Cevedale (3769 m)
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Per molti il Cevedale è il primo ghiacciaio, ma chi si aspetterebbe che lo sia anche per la piccola Nives, primogenita di M. e C., alla soglia dei suoi 3 anni?
Ebbene si, programmato da inizio anno, decidiamo di partire nonostante il meteo non sia dei migliori.
Infatti, lasciata l'auto al parcheggio dei Forni per percorrere la strada jeppabile che porta al Rifugio Pizzini, prendiamo pure qualche goccia d'acqua.
Per facilitare Nives e allenare gli uomini di casa, saliamo a quest'ultimo rifugio con il passeggino hi-tech, per poi lasciarlo in deposito ai gentili rifugisti.
Mentre C. sale con le proprie gambe e la propria pancia di 5 mesi (si sta arrivando la terza!), c'è chi raggiunge il Rifugio in sella ad una MTB elettrica e sembra pure moooolto affaticato.
Dopo un te caldo i rimettiamo sui propri passi e percorriamo il sentiero detritico che porta al Passo del Cevedale, raggiungendo così il Rifugio Casati, questa volta Nives in sella al babbo.
Bravissima per tutta la sera e la notte, ci svegliamo di buon ora e percepiamo subito il freddo gelido che entra dalla finestra. Ci vestiamo abbondantemente ed usciamo quando fuori è già chiaro ed ormai sono tutti in cammino.
Il vento gelido pizzica le guance e congela le mani. La povera Nives decide che è troppo!
M. e C. decidono di tornare al rifugio lasciando me e Raffaele proseguire liberamente.
Proseguiamo sul ghiacciaio, seguendo le tracce dei numerosi escursionisti. Al termine del lungo pianoro troviamo il ripido pendio in esigue condizioni. Lo attraversiamo in diagonale superando la crepaccia terminale ora aperta, ed infine l'ultimo tratto completamente ghiacciato. Dalla sella raggiungiamo la cima del Cevedale per breve cresta nevosa.
Il panorama è oscurato dai densi nuvoloni grigi ma riusciamo a scorgere le cime più prossime.
Invece che scendere direttamente, riprendiamo la cresta e, con una breve deviazione, arriviamo alla base della Cima Cevedale. Risaliamo per qualche masso stabile ed eccoci sulla cima. Pare si possa proseguire per la cresta rocciosa, a nord. Ci proviamo, ma raggiunta una calata poco sicura senza corda, decidiamo di tornare per la via dell'andata, fino al Rifugio Pizzini dove incontriamo M. e C., con Nives.
Rifocillati con panino e coca cola, scendiamo all'auto amareggiati per il meteo sfavorevole ma felici di aver vissuto questa esperienza (da pseudo genitori per noi) insieme.
GIORNO 1
Lunghezza 8.09 km
Durata: 03:55:54
Dislivello positivo: 1095 m
GIORNO 2
Lunghezza: 16.64 km
Durata: 06:20:38
Dislivello positivo: 696 m
Ebbene si, programmato da inizio anno, decidiamo di partire nonostante il meteo non sia dei migliori.
Infatti, lasciata l'auto al parcheggio dei Forni per percorrere la strada jeppabile che porta al Rifugio Pizzini, prendiamo pure qualche goccia d'acqua.
Per facilitare Nives e allenare gli uomini di casa, saliamo a quest'ultimo rifugio con il passeggino hi-tech, per poi lasciarlo in deposito ai gentili rifugisti.
Mentre C. sale con le proprie gambe e la propria pancia di 5 mesi (si sta arrivando la terza!), c'è chi raggiunge il Rifugio in sella ad una MTB elettrica e sembra pure moooolto affaticato.
Dopo un te caldo i rimettiamo sui propri passi e percorriamo il sentiero detritico che porta al Passo del Cevedale, raggiungendo così il Rifugio Casati, questa volta Nives in sella al babbo.
Bravissima per tutta la sera e la notte, ci svegliamo di buon ora e percepiamo subito il freddo gelido che entra dalla finestra. Ci vestiamo abbondantemente ed usciamo quando fuori è già chiaro ed ormai sono tutti in cammino.
Il vento gelido pizzica le guance e congela le mani. La povera Nives decide che è troppo!
M. e C. decidono di tornare al rifugio lasciando me e Raffaele proseguire liberamente.
Proseguiamo sul ghiacciaio, seguendo le tracce dei numerosi escursionisti. Al termine del lungo pianoro troviamo il ripido pendio in esigue condizioni. Lo attraversiamo in diagonale superando la crepaccia terminale ora aperta, ed infine l'ultimo tratto completamente ghiacciato. Dalla sella raggiungiamo la cima del Cevedale per breve cresta nevosa.
Il panorama è oscurato dai densi nuvoloni grigi ma riusciamo a scorgere le cime più prossime.
Invece che scendere direttamente, riprendiamo la cresta e, con una breve deviazione, arriviamo alla base della Cima Cevedale. Risaliamo per qualche masso stabile ed eccoci sulla cima. Pare si possa proseguire per la cresta rocciosa, a nord. Ci proviamo, ma raggiunta una calata poco sicura senza corda, decidiamo di tornare per la via dell'andata, fino al Rifugio Pizzini dove incontriamo M. e C., con Nives.
Rifocillati con panino e coca cola, scendiamo all'auto amareggiati per il meteo sfavorevole ma felici di aver vissuto questa esperienza (da pseudo genitori per noi) insieme.
GIORNO 1
Lunghezza 8.09 km
Durata: 03:55:54
Dislivello positivo: 1095 m
GIORNO 2
Lunghezza: 16.64 km
Durata: 06:20:38
Dislivello positivo: 696 m
Tourengänger:
martynred

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