Punta Terrarossa o Wasenhorn 3246 m.
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Ieri leggendo la relazione di Sky riguardante il Terrarossa non ho potuto fare a meno di ricordare l’ ascensione di questa stupenda montagna effettuata due anni fa. Infatti ad oggi la reputo ancora la più bella cima impegnativa conquistata nella mia pur breve attività escursionistica.
In compagnia di Valerio e Lucina arriviamo così al Passo del Sempione immerso in una nuvolaglia agostana che non fa ben sperare, invece man mano che saliamo di quota si apre sempre più fino ad avere delle condizioni ottimali. Noto con ammirazione nei confronti dei cugini svizzeri il posizionamento di passerelle di buona fattura per l' attraversamento dei ruscelli provenienti dal Chaltwassergletscher, alla mattina quasi asciutti ma nel pomeriggio come ben si sa causa scioglimento ghiacci autentici torrenti in piena.
Percorriamo tutta la dorsale della morena Chaltwassertalli fino a scollinare sopra il laghetto, da cui con un lungo traverso su fine detrito puntiamo direttamente al Passo Terrarossa senza passare dalla Maderlicke. Il sentierino si snoda sulla dorsale fino ad arrivare all' attacco della cresta ovest del Terrarossa, iniziano le danze !!! Valerio ha con se la corda ma non ne facciamo uso, nel tratto iniziale mi sento piuttosto contratto causa alcuni tratti esposti che non amo particolarmente, salgo con le movenze di un bradipo, poi piano piano mi sciolgo, le difficoltà dei passaggi sono di I e II grado alcuni aggirabili, l' arrampicata diventa persino divertente, lo è un po' meno quando arrampichiamo sul versante sud e mi cade l' occhio sul rifugio Monte Leone che diventa sempre più piccolo. Un passaggio molto singolare da due possibilità, il primo di forza sulla sinistra il secondo di furbizia strisciando sotto una roccia indovinate quale ho utilizzato...proseguiamo la salita percorrendo una placca sul filo di cresta piuttosto esposta e continuiamo fino alla croce di vetta senza problemi, dove ci riposiamo ammirando di fronte a noi sua maestà il Monte Leone.
In discesa utilizziamo la via normale, quindi sempre in cresta puntiamo verso est, quando vedo avvicinarsi un sinistro canale che scende direttamente sul versante alpeVeglia, da brividi, fortunatamente Valerio devia a destra e imbocca un sentierino che scende sul versante sud, con un sospiro di sollievo lo seguo fedelmente come un cagnolino facendo attenzione a non inciampare sarebbe veramente poco simpatico, questo tratto è quasi verticale, poco sotto ci attende una lingua di neve che rimane solitamente fino a stagione inoltrata, una guida elvetica fa sicurezza a due clienti in quanto la neve è piuttosto dura. Superato questo tratto le difficoltà sono finite ci attende una pausa ristoratrice al Monte Leone Hutte.
SPETTACOLARE !!!
Purtroppo non avevo il gps quindi non posso allegare la traccia, motivo per ripeterla prima o poi.
In compagnia di Valerio e Lucina arriviamo così al Passo del Sempione immerso in una nuvolaglia agostana che non fa ben sperare, invece man mano che saliamo di quota si apre sempre più fino ad avere delle condizioni ottimali. Noto con ammirazione nei confronti dei cugini svizzeri il posizionamento di passerelle di buona fattura per l' attraversamento dei ruscelli provenienti dal Chaltwassergletscher, alla mattina quasi asciutti ma nel pomeriggio come ben si sa causa scioglimento ghiacci autentici torrenti in piena.
Percorriamo tutta la dorsale della morena Chaltwassertalli fino a scollinare sopra il laghetto, da cui con un lungo traverso su fine detrito puntiamo direttamente al Passo Terrarossa senza passare dalla Maderlicke. Il sentierino si snoda sulla dorsale fino ad arrivare all' attacco della cresta ovest del Terrarossa, iniziano le danze !!! Valerio ha con se la corda ma non ne facciamo uso, nel tratto iniziale mi sento piuttosto contratto causa alcuni tratti esposti che non amo particolarmente, salgo con le movenze di un bradipo, poi piano piano mi sciolgo, le difficoltà dei passaggi sono di I e II grado alcuni aggirabili, l' arrampicata diventa persino divertente, lo è un po' meno quando arrampichiamo sul versante sud e mi cade l' occhio sul rifugio Monte Leone che diventa sempre più piccolo. Un passaggio molto singolare da due possibilità, il primo di forza sulla sinistra il secondo di furbizia strisciando sotto una roccia indovinate quale ho utilizzato...proseguiamo la salita percorrendo una placca sul filo di cresta piuttosto esposta e continuiamo fino alla croce di vetta senza problemi, dove ci riposiamo ammirando di fronte a noi sua maestà il Monte Leone.
In discesa utilizziamo la via normale, quindi sempre in cresta puntiamo verso est, quando vedo avvicinarsi un sinistro canale che scende direttamente sul versante alpeVeglia, da brividi, fortunatamente Valerio devia a destra e imbocca un sentierino che scende sul versante sud, con un sospiro di sollievo lo seguo fedelmente come un cagnolino facendo attenzione a non inciampare sarebbe veramente poco simpatico, questo tratto è quasi verticale, poco sotto ci attende una lingua di neve che rimane solitamente fino a stagione inoltrata, una guida elvetica fa sicurezza a due clienti in quanto la neve è piuttosto dura. Superato questo tratto le difficoltà sono finite ci attende una pausa ristoratrice al Monte Leone Hutte.
SPETTACOLARE !!!
Purtroppo non avevo il gps quindi non posso allegare la traccia, motivo per ripeterla prima o poi.
Tourengänger:
adrimiglio

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Kommentare (6)