Ritorno al Brasca, la magia della val Codera
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Un ritorno è un Ritorno.
Se torniamo è xchè qualcosa ci chiama,
xchè il Nostro Io, quell'istinto interiore fortissimo ne ha Bisogno...
Spesso si porta dietro l'onda del passato.
E tra i flutti, riaffiorano...forti, i Ricordi...
Le Emozioni...vissute...scolpite dentro di Noi ...
nella Nostra Anima piu' profonda,
e nella Memoria, che lo scorrere del tempo annebbia, si,
ma Non cancella ...
Mai.
Un sabato in cui, per impegni vari e altre scelte, ci ritroviamo ad esser soli, io e Sabry, decidendo la meta al ritrovo Bione, diventa una splendida occasione per tornare in un luogo sempre magico, e che x Sabry ha un significato personale sempre forte e toccante.
Scopriamo a Mezzolpiano le novita' sul Park, così decidiamo di sobbarcarci volentieri il kilometro ulteriore di asfalto e partiamo dal park delle scuole che son le 8.30.
La giornata è migliore del previsto come meteo, salendo c'è un bel sole, e il clima comincia davvero ad essere caldo. Si suda.
Per fortuna, troveremo davvero parecchie fontane, da Avedee in avanti, a cui dissetarci e rinfrescarci.
Acqua in val Codera non ne manca.
Ci godiamo la giornata, ed i panorami sempre notevoli, si sale con ritmi soft, pause foto abbondanti. Lunga sosta banana dopo Codera, al campo Scout lungo il fiume.
Un po noioso il tratto sulla sassosa sterrata che conduce a Stoppadura. Sempre emozionante invece, dopo il bosco e il ponte, sbucare davanti all'anfiteatro del Brasca...magico !
Tavoli occupati, ci sono una decina di persone, solo 3 pranzano dentro. Noi decidiamo di "spiaggiarci" nel prato di fronte al rifugio e pranzare li. Bel sole, brezza giusta, solo i rumori delle cascate e degli uccellini...
si sta alla grande !
Poi Sabry inizia il Suo tour personale...il suo Tsunami di ricordi...ed io la lascio sola...
Ne ha bisogno. Deve incontrare i fantasmi del suo passato...
Abbracciare la bambina che è dentro di Lei...
L'emozione x Lei è meno forte dell'utima volta, ma la avverte.
Ricordare chi eravamo, e come eravamo, ci aiuta a comprendere chi siamo oggi,
forse chi saremo domani.
Ma ci costringe a fare i conti con Noi stessi, con le emozioni che abbiamo vissuto,
e che nel bene e nel male ci hanno portato qui...
Salutiamo poi insieme Elisabetta, che cucina e gestisce il rifugio, ripromettendoci di tornare, e assaggiare la sua cucina....Apropo.....Mi son perso i gnocchetti ...
Ripartiamo che son gia' passate le 15, il tempo si è velato, quasi rannuvolato, e fa meno caldo.
Discesa lunga, affrontata con calma gustandosi ogni istante. All'auto alle 18.15 circa.
Avevo proprio bisogno di una giornata così. Gustata in ogni istante.
Soddisfattissimo. Alla prossima.

Si arriva ad un punto in cui sai che è ora. Un bisogno estremo di tornare a "casa".
E quando penso a "casa" penso al Brasca, alla mia adolescenza e a quanto sia stato intenso quel periodo della mia vita.
E tu torni a seguire le tue impronte e a prenderti cura delle tue orme, perchè il futuro esiste solo se ha orme del passato da seguire. Capisci che è meglio camminare lenta nella propria direzione che correre all'impazzata su una strada che non conduce a te.
Sono tornata qui sui miei vecchi passi solo per andare a riprendere la gioia che mi ero persa lungo il cammino, ma per me è proprio questo il significato di andare avanti: non perdere mai nessun pezzo di felicità e riabbracciare la bambina che è dentro di me.
L'emozione è sicuramente meno forte dell'ultima volta ma comunque sempre travolgente.
Tutto mi ricorda mio papà, "Il Barba".
Lui in cucina.
Lui a servire ai tavoli.
Lui a tagliar legna.
A mio papà ho rubato lo sguardo, non gli occhi.
Ho ereditato non i piedi ma il passo, ho ereditato la sua marcia, la voglia di arrivare,
il coraggio di correre da sola, di saltare li dove il mondo prevede gli ostacoli.
Ho imparato dalle sue gambe a non fermarmi.
A mio papà ho rubato la risata, il sorriso pareggia i conti , riazzera tutto, abbiamo la felicità facile, l'allegria che viene presto.
Da mio papà ho ereditato l'amore per la montagna. Lui immortalava quello che vedeva dipingendo, testimonianza sono i dipinti alle pareti all'interno del rifugio.
Io cerco di immortalare le bellezze che ci circondano con la fotografia.
Due anni fa quando abbiamo incontrato Elisabetta che ora gestisce splendidamente il rifugio mi ha accolta con un "Ah, ma tu sei la figlia dell'Elio? Quella che va in montagna? Me ne sono subito accorta anche se non ti ho mai vista perchè anche lui qui al Brasca era felice uguale".
Oggi quando mi ha rivista mi ha detto "Bentornata a casa, ti aspettavamo"
Ci sono abbracci che rimettono al mondo, che diventano casa, che ci salvano la vita.
Avevo bisogno di tutto questo.
Con la mente penso, con il cuore vivo, ma incasino tutto con le emozioni...
Strasoddisfattissima. Con la promessa di ritornarci e fermarmi a dormire.
Alla prossima!
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