Escursione ad anello in Val Terzana e Cima Vignone (m 2605)


Publiziert von Alberto C. , 26. Dezember 2022 um 21:16.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:26 September 2022
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 4:45
Aufstieg: 785 m
Abstieg: 785 m
Strecke:Percorso ad anello in senso antiorario: Predarossa, San Quirico, Bivacco Scermendone, Croce dell'Olmo, Cima Vignone, Lago Scermendone, Predarossa.
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Provenendo da Milano si percorre la Superstrada (SS36) e, raggiunta Lecco, si prosegue fino allo svincolo di Fuentes, dove prosegue in direzione di Sondrio sulla SS38. Al termine della “Variante di Morbegno” si incontra una rotatoria dove si prosegue in direzione nord (terza uscita), sempre in direzione di Sondrio, si supera l’Adda, e si arriva ad un punto dove le carreggiate si sdoppiano; si attraversa il ponte sul torrente Masino e poco oltre si svolta a sinistra sulla SP39 seguendo l’indicazione per Valmasino. Si prosegue fino ad arrivare all’abitato di Filorera dove si svolta a destra imboccando Via Moss (indicazione per rifugi Ponti Scotti, Alpe Predarossa e Alpe Bisolo), che si percorre per circa 12 chilometri fino a raggiungere la Piana di Predarossa, dove si trova un ampio parcheggio. La strada che sale a Predarossa ha limitazioni di transito e bisogna prenotare il transito in anticipo pagando un pedaggio (€ 10,00): lo si può fare comodamente da casa on-line.

     A poca distanza di rinomati luoghi (chi non ha mai sentito nominare la Val Masino o il Sentiero Roma?) e dei sentieri più frequentati, esistono ancora angoli selvaggi di grande fascino. Sicuramente la Val Terzana, forse meglio conosciuta come Valle di Scermendone, è sicuramente uno di questi angoli.
     La Val Terzana è una laterale della Valle di Sasso Bisolo che si apre, verso est, dalla piana di Predarossa. Verso è sud è delimitata da un crinale erboso che la divide dalla Valtellina; mentre a nord viene delimitata dall’aspro crinale roccioso dei Corni Bruciati.
     L’escursione qui descritta, partendo dalla piana di Predarossa, descrive un anello che permette di salire sull’erbosa Cima Vignone per poi scendere al Lago di Scermendone. Pur svolgendosi in un ambiente selvaggio, è alla portata di tutti. 
 


LOCALITA' DI PARTENZA.  Piana di Predarossa (m 1949 slm).
 
ATTREZZATURA.   Normale da escursionismo. Consigliate calzature alte.
 
DIFFICOLTÀ.   T2, con qualche tratto T3 (E, secondo la classificazione CAI). L’escursione non presenta particolari difficoltà e non presenta tratti esposti. Oltre il Bivacco Scermendone il sentiero diventa una semplice traccia: sono sempre presenti i segnavia.
 
QUOTA MASSIMA:  m 2605, alla Cima Vignone.
 
QUOTA MINIMA:  m 1928, nei pressi della piana di Predarossa.
 
SVILUPPO:  km 11,20.
 
TEMPO EFFETTIVO DI MARCIA:  ore 4:50.
 
TEMPO DI SALITA:  ore 2:30, alla Cima Vignone.
 
TEMPO DI DISCESA:ore 2:20.      

 
DESCRIZIONE PERCORSO.       Dalla piana di Predarossa, seguendo le indicazioni per il Lago di Scermendone e San Quirico, ci si dirige verso est in direzione del torrente che si supera su di un ponte in corrispondenza di un’opera per la regimentazione delle acque. Superato il ponte, raggiunto il bosco, si perde leggermente quota, poi si inizia a salire lungo il sentiero che si fa via via più ripido fra ammassi di pietre, e si aggira il Sasso Arso (la propaggine meridionale dei Corni Bruciati). Raggiunto lo sbocco della Val Terzana, il sentiero spiana e porta a un ponticello che permette di superare comodamente il torrente e raggiungere un piccolo colle poco sopra l’Alpe Scermendone inferiore (m 2016, circa 35 minuti da Predarossa), e da qui si prosegue raggiungendo in breve una evidente pista che si segue risalendo con un traverso il boscoso costone fino ad arrivare a un tornante con un bivio. Trascurando il tornante, si prosegue dritto giungendo in pochi passi sul dosso di San Quirico, dove sorge una umile chiesetta (m 2131, circa un’ora da Predarossa).    
          Nel volume “Storie di Traona – Terra Buona – II”, don Domenico Songini scrive: “Scermendone, toponimo inesplorato fino alle indagini di don Ezio Presazzi - prevosto di Baglio - che asserisce derivato dai primitivi pastori di Cermenate, che già nel 1308 caricavano l'alpe con l'impegno di consegnare il latte d'una giornata (una cagliata) alla parrocchia di san Fedele.
     Scermendone rappresenta la tipica altura, a dossi e a pianori, a 2000 rn. sulla dorsale tra la Valtellina e la Valmasino, di proprietà della comunità di Buglio, che v'invia il bestiame per l'alpeggio estivo e che vi si dà convegno per una sagra popolare di gran prestigio: nel solito mese di luglio, dopo la metà, tempo delle feste dei nostri SS. Sette Fratelli. …”
 
    Risalendo il pascolo, in pochi minuti di raggiunge il Bivacco Scermendone (m 2141), posto poco sopra San Quirico.  
     Alle spalle del bivacco si riprende la traccia che percorre l’intera cresta, dirigendoci verso un grosso ometto; raggiunto il quale si continua verso la Croce dell’Olmo, già visibile dal bivacco, che si raggiunge in cica mezz’ora. Siamo a 2342 metri, su un piccolo sperone di roccette che emerge dall’ampio Dosso del Termine, cioè del confine; infatti, ci traviamo proprio sul confine fra i comuni di Buglio in Monte e Berbenno. Sul posto si trovano due croci: una modesta in legno, e una più grossa e recente in metallo con i bordi contornati da un cordone di led (si accenderanno col buio) alimentati da un pannello solare, che nasconde un grosso ometto.
 
