Monte Beleniga cima ovest 2630 m da Codera
Partenza di buon'ora da Codera, risaliamo la valle lungo la sterrata, passiamo dalle baite di Corte e dalla diga, per arrivare infine al cartello indicatore, a fianco di una cappelletta, appena prima delle baite Saline.
Il sentiero era già stato visionato da Sam fino a quota 1630 m, alcuni mesi prima, ed era di suo gradimento, essendo bello ripido.
Passiamo subito a fianco di una passerella in legno, non bisogna attraversarla, ma è pur sempre divertente farci un giro sopra.
Entriamo in una fascia di felci alte, bisogna stare attenti ai segni, in questa stagione, a 1330 circa si passa sotto un tubo per l'acqua, sospeso. E poco sopra si trova il rudere di un baitello di pastori ( 1400 m ).
Finalmente spariscono le felci e inizia una vegetazione più montana. A 1610 m c'è un tratto roccioso con catene, che sale sul fianco a sinistra, poi a 1878 c'è il rudere di un secondo Baitello. Più sopra, già in terreno aperto passiamo dalla Località Basello 2094 m sulla CNS, ma a questa quota non vediamo resti di baite. Si continua a salire il costone sud-est del Pizzo di Prata, fino alla quota di 2280 m circa, appena oltre alcune rocce, qui inizia il traverso verso la Beleniga che ci aspettavamo. Ma non proprio esattamente come si pensava.
Infatti una congeria di canaloni ci separano dalla meta, e non si capisce come il sentiero marcato li affronterà. Sulle carte a base OSMap è del tutto assente la traccia, vedrò di farla inserire.
Quella che si pensava sarebbe stata una traversata ascendente verso nord-est, diventerà un traverso con molte discese. Infatti si comincia a traversare a destra per attraversare le prime 2 piccole valli. Poi un altra decisa discesa e l'attraversamento di altre 2 valli di cui la seconda col fondo bianco quarzitico. Sulla costa successiva un 'altra lunga discesa per aggirare uno sperone roccioso discendente dalla Punta Buzzetti. Suggestiva la grande finestra che si vede nella massima depressione della Bocchetta della Beleniga.
Infine passato lo sperone. si entra nel ripido canalone detritico che si vedeva in lontananza già dalla selletta 2280. Qui è finita finalmente la discesa, sono stati in tutto 250 m negativi, da rifare anche al ritorno ( lo scherzo che ci costerà 500 m+ in più del previsto ). Risaliamo il canalone detritico dove meglio si asseconda i propri gusti. Chi cerca il detrito fine, chi i massi enormi. Infine a circa 2300 m si esce sulla costa erbosa a destra, appena sopra a un bel pinnacolo di roccia : la Gusela del Vescovà della Valchiavenna.
Il pendio erboso ora sale deciso e finalmente tocchiamo la Bocchetta della Beleniga 2460 m. Il canale che scende nel versante nord-ovest è ancora ingombro di neve, lì scende il sentiero per Prata Camportaccio.
La bocchetta non è la massima depressione, che è invece quella con la finestra di roccia, presumibilmente la quota 2375 della CNS. L'ora è davvero tarda.ma non si può andare a casa così. Quindi risalgo i pendii erbosi a destra, in cima al cucuzzolo, mi accorgo che poteva strare un po sotto in traverso, bisogna perdere circa 15 metri, e sono finalmente sotto il largo castello sommitale.
Non ricordo bene se la più alta è la prima o la seconda. Amen.
Traverso in basso per un pò, oltre una costola, per andare sotto la vetta più lontana, il terreno sembra richiedere più tempo. Torno sotto la prima vetta e risalgo il canaletto prevalentemente erboso ( il secondo canaletto erboso ). E senza troppe difficoltà supero anche gli 100 metri. Sono sulla Cima Ovest della Beleniga 2630 m. In effetti è una lunga cresta piana. In lontananza verso est si intravede l'ometto della cima principale, solo 9 metri più alta. Vado in quella direzione, arrivo a una costoletta rocciosa, oltre un pò più in basso una cengia erbosa sotto cresta sembra proiettarsi verso la più prestigiosa meta. Scendo a percorrerla, quasi volando arrivo alla sua fine e cavoli, mi trovo di fronte un profondo canale, e appena oltre un facile pendio erboso sembra salire all'ometto della cima est, troppo laborioso oltrepassarlo, perderei tra andata e ritorno, troppo tempo ed è molto tardi.
Ritorno sui miei passi e torno sulla ovest per rifare la discesa già nota.
Tornato alla Bocchetta della Beleniga, giusto il tempo per ingurgitare rapidamente una scatoletta, e giù a rifare tutta la via dei canaloni, e poi ancora 250 metri di risalita per arrivare finalmente alla selletta 2280 dove ci aspetta finalmente solo la discesa. Arrivati a Saline sul fondovalle, a Sam con le sue stampelle occorrerà comunque un ora per arrivare a Codera, dove il buon "locandaro" ci preparerà già oltre le 22 un buon piatto di gnocchetti chiavennaschi, con 3 bicchieroni di birra per idratarci.
Non resta che fare la discesa a valle, che comunque avrà anche 89 metri di risalita. Arrivati al parcheggio di Mezzolpiano, scendiamo già che è mattina alla ricerca dell'auto un pezzo più sotto.
