Bivacco Scermendone m.2134 e Cima dell'Olmo m.2342 (SO): giornata superrrrrrrr!!!!!
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Le previsioni sembrano ottime e ripetere una bella escursione per gli amici,mi fa sempre piacere,ma gli impegni o gli imprevisti possono far sì che si debba rinunciare,quindi ne approfitto per vedere se è possibile fare una 2 giorni da qualche parte dove non ho ancora "provato" a dormirvi: scelgo il bivacco Scermendone,un balcone sulle Orobie.
So bene il rischio a cui vado incontro: il traffico del rientro magari più sostenuto visto le partenze del 1° maggio,ma ne vale il tentare,dopotutto se torno lunedì...
Alle ore 6,00 parto da casa e alle ore 7,50 sono a Our di Cima: quando si giunge al tornante,dove a sinistra si prosegue su strada per il rifugio Alpe Granda,(indicazioni) e a destra sale l'ultimo tratto di strada (cartello che indica strada chiusa),meglio fare il tratto in retromarcia data la difficoltà di manovra (in particolare per le station wagon). La giornata è splendida come da previsioni,alle ore 8 mi incammino sbucando sopra una strada di nuova costruzione (estate 2013) che prende a destra (sbarra),invece bisogna andare a sinistra dove si percorre un breve tratto della strada sterrata per il rifugio Alpe Granda,poi se si vuole abbreviare un poco il percorso,si prendono le indicazioni per Scermendone/Merla,ciò che ho fatto.
Anche qui il disastroso inverno ha lasciato segni evidenti a causa della neve pesante e abbondante: alberi spezzati e sradicati che in alcuni punti ostruiscono il passaggio.
Nel frattempo spero che la cosa non peggiori e giungo all'Alpe Merla alle ore 8,45 dove trovo la fontana già funzionante e 2 pastori: domando a loro qual'è il percorso migliore per raggiungere l'Alpe Scermendone.
Mi viene indicato quello che sale a monte della struttura (quando si vede la baita,si sale a destra per il prato e ci si addentra nel bosco) che è il percorso principale (non ho visto nessuna segnaletica a vernice ma è semplice e sicuro anche con le ciaspole) e rispetto a quello che va in piano all'inizio con un lungo traverso,che ho già provato e trovato abbastanza infestato da alberi caduti.
Il percorso principale,sale e si congiunge con quello proveniente dal rifugio Alpe Granda (siamo a quota 1850 circa,proprio davanti al piccolo acquedotto: sono le 9,12): si prende a destra passando vicino alla croce dove vi sono altre indicazioni e si curva a sinistra,ora la neve abbonda per lunghi tratti a causa del fitto bosco che la ripara dai raggi del sole,quindi fatica a scomparire. Si procede con pendenza moderata,la neve è dura ma non è necessario l'uso dei ramponi,anche se con tali attrezzi,avrei potuto procedere con passo più sostenuto: più che altro il problema sarebbe la mattina presto percorrendo tale tragitto in discesa,ma a quello ci si penserà al momento.
Supero un secondo acquedotto e un terzo,dal quale si comincia a vedere lo spettacolo che offre questa zona,giungendo alle Casere di Scermendone alle ore 10,05: stupenda giornata,la quale offre uno scenario sulle Alpi Orobiche,veramente unico,dove la neve la fa ancora da padrona,dando contrasto e ben definendo tutte le cime. Alle ore 10,30 sono alla chiesetta di S. Quirico e in breve al bivacco Scermendone che raggiungo alle ore 10,32.
Controllo se è possibile pernottare....legna....nebbia....non si può fare,pensare che da quassù lo spettacolo serale sulla valle deve essere favoloso,poi con una giornata del genere....peccato!
Decido di sostare e cominciare a fotografare,cercando di capire che cime sto vedendo: ebbene,quel che si vede è sorprendente e ne sono felice,mai ci avevo fatto caso,ma oggi ho proprio voluto vedere dettagliatamente la catena Orobica,cercando di dare i nomi alle cime (molte a me sconosciute): nel frattempo comincia ad arrivare gente....non poca.
Uno di questi era con le ciaspole,scambiando qualche chiacchera,vengo a sapere che la legna l'anno esaurita i cacciatori,i quali la procurano....avevo individuato dove eventualmente procurarmela....ma non era il caso.
Costui prosegue e la cosa mi alletta,però aspetto che la neve smolla un poco (tra l'altro ha nevicato di fresco) e alle ore 11,55 decido di ripartire dopo essermi messo le ghette dato che la facilità di sfondare era assai probabile: davanti a me vi sono 4 persone di cui 2 rinunciano in mancanza delle ghette,il ciaspolatore lo vedo ritornare dopo aver raggiunto e superato di un poco il primo ometto e il quarto eccolo di ritorno,con il quale mi trattengo un poco.
