Piz Corbet (o Sevino) 3024 - Nel profondo Misox selvaggio
|
||||||||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Il Corbet è un viaggio selvaggio e verticale.
Il Piz Corbet è il tremila più meridionale della Mesolcina, domina Mesocco e si trova lungo il crinale che divide il Moesano dalla Val Chiavenna.
Si tratta di una montagna complessa, imponente e selvaggia la cui conquista richiede all'escursionista un buon impegno nell'affrontare dal fondovalle più di duemila metri ripidi e spesso impervi.
Raggiungerne la vetta è stato per me laborioso non tanto per la parte sommitale, quanto piuttosto, per tutto l'inframezzo. Basti pensare che il mio progetto iniziale includeva anche il Pizzo Quadro e che, raggiunto il primo 3000, vi ho serenamente rinunciato per poter tornare a valle con la certezza di disporre della luce. Infatti la parte delicata di questo tour si trova nella lunghissima sezione centrale. Di solito lo schema delle mie uscite prevede una parte escursionistica (in basso) seguita da una più alpinistica e tecnica (in alto) che affronto entro il pomeriggio (anche inoltrato) rientrando sovente al buio consapevole di poter contare su una facile traccia.
Nel caso di questa gita non esiste uno schema "parte escursionistica e parte alpinistica". Bisogna rientrare per tempo e raggiungere almeno le quote 1700/ 1800 prima che faccia notte. Si tratta di una ravanata.
Oserei dire una "ravanata perfetta".
La selvagge pendici del Piz Corbet - quota 1750 circa

Le due vie di accesso al Piz Corbet
Da Mesocco Brenna descrive due accessi che corrispondono a 2 valloni distinti che si dipartano dalla quota 2100 e che culminano a 2600/2700 metri.
La loro base comune coincide con l'Alpe di Pian Guarnei (2090 m), un peculiare balcone erboso che sovrasta Mesocco. Il suo raggiungimento è già un bel traguardo in quanto non esiste un sentiero vero e proprio. È soltanto fino al monte di Nassel (1353 m), tappa obbligata, che esiste una buona traccia bianco rossa. Dopo di che è tutta un'avventura.
Ma torniamo alle due vie di accesso: le due valli sono divise da un rilievo senza nome sulla CNS la cui massima elevazione è la quota 2718 m. Entrambe sono orientate longitudinalmente (ovest/est) e vanno percorse prevalentemente sul lato orografico destro. Quella più meridionale è percorsa dal fiume Gesena, mentre quella più settentrionale è bagnata dal fiume Geseneta. L'imbocco della prima è difficile, quello della seconda meno.
Io consiglio quindi di utilizzare la Geneseta, come fecero anche
Blepori e
Califfo.
Le due valli divise dal rilievo senza nome, viste dall'Alpe di Pian Guarnei

Accesso all'Alpe di Pian Guarnei: anche in questo caso "2 vie"
La base per raggiungere l'Alpe di Pian Guarnei è il pascolo di Arna (1742m).
Per salire su questa panoramica perla (Arna) bisogna dapprima attraversare i monti di Stabiei e di Nassel.
C'è una strada a traffico limitato che consente di portarsi fino a Nassel, ma io, privo dei permessi, ho parcheggiato a Logiano e sono salito a piedi per tranquilli sentieri (bianco-rosso facile e ben segnato).
Brenna dice di prendere il costone che dal monte di Nassel risale a sinistra.
L'altra via possibile è il costone successivo che si sviluppa sempre ad est una volta attraversato il fiume Recancin.
Entrambe le vie conducono ad Arna e al piccolo rifugio collocato nel suggestivo pascolo a 1742 metri.
Da qui bisogna poi risalire, verso destra in diagonale, il pendio e aggirare in senso antiorario le bastionate che sostengono il soprastante alpeggio di Guarnei.
Salendo dal primo costone, raggiunti i 1700 metri, la traversata verso Arna avviene su tracce non evidenti, discontinue e con passaggi esposti. Salendo dal secondo si procede all'interno di un bosco di sempreverdi, su un buon terreno. Si punta direttamente ad Arna mentre la traversata avviene prima, a valle, lungo un sentiero bianco-rosso.
Il primo percorso, descritto da Brenna, è più difficile ma al contempo più affascinante.
Il secondo, non contemplato nella guida, è più semplice ma l'ho scoperto soltanto durante il ritorno, grazie ad un aiuto esterno.
Da Arna la via è la stessa in tutti i casi. Evidente nella prima parte. Difficile da individuare nell'ultimo tratto, appena sotto l'Alpe di Pian Guarnei.
Arna - un punto panoramico