Saranno alla fine quasi 3000 metri di discesa.
Il sentiero era già stato visionato da Sam fino a quota 1630 m, alcuni mesi prima, ed era di suo gradimento, essendo bello ripido.
Passiamo subito a fianco di una passerella in legno, non bisogna attraversarla, ma è pur sempre divertente farci un giro sopra.
Entriamo in una fascia di felci alte, bisogna stare attenti ai segni, in questa stagione, a 1330 circa si passa sotto un tubo per l'acqua, sospeso. E poco sopra si trova il rudere di un baitello di pastori ( 1400 m ).
Finalmente spariscono le felci e inizia una vegetazione più montana. A 1610 m c'è un tratto roccioso con catene, che sale sul fianco a sinistra, poi a 1878 c'è il rudere di un secondo Baitello. Più sopra, già in terreno aperto passiamo dalla Località Basello 2094 m sulla CNS, ma a questa quota non vediamo resti di baite. Si continua a salire il costone sud-est del Pizzo di Prata, fino alla quota di 2280 m circa, appena oltre alcune rocce, qui inizia il traverso verso la Beleniga che ci aspettavamo. Ma non proprio esattamente come si pensava.
Infatti una congeria di canaloni ci separano dalla meta, e non si capisce come il sentiero marcato li affronterà. Sulle carte a base OSMap è del tutto assente la traccia, vedrò di farla inserire.
Quella che si pensava sarebbe stata una traversata ascendente verso nord-est, diventerà un traverso con molte discese. Infatti si comincia a traversare a destra per attraversare le prime 2 piccole valli. Poi un altra decisa discesa e l'attraversamento di altre 2 valli di cui la seconda col fondo bianco quarzitico. Sulla costa successiva un 'altra lunga discesa per aggirare uno sperone roccioso discendente dalla Punta Buzzetti. Suggestiva la grande finestra che si vede nella massima depressione della Bocchetta della Beleniga.
Infine passato lo sperone. si entra nel ripido canalone detritico che si vedeva in lontananza già dalla selletta 2280. Qui è finita finalmente la discesa, sono stati in tutto 250 m negativi, da rifare anche al ritorno ( lo scherzo che ci costerà 500 m+ in più del previsto ). Risaliamo il canalone detritico dove meglio si asseconda i propri gusti. Chi cerca il detrito fine, chi i massi enormi. Infine a circa 2300 m si esce sulla costa erbosa a destra, appena sopra a un bel pinnacolo di roccia : la Gusela del Vescovà della Valchiavenna.
Il pendio erboso ora sale deciso e finalmente tocchiamo la Bocchetta della Beleniga 2460 m. Il canale che scende nel versante nord-ovest è ancora ingombro di neve, lì scende il sentiero per Prata Camportaccio.
La bocchetta non è la massima depressione, che è invece quella con la finestra di roccia, presumibilmente la quota 2375 della CNS. L'ora è davvero tarda.ma non si può andare a casa così. Quindi risalgo i pendii erbosi a destra, in cima al cucuzzolo, mi accorgo che poteva strare un po sotto in traverso, bisogna perdere circa 15 metri, e sono finalmente sotto il largo castello sommitale.
Non ricordo bene se la più alta è la prima o la seconda. Amen.
Traverso in basso per un pò, oltre una costola, per andare sotto la vetta più lontana, il terreno sembra richiedere più tempo. Torno sotto la prima vetta e risalgo il canaletto prevalentemente erboso ( il secondo canaletto erboso ). E senza troppe difficoltà supero anche gli 100 metri. Sono sulla Cima Ovest della Beleniga 2630 m. In effetti è una lunga cresta piana. In lontananza verso est si intravede l'ometto della cima principale, solo 9 metri più alta. Vado in quella direzione, arrivo a una costoletta rocciosa, oltre un pò più in basso una cengia erbosa sotto cresta sembra proiettarsi verso la più prestigiosa meta. Scendo a percorrerla, quasi volando arrivo alla sua fine e cavoli, mi trovo di fronte un profondo canale, e appena oltre un facile pendio erboso sembra salire all'ometto della cima est, troppo laborioso oltrepassarlo, perderei tra andata e ritorno, troppo tempo ed è molto tardi.
Ritorno sui miei passi e torno sulla ovest per rifare la discesa già nota.
Tornato alla Bocchetta della Beleniga, giusto il tempo per ingurgitare rapidamente una scatoletta, e giù a rifare tutta la via dei canaloni, e poi ancora 250 metri di risalita per arrivare finalmente alla selletta 2280 dove ci aspetta finalmente solo la discesa. Arrivati a Saline sul fondovalle, a Sam con le sue stampelle occorrerà comunque un ora per arrivare a Codera, dove il buon "locandaro" ci preparerà già oltre le 22 un buon piatto di gnocchetti chiavennaschi, con 3 bicchieroni di birra per idratarci.
Non resta che fare la discesa a valle, che comunque avrà anche 89 metri di risalita. Arrivati al parcheggio di Mezzolpiano, scendiamo già che è mattina alla ricerca dell'auto un pezzo più sotto.
Saranno alla fine quasi 3000 metri di discesa.
Tourengänger:
Antonio59 !,
Sam61


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Kommentare (8)