Bocchetta della Teggiola: un anello fra Svizzera e Italia


Publiziert von cai56 , 12. September 2022 um 18:46. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Schweiz » Graubünden » Bregaglia
Tour Datum:10 September 2022
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Zeitbedarf: 9:30
Aufstieg: 1837 m
Abstieg: 1871 m
Strecke:Circolare 24,95 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Milano a Chiavenna lungo la statale 36; alla rotonda principale della città svoltare a destra in direzione St.Moritz. Pochi metri prima del confine parcheggiare negli appositi spazi presso l'ultima rotonda italiana.

La Bocchetta della Teggiola mi ha sempre incuriosito per il fatto di trovarsi al culmine di un impervio canalone che costituisce fin dal fondovalle la linea di confine naturale fra Italia e Svizzera, ben visibile fin dal parcheggio e, proprio per questo, piuttosto scoraggiante nel far decidere la salita. Ma, alla fine dei conti, questa escursione (o il semplice andata e ritorno lungo uno dei due percorsi) finisce per essere il più praticabile per una gita in giornata, visto che la risalita di tutta la Val Codera richiede quasi certamente un pernottamento nel non lontano, ma non comodissimo Bivacco Pedroni-Dal Prà; un po' fuori discussione, sempre nelle 24 ore, le traversate Novate-Teggiola-Castasegna e Novate-Trubinasca-Bondo, con pure problemi logistici di rientro. Tutto il tragitto si svolge su sentieri ben segnalati (unica breve incertezza a Cänt) anche se palesemente ben poco frequentati nella parte superiore oltre il livello degli alberi: in assenza di traccia, come nelle gande, la bollatura è comunque sempre opportunamente ravvicinata. Ambiente assai selvaggio, anche per l'assenza di pascoli ed alpeggi sopra i 1800 metri, frequentato in passato soprattutto da contrabbandieri e cacciatori; storicamente rilevante il passaggio nell'autunno 1944 (10 ottobre - 1 dicembre, ma in condizioni invernali) dei partigiani della 55° Brigata F.lli Rosselli in fuga dall'Italia sul percorso da Introbio a Bondo.


Dal parcheggio, seguendo la pista ciclabile "Via Bregaglia", si attraversano i due posti di confine (presidiato solo quello italiano) e si prosegue sulla strada cantonale fino all'imbocco di una galleria artificiale dove, sulla destra, inizia una pista sterrata che si porta ad attraversare il fiume Maira (Mera); si segue questa strada, dopo aver guadagnato un centinaio di metri di quota fino ai prati di Plän Casnacc, fino al margine occidentale di Bondo, nei pressi del vecchio parcheggio per la Val Bondasca. Da qui si sale lungo la carrozzabile per varie centinaia di metri (oltre un primo tornanate) fino al bivio per Bondasca-Cugian (attuale accesso alpinistico al Rifugio Sass Furä): si prosegue a destra in regolare salita con alcuni brevi tratti a pendenza accentuata. Sempre all'interno dell'abetaia del Bosch Grass, si superano le baite di Prä Salasc e si raggiunge la splendida radura di Ceresc: le baite ben restaurate sono sparse qua e là a punteggiare i prati in lieve pendio; rientrando nel bosco, si lascia subito il proseguimento della pista forestale per volgere a destra lungo una mulattiera sassosa ed inizialmente sconnessa. La salita, piuttosto ripida, porta ad attraversare - sempre in pendenza - la radura di Cänt: si prosegue a fianco della seconda baita e si riprende la salita nel bosco; in breve si raggiunge la conca prativa di Vecc, con baita e laghetto artificiale per l'abbeverata. Il sentiero tende a scomparire, ma - fra gli alberi abbattuti, dietro la costruzione - si ritrova la traccia che si addentra lungamente nel bosco dopo aver lasciato sulla sinistra la direzione per Lera d'Sura. Il sentiero risale fra gli abeti con rapido guadagno di quota, finchè un'ultima impennata conduce alla radura sassosa dell'Alpe Teggiola, attualmente ben restaurata come casa di caccia. Si prosegue con qualche incertezza fra i massi accatastati a monte della costruzione passando accanto ad un minuscolo casello, per poi addentrarsi sul versante orientale della Val Casnaggina lungo una traccia sempre più evanescente; seguendo attentamente la bollatura si sale continuamente non lontano dalle fasce rocciose che caratterizzano questo versante (una seconda, più in basso rispetto alla linea di passaggio, sarà ben evidente lungo la discesa dal versante italiano). Molto gradualmente, approfittando il più possibile delle lingue erbose fra le colate di ganda, ci sposta verso il centro della vallata in direzione delle pareti nord delle Cime del Vallon; in ultimo la via, sotto la verticale della bocchetta (riconoscibile infallibilmente per una finestra rocciosa sulla destra) procede ormai solo sui massi di frana, sotto i quali, molto in profondità, scorrono le copiose acque di fusione dei residui ghiacciai - peraltro anch'essi sepolti sotto i massi - alla base delle pareti. In corrispondenza di un voluminoso blocco di roccia - indicazioni a vernice - convergono le vie di salita svizzera ed italiana: da qui la bollatura sarà solo quella classica del CAI. D'ora in avanti si salirà nel canalone della Teggiola usufruendo il più possibile - un po' sulla destra ed un po' sulla sinistra - di tratti di sentiero sabbioso/ghiaioso dove la pendenza renda il procedere meno insidioso e più stabile, fra massi mobili e rigole torrentizie; oltrepassato il punto più stretto del canale (una ventina di metri) la pendenza diminuisce fino a spianarsi del tutto alla Bocchetta della Teggiola: un cumulo di sassi ed un blocco inciso a modo di cippo confinario la caratterizzano. Il panorama, piuttosto limitato, comprende i sottostanti Canalone dei Vanni e conca dell'Alpe Sivigia, molto più lontano le vette di confine col Masino. Per il ritorno si scende lungo la stessa via fino al masso con indicazioni, dove divergono i due itinerari: si seguono i bolli italiani che spingono a sinistra attraverso gande verso le prime chiazze di pascolo, dove compare una piccola traccia di sentiero. La via scende nel solco della Val Casnaggina alternando tratti di poca pendenza ad altri nettamente ripidi, sempre non lontani dal torrente; dopo essere entrati per un poco fra radi larici, si attraversa una vasta radura provocata da valanghe in caduta dalle soprastanti placche rocciose e quindi in breve si raggiunge l'Alpe Foppate, dove almeno una metà delle baite originali è stata trasformata in villetta di vacanza. Una mulattiera si stacca al margine sinistro dei pascoli e, nel bosco fitto, scende fino al terrazzo di Tabiadascio, uno dei Monti di Villa, dove la segnaletica tende a scomparire: raggiunto un quadrivio nei prati si volge verso nordest fino a trovare la carrozzabile asfaltata (a pedaggio) che proviene da Canete. Se ne percorrono vari tornanti, talora con la possibilità di abbreviare il monotono percorso tramite l'uso a modo di scorciatoia degli antichi sentieri a scalinata; all'altezza di una deviazione a gomito sulla destra, si prende una pista sterrata che si addentra pianeggiante fino ai prati della Terra dei Corvi, da cui, con larghe curve e tornanti, si scende ai ruderi di Bondea. Proseguendo, si raggiunge la riva del Mera che si attraversa poco più avanti su di un ponte pedonale della "Via Bregaglia": in pochi passi ci si ritrova al parcheggio.

Tourengänger: cai56, chiaraa
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (2)


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danicomo hat gesagt:
Gesendet am 13. September 2022 um 10:04
Posto mitologico più volte considerato, secoli fa, per arditi e fantasiosi e faticosi anelli.
Bravi....neppure un fungo?
Daniele

cai56 hat gesagt: RE:
Gesendet am 13. September 2022 um 20:44
Hai ragione: mitologico è la qualifica adatta per un posto che, di per se stesso, può lasciare poco di concreto.
Io i funghi non li raccolgo, ma se ci sono li vedo: qui molto, ma molto, poco.
Marco


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