Anche secondo lui proseguire oltre il secondo ometto è a rischio,vi sono cornicioni di neve e non si può mai sapere se si sta camminando in sicurezza dato le temperature elevate e le valanghe sempre pronte a scivolare a valle: lo saluto e proseguo oltre alle sue impronte,arrivando alle ore 12,40 ad un poggio situato a monte della Cima dell'Olmo che è ben visibile sotto di me,mentre lo spettacolo a 360° che la giornata di oggi e la natura mi sta offrendo,mi rende soddisfatto per la scelta.
Scatto molte immagini,in particolare zoomando su tutta la catena Orobica,una giornata così e una rarità e quindi conviene puntare anche sui dettagli che molto spesso si trascurano.
Salendo quassù,fortunatamente la neve teneva e anche nella discesa devo dire che pensavo peggio,invece è andata più che bene: incontro uno che sale con la picca,poco a monte del bivacco,l'ultimo della giornata e mi chiede quanto manca....al secondo ometto 45 minuti gli dico e lo incoraggio,mi risponde che sono già 1700 m. di dislivello quelli fatti....fischia....aggiunge che è partito da Gaggio dato che abita lì: be,complimenti dato che raggiungerà i 1900 e un toc quando arriva dove sono giunto: ho sempre sostenuto che vi è chi fa molto di più e mi sorprende sempre nel conoscere persone che salgono senza fretta ammirando la natura e tralasciando ciò che non ha senso....arrivare il prima possibile!
Prima o poi tutti devono rallentare e la sofferenza la sente di più chi non riesce a tenere il passo sostenuto,mentre il lento,spera di avere lo stesso passo....ad ogni modo soffrendo molto meno!
Arrivato alla chiesetta di S. Quirico dove vi è solo una coppia,tutti gli altri sono già andati via e decido di pranzare,verso le 14,00 riprendo la via del ritorno,e alle ore 15,50 sono all'auto: una delle volte in cui il rientro è anticipato. Alle 16,00 parto e penso al traffico: se tutto va bene alle ore 18,00 sono a casa!
Arrivato sulla provinciale,rimango stupito nel vedere la strada quasi deserta....sogno o son desto?....eppure è vero,si viaggia che è un piacere fino all'ultima galleria per accedere a quella del Barro dove comincia il calvario: armato di pazienza e visto che dopo il Barro si viaggia bene,decido di restare sulla super strada,arrivando a casa 10 minuti dopo le 18,00.
Mi è andata ancora bene !
Quando vi sono giornate così terse ne vale il rischio di trovare qualche colonna,l'importante è esserne consapevoli e preparati....
Ciao a tutti e alla prossima!
So bene il rischio a cui vado incontro: il traffico del rientro magari più sostenuto visto le partenze del 1° maggio,ma ne vale il tentare,dopotutto se torno lunedì...
Alle ore 6,00 parto da casa e alle ore 7,50 sono a Our di Cima: quando si giunge al tornante,dove a sinistra si prosegue su strada per il rifugio Alpe Granda,(indicazioni) e a destra sale l'ultimo tratto di strada (cartello che indica strada chiusa),meglio fare il tratto in retromarcia data la difficoltà di manovra (in particolare per le station wagon). La giornata è splendida come da previsioni,alle ore 8 mi incammino sbucando sopra una strada di nuova costruzione (estate 2013) che prende a destra (sbarra),invece bisogna andare a sinistra dove si percorre un breve tratto della strada sterrata per il rifugio Alpe Granda,poi se si vuole abbreviare un poco il percorso,si prendono le indicazioni per Scermendone/Merla,ciò che ho fatto.
Anche qui il disastroso inverno ha lasciato segni evidenti a causa della neve pesante e abbondante: alberi spezzati e sradicati che in alcuni punti ostruiscono il passaggio.
Nel frattempo spero che la cosa non peggiori e giungo all'Alpe Merla alle ore 8,45 dove trovo la fontana già funzionante e 2 pastori: domando a loro qual'è il percorso migliore per raggiungere l'Alpe Scermendone.
Mi viene indicato quello che sale a monte della struttura (quando si vede la baita,si sale a destra per il prato e ci si addentra nel bosco) che è il percorso principale (non ho visto nessuna segnaletica a vernice ma è semplice e sicuro anche con le ciaspole) e rispetto a quello che va in piano all'inizio con un lungo traverso,che ho già provato e trovato abbastanza infestato da alberi caduti.
Il percorso principale,sale e si congiunge con quello proveniente dal rifugio Alpe Granda (siamo a quota 1850 circa,proprio davanti al piccolo acquedotto: sono le 9,12): si prende a destra passando vicino alla croce dove vi sono altre indicazioni e si curva a sinistra,ora la neve abbonda per lunghi tratti a causa del fitto bosco che la ripara dai raggi del sole,quindi fatica a scomparire. Si procede con pendenza moderata,la neve è dura ma non è necessario l'uso dei ramponi,anche se con tali attrezzi,avrei potuto procedere con passo più sostenuto: più che altro il problema sarebbe la mattina presto percorrendo tale tragitto in discesa,ma a quello ci si penserà al momento.