Le due basi per l'ascensione alla vetta
Pervenendo da due valli non resta che aspettarsi due diverse basi per ascendere il Piz Corbet.
Salendo dalla Gesena si raggiunge facilmente un'ampia corte che è denominata Il Forn.
La valle della Geseneta verte invece, dopo un risalto, al Ciaton della Gesena, una piana posta a NE del rilievo che separa le due valli.
Per la vetta nel primo caso si risale un canalone e poi il plateau soprastante fino alla cresta sommitale a nord della vetta. Infine si segue la breve cresta N caratterizzata da massi e da passaggi facili da arrampicare (II).
Nel secondo caso invece si può percorrere un traverso e ricongiungersi alla parte finale della prima variante (plateau), oppure puntare direttamente alla cresta sommitale e procedere sul suo filo fino al Piz Corbet (di questa variante conosco solo il tratto finale).
La traccia che si ricongiunge nei 4 punti chiave: Nassel, Arna, Alpe di Pian Guarnei, Piz Corbet

Decrizione della mia salita
Io ho percorso tutte le varianti sopra-descritte.
Mi incammino presso Logiano alle 06.10 con la frontale e in un'ora raggiungo Nassel. Sta sorgendo il sole ma mi trovo all'ombra delle imponenti cime. Il monte di Nassel è suddiviso in 3 settori e devo raggiungere il più meridionale, che è anche il più alto, sfruttando la strada.
Giunto a Nassel (1353 m) osservo il prato alla mia sinistra e i ripidi pendii che lo sovrastano: "ma siamo sicuri che Brenna indicasse di risalire proprio questo costone? Al di sopra mi sembra un luogo inospitale". Sono un po' indeciso. Il sentiero ufficiale prosegue pianeggiante verso sud. Più avanti, dopo il fiume, vedo che c'è un secondo costone, più boscoso. "Forse Brenna intende quel costone"?
Decido comunque di alzarmi da Nassel. Ma dopo 50 metri cambio idea in quanto mi lascio attirare da un sentierino che si infila nella valle in direzione del secondo costone.
Quando raggiungo il fiume la traccia sparisce e il terreno si fa impervio. Avendo perso quota per scendere al fiume non ritorno indietro ma decido di risalire sul mio costone tagliando dritto dal pendio: si rivela una ravanata tra fitta boscaglia, ripidi tratti erbosi e felci. La piccozza si impiglia dappertutto e mi graffio le braccia con i rami.
In pratica da Nassel si sale dritto, dapprima nel prato, evitando di imboccare come me false tracce verso sud, poi nel bosco rimanendo il più possibile sul bordo che dà sul fiume alla propria destra. Si risalgono alcune centinaia di metri, su un terreno non sempre agevole a causa della fitta vegetazione ma mai difficile, fino a raggiungere la quota 1700 m.
Qui mi prendo una piccola pausa. Mangio qualcosa e vedo un bel cervo. Poi piego a destra, inizio un traverso obliquo sul ripido e aperto versante, fino ad individuare una traccia che attraversa piuttosto pianeggiante tutto il pendio fino ad Arna. Devo misurare bene i passi per non espormi, la pendenza e l'esposizione non sono da sottovalutare. Ci sono tratti privi di traccia intercalati da punti in cui sembra di essere su un vero sentiero. Poco dopo aver attraversato il secondo ramo del fiume Recancin ci sono alcune piante cadute che mi obbligano ad aggirare da sotto. Tuttavia non trovo passaggi. Quindi devo infilarmi tra i rami e ravanare con difficoltà. Raggiungo infine Arna e il piccolo rifugio.
Ora proseguo in diagonale, la traccia è evidente, raggiungo un pianoro di roccette, attraverso un fiume (Geseneta) e risalgo fino a sfiorare la base dello sperone su cui sorge l'Alpe di Pian Guarnei. Proseguo in senso antiorario. Quando mi trovo di fronte alla valle della Gesena decido di salire comunque sul balcone di Pian Guarnei, tappa non obbligata. Brenna la consiglia. Tuttavia non individuo la giusta traccia e devo farmi strada tra i cespugli.
Una volta giunto a Pian Guarnei osservo le due vallate. Quella della Geseneta sembra (e lo sarà) di più facile accesso. Ma io voglio salire dalla Gesena in quanto conduce direttamente al Piz Corbet. Inoltre sono un essere curioso.
La Valle della Gesena (vista dall'Alpe di Pian Guarnei)

