PASSI ZEBRU'
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Le previsioni in Val d’Aosta non erano per nulla sicure mentre in Engadina davano ampie schiarite a partire dalla prima mattinata. Presa la decisione di rinunciare all’Entrelor l’idea era di fare il Piz d’Agnel; ma alle 23.00 del venerdi mi arriva un SMS dell’amico Rigo che mi invita ad andare nella zona Gran Zebrù – Cevedale; lui e un suo socio faranno il Gran Zebrù con gli sci mentre a noi propone il passo o la cima della Miniera. Sguardo veloce al meteo che sembra dare discrete garanzie e per l’ennesima volta cambio destinazione.
Partiti alle 5.15 da Lecco lungo la strada ci fermiamo a fare colazione a Tirano e appena ripartiti c’è l’amara sorpresa: LA PIOGGIA. Rigo ha la brillante idea di chiamare il rifugio Pizzini da dove danno ampie garanzie sulle condizioni meteo.
Alle 8.00 io, Carlo, Dario ( Rigo ) e Stefano partiamo dal parcheggio 2160m. sotto il rifugio dei Forni in direzione rifugio Pizzini 2706m. che raggiungiamo dopo 1h e 45’ di marcia fra uno sprofondamento e l’altro nella neve. Rigo e Stefano ripartono subito con meta la cima del Gran Zebrù dandoci appuntamento per il primo pomeriggio sempre al rifugio. Io e Carlo chiediamo al rifugiata dritte per il passo della Miniera che ci viene sconsigliato visto che c’è da affrontare un pezzo su ghiacciaio, fa molto caldo il giorno prima ha nevicato non abbiamo con noi la corda e i ponti formatosi sui crepacci potrebbero presentare sgradevoli sorprese. Alla fine ripieghiamo sui più tranquilli passi di Zebrù che si trovano sul versante SX sopra il rifugio; dapprima seguiamo le tracce di alcuni sciatori affrontando un tratto con pendenze dolci e poi risaliamo un ripidissimo pendio battendo neve immacolata. Dopo circa 1 ora dalla ripartenza arriviamo su una cresta appena sopra il passo Zebrù orientale a quota 3060m.; facciamo una breve sosta e dopo esserci rifocillati scendiamo al passo orientale 3005m.; da li prendiamo la cresta andando nella direzione del passo occidentale e delle cime dei Forni raggiungendo la quota massima della giornata 3120m.
Dopo aver scattato le solite foto di rito decidiamo di ritornare al rifugio tagliando dal ripido pendio e cosi ci gustiamo l’ultima discesa della stagione con le ciaspole ancora con neve bella. Giunti al rifugio nell’attesa del ritorno di Rigo ( scopriremo + tardi che erano già scesi ) ci facciamo una rinfrescante birra e ci crogioliamo al sole; alla fine x festeggiare il mio primo 3.000 mangiamo un buon piatto di pizzoccheri accompagnati da una bottiglia di SASSELLA. Alle 15.30 riprendiamo la via del ritorno che si rivelerà alquanto problematica; ogni 3 passi con il mio dolce peso sprofondo nella neve e con i fumi dell’alcool / i pizzoccheri che galleggiano è assai problematico ogni volta uscire dal buco e ripartire ( ormai è giunta l’ora di portare le ciaspole in cantina e di diversificare le escursioni da fare ). Arrivati alla macchina troviamo Rigo ad aspettarci da più di 2 ore e insultandolo x non averci aspettato al rifugio capiamo che il disguido è nato da alcune persone che avevano detto loro che due tipi con le ciaspole erano già scesi; cosi loro si sono persi anche il pranzetto.
Tourengänger:
Massimo

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