Lago di Pietra Rossa (2553m)
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Escursione che tocca due dei laghi più belli della Vallée.
Dal colle S. Carlo si imbocca l’ampia mulattiera 15 a che penetra ariosa in un folto bosco dove il larice e l’abete regnano incontrastati. Salendo, il bosco si dirada, aprendo alla nostra vista il panorama sul vallone di Arpy , che include un piccolo agglomerato di baite in pietra ed il noto ostello, dove d’inverno sorridenti maestri di sci disegnano una divertente quanto varia pista di fondo.
La pendenza è dolce fino al lago d’Arpy, (2066m) splendido specchio d’acqua che il riflesso delle Grand Jorasses rende estremamente suggestivo. Acque cristalline, dolci pendii verdi che degradano fino a fondersi con le rive … ll fatto che in quaranta minuti si arrivi in un posto così bello , ne fa meta di mandrie vere e proprie di escursionisti.
Esaurita la fame visiva e fotografica, si costeggia il lago arrivando all’immissario e tenendone la sinistra si inizia a salire sul serio, guadagnando quota su un pendio arbustivo.
Le prime gocce di sudore arriveranno copiose conquistando un piccolo altopiano poi un secondo molto più ampio e roccioso dove scendono due cascate.
Le prime gocce di sudore arriveranno copiose conquistando un piccolo altopiano poi un secondo molto più ampio e roccioso dove scendono due cascate.
E’ un panorama costituito da pietre di ogni dimensione e piccoli tappeti erbosi che sembrano caduti dal cielo come lenzuoli quello che ci circonda, il silenzio è turbato solo dallo scroscio dell’acqua che scende leggera tra i sassi.
Si rimonta il lato destro orografico fino a una biforcazione dove scegliamo la sinistra (19 a), che più in alto si trasformerà percorso attrezzato con corde fisse e scalette, una elementare via ferrata.
Si rimonta il lato destro orografico fino a una biforcazione dove scegliamo la sinistra (19 a), che più in alto si trasformerà percorso attrezzato con corde fisse e scalette, una elementare via ferrata.
Sotto di noi si intravede quello che ormai assomiglia ad una piccola pozzanghera azzurra nell’ombelico della valle sottostante, il lago d’Arpy ormai lontano.
Finalmente dopo circa due ore e trenta di salita, rullo di tamburi, ecco il Lago pietra rossa! (2553 m)
Una conca glaciale racchiusa in una corona di cime come la Becca Poignenta e il Mont Colmet lo contiene e lo protegge. L’imponente bastionata rocciosa costellata da numerosi nevai dalle forme allungate dà l’impressione di essere entrati in un fiordo norvegese, solo il colore dell’acqua azzurro limaccioso ci ricorda l’origine alpina del bacino idrico. Il bianco della neve contrasta con il grigio delle rocce e l’azzurro del cielo come i colori densi di un quadro espressionista.
Il pranzo lo passo inebriato dalla bellezza dello splendido anfiteatro naturale che mi circonda, mi riempio le narici di aria fredda e ferrosa per amplificare le sensazioni visive. Per la discesa seguiamo il segnavia 19, che dopo un traverso esposto presenta (1 agosto!) un nevaio da superare piuttosto ripido.
Lo attraversiamo con circospezione, la traccia è poco evidente e i gradi ci trascinano a valle. Dal lato opposto sentiamo il vociare di un simpaticone in scarpe da ginnastica leggere, bermuda ed un bastone di legno in mano, probabilmente salito dopo il barbecue al lago D’Arpy, che ci dice di sbrigarci …e che lui lo attraverserà senza troppe storie molto più in fretta di noi! Tanta leggerezza ci incupisce, ma decidiamo diplomaticamente di non comunicargli il nostro parere. Si scende, lo zig zag in pendenza ancora elevata mette in moto prepotentemente i muscoli discensori, poi un lungo diagonale tra rocce levigate fino alla biforcazione con il 19 a, ci inserisce sul sentiero dell’andata.
Niente elisoccorso nelle ore successive, per stavolta l’imprudenza ha vinto ancora…
Lo attraversiamo con circospezione, la traccia è poco evidente e i gradi ci trascinano a valle. Dal lato opposto sentiamo il vociare di un simpaticone in scarpe da ginnastica leggere, bermuda ed un bastone di legno in mano, probabilmente salito dopo il barbecue al lago D’Arpy, che ci dice di sbrigarci …e che lui lo attraverserà senza troppe storie molto più in fretta di noi! Tanta leggerezza ci incupisce, ma decidiamo diplomaticamente di non comunicargli il nostro parere. Si scende, lo zig zag in pendenza ancora elevata mette in moto prepotentemente i muscoli discensori, poi un lungo diagonale tra rocce levigate fino alla biforcazione con il 19 a, ci inserisce sul sentiero dell’andata.
Niente elisoccorso nelle ore successive, per stavolta l’imprudenza ha vinto ancora…
Tourengänger:
lebowski

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