Ho perso parecchio tempo fino a qui. Sono già le 10.00 e vorrei essere in vetta entro le 12.00 considerando il lungo ritorno. Mancano quasi 1000 metri e altrettante incognite.
Per raggiungere l'imbocco della valle procedo in traverso ma devo fare i conti con diverse sezioni di fitta boscaglia e con alcuni risalti rocciosi da aggirare. Perdo ulteriore tempo.
Quando giungo al fiume c'è un punto piuttosto stretto e ripido da affrontare. Le placche rocciose sono bagnate e mi obbligano ad arrampicare una parete (II o II+) a sinistra per superarle.
In seguito ci sono alcuni passaggi ancora impegnativi con placconate o pendii erbosi molto ripidi. Qui mi arrabbio con Brenna e sono tentato di lasciare perdere. Ma proseguo valutando di variare la discesa.
Dopo di che la valle si addolcisce e si apre.
Circa a quota 2200 m posso iniziare finalmente a camminare nuovamente con un buon ritmo e a recuperare il tempo perso. Risalgo dal lato orografico destro in un ambiente sempre più bello fino a raggiungere l'ampia corte (Il Forn) dalla quale posso ammirare per la prima volta le cime.
Il Forn (2614 m)

Anche qui piccola pausa, mi vesto più pesantemente e mi avvio per risalire il canalone a destra. Non incontro particolari difficoltà: ci sono alcuni punti dove utilizzare le mani, alcuni tratti ghiaiosi e franosi, altri con rocce non stabili, ma nel complesso niente di particolarmente difficile. Nella parte più alta compare la neve e allora dovrò stare attento a non scivolare. Procrastino il cambio assetto ed eseguo un paio di passaggi delicati senza ramponi. Mi immetto su un nevaio inizialmente pianeggiante, poi vieppiù pendente, e mi spingo pian piano fino alla cresta sommitale, a nord della vetta. Arrampico la crestina che è composta da grandi massi con passaggi di II. Alle 13.00 sono in vetta, dopo ben 6 ore e 50 minuti. Una tempistica onesta direi.
Canalone che si risale da Il Forn

Descrizione della mia discesa
Non me la sento di ritornare da dove sono salito. Devo per forza tentare di ritornare dalla Valle della Geseneta sperando di trovare terreni e condizioni migliori.
Come faccio? Anzitutto bye bye Pizzo Quadro! Ci vedremo poi in estate e con calma. Non mi dispiace nemmeno un po'.
Quindi: devo raggiungere il Ciaton della Gesena che si trova più a nord.
Dalla vetta del Piz Corbet c'è una traccia bianco-blu che percorre il crinale verso nord. La seguo e ben presto mi porta su un traverso nevoso nel versante grigionese. Mi rampono ed estraggo la piccozza: con questo assetto vado sereno e contento. Piuttosto rapido mi sposto sotto la Bocchetta del Sevino e poi ai piedi del Pizzo Quadro. Quindi mi abbasso ulteriormente fino a superare la dorsale che divide le valli Gesena e Gesenetta. A questo punto, su terreno di rocce, tolgo i ramponi e raggiungo la piana denominata Ciaton della Gesena.
La attraverso tutta. Intanto il sentiero bianco-blu riprende a salire alla mia destra. So che non conduce in basso altrimenti l'avrei individuato già al mattino.
Giunto in fondo mi sporgo su di un grande salto verticale sotto il quale c'è la valle Geseneta.
Ci sono due modi per scendere: spostarsi più a nord e disarrampicare i ripidi pendii erbosi nella testata della valle, oppure imboccare un canalino molto ripido (II o III) direttamente dal punto in cui si perviene.
Scelgo la seconda e più veloce opzione. Nel canalino la roccia è buona, sul fondo ci sono alcune placche da discendere con attenzione.
Salto tra il Ciaton della Gesena e la Valle Geseneta

