ed entriamo in un mondo selvaggio. Dapprima affrontiamo una traversa, su un pendio molto ripido, che si affaccia sul Lago Tremorgio; dopo 350 m, sopra il laghetto Leiarozza, imbocchiamo la cosiddetta “Valle dei Cani”, un tempo chiamata “Val di Chiei”. Si tratta di una serie di vallette, in parte ancora innevate, che conducono alla bocchetta di quota 2537 m, situata tra il Pizzo di Sassada ed il Poncione di Tremorgio, la nostra meta. Dopo circa 2 h di cammino raggiungiamo il valico, dal quale si potrebbe proseguire verso il Rifugio Garzonera. Pieghiamo a destra, verso nord, lungo la cresta SW del Poncione, seguendo tracce di sentiero e omini di pietre. Percorriamo gli ultimi 670 m lineari con passo celere, anche per contrastare il freddo che si fa sempre più pungente. Dopo 2:35 h di cammino possiamo affermare: Poncione di Tremorgio (2669 m) geschafft!

Nessuna croce di vetta: questa volta troviamo una stazione di misurazione automatica facente parte del sistema intercantonale di misurazione e informazione IMIS, gestito dall’Istituto federale per lo studio della neve e delle valanghe e dai Cantoni alpini con la collaborazione della Direzione federale delle foreste. Le stazioni misurano l’altezza della neve, la temperatura dell’aria e della neve a diversi livelli (al suolo, all’interno, alla superficie), la forza e la direzione del vento, l’umidità dell’aria e l’irraggiamento.

Il nevischio e la nebbia non mi permettono di realizzare l’abituale carrellata a 360 gradi; mi limito alla perla di saggezza:

 

La vie est une cerise

La mort est un noyau

L’amour un cerisier.

 

(Jacques Prévert, da Chanson du mois de mai).

 

Consumiamo lo spartano rancio, addolcito da una dolce ciliegia, sotto una piacevole nevicata estiva.

Una volta ritornati sulla piana alluvionale del Campolungo decidiamo di visitare la Capanna Leìt, appartenente alla SAT di Mendrisio. Lungo la salita lanciamo degli sguardi di ammirazione e di invidia agli alpinisti che stanno affrontando “lo spigolo NE” del Piz Prévat. Questa volta il bel Laghetto Campolungo (2260 m) non ci invita ad una nuotatina: il costume da bagno rimane sul fondo dello zaino.

Dopo la pausa alla capanna della SAT, scendiamo a valle passando dall’incantevole Passo Venett (2138 m), meta di numerose escursioni con la Società Mineralogica alla ricerca del rubino, della grammatite, della tormalina verde e nera, del distene, delle titaniti, di quarzi, della staurolite, dei granati, della rarissima alessandrite e di altri minerali presenti in questo sito di fama internazionale.

Gli ultimi 40 min di discesa verso la Capanna Tremorgio corrispondono ad un graduale innalzamento della temperatura dell’aria, accompagnato da un miglioramento generale delle condizioni meteorologiche. Alla stazione a monte della funivia ci ritroviamo tutti: escursionisti, scalatori, pescatori, turisti da “mangialonga” ed altri vacanzieri pienamente soddisfatti della giornata trascorsa nella regione del Tremorgio.

 

Per la prima volta al Poncione di Tremorgio, via Valle dei Cani. È stata una piacevole scoperta che ci invoglia a raggiungerlo anche in inverno con le pelli di foca.

 

Tempo di salita: 2:35 h

Tempo totale: 6 h 40  min

Tempi parziali

Capanna Tremorgio (1848 m) Alpe Campolungo (2080 m) Valle dei Cani (2537 m): 2:05 h

Valle dei Cani (2537 m) Poncione di Tremorgio (2669 m): 30 min

Poncione di Tremorgio (2669 m)  Capanna Leìt (2257 m): 2 h

Capanna Leìt (2257 m) – Passo Venett (2138 m): 23 min

Passo Venett (2138 m) – Capanna Tremorgio (1848 m): 40 min

Dislivello in salita: 829 + 123 = 952 m

Sviluppo complessivo: 12,4 km

Difficoltà: T3

Coordinate Poncione di Tremorgio: 696'895 / 148'770

Coordinate Capanna Leìt: 698'330 / 146'980

Copertura della rete cellulare: buona

Partecipanti: Anna, Daniele e siso

Tourengänger: siso


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