Val Codera: il Tracciolino dimenticato


Publiziert von cai56 , 12. Januar 2024 um 19:07. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum: 8 Januar 2024
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 7:30
Aufstieg: 1106 m
Abstieg: 1069 m
Strecke:Parzialmente circolare 20,65 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Milano a Novate Mezzola lungo la statale 36; allo svincolo del Lido svoltare a destra, attraversare il torrente Codera e risalire il lungofiume sinistro. Subito dopo l'indicazione turistica per S.Giorgio si trovano sette posti di parcheggio gratuiti. (Attualmente tutti gli altri parcheggi di Novate sono a pagamento, più o meno stagionale).

Il giorno 6 gennaio 1997 un tratto di circa 80 metri del versante sinistro della Val Ladrogno (ma per la precisione qui sarebbe ancora Val Mala), proprio di fronte all'abitato di Codera, crollò rasando via dalla montagna tre gallerie del Tracciolino. Nonostante qualche sporadico - e nemmeno tanto fermo - proposito di ricostruzione a scopo escursionistico, la situazione attuale non è minimamente cambiata e anzi, a spegnere eventuali tardivi entusiasmi, altri franamenti si sono aggiunti qua e là: l'accesso a San Giorgio (proprietà privata) è ufficialmente chiuso da anni per la caduta di un sasso, l'accesso al Bivacco Casorate Sempione è interrotto per frana ed il Tracciolino medesimo è impercorribile nel Vallone di Revelas.
In anni lontanissimi (fine '970) mi capitava di accedere all'alta Val Codera percorrendo gran parte del Tracciolino, preferendo snodarne i chilometri piuttosto che trascinare lo zaino sulle scalinate da Mezzolpiano, e quindi diverse volte lo percorsi per intero fino alla presa d'acqua di Tiunè: oggi decidiamo di replicare per quanto possibile questo percorso, trascurando - nell'ambito del classico anello turistico - la discesa passante per Cii ed aggiungendo le deviazioni in Val Mala (Ladrogno) ed agli impianti idroelettrici. Rispetto a quarant'anni fa, e forse a causa del clima non più così freddo da limitare la portata del torrente, ci è stato impossibile trovare un punto di guado sia a monte che a valle della dighetta che permettesse di raggiungere la strada per Brasciàdiga. Per il resto, è sempre un piacere - con un debito intervallo di qualche anno - tornare a Codera e rivedere le sue scalinate, le sue cappelle, la sua ruspa e i resti sempre più inselvatichiti delle cave di granito bianco.