Molto bene! Sono nella Geseneta e devo "solo" abbassarmi di 600 metri di dubbi e incognite e poi di altri 1200 m di ravanage se non altro noto. Insomma niente male.
La valle si discende piuttosto agevolmente, è ripida, richiede un passo sicuro, ci sono rocce instabili a cui fare attenzione, tratti di erba molto scivolosa e risalti rocciosi da aggirare a destra.
Quando mi avvicino all'Alpe di Pian Guarnei individuo dall'alto una cengia alla base del contrafforte che potrebbe essere un buon passaggio. Scendo al fiume e lo attraverso, imbocco la cengia, inizialmente esposta sul fiume e poi senza dover sfiorare alcun cespuglio raggiungo il bellissimo prato dell'Alpe di Pian Guarnei. Qui incontro un cacciatore di 45 anni, abitante di Mesocco, che mi condurrà su vie migliori delle mie sfruttate all'andata.
Cengia per raggiungere l'Alpe di Pian Guarnei scendendo dalla Valle Geseneta

Patrick si sposta agilmente, ha un buon passo, è simpatico e decido di seguirlo. Conosce a memoria i toponimi, conosce il Piz Corbet come le sue tasche. È sorpreso di vedere una persona reale in quelle remote terre. Dice che non incontra mai nessuno.
Dall'Alpe di Pian Guarnei scendiamo ad Arna. Nel primo tratto di discesa sfruttiamo una traccia che lui e gli altri cacciatori conoscono, leggermente diversa dalla mia sfruttata in salita, ma pulita. Non ci si infila nella boscaglia. Quindi poi la traccia sarà la medesima fino al Rifugio di Arna.
Presso il Rifugio mi sorprende offrendomi un bel mezzo di birra.
Ci intratteniamo chiacchierando e godendoci la birra ormai al tramonto.
Per la discesa mi indica il secondo costone, ovvero quello che scende direttamente da Arna. Mi consiglia di tenere la destra il più possibile e di raggiungere il sentiero a quota 1300 m.
Lui si ferma nel Rifugio per sistemare alcune cose, io mi fiondo verso il basso nel bosco di sempreverdi, inebriato dalla birra. Rapidissimo raggiungo il sentiero a valle. Il secondo costone ha un buon terreno e si scende (o sale) piacevolmente.
Sono 400 m di facile discesa. Imboccato il sentiero (che collega Nassel ad altri monti più a sud) rapidissimo cammino verso Nassel. Quindi scendo altrettanto svelto verso Logiano, tagliando dove possibile ormai abituato a procedere fuori traccia. Gli ultimi 100 m li percorrerò immancabilmente con la frontale.
Video
/www.instagram.com/reel/CkbqdIKquio/?igshid=YmMyMTA2M2Y=
[/drive.google.com/file/d/1Io8q63y0D2tbQq-gI88IR0JwFgGcuz4A/v...]
[/drive.google.com/file/d/1pWgBOOOHL-0Zm8dwc_xVGSUsLMVSh8h_/v...]
[/drive.google.com/file/d/1qJOWBRCYVzxe5xTOnfSIo1GPkyF8csgr/v...]
[/drive.google.com/file/d/1mpn-oJOOqcxNVGTtR0UReZDLjbeTelEX/v...]
[/drive.google.com/file/d/1F49otZ9GVrJWhJzBvrSlPogu0JH8cjwM/v...]
[/drive.google.com/file/d/1JIw-9w6SdMXF7UtZhe1Ymp9axb-Hc2fB/v...]
[/drive.google.com/file/d/1Arhst0mJdwn410987cNMaDkCE8ENMbeR/v...]
[/drive.google.com/file/d/15iCGAVxXU6xTULBsoGEXYpTI0WsR3oIf/v...]
[/drive.google.com/file/d/1Xts4TCz6_c4wBmHZwPEZ5agLNqeZBp7r/v...]
[/drive.google.com/file/d/1x_PjMxv9WhSm5a6mny6q-AGMwWiWUYyO/v...]
[/drive.google.com/file/d/1Ks_Li6fTaQNmzJYSjiPWSnwI4OqWEA_W/v...]
[/drive.google.com/file/d/1jOoTh6v4jlzSpSXuut6yokv8lk-pYrhY/v...]
[/drive.google.com/file/d/1Dv7UrWRDB-ONTIth3tvkDSrSAJALWJ9Q/v...]
[/drive.google.com/file/d/1dX8elZO_UEpofmE1cckyAvBE41p-AdxM/v...]
Il Piz Corbet è il tremila più meridionale della Mesolcina, domina Mesocco e si trova lungo il crinale che divide il Moesano dalla Val Chiavenna.
Si tratta di una montagna complessa, imponente e selvaggia la cui conquista richiede all'escursionista un buon impegno nell'affrontare dal fondovalle più di duemila metri ripidi e spesso impervi.
Raggiungerne la vetta è stato per me laborioso non tanto per la parte sommitale, quanto piuttosto, per tutto l'inframezzo. Basti pensare che il mio progetto iniziale includeva anche il Pizzo Quadro e che, raggiunto il primo 3000, vi ho serenamente rinunciato per poter tornare a valle con la certezza di disporre della luce. Infatti la parte delicata di questo tour si trova nella lunghissima sezione centrale. Di solito lo schema delle mie uscite prevede una parte escursionistica (in basso) seguita da una più alpinistica e tecnica (in alto) che affronto entro il pomeriggio (anche inoltrato) rientrando sovente al buio consapevole di poter contare su una facile traccia.
Nel caso di questa gita non esiste uno schema "parte escursionistica e parte alpinistica". Bisogna rientrare per tempo e raggiungere almeno le quote 1700/ 1800 prima che faccia notte. Si tratta di una ravanata.
Oserei dire una "ravanata perfetta".
La selvagge pendici del Piz Corbet - quota 1750 circa

