Passo dello Spluga (Berghaus)

Appena arriviamo (ed in verità già anche arrivando) a Montespluga ci rendiamo conto che la situazione è ben lontana dal poter offrire le condizioni per una bella gita, o, almeno, ben lontana da quanto progettato. Subito escludiamo la prima idea, e cioè di salire al Pizzo della Casa: il percorso di salita nel Vallone della Zocapel è un ripidissimo labirinto di lingue di neve ghiacciata fra estesi affioramenti di rocce ed erba e nemmeno si riescono a vedere tracce di alcun passaggio; decidiamo allora di salire al Passo dello Spluga per capire se, con la stessa meta, si possa contare su di una copertura nevosa più decente sul versante nord. Anche qui brutti segnali: la pista per le motoslitte che sale fino al passo è stata rimaneggiata in diversi punti col battipista per coprire vaste aree di asfalto scoperte e per di più vediamo pochissimi segni di passaggi di scialpinisti (e il giorno precedente era una domenica di tempo meraviglioso...). Tracciamo un percorso il più breve possibile tagliando i tornanti attraverso il versante destro ed in breve raggiungiamo il Passo dello Spluga: la situazione non è molto diversa e l'accumulo di neve spinta dalle consuete bufere di vento è variabile tra 0 e 1,5 metri circa. Obiettivamente ci sono state escursioni più riuscite, ma tentiamo di non cedere all'evidenza: abbandoniamo le racchette e calziamo i ramponi. Seguendo le pur poco visibili tracce del percorso estivo imbocchiamo il sentiero per il Bergseeli e, bene o male, arriviamo al punto in cui si inizia il traverso su di una sorta di cengione per entrare sul terrazzo del lago, ma purtroppo la neve ghiacciata, la pendenza verso il canalone che conclude la valle di Suretta e l'insufficienza dei bastoncini da sci a mantenere l'equilibrio ci inducono ad abbandonare anche quest'ultima possibilità. Andiamo allora a riprendere la "passeggiata" sulle racchette e scendiamo a trovare un riparo dal vento dietro l'edificio della dogana elvetica presso la Berghaus Splügenpass. L'unica possibilità di variare, almeno in parte, la via di ritorno è quella, tornati al confine di stato, di seguire il sentiero storico della "Via Spluga"; e sono due i vantaggi: si evitano le motoslitte che, ad ora tarda, si sono messe rumorosamente in movimento e si percorrono stupende estensioni di neve lontane dal tracciato della statale. All'altezza della Terza Cantoniera si cambia versante e si segue dall'alto la direttiva del torrente lungo una sequenza di terrazzi; nei pressi della dismessa stazione dello skilift di Montespluga occorre prestare attenzione nell'attraversamento di un ponte di neve su di un ruscello: l'acqua scorre poco profonda e i rumori che ne sorgono non inducono a sperare in un ancor lungo tempo di fruizione.