Rifugio Pizzini (2706 m) – Valle Cedèc
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Escursione nel Parco Nazionale dello Stelvio, con partenza dal Rifugio Ghiacciaio dei Forni, nel territorio comunale di Valfurva.
Inizio dell’escursione: ore 7.40
Fine dell’escursione: ore 12.30
Velocità media del vento: 5 km/h
Temperatura alla partenza: 5°C
Temperatura al rientro: 18°C
Sorgere del sole: 5.31
Tramonto del sole: 21.14
Partenza da Bormio alle 7:00, arrivo al Rifugio Ghiacciaio dei Forni (2176 m) dopo 18,0 km d’auto alle 7:32.
Oggi siamo decisamente mattinieri. Imboccata la Via Forni a Santa Caterina, poco dopo paghiamo il biglietto giornaliero di 10.- € e percorriamo i 4 km della stradina asfaltata fino al posteggio del rifugio, dove siamo i primi a parcheggiare. Più che un rifugio alpino sembrerebbe un grande albergo in stile vittoriano. Un bel sole nascente mitiga la temperatura frescolina e ci consente di scattare delle belle foto all’edificio e ad alcune delle tredici maestose cime che coronano la vallata.
Il segnavia indica per la nostra meta un tempo di percorrenza di 1 h e 50 min. Ce la prendiamo comoda: infatti, ci fermiamo spesso per ammirare e immortalare lo splendore che questa natura ci offre.
Superato lo strappo iniziale, il più duro di tutto il percorso, la mulattiera gippabile non presenta più pendenze elevate, tant’è vero che sarebbe percorribile anche con una carrozzina per bambini. Presto usciamo dal limite del bosco, così che il panorama si allarga ulteriormente.
Le prime vette che ci ammaliano sono la Punta Taviela (3612 m), la Punta Cadini (3524 m), il Monte Giumella (3594 m), la Punta San Matteo (3678 m), la Punta Dosegù (3560 m), la Punta Pedranzini (3599 m) e il Pizzo Tresero (3594 m), coronate da estesi ghiacciai.
Alla Baita Cedèc (2450 m) una stele ricorda “Alberto e Maria, i custodi della valle”. Sulla stessa pietra una massima recita: “I monti sono maestri muti e fanno discepoli silenziosi”.
È una zona di marmotte, ci sono delle tane a ridosso della sterrata, e di genziane. La visione più spettacolare la assaporiamo a poche decine di metri dal rifugio, quando all’improvviso spunta l’imponente mole del Gran Zebrù (3851 m), innevato e avvolto da un’evanescente bruma. Si erge sul confine tra Lombardia e Trentino-Alto Adige ed è la più elevata vetta lombarda.

Gran Zebrù (3851 m)
Sorseggiamo un cappuccino nel refettorio del Rifugio Pizzini (2706 m) chiacchierando con il guardiano Mauro. La struttura è moderna e dispone di un rifornito bar. Il rifugio dispone persino di una sauna. Alcuni escursionisti torcono il naso, perché ritengono che ci sia troppo confort. Ebbene, i tempi cambiano: a me sta bene così; apprezzo che i rifugi siano puliti, moderni, dotati di docce, asciugatoi, ecc. È un ulteriore incentivo a visitarli.
Poco dopo facciamo un giretto nei dintorni per scattare delle foto: ci saranno di grande aiuto per rievocare queste meravigliose montagne nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio.
Durante la discesa decidiamo di modificare e allungare leggermente il percorso, passando dalla Malga dei Forni (2315 m). Il paesaggio nei pressi di questo alpeggio sembra un meraviglioso giardino, che non necessita di giardinieri.
L’anello si conclude dopo 4 h e 50 min al Rifugio Ghiacciaio dei Forni, a quest’ora con gli ampi posteggi gremiti.
Bellissima passeggiata nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio, fino ai piedi del Gran Zebrù. La Valle dei Forni e la Val Cedèc offrono innumerevoli possibilità di escursioni per tutte le capacità e per tutti i gusti, a piedi e in parte anche con la mtb.
Tempo trascorso: 4 h 50 min
Tempo di salita: 2 h 15 min
Dislivello in salita: 537 m
Quota massima: 2710 m
Quota minima: 2175 m
Sviluppo complessivo: 11,23 km
Difficoltà: T2
Copertura della rete cellulare: buona
Soccorso sanitario: 118
Numero emergenza unico europeo: 112
Polizia: 113Partecipanti Lore e siso.

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