Monte Mala (m.2951)
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Dal parcheggio di Bormio 2000 (m.1925) si arriva agli impianti seguendo la segnaletica CAI: nostra intenzione è quella di compiere possibilmente l'anello completo del Monte Vallecetta tramite la Bocca di Profa, a giudicare dalla carta molto lungo e con vari saliscendi.
Dopo un primo tratto su sterrato, parzialmente aperto ai mezzi motorizzati, che passa intorno agli impianti di risalita, e un primo bivio fallace (mantenersi a destra), si comincia a salire sul fianco orientale della montagna per ripido sentiero un pò inerbato, a tratti parallelo e a pochi metri di distanza da un più largo percorso sciistico. Giunti alla spalla m.2230 (arrivo di uno skilift) con cartelli si tiene ancora la sinistra seguendo una lunga e gradevole mezzacosta panoramica tra prati, rododendri e rari mughi mantenendosi intorno ai 2300 di quota, per poi abbassarsi infine ai m.2161 dei Monti Sobrettina, dove con sorpresa notiamo i cartelli indicare Bormio 2000 anche da un percorso più breve.
Ora si risale su prati entrando nel profondo solco della Val Sobretta e riguadagnando quanto perso in precedenza se non di più (circa m.2330), con vista molto bella sul lato settentrionale del Monte Sobretta, per poi dover ancora ridiscendere gradualmente su sentierino stretto giungendo con ulteriori saliscendi al ponte sullo stradone sterrato nei pressi del Baitin del Pastore (m.2291). Fatto un primo spuntino su dei bei massi riprendiamo il cammino verso la Bocca di Profa; se fino a questo momento avevamo incontrato un numero limitato di escursionisti da qui in avanti ne seguiranno letteralmente a carovane, praticamente tutti in direzione opposta, lungo l'interminabile avvicinamento alla nostra prossima meta, consistente in brevi strappi e lunghi falsopiani. La ragione è presto detta, poichè era quasi certamente la massa salita in funivia a Bormio 3000, e che rientrava a Bormio 2000 operando un anello più breve.
Giunti finalmente alla Bocca di Profa (m.2667) che si affaccia sulla Val Presure, e operato un secondo spuntino, decidiamo una breve digressione risalendo la bellissima conca che ospita i cosiddetti Bei Laghetti (m.2721), di cui il più grande di un delizioso color turchese, molto particolare: qui incontriamo gli ultimi ritardari sia in salita che in discesa dalla funivia. Visto che c'è ancora tempo digressione chiama altra digressione... puntiamo pertanto alla poco pronunciata sommità del Monte Mala, cima che di fatto chiude la dorsale del Vallecetta, dividendo la valle dell'Adda dalla laterale Val Presure. Salita graduale, insinuandosi tra altre piccole pozze d'acqua, sino al più impegnativo tratto per giungere in cresta tramite un canale sfasciumato che tuttavia si riesce quasi interamente ad evitare stando a destra su roccette: raggiunta la sella di divisione con l'altra elevazione secondaria del Monteur si risale facilmente a sinistra su placche e detriti guadagnando la panoramica cima del Monte Mala (m.2951, ometto di vetta), con vista molto interessante e particolare seppur parzialmente chiusa da Vallecetta e Sobretta.
Per la discesa dalla vetta optiamo per un secondo canale, non del tutto stabile ma fattibile, che riporterebbe alla zona dei laghetti, ma volendo chiudere l'anello puntiamo direttamente i prati a balze discendenti dalla Bocca di Profa, raggiungendo dapprima il circolo del Lago Stelù (m.2576) e con breve risalita la deliziosa conca del Lago delle Tre Motte (m.2580), dalla quale il Monte Mala assume connotati più rilevanti. Si entra in Val Presure, e con lunga discesa su sentiero detritico, poi tra prati e torbiere, si giunge al bivio dell'Alpe di Profa (m.2318), da cui inizia il tratto più tortuoso dell'interminabile anello. Si risale immediatamente una cinquantina di metri, traversando una zona sfasciumata, dopo che inizia una lunga serie di saliscendi e aggiramenti di valloni dai fianchi ripidissimi, spesso al limitare del bosco di mughi e abeti, facendo particolare attenzione a un breve tratto con sentierino stretto su infido ghiaietto, per poi giungere a una seconda zona di ganne parzialmente franata (resti di una probabile teleferica), dalla quale dopo ulteriore discesa e risalita si entra in una più comoda distesa prativa ormai in vista dell'Alpe Oultoir (m.2270), raggiunta con l'ultima luce.
Da qui in avanti - con ausilio delle frontali - il percorso ci è gia noto (https://www.hikr.org/tour/post171929.html), ed anche più semplice pur rasentando ancora qualche zona di frana con ulteriori brevi saliscendi, giungendo infine alla Baita Boero (m.2025), in cui il sentiero cessa per divenire comoda forestale, incontrando la zona dei massi coppellati, diverse baite e, con risalita finale, il parcheggio m.1740, dal quale interamente su asfalto riguadagniamo l'agognato punto di partenza a Bormio 2000 (m.1926).
CChiara
Un'uscita tutta particolare direi... la caratteristica regina di tutto il percorso è l'incessante sali e scendi e risali e riscendi... Gli ambienti naturali meritano in ogni passaggio non deludendo mai grazie alla grande varietà: distese erbose... boschi di mughi, abeti in principio, montagne dalle cime rocciose... ghiacciai in lontananza... torrente alpino... laghetti in quantità, anche se purtroppo di qualcuno più piccolo in questa estate così calda ne è rimasta solo l'impronta... Mai incontrata tanta gente in un'escursione... sembrava di essere in centro... abbiamo riguadagnato la quiete solo dai "Bei laghetti" in poi. E ad essere sinceri, non per essere 'orso' ma tutto diventa più affascinante senza quel via vai attorno (almeno ai miei occhi). La selletta tra Monteur e Monte Mala consta di un terrazzo panoramico naturale di roccia che è un vero spettacolo, forse più accattivante ancora della cima. Ridiscesi, gli ulteriori laghetti incontrati, con la luce del tardo pomeriggio, erano altre perle da contemplare ma l'erba matura con gli ultimi riflessi di sole dell'Alpe di Profa che sembrava oro mosso dal vento è un tatuaggio indelebile nella mia memoria... insomma tutto stupendo.
Ecco sì... fin qui... sinceramente dall"Alle di Profa all'Alpe Oultoir il sentiero mi ha deluso... segnato sulla carta ed indicato da cartelli CAI, in realtà in almeno due punti lo ritengo piuttosto pericoloso soprattutto dopo un giro così con le gambe che ormai vanno avanti meccanicamente; il giro totale si aggira attorno ai 28/30 km, ed in quei punti siamo già a circa 20, quindi piuttosto provata (almeno io!!!) . Quindi se nel futuro dovessi decidere di rifare questo giro, tornerei volentieri fino all'Alpe Profa, ma il successivo tratto di congiunzione fra Alpi lo eviterei accuratamente!!! Troppi tratti franati e insicuri su un terreno che ti scappa via sotto i piedi. Mi sarei più volentieri accampata presso l'Alpe di Profa in un sacco a pelo a guardare le stelle: un paio cadenti le ho viste pur camminando... immagino lo spettacolo con le braccia incrociate dietro la testa e gli occhi al cielo. Bellissima giornata!!!
Dopo un primo tratto su sterrato, parzialmente aperto ai mezzi motorizzati, che passa intorno agli impianti di risalita, e un primo bivio fallace (mantenersi a destra), si comincia a salire sul fianco orientale della montagna per ripido sentiero un pò inerbato, a tratti parallelo e a pochi metri di distanza da un più largo percorso sciistico. Giunti alla spalla m.2230 (arrivo di uno skilift) con cartelli si tiene ancora la sinistra seguendo una lunga e gradevole mezzacosta panoramica tra prati, rododendri e rari mughi mantenendosi intorno ai 2300 di quota, per poi abbassarsi infine ai m.2161 dei Monti Sobrettina, dove con sorpresa notiamo i cartelli indicare Bormio 2000 anche da un percorso più breve.
Ora si risale su prati entrando nel profondo solco della Val Sobretta e riguadagnando quanto perso in precedenza se non di più (circa m.2330), con vista molto bella sul lato settentrionale del Monte Sobretta, per poi dover ancora ridiscendere gradualmente su sentierino stretto giungendo con ulteriori saliscendi al ponte sullo stradone sterrato nei pressi del Baitin del Pastore (m.2291). Fatto un primo spuntino su dei bei massi riprendiamo il cammino verso la Bocca di Profa; se fino a questo momento avevamo incontrato un numero limitato di escursionisti da qui in avanti ne seguiranno letteralmente a carovane, praticamente tutti in direzione opposta, lungo l'interminabile avvicinamento alla nostra prossima meta, consistente in brevi strappi e lunghi falsopiani. La ragione è presto detta, poichè era quasi certamente la massa salita in funivia a Bormio 3000, e che rientrava a Bormio 2000 operando un anello più breve.