Le due vie di accesso al Piz Corbet
Da Mesocco Brenna descrive due accessi che corrispondono a 2 valloni distinti che si dipartano dalla quota 2100 e che culminano a 2600/2700 metri.
La loro base comune coincide con l'Alpe di Pian Guarnei (2090 m), un peculiare balcone erboso che sovrasta Mesocco. Il suo raggiungimento è già un bel traguardo in quanto non esiste un sentiero vero e proprio. È soltanto fino al monte di Nassel (1353 m), tappa obbligata, che esiste una buona traccia bianco rossa. Dopo di che è tutta un'avventura.
Ma torniamo alle due vie di accesso: le due valli sono divise da un rilievo senza nome sulla CNS la cui massima elevazione è la quota 2718 m. Entrambe sono orientate longitudinalmente (ovest/est) e vanno percorse prevalentemente sul lato orografico destro. Quella più meridionale è percorsa dal fiume Gesena, mentre quella più settentrionale è bagnata dal fiume Geseneta. L'imbocco della prima è difficile, quello della seconda meno.
Io consiglio quindi di utilizzare la Geneseta, come fecero anche


Le due valli divise dal rilievo senza nome, viste dall'Alpe di Pian Guarnei

Accesso all'Alpe di Pian Guarnei: anche in questo caso "2 vie"
La base per raggiungere l'Alpe di Pian Guarnei è il pascolo di Arna (1742m).
Per salire su questa panoramica perla (Arna) bisogna dapprima attraversare i monti di Stabiei e di Nassel.
C'è una strada a traffico limitato che consente di portarsi fino a Nassel, ma io, privo dei permessi, ho parcheggiato a Logiano e sono salito a piedi per tranquilli sentieri (bianco-rosso facile e ben segnato).
Brenna dice di prendere il costone che dal monte di Nassel risale a sinistra.
L'altra via possibile è il costone successivo che si sviluppa sempre ad est una volta attraversato il fiume Recancin.
Entrambe le vie conducono ad Arna e al piccolo rifugio collocato nel suggestivo pascolo a 1742 metri.
Da qui bisogna poi risalire, verso destra in diagonale, il pendio e aggirare in senso antiorario le bastionate che sostengono il soprastante alpeggio di Guarnei.
Salendo dal primo costone, raggiunti i 1700 metri, la traversata verso Arna avviene su tracce non evidenti, discontinue e con passaggi esposti. Salendo dal secondo si procede all'interno di un bosco di sempreverdi, su un buon terreno. Si punta direttamente ad Arna mentre la traversata avviene prima, a valle, lungo un sentiero bianco-rosso.
Il primo percorso, descritto da Brenna, è più difficile ma al contempo più affascinante.
Il secondo, non contemplato nella guida, è più semplice ma l'ho scoperto soltanto durante il ritorno, grazie ad un aiuto esterno.
Da Arna la via è la stessa in tutti i casi. Evidente nella prima parte. Difficile da individuare nell'ultimo tratto, appena sotto l'Alpe di Pian Guarnei.
Arna - un punto panoramico

