Mont Nery (o Becca Frudiera)
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Il Mont Nery è una bella montagna visibile da buona parte della Val d'Aosta, trovandosi quasi a ridosso della Valle Centrale e dopo averla vista da vicino un paio di volte oggi sembra giunta l'ora di salirla.
La giornata è stupenda e una bella aria frizzante fin dalla partenza mi incita a partire subito di buon passo.
Dal paese, facendo attenzione a non imboccare il sentiero per San Grato, si segue quello per il Bivacco Cravetto e il Colle di Chasten.
Si sale con continuità (a parte un breve tratto) e quando faccio una sosta all'alpeggio di Muna, sento chiaramente il bramito di un cervo nel versante di fronte a me. Provo a scrutare meglio e in effetti ne vedo uno che si muove, molto lontano, anche se non è quello del bramito che infatti poco dopo continua la sua serenata.
Continuo e al successivo bivio, invece di passare dal bivacco, seguo il sentiero più diretto per il Colle di Chasten, al bivacco passerò sul ritorno. Da qui i segnavia sbiadiscono e risultano meno visibili e anche sul terreno il sentiero è poco o per nulla marcato ma la direzione è logica e quindi di tanto in tanto si ritrovano i bolli gialli.
Arrivo al colle e un vento gelido mi costringe a coprirmi per bene. Sembra abbiamo chiuso con l'estate da un giorno con l'altro, qui fa freddo sul serio. Dal colle bisogna scendere sul lato opposto e tra il vento e il versante in ombra i sassi sono coperti da un sottilissimo strato di brina ma quanto basta per renderli scivolosi. Con attenzione scendo la pietraia per un centinaio di metri per poi iniziare un traverso per portarmi sotto un colletto quotato 2609 (secondo alcune carte potrebbe essere il Colle Sud del Mont Nery).
Si ritrova qualche ometto proveniente dalla Val d'Ayas e su pendii aperti (e al sole) inizia un tratto ripido che faticosamente conduce alla cresta del Monte Nery a quota 2950 circa. Fin qui il percorso non è obbligatorio ed è presente qualche ometto per indicare a grandi linee la via da seguire anche se mi sembra che nell'ultimo tratto tendano a portarsi su terreno più franoso, quando stando sulle roccette più a destra si incontrano minor difficoltà.
Un buon numero di ometti di recente "costruzione" (come ho scoperto poi sul libro del bivacco) guidano con sicurezza lungo un percorso che si mantiene principalmente sotto la cresta, sul versante sud, andando ad incrociare la cresta ed affrontare qualche passaggio leggermente più impegnativo solo in pochi punti (soprattutto l'ultimo torrione in cui si deve scendere di qualche metro). Attenzione però che gli ometti, visto il terreno, potrebbero facilmente sparire dopo l'inverno o dopo forti pioggie. Nell'ultimo tratto prima della vetta sembra quasi che ci sia un sentiero tra le pietre e quindi senza ulteriori difficoltà si giunge in cima.
La giornata è stupenda e il panorama è sproporzionato!
PS: probabilmente per accorciare il percorso ed evitare le discese e le risalite del Colle di Chasten, sembrerebbe (e dico sembrerebbe non avendola provata) esserci la possibilità di arrivare al Colle di quota 2609 (Colle Sud del Mont Nery) direttamente dal Bivacco.
La giornata è stupenda e una bella aria frizzante fin dalla partenza mi incita a partire subito di buon passo.
Dal paese, facendo attenzione a non imboccare il sentiero per San Grato, si segue quello per il Bivacco Cravetto e il Colle di Chasten.
Si sale con continuità (a parte un breve tratto) e quando faccio una sosta all'alpeggio di Muna, sento chiaramente il bramito di un cervo nel versante di fronte a me. Provo a scrutare meglio e in effetti ne vedo uno che si muove, molto lontano, anche se non è quello del bramito che infatti poco dopo continua la sua serenata.
Continuo e al successivo bivio, invece di passare dal bivacco, seguo il sentiero più diretto per il Colle di Chasten, al bivacco passerò sul ritorno. Da qui i segnavia sbiadiscono e risultano meno visibili e anche sul terreno il sentiero è poco o per nulla marcato ma la direzione è logica e quindi di tanto in tanto si ritrovano i bolli gialli.
Arrivo al colle e un vento gelido mi costringe a coprirmi per bene. Sembra abbiamo chiuso con l'estate da un giorno con l'altro, qui fa freddo sul serio. Dal colle bisogna scendere sul lato opposto e tra il vento e il versante in ombra i sassi sono coperti da un sottilissimo strato di brina ma quanto basta per renderli scivolosi. Con attenzione scendo la pietraia per un centinaio di metri per poi iniziare un traverso per portarmi sotto un colletto quotato 2609 (secondo alcune carte potrebbe essere il Colle Sud del Mont Nery).
Si ritrova qualche ometto proveniente dalla Val d'Ayas e su pendii aperti (e al sole) inizia un tratto ripido che faticosamente conduce alla cresta del Monte Nery a quota 2950 circa. Fin qui il percorso non è obbligatorio ed è presente qualche ometto per indicare a grandi linee la via da seguire anche se mi sembra che nell'ultimo tratto tendano a portarsi su terreno più franoso, quando stando sulle roccette più a destra si incontrano minor difficoltà.
Un buon numero di ometti di recente "costruzione" (come ho scoperto poi sul libro del bivacco) guidano con sicurezza lungo un percorso che si mantiene principalmente sotto la cresta, sul versante sud, andando ad incrociare la cresta ed affrontare qualche passaggio leggermente più impegnativo solo in pochi punti (soprattutto l'ultimo torrione in cui si deve scendere di qualche metro). Attenzione però che gli ometti, visto il terreno, potrebbero facilmente sparire dopo l'inverno o dopo forti pioggie. Nell'ultimo tratto prima della vetta sembra quasi che ci sia un sentiero tra le pietre e quindi senza ulteriori difficoltà si giunge in cima.
La giornata è stupenda e il panorama è sproporzionato!
PS: probabilmente per accorciare il percorso ed evitare le discese e le risalite del Colle di Chasten, sembrerebbe (e dico sembrerebbe non avendola provata) esserci la possibilità di arrivare al Colle di quota 2609 (Colle Sud del Mont Nery) direttamente dal Bivacco.
Tourengänger:
Andrea!

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