Montagna Ronda dalla Val Segnara


Publiziert von antrobi , 29. Mai 2022 um 12:54.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:27 Mai 2022
Wandern Schwierigkeit: T5 - anspruchsvolles Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 12:00
Aufstieg: 2300 m
Strecke:Molini-Alpe Turro-Pianale-Serra-Motte-Lago della Rossola-Montagna Ronda-Cortitti-Alpe del Lago -Alpe Camino-Molini-
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Piedimulera-valle Anzasca-Molini
Kartennummer:Geo4Map Valle Anzasca n 6

La Montagna Ronda viene salita solitamente da Campello Monti per il sentiero segnalato o anche in traversata dalla cima Capezzone. C’è però anche un altro percorso per salirci ben più faticoso e impegnativo, risalendo la bella e selvaggia Val Segnara. E’ un percorso molto lungo con un dislivello di 2000 metri ma che non presenta particolari difficoltà tecniche se non la rigogliosa vegetazione nella prima parte che ostacola la progressione e la salita senza sentiero e senza alcun tipo di segnalazioni su terreno impervio e in ambiente selvaggio e solitario. Quindi necessita di una buona visibilità un meteo stabile e soprattutto un buon allenamento. Il mio progetto prevede di salire dall’alpe Motte per il lago della Rossola e scendere traversando alla base del versante nord della Montagna Ronda fino allo sperduto alpe Cortitti e quindi scendere all’alpe del Lago e rientrare per il frequentato sentiero che è parte della GTA. Il tratto critico della salita è tra l’alpe Serra e l’alpe Motte dove la folta vegetazione copre la traccia già esile e ostacola il cammino e si rischia di perdersi, poi l’ultimo tratto prima dell’alpe Motte se fatto in piena estate è un muro di felci e ortiche alte che fanno perdere tempo, energie e orientamento come mi è capitato la prima volta che avevo tentato la cima l’anno scorso in estate e arrivato all’alpe Motte dopo quasi quattