Valgrande - Mot Gianin 1049 e Balm d'la Vegia da Nibbio
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Da Nibbio 207 m in Bassa Ossola, per le vie Bozzetti e Rio Nibbio si sale all'argine del Rio Nibbio per l'appunto.
Scesi aiutati da una corda a guadare, saliamo per l'opposta sponda, lungo una via militare. Si passa dalla falesia per l'arrampicata "La Panoramica" e da alcune "grotte" artificiali, sempre di epoca bellica. A circa 460 m si passa dal rudere di baita di Mot di Pultrusut.
Quindi a quota 630 m circa ci dovrebbe essere un bivio, ma noi non lo abbiamo visto e percorriamo l'unica via bollata, quella di sinistra, che porta al di sopra di una croce di ferro 810 m, a cui scenderemo. La croce è stata probabilmente spostata, perchè riporta la quota del soprastante Sasso Grande.
Saliamo poi al Sasso Grande 878 m e passando dai ruderi dell'Alpe Sostenna andiamo su anche alla cima del Mot Gianin 1049 m. Scesi pochi metri verso nord, deviamo a destra in discesa per andare alla ricerca del Balm d'la Vegia, nessun segno od ometto, ma solo labili tracce esposte. Dopo una prima discesa, notiamo un ripido canalino in salita attrezzato con cavo elettrico, molto sfuggente da stringere, conviene salire uno per volta per via dei sassi che possono partire. si arriva su un pianoro con betulla dove si riprende a scendere , arrivati giù, c'è da risalire ancora un "muretto" con passaggi di secondo grado, adesso sarà solo una traversata in discesa che passa anche in qualche vallecola, bisogna prestare molta attenzione per via dell'esposizione e delle foglie scivolose. Alla fine arriveremo al Balm d'la Vegia : misero tugurio immerso in un mare di rovi dove vissero Angela e Michele con poche capre. Dal Mot Gianin al balm ci abbiamo messo un ora, ma il ritorno che sarà prevalentemente in salita sarà molto più rapido, avendo lasciato anche qualche ometto ad uso dei posteri.
Arrivati al pianoro con betulla che precede il cavo elettrico, invece che scendere nel canalino, pieghiamo a destra in piano e continuiamo a risalire il costone cespugliato di un fitto noccioleto fino ad arrivare al rudere della baita sopra il Mot Gianin 1150 m dove su un masso è incisa la data 1859.
Ripercorso in discesa il noccioleto, arriviamo alla fine del promontorio ( in direzione sud ), la parete di roccia si può discendere aiutati da un paio di vecchie corde d'alpinismo. Siamo ora allo stesso punto dove è iniziata la traversata per il balm, ma adesso scenderemo in direzione opposta, verso ovest, calando nella valle del Rio Pianezza, senza indicazioni e segnavia si seguono lungamente i segni di vecchi tagli di arbusti fino a che si arriva al rudere di una grande baita, da qui iniziano i bolli gialli che ci faranno viaggiare molto più spediti, e dopo aver guadato la bella forra del Riale Balangeri si arriva sulla strada militare di Cuzzago. Ogni incertezza di percorso è finita, e ci permettiamo di risalire tutta la mulattiera militare, oggetto di recente restauro, fino al suo termine a quota 785 m, dove è posto un belvedere e una strana "gabbia" di legni intrecciati e rete metallica.
Adesso ripercorriamo in discesa il tratto appena salito e poi ancora il resto della "via" Cadorna , passando da un punto panoramico con pennone e bandiera 520 m, scendendo arriviamo quasi a Cuzzago, dove deviamo a sinistra e passando da una ditta che commercia marmi, arriviamo sulla Via Nazionale, di cui percorriamo 700 metri verso sinistra, arrivando al parcheggio di Nibbio.
Scesi aiutati da una corda a guadare, saliamo per l'opposta sponda, lungo una via militare. Si passa dalla falesia per l'arrampicata "La Panoramica" e da alcune "grotte" artificiali, sempre di epoca bellica. A circa 460 m si passa dal rudere di baita di Mot di Pultrusut.
Quindi a quota 630 m circa ci dovrebbe essere un bivio, ma noi non lo abbiamo visto e percorriamo l'unica via bollata, quella di sinistra, che porta al di sopra di una croce di ferro 810 m, a cui scenderemo. La croce è stata probabilmente spostata, perchè riporta la quota del soprastante Sasso Grande.
Saliamo poi al Sasso Grande 878 m e passando dai ruderi dell'Alpe Sostenna andiamo su anche alla cima del Mot Gianin 1049 m. Scesi pochi metri verso nord, deviamo a destra in discesa per andare alla ricerca del Balm d'la Vegia, nessun segno od ometto, ma solo labili tracce esposte. Dopo una prima discesa, notiamo un ripido canalino in salita attrezzato con cavo elettrico, molto sfuggente da stringere, conviene salire uno per volta per via dei sassi che possono partire. si arriva su un pianoro con betulla dove si riprende a scendere , arrivati giù, c'è da risalire ancora un "muretto" con passaggi di secondo grado, adesso sarà solo una traversata in discesa che passa anche in qualche vallecola, bisogna prestare molta attenzione per via dell'esposizione e delle foglie scivolose. Alla fine arriveremo al Balm d'la Vegia : misero tugurio immerso in un mare di rovi dove vissero Angela e Michele con poche capre. Dal Mot Gianin al balm ci abbiamo messo un ora, ma il ritorno che sarà prevalentemente in salita sarà molto più rapido, avendo lasciato anche qualche ometto ad uso dei posteri.
Arrivati al pianoro con betulla che precede il cavo elettrico, invece che scendere nel canalino, pieghiamo a destra in piano e continuiamo a risalire il costone cespugliato di un fitto noccioleto fino ad arrivare al rudere della baita sopra il Mot Gianin 1150 m dove su un masso è incisa la data 1859.
Ripercorso in discesa il noccioleto, arriviamo alla fine del promontorio ( in direzione sud ), la parete di roccia si può discendere aiutati da un paio di vecchie corde d'alpinismo. Siamo ora allo stesso punto dove è iniziata la traversata per il balm, ma adesso scenderemo in direzione opposta, verso ovest, calando nella valle del Rio Pianezza, senza indicazioni e segnavia si seguono lungamente i segni di vecchi tagli di arbusti fino a che si arriva al rudere di una grande baita, da qui iniziano i bolli gialli che ci faranno viaggiare molto più spediti, e dopo aver guadato la bella forra del Riale Balangeri si arriva sulla strada militare di Cuzzago. Ogni incertezza di percorso è finita, e ci permettiamo di risalire tutta la mulattiera militare, oggetto di recente restauro, fino al suo termine a quota 785 m, dove è posto un belvedere e una strana "gabbia" di legni intrecciati e rete metallica.
Adesso ripercorriamo in discesa il tratto appena salito e poi ancora il resto della "via" Cadorna , passando da un punto panoramico con pennone e bandiera 520 m, scendendo arriviamo quasi a Cuzzago, dove deviamo a sinistra e passando da una ditta che commercia marmi, arriviamo sulla Via Nazionale, di cui percorriamo 700 metri verso sinistra, arrivando al parcheggio di Nibbio.
Tourengänger:
Antonio59 !

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Kommentare (2)