Le due basi per l'ascensione alla vetta
Pervenendo da due valli non resta che aspettarsi due diverse basi per ascendere il Piz Corbet.
Salendo dalla Gesena si raggiunge facilmente un'ampia corte che è denominata Il Forn.
La valle della Geseneta verte invece, dopo un risalto, al Ciaton della Gesena, una piana posta a NE del rilievo che separa le due valli.
Per la vetta nel primo caso si risale un canalone e poi il plateau soprastante fino alla cresta sommitale a nord della vetta. Infine si segue la breve cresta N caratterizzata da massi e da passaggi facili da arrampicare (II).
Nel secondo caso invece si può percorrere un traverso e ricongiungersi alla parte finale della prima variante (plateau), oppure puntare direttamente alla cresta sommitale e procedere sul suo filo fino al Piz Corbet (di questa variante conosco solo il tratto finale).
La traccia che si ricongiunge nei 4 punti chiave: Nassel, Arna, Alpe di Pian Guarnei, Piz Corbet

Decrizione della mia salita
Io ho percorso tutte le varianti sopra-descritte.
Mi incammino presso Logiano alle 06.10 con la frontale e in un'ora raggiungo Nassel. Sta sorgendo il sole ma mi trovo all'ombra delle imponenti cime. Il monte di Nassel è suddiviso in 3 settori e devo raggiungere il più meridionale, che è anche il più alto, sfruttando la strada.
Giunto a Nassel (1353 m) osservo il prato alla mia sinistra e i ripidi pendii che lo sovrastano: "ma siamo sicuri che Brenna indicasse di risalire proprio questo costone? Al di sopra mi sembra un luogo inospitale". Sono un po' indeciso. Il sentiero ufficiale prosegue pianeggiante verso sud. Più avanti, dopo il fiume, vedo che c'è un secondo costone, più boscoso. "Forse Brenna intende quel costone"?
Decido comunque di alzarmi da Nassel. Ma dopo 50 metri cambio idea in quanto mi lascio attirare da un sentierino che si infila nella valle in direzione del secondo costone.
Quando raggiungo il fiume la traccia sparisce e il terreno si fa impervio. Avendo perso quota per scendere al fiume non ritorno indietro ma decido di risalire sul mio costone tagliando dritto dal pendio: si rivela una ravanata tra fitta boscaglia, ripidi tratti erbosi e felci. La piccozza si impiglia dappertutto e mi graffio le braccia con i rami.
In pratica da Nassel si sale dritto, dapprima nel prato, evitando di imboccare come me false tracce verso sud, poi nel bosco rimanendo il più possibile sul bordo che dà sul fiume alla propria destra. Si risalgono alcune centinaia di metri, su un terreno non sempre agevole a causa della fitta vegetazione ma mai difficile, fino a raggiungere la quota 1700 m.
Qui mi prendo una piccola pausa. Mangio qualcosa e vedo un bel cervo. Poi piego a destra, inizio un traverso obliquo sul ripido e aperto versante, fino ad individuare una traccia che attraversa piuttosto pianeggiante tutto il pendio fino ad Arna. Devo misurare bene i passi per non espormi, la pendenza e l'esposizione non sono da sottovalutare. Ci sono tratti privi di traccia intercalati da punti in cui sembra di essere su un vero sentiero. Poco dopo aver attraversato il secondo ramo del fiume Recancin ci sono alcune piante cadute che mi obbligano ad aggirare da sotto. Tuttavia non trovo passaggi. Quindi devo infilarmi tra i rami e ravanare con difficoltà. Raggiungo infine Arna e il piccolo rifugio.
Ora proseguo in diagonale, la traccia è evidente, raggiungo un pianoro di roccette, attraverso un fiume (Geseneta) e risalgo fino a sfiorare la base dello sperone su cui sorge l'Alpe di Pian Guarnei. Proseguo in senso antiorario. Quando mi trovo di fronte alla valle della Gesena decido di salire comunque sul balcone di Pian Guarnei, tappa non obbligata. Brenna la consiglia. Tuttavia non individuo la giusta traccia e devo farmi strada tra i cespugli.
Una volta giunto a Pian Guarnei osservo le due vallate. Quella della Geseneta sembra (e lo sarà) di più facile accesso. Ma io voglio salire dalla Gesena in quanto conduce direttamente al Piz Corbet. Inoltre sono un essere curioso.
La Valle della Gesena (vista dall'Alpe di Pian Guarnei)