     Incuriosisce il nome, “Croce dell’Olmo”, dato al luogo. Dubito si riferisca alla presenza di un albero di olmo: la quota è troppo elevata. Secondo alcune fonti si tratterebbe di un riferimento indiretto all’albero, che era rappresentato nella stella della famiglia degli Olmo; secondo altri si tratterebbe della deformazione del sostantivo dialettale “om” (uomo, ometto): a Buglio ci sarebbero perplessità sull’autentica denominazione del luogo: "crus de l'olm" (olmo) o "crus de l'om". Considerando la seconda opzione, si tratterebbe della croce presso un "om": il grande ometto in pietra. Per altro, la presenza lì di una croce è documentata solo a partire dal secondo dopoguerra: prima non c'era; o forse vi fu solo in tempi molto più antichi.
 
          Ma torniamo all’escursione. Dalla Croce dell’Olmo si prosegue verso est, seguendo la traccia di sentiero; si transita nei pressi di un piccolo laghetto d’acqua e, in una dozzina di minuti, si raggiunge un’ampia sella dalla quale, davanti a noi, si scorge una palina segnaletica, che si deve raggiungere (m 2412): siamo al bivio con il sentiero che dal versante valtellinese sale da Prato Maslino (passando per l’alpe Baric e l’Alpe Vignone) e, sul versante opposto, scende al Laghetto Scermendone (dato a 30 minuti). In questo momento trascuriamo le indicazioni e proseguiamo lungo la flebile traccia (indicata anche da radi bolli di vernice e qualche ometto) che risale la cresta erbosa che sale all’arrotondata Cima di Vignone (m 2608) che si raggiunge in una quarantina di minuti. Ad un certo punto della salita, la flebile traccia ci ha portati ad abbandonare la cresta e a spostarci sul versante meridionale per aggirare una zona a sfasciumi; è più redditizio, in vista degli sfasciumi, sterzare a sinistra e seguire una traccia (che non avevamo notto) che supera alcune roccette e riporta in cresta: in entrambi i casi si ha come riferimento un grosso ometto posto lungo la cresta sotto la cima.
     La Cima Vignone (segnalata da un umile ometto l’indicazione in pennarello nero: “Cima Vignone = 2600 m”) potenzialmente sarebbe molto panoramica, ma oggi arriviamo in contemporanea con una serie di nubi che salgono dal versante valtellinesi e che limitano la visuale.
      Dalla cima si scende, seguendo la traccia di sentiero di cresta, al grosso ometto e, quindi, al bivio col cartello dii quota 2412 (meno di 20 minuti dalla cima), dove si svolta a destra in direzione del Laghetto di Scermendone. Seguendo la traccia segnata da bolli e bandierine in vernice non sempre evidenti (bisogna un po’ cercarle), mantenendoci sul lato destro del canalone, si superano senza difficoltà una serie di balze, ci si immette sul largo sentiero che percorre la Val Terzana, a poca distanza dal Laghetto di Scermendone, che si raggiunge in pochi minuti (m 2339, 50 minuti dalla cima).
     Dal laghetto si prende il largo sentiero che percorre il fianco sinistro della Val Terzana in direzione della discesa, che ci porta di raggiungere l’Alpe Piano di Spini (m 2198) in una ventina di minuti. Da qui il sentiero diventa più marcato fino a farsi stradina. La si segue fino a raggiungere il tornante dove, in mattinata, avevamo deviato per San Quirico. Da questo punto si percorre a ritroso la medesima traccia dell’andata, fino a Predarossa (circa un’ora dall’Alpe Piano di Spini).
 

NEVE.  Si, abbiamo pestato la prima neve: pochi centimetri che si sono sciolti nel corso della mattinata, ma ha contribuito a dare fascino all’escursione.
 
METEO.  Poco nuvoloso, con nubi da condensa in salita dal fondovalle valtellinese, che si addensano in prossimità delle cime. Nel pomeriggio intensificazione della nuvolosità, senza mai arrivare alla completa copertura del cielo. Venti a livello di brezza-brezza tesa. Temperatura a Predarossa 5°; sulla Cima Vignone 16°, al termine 15°.
 
FREQUENTAZIONEIncontrato pochi escursionisti a Predarossa, per il resto l’escursione si è svolta in completa solitudine.
 
COMPAGNI:  Paolo.
 
 

Note bibliografiche:

 Sergio Papucci, Piero Gritti. I più bei sentieri della Lombardia centrale; Blu Edizioni, 2014 collana Natura e ambiente;
 
http://www.paesidivaltellina.it/buglio/lagoscermendone.htm

Tourengänger: Alberto C.


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