Giunti finalmente alla Bocca di Profa (m.2667) che si affaccia sulla Val Presure, e operato un secondo spuntino, decidiamo una breve digressione risalendo la bellissima conca che ospita i cosiddetti Bei Laghetti (m.2721), di cui il più grande di un delizioso color turchese, molto particolare: qui incontriamo gli ultimi ritardari sia in salita che in discesa dalla funivia. Visto che c'è ancora tempo digressione chiama altra digressione... puntiamo pertanto alla poco pronunciata sommità del Monte Mala, cima che di fatto chiude la dorsale del Vallecetta, dividendo la valle dell'Adda dalla laterale Val Presure. Salita graduale, insinuandosi tra altre piccole pozze d'acqua, sino al più impegnativo tratto per giungere in cresta tramite un canale sfasciumato che tuttavia si riesce quasi interamente ad evitare stando a destra su roccette: raggiunta la sella di divisione con l'altra elevazione secondaria del Monteur si risale facilmente a sinistra su placche e detriti guadagnando la panoramica cima del Monte Mala (m.2951, ometto di vetta), con vista molto interessante e particolare seppur parzialmente chiusa da Vallecetta e Sobretta.
Per la discesa dalla vetta optiamo per un secondo canale, non del tutto stabile ma fattibile, che riporterebbe alla zona dei laghetti, ma volendo chiudere l'anello puntiamo direttamente i prati a balze discendenti dalla Bocca di Profa, raggiungendo dapprima il circolo del Lago Stelù (m.2576) e con breve risalita la deliziosa conca del Lago delle Tre Motte (m.2580), dalla quale il Monte Mala assume connotati più rilevanti. Si entra in Val Presure, e con lunga discesa su sentiero detritico, poi tra prati e torbiere, si giunge al bivio dell'Alpe di Profa (m.2318), da cui inizia il tratto più tortuoso dell'interminabile anello. Si risale immediatamente una cinquantina di metri, traversando una zona sfasciumata, dopo che inizia una lunga serie di saliscendi e aggiramenti di valloni dai fianchi ripidissimi, spesso al limitare del bosco di mughi e abeti, facendo particolare attenzione a un breve tratto con sentierino stretto su infido ghiaietto, per poi giungere a una seconda zona di ganne parzialmente franata (resti di una probabile teleferica), dalla quale dopo ulteriore discesa e risalita si entra in una più comoda distesa prativa ormai in vista dell'Alpe Oultoir (m.2270), raggiunta con l'ultima luce.
Da qui in avanti - con ausilio delle frontali - il percorso ci è gia noto (https://www.hikr.org/tour/post171929.html), ed anche più semplice pur rasentando ancora qualche zona di frana con ulteriori brevi saliscendi, giungendo infine alla Baita Boero (m.2025), in cui il sentiero cessa per divenire comoda forestale, incontrando la zona dei massi coppellati, diverse baite e, con risalita finale, il parcheggio m.1740, dal quale interamente su asfalto riguadagniamo l'agognato punto di partenza a Bormio 2000 (m.1926).

Un'uscita tutta particolare direi... la caratteristica regina di tutto il percorso è l'incessante sali e scendi e risali e riscendi... Gli ambienti naturali meritano in ogni passaggio non deludendo mai grazie alla grande varietà: distese erbose... boschi di mughi, abeti in principio, montagne dalle cime rocciose... ghiacciai in lontananza... torrente alpino... laghetti in quantità, anche se purtroppo di qualcuno più piccolo in questa estate così calda ne è rimasta solo l'impronta... Mai incontrata tanta gente in un'escursione... sembrava di essere in centro... abbiamo riguadagnato la quiete solo dai "Bei laghetti" in poi. E ad essere sinceri, non per essere 'orso' ma tutto diventa più affascinante senza quel via vai attorno (almeno ai miei occhi). La selletta tra Monteur e Monte Mala consta di un terrazzo panoramico naturale di roccia che è un vero spettacolo, forse più accattivante ancora della cima. Ridiscesi, gli ulteriori laghetti incontrati, con la luce del tardo pomeriggio, erano altre perle da contemplare ma l'erba matura con gli ultimi riflessi di sole dell'Alpe di Profa che sembrava oro mosso dal vento è un tatuaggio indelebile nella mia memoria... insomma tutto stupendo.
Ecco sì... fin qui... sinceramente dall"Alle di Profa all'Alpe Oultoir il sentiero mi ha deluso... segnato sulla carta ed indicato da cartelli CAI, in realtà in almeno due punti lo ritengo piuttosto pericoloso soprattutto dopo un giro così con le gambe che ormai vanno avanti meccanicamente; il giro totale si aggira attorno ai 28/30 km, ed in quei punti siamo già a circa 20, quindi piuttosto provata (almeno io!!!) . Quindi se nel futuro dovessi decidere di rifare questo giro, tornerei volentieri fino all'Alpe Profa, ma il successivo tratto di congiunzione fra Alpi lo eviterei accuratamente!!! Troppi tratti franati e insicuri su un terreno che ti scappa via sotto i piedi. Mi sarei più volentieri accampata presso l'Alpe di Profa in un sacco a pelo a guardare le stelle: un paio cadenti le ho viste pur camminando... immagino lo spettacolo con le braccia incrociate dietro la testa e gli occhi al cielo. Bellissima giornata!!!
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