Ho perso parecchio tempo fino a qui. Sono già le 10.00 e vorrei essere in vetta entro le 12.00 considerando il lungo ritorno. Mancano quasi 1000 metri e altrettante incognite.
Per raggiungere l'imbocco della valle procedo in traverso ma devo fare i conti con diverse sezioni di fitta boscaglia e con alcuni risalti rocciosi da aggirare. Perdo ulteriore tempo.
Quando giungo al fiume c'è un punto piuttosto stretto e ripido da affrontare. Le placche rocciose sono bagnate e mi obbligano ad arrampicare una parete (II o II+) a sinistra per superarle.
In seguito ci sono alcuni passaggi ancora impegnativi con placconate o pendii erbosi molto ripidi. Qui mi arrabbio con Brenna e sono tentato di lasciare perdere. Ma proseguo valutando di variare la discesa.
Dopo di che la valle si addolcisce e si apre.
Circa a quota 2200 m posso iniziare finalmente a camminare nuovamente con un buon ritmo e a recuperare il tempo perso. Risalgo dal lato orografico destro in un ambiente sempre più bello fino a raggiungere l'ampia corte (Il Forn) dalla quale posso ammirare per la prima volta le cime.
Il Forn (2614 m)

Anche qui piccola pausa, mi vesto più pesantemente e mi avvio per risalire il canalone a destra. Non incontro particolari difficoltà: ci sono alcuni punti dove utilizzare le mani, alcuni tratti ghiaiosi e franosi, altri con rocce non stabili, ma nel complesso niente di particolarmente difficile. Nella parte più alta compare la neve e allora dovrò stare attento a non scivolare. Procrastino il cambio assetto ed eseguo un paio di passaggi delicati senza ramponi. Mi immetto su un nevaio inizialmente pianeggiante, poi vieppiù pendente, e mi spingo pian piano fino alla cresta sommitale, a nord della vetta. Arrampico la crestina che è composta da grandi massi con passaggi di II. Alle 13.00 sono in vetta, dopo ben 6 ore e 50 minuti. Una tempistica onesta direi.
Canalone che si risale da Il Forn

Descrizione della mia discesa
Non me la sento di ritornare da dove sono salito. Devo per forza tentare di ritornare dalla Valle della Geseneta sperando di trovare terreni e condizioni migliori.
Come faccio? Anzitutto bye bye Pizzo Quadro! Ci vedremo poi in estate e con calma. Non mi dispiace nemmeno un po'.
Quindi: devo raggiungere il Ciaton della Gesena che si trova più a nord.
Dalla vetta del Piz Corbet c'è una traccia bianco-blu che percorre il crinale verso nord. La seguo e ben presto mi porta su un traverso nevoso nel versante grigionese. Mi rampono ed estraggo la piccozza: con questo assetto vado sereno e contento. Piuttosto rapido mi sposto sotto la Bocchetta del Sevino e poi ai piedi del Pizzo Quadro. Quindi mi abbasso ulteriormente fino a superare la dorsale che divide le valli Gesena e Gesenetta. A questo punto, su terreno di rocce, tolgo i ramponi e raggiungo la piana denominata Ciaton della Gesena.
La attraverso tutta. Intanto il sentiero bianco-blu riprende a salire alla mia destra. So che non conduce in basso altrimenti l'avrei individuato già al mattino.
Giunto in fondo mi sporgo su di un grande salto verticale sotto il quale c'è la valle Geseneta.
Ci sono due modi per scendere: spostarsi più a nord e disarrampicare i ripidi pendii erbosi nella testata della valle, oppure imboccare un canalino molto ripido (II o III) direttamente dal punto in cui si perviene.
Scelgo la seconda e più veloce opzione. Nel canalino la roccia è buona, sul fondo ci sono alcune placche da discendere con attenzione.
Salto tra il Ciaton della Gesena e la Valle Geseneta

Molto bene! Sono nella Geseneta e devo "solo" abbassarmi di 600 metri di dubbi e incognite e poi di altri 1200 m di ravanage se non altro noto. Insomma niente male.
La valle si discende piuttosto agevolmente, è ripida, richiede un passo sicuro, ci sono rocce instabili a cui fare attenzione, tratti di erba molto scivolosa e risalti rocciosi da aggirare a destra.
Quando mi avvicino all'Alpe di Pian Guarnei individuo dall'alto una cengia alla base del contrafforte che potrebbe essere un buon passaggio. Scendo al fiume e lo attraverso, imbocco la cengia, inizialmente esposta sul fiume e poi senza dover sfiorare alcun cespuglio raggiungo il bellissimo prato dell'Alpe di Pian Guarnei. Qui incontro un cacciatore di 45 anni, abitante di Mesocco, che mi condurrà su vie migliori delle mie sfruttate all'andata.
Cengia per raggiungere l'Alpe di Pian Guarnei scendendo dalla Valle Geseneta

Patrick si sposta agilmente, ha un buon passo, è simpatico e decido di seguirlo. Conosce a memoria i toponimi, conosce il Piz Corbet come le sue tasche. È sorpreso di vedere una persona reale in quelle remote terre. Dice che non incontra mai nessuno.
Dall'Alpe di Pian Guarnei scendiamo ad Arna. Nel primo tratto di discesa sfruttiamo una traccia che lui e gli altri cacciatori conoscono, leggermente diversa dalla mia sfruttata in salita, ma pulita. Non ci si infila nella boscaglia. Quindi poi la traccia sarà la medesima fino al Rifugio di Arna.
Presso il Rifugio mi sorprende offrendomi un bel mezzo di birra.
Ci intratteniamo chiacchierando e godendoci la birra ormai al tramonto.
Per la discesa mi indica il secondo costone, ovvero quello che scende direttamente da Arna. Mi consiglia di tenere la destra il più possibile e di raggiungere il sentiero a quota 1300 m.
Lui si ferma nel Rifugio per sistemare alcune cose, io mi fiondo verso il basso nel bosco di sempreverdi, inebriato dalla birra. Rapidissimo raggiungo il sentiero a valle. Il secondo costone ha un buon terreno e si scende (o sale) piacevolmente.
Sono 400 m di facile discesa. Imboccato il sentiero (che collega Nassel ad altri monti più a sud) rapidissimo cammino verso Nassel. Quindi scendo altrettanto svelto verso Logiano, tagliando dove possibile ormai abituato a procedere fuori traccia. Gli ultimi 100 m li percorrerò immancabilmente con la frontale.
Video
/www.instagram.com/reel/CkbqdIKquio/?igshid=YmMyMTA2M2Y=
[/drive.google.com/file/d/1Io8q63y0D2tbQq-gI88IR0JwFgGcuz4A/v...]
[/drive.google.com/file/d/1pWgBOOOHL-0Zm8dwc_xVGSUsLMVSh8h_/v...]
[/drive.google.com/file/d/1qJOWBRCYVzxe5xTOnfSIo1GPkyF8csgr/v...]
[/drive.google.com/file/d/1mpn-oJOOqcxNVGTtR0UReZDLjbeTelEX/v...]
[/drive.google.com/file/d/1F49otZ9GVrJWhJzBvrSlPogu0JH8cjwM/v...]
[/drive.google.com/file/d/1JIw-9w6SdMXF7UtZhe1Ymp9axb-Hc2fB/v...]
[/drive.google.com/file/d/1Arhst0mJdwn410987cNMaDkCE8ENMbeR/v...]
[/drive.google.com/file/d/15iCGAVxXU6xTULBsoGEXYpTI0WsR3oIf/v...]
[/drive.google.com/file/d/1Xts4TCz6_c4wBmHZwPEZ5agLNqeZBp7r/v...]
[/drive.google.com/file/d/1x_PjMxv9WhSm5a6mny6q-AGMwWiWUYyO/v...]
[/drive.google.com/file/d/1Ks_Li6fTaQNmzJYSjiPWSnwI4OqWEA_W/v...]
[/drive.google.com/file/d/1jOoTh6v4jlzSpSXuut6yokv8lk-pYrhY/v...]
[/drive.google.com/file/d/1Dv7UrWRDB-ONTIth3tvkDSrSAJALWJ9Q/v...]
[/drive.google.com/file/d/1dX8elZO_UEpofmE1cckyAvBE41p-AdxM/v...]
Tourengänger:
Michea82

Communities: Hikr in italiano, M I S O X
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (17)