Supero un secondo acquedotto e un terzo,dal quale si comincia a vedere lo spettacolo che offre questa zona,giungendo alle Casere di Scermendone alle ore 10,05: stupenda giornata,la quale offre uno scenario sulle Alpi Orobiche,veramente unico,dove la neve la fa ancora da padrona,dando contrasto e ben definendo tutte le cime. Alle ore 10,30 sono alla chiesetta di S. Quirico e in breve al bivacco Scermendone che raggiungo alle ore 10,32.
Controllo se è possibile pernottare....legna....nebbia....non si può fare,pensare che da quassù lo spettacolo serale sulla valle deve essere favoloso,poi con una giornata del genere....peccato!
Decido di sostare e cominciare a fotografare,cercando di capire che cime sto vedendo: ebbene,quel che si vede è sorprendente e ne sono felice,mai ci avevo fatto caso,ma oggi ho proprio voluto vedere dettagliatamente la catena Orobica,cercando di dare i nomi alle cime (molte a me sconosciute): nel frattempo comincia ad arrivare gente....non poca.
Uno di questi era con le ciaspole,scambiando qualche chiacchera,vengo a sapere che la legna l'anno esaurita i cacciatori,i quali la procurano....avevo individuato dove eventualmente procurarmela....ma non era il caso.
Costui prosegue e la cosa mi alletta,però aspetto che la neve smolla un poco (tra l'altro ha nevicato di fresco) e alle ore 11,55 decido di ripartire dopo essermi messo le ghette dato che la facilità di sfondare era assai probabile: davanti a me vi sono 4 persone di cui 2 rinunciano in mancanza delle ghette,il ciaspolatore lo vedo ritornare dopo aver raggiunto e superato di un poco il primo ometto e il quarto eccolo di ritorno,con il quale mi trattengo un poco.
Anche secondo lui proseguire oltre il secondo ometto è a rischio,vi sono cornicioni di neve e non si può mai sapere se si sta camminando in sicurezza dato le temperature elevate e le valanghe sempre pronte a scivolare a valle: lo saluto e proseguo oltre alle sue impronte,arrivando alle ore 12,40 ad un poggio situato a monte della Cima dell'Olmo che è ben visibile sotto di me,mentre lo spettacolo a 360° che la giornata di oggi e la natura mi sta offrendo,mi rende soddisfatto per la scelta.
Scatto molte immagini,in particolare zoomando su tutta la catena Orobica,una giornata così e una rarità e quindi conviene puntare anche sui dettagli che molto spesso si trascurano.
Salendo quassù,fortunatamente la neve teneva e anche nella discesa devo dire che pensavo peggio,invece è andata più che bene: incontro uno che sale con la picca,poco a monte del bivacco,l'ultimo della giornata e mi chiede quanto manca....al secondo ometto 45 minuti gli dico e lo incoraggio,mi risponde che sono già 1700 m. di dislivello quelli fatti....fischia....aggiunge che è partito da Gaggio dato che abita lì: be,complimenti dato che raggiungerà i 1900 e un toc quando arriva dove sono giunto: ho sempre sostenuto che vi è chi fa molto di più e mi sorprende sempre nel conoscere persone che salgono senza fretta ammirando la natura e tralasciando ciò che non ha senso....arrivare il prima possibile!
Prima o poi tutti devono rallentare e la sofferenza la sente di più chi non riesce a tenere il passo sostenuto,mentre il lento,spera di avere lo stesso passo....ad ogni modo soffrendo molto meno!
Arrivato alla chiesetta di S. Quirico dove vi è solo una coppia,tutti gli altri sono già andati via e decido di pranzare,verso le 14,00 riprendo la via del ritorno,e alle ore 15,50 sono all'auto: una delle volte in cui il rientro è anticipato. Alle 16,00 parto e penso al traffico: se tutto va bene alle ore 18,00 sono a casa!
Arrivato sulla provinciale,rimango stupito nel vedere la strada quasi deserta....sogno o son desto?....eppure è vero,si viaggia che è un piacere fino all'ultima galleria per accedere a quella del Barro dove comincia il calvario: armato di pazienza e visto che dopo il Barro si viaggia bene,decido di restare sulla super strada,arrivando a casa 10 minuti dopo le 18,00.
Mi è andata ancora bene !
Quando vi sono giornate così terse ne vale il rischio di trovare qualche colonna,l'importante è esserne consapevoli e preparati....
Ciao a tutti e alla prossima!
Tourengänger:
Alberto

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