Mont Nery da Issime
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Il Mont Nery è una bella montagna che si erge tra la valle del Lys e la val d’Ayas, posta in un bell’ambiente selvaggio e solitario. La via normale segue la cresta ovest raggiungibile sia da Tollegnaz in val d’Ayas sia da Issime posta nella valle di Gressoney da dove scelgo di partire. Il dislivello è notevole superando i duemila metri che volendo si possono spezzare pernottando al bel bivacco Cravetto.
Lascio l’auto proprio di fianco alla strada di fondovalle nel parcheggio posto di fronte alla stradina che sale a S.Grato. Percorro questa strada per qualche metro poi seguo le indicazioni per il bivacco Cravetto prendendo il sentiero che si stacca subito dalla strada, passa vicino a delle case e sale ripido costeggiando il torrente che forma una bella cascata. Questa mulattiera ben tenuta sale nel bosco oltrepassa il torrente su un ponticello e entra nello stretto vallone di Stolen. La salita continua molto ripida, si lascia la deviazione per l’alpe Burinni e si arriva all’alpe Muna 1950m. Si continua seguendo i radi bolli gialli in ambiente aperto in direzione di una grossa croce fatta di pietre. Il sentiero man mano che si sale diventa una traccia che si perde nell’erba segno della scarsa frequentazione di questo percorso, ma seguendo i bolli gialli un po’ sbiaditi si prosegue nel bel vallone ripido e lasciando a sinistra la deviazione per il colle Chasten si arriva al bivacco Cravetto (2422m) costruito ristrutturando una baita dell’alpeggio.
Intanto mi ha raggiunto e superato un altro escursionista solitario ultrasettantenne diretto anche lui al Mont Nery a cui faccio fatica a stare dietro.
Dal bivacco dopo una pausa, prendo una mulattiera che si inoltra al centro di un’ampia conca sotto a un pianoro che devo raggiungere, da cui è separato da una fascia rocciosa. Oltrepasso delle pietraie, salgo a sinistra puntando a una cengia un po’ esposta che da sinistra a destra supera la fascia rocciosa (c’è anche un corrimano blu in un punto un po’ esposto) e arriva al ripiano erboso a q.2700m alla base di un ripido pendio che si risale un po’ su erba e un po’ su pietraie fino ad arrivare all’inizio della cresta ovest a circa 2900m. Ci sono alcuni ometti ad indicare il percorso che si mantiene un po’ a destra del filo e si prosegue arrampicandosi su grossi blocchi e seguendo una cengia un po’ esposta che finisce in un muretto da disarrampicare (in questa sezione sono state installate recentemente delle corde blu che anche se rendono i passaggi più sicuri ostacolano un po’ la progressione e risultano inutili su una montagna come questa scarsamente frequentata, inoltre in tutti i passaggi più difficili sono presenti buoni appigli e poi a mio parere queste corde blu stonano in questo bell’ambiente selvaggio).
Si arriva così all’anticima e poi dopo una breve risalita all’ometto di vetta a 3075m. Tempo impiegato dalla partenza circa 5 ore. Il panorama in questa giornata assolata e tersa è unico e indescrivibile, si vedono tutti i colossi della Val d’Aosta dal Bianco al Cervino, al Gran Paradiso al Rosa ecc……..
Siamo solo in due su questa cima e dopo una bella pausa scendiamo per lo stesso percorso oltrepassando il pianoro a q.2700m lasciando a sinistra la cengia dove sono salito all’andata, e puntando a destra di alcune elevazioni della cresta traversando per cengie scomode, poi oltrepassata la prima elevazione si risale per roccette a sinistra fino al colletto posto tra le due elevazioni e si scende per comodi prati fino al bivacco. (Questa è un’altra opzione di percorso per salire eventualmente alla cresta dal bivacco).
Qui salutato il mio inatteso compagno di salita, mi concedo una bella pausa ristoratrice, poi con calma scendo per lo stesso percorso di salita che si rivela veramente infinito.
Lascio l’auto proprio di fianco alla strada di fondovalle nel parcheggio posto di fronte alla stradina che sale a S.Grato. Percorro questa strada per qualche metro poi seguo le indicazioni per il bivacco Cravetto prendendo il sentiero che si stacca subito dalla strada, passa vicino a delle case e sale ripido costeggiando il torrente che forma una bella cascata. Questa mulattiera ben tenuta sale nel bosco oltrepassa il torrente su un ponticello e entra nello stretto vallone di Stolen. La salita continua molto ripida, si lascia la deviazione per l’alpe Burinni e si arriva all’alpe Muna 1950m. Si continua seguendo i radi bolli gialli in ambiente aperto in direzione di una grossa croce fatta di pietre. Il sentiero man mano che si sale diventa una traccia che si perde nell’erba segno della scarsa frequentazione di questo percorso, ma seguendo i bolli gialli un po’ sbiaditi si prosegue nel bel vallone ripido e lasciando a sinistra la deviazione per il colle Chasten si arriva al bivacco Cravetto (2422m) costruito ristrutturando una baita dell’alpeggio.
Intanto mi ha raggiunto e superato un altro escursionista solitario ultrasettantenne diretto anche lui al Mont Nery a cui faccio fatica a stare dietro.
Dal bivacco dopo una pausa, prendo una mulattiera che si inoltra al centro di un’ampia conca sotto a un pianoro che devo raggiungere, da cui è separato da una fascia rocciosa. Oltrepasso delle pietraie, salgo a sinistra puntando a una cengia un po’ esposta che da sinistra a destra supera la fascia rocciosa (c’è anche un corrimano blu in un punto un po’ esposto) e arriva al ripiano erboso a q.2700m alla base di un ripido pendio che si risale un po’ su erba e un po’ su pietraie fino ad arrivare all’inizio della cresta ovest a circa 2900m. Ci sono alcuni ometti ad indicare il percorso che si mantiene un po’ a destra del filo e si prosegue arrampicandosi su grossi blocchi e seguendo una cengia un po’ esposta che finisce in un muretto da disarrampicare (in questa sezione sono state installate recentemente delle corde blu che anche se rendono i passaggi più sicuri ostacolano un po’ la progressione e risultano inutili su una montagna come questa scarsamente frequentata, inoltre in tutti i passaggi più difficili sono presenti buoni appigli e poi a mio parere queste corde blu stonano in questo bell’ambiente selvaggio).
Si arriva così all’anticima e poi dopo una breve risalita all’ometto di vetta a 3075m. Tempo impiegato dalla partenza circa 5 ore. Il panorama in questa giornata assolata e tersa è unico e indescrivibile, si vedono tutti i colossi della Val d’Aosta dal Bianco al Cervino, al Gran Paradiso al Rosa ecc……..
Siamo solo in due su questa cima e dopo una bella pausa scendiamo per lo stesso percorso oltrepassando il pianoro a q.2700m lasciando a sinistra la cengia dove sono salito all’andata, e puntando a destra di alcune elevazioni della cresta traversando per cengie scomode, poi oltrepassata la prima elevazione si risale per roccette a sinistra fino al colletto posto tra le due elevazioni e si scende per comodi prati fino al bivacco. (Questa è un’altra opzione di percorso per salire eventualmente alla cresta dal bivacco).
Qui salutato il mio inatteso compagno di salita, mi concedo una bella pausa ristoratrice, poi con calma scendo per lo stesso percorso di salita che si rivela veramente infinito.
Tourengänger:
antrobi

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Kommentare (2)