Dal parcheggio si torna per qualche decina di metri fino al bivio precedente, dove si volge a sinistra secondo le indicazioni; ben presto si arriva a sfiorare i margini dei piazzali di servizio della cava di Val de Munt e si prosegue faticosamente fra cespugli incolti fino ad attraversare il cantiere. [La Cava Val de Munt, che attualmente non appare molto attiva, ha un'esistenza "chiacchierata" e controversa: ha allargato illegalmente le sue pertinenze, spara mine al di fuori dagli orari di non-disturbo concordati con l'amministrazione comunale, non effettua l'abbattimento delle polveri come altrettanto concordato e non rispetta gli accordi di compensazione del disturbo verso la popolazione; inoltre, avvalendosi di manodopera per lo più straniera, non presenta alcun vantaggio per la popolazione locale]. Varcate le ghiaie solcate da profonde rigole di  ruscellamento delle acque piovane, si imboccano le prime curve della mulattiera di accesso a San Giorgio: è un percorso acciottolato a pendenza regolare, a tratti scavato nella roccia che, nonostante i quaranta tornanti, conduce senza eccessiva fatica a superare in breve circa 500 metri di dislivello. La mulattiera venne costruita attorno agli anni 1930 come agevole accesso a San Giorgio per gli spostamenti quotidiani dei minatori al lavoro per gli impianti idroelettrici e venne abbandonato per sempre il vecchio percorso di risalita della Val de Munt; i lavori vennero compiuti a regola d'arte e tuttora le condizioni sono molto buone (Il divieto di accesso per proprietà privata è da considerarsi solo come scarico di eventuali responsabilità in caso di caduta sassi). Negli anni '950 venne effettuato un rimboschimento per stabilizzazione del versante tramite la piantumazione - assai discutibile - di alberi esotici: si notano cedri, querce rosse americane, pini strobi e abeti canadesi. Finita la salita, si abbandona l'esposizione molto panoramica sul Lago di Mezzola (oasi di importanza internazionale per il rispetto dell'avifauna palustre stanziale e di passo), per entrare in piano fra le betulle del promontorio di San Giorgio; si transita nei pressi de "la Muta", l'ultima cava ad essere chiusa quassù a fine anni '980 (personalmente ricordo ancora un paio di anziani cavatori aggirantisi fra gli ultimi blocchi di roccia alla ricerca di qualche pezzo ancora lavorabile), e si raggiungono le costruzioni del villaggio. Sono tutte ammodernate, ma con discrezione, e addentrandosi fra di esse si nota la cura che gli abitanti dedicano agli orti e ai piccoli giardini. Assecondando la segnaletica per Codera, seguiamo il sentiero che si addentra umido nel vallone di Revelàs; fra salite e discese se ne raggiunge il tormentatissimo fondo: ad ogni serio temporale il torrente che lo percorre raggiunge livelli di una tale potenza da spostare enormi massi di granito. Attualmente, agevolati bene o male da una breve catena, si è costretti a percorrere una vacillante passerella formata da tre instabili tronchetti di legno. Si risale quindi il versante opposto, raggiungendo in breve fra secolari castagni da frutto ("èrbui" in dialetto locale) il Tracciolino. Ignorando i cartelli di divieto di accesso in direzione della Valle dei Ratti (altrove un cartello non ufficiale descrive l'impedimento come frana invalicabile), lo si segue lungamente verso sinistra; si oltrepassano un edificio (adibito al tempo dei lavori a mensa per gli operai) ed un lungo tratto scavato nella roccia (tettoia a protezione dalle copiose infiltrazioni d'acqua) e si giunge al un bivio con indicazioni per Codera: è ormai praticamente la via più frequentata per l'Anello della Val Codera (anche se non l'unica, certamente la più comoda). Si prosegue ancora in piano per qualche centinaio di metri e si raggiunge l'incrocio (ormai mal segnalato) col sentiero Codera-Bivacco Casorate Sempione: qui l'interruzione per frana in Val Ladrogno  è ben evidenziata da un cartello della sede CAI competente. Volendo, è possibile proseguire ancora un poco in direzione del crollo del 1997, ma la "sede stradale" si interrompe all'interno di una galleria per affacciarsi sul vuoto: sono presenti brutte fratture nella parete rocciosa, ma onestamente sono immutabili dall'epoca del disastro.  Si imbocca quindi la ripida e dissestata traccia per Codera, che, fra i castagni, oltrepassa le baite di Piana Cii e scende a raggiungere la via principale (Tracciolino-Cii-Codera) all'imbocco della scalinata che scende a varcare il torrente della Val Mala: si attraversa un bel ponte ad arco - punt de la Val Mala -  con edicola centrale affrescata. Risaliti brevemente sul versante opposto tramite qualche gradino scavato nella roccia, si evita di raggiungere il successivo Punt de la Muta e, dal piazzaletto erboso, si volge nettamente a destra per cercare una traccia - inizialmente molto debole - che risale la spalla boscosa in direzione est: in effetti dopo un centinaio di metri ci si ritrova a risalire una comoda, benchè dimenticata, mulattiera gradinata. Raggiunto il Tracciolino, decidiamo di andare temporaneamente verso destra a vedere le condizioni del vecchio ponte a traliccio metallico a scavalco della Val Mala (apparentemente integro nella struttura, ma inaffidabile per le condizioni delle tavole di legno del piano di calpestio)e, già che siamo lì, proseguiamo per vedere il ponte-canale della condotta principale e la presa d'acqua accessoria della Val Mala. Tornati al percorso principale, ci dirigiamo verso la testata della valle e ritroviamo un Tracciolino interessante: forte esposizione, varie gallerie (anche tortuose), sviluppo in cengia scavata nella parete e, al fine, l'ultimo tunnel (questa volta artificiale, a protezione dalle continue cadute di materiale dal Doss Pelà). Oltrepassati i ruderi della vecchia casa del guardiano e di alcuni baraccamenti risalenti all'epoca dei lavori di costruzione di tutto l'impianto, si arriva allo sbarramento del torrente Codera ed alla relativa presa principale. Come detto, attualmente non siamo riusciti ad attraversare sulla riva opposta, essendo le acque rifiutate per eccesso dalla captazione troppo profonde e di estesa larghezza: torniamo quindi per la stessa via fino al Punt de la Muta. Varcato il torrente principale della Val Codera, attraverso un castagneto rado ed erboso si giunge alle molte viette del centro abitato: anche qui le abitazioni sono ammodernate, ma alcune sono rimaste solo piacevolmente vecchie e quasi nessuna è stata lasciata crollare. Sono presenti due locande-rifugio, molto richieste durante tutto l'anno, una bella chiesa ed anche un piccolo museo etnografico. Attraversato verso valle il sagrato - si tratta di un bel prato - si scende su lastricato un rettilineo che conduce al cimitero (resti affrescati di una danza macabra); da qui la mulattiera scende a tornanti il fianco di una valletta laterale, poi la attraversa protetto da un brutto - ma indispensabile - paravalanghe/paracqua di cemento ("suta 'l grondan dal mut") e quindi risale al terrazzo di Avedèe lungo una ripida scalinata di granito ("al scal"): notare come alcuni dei gradini siano stati firmati dagli scalpellini. Alla frazione di Avedèe lo sguardo torna ad allargarsi sul Lago di Mezzola, Colico e il bacino terminale del Lago di Como. Da qui la discesa, tranne un breve falsopiano, è definitivamente ripida e gradinata; passa accanto ad una cappella, percorre il piazzale di una cava (é presente un escavatore che a suo tempo fu smontato a valle e rimontato in loco) e si conclude alla frazione Mezzolpiano di Novate Mezzola. Seguendo le strade asfaltate ci si avvia - prima strada a sinistra -ad attraversare il torrente Codera fino a ritrovare il parcheggio.

Tourengänger: cai56, chiaraa
Communities: Hikr in italiano


Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden

Galerie


In einem neuen Fenster öffnen · Im gleichen Fenster öffnen

T2
16 Jun 23
Codera 825 e Mottala 1115 · Antonio59 !
T4+
T2
4 Nov 18
Val Codera e Tracciolino · morgan
T2
16 Jun 19
Val Codera "Tracciolino" · Ole
T2
2 Okt 07
Rundtour im Val Codera · ABoehlen
T2
30 Mär 23
2500 gradini per una pizzoccherata · giorgio59m (Girovagando)

Kommentar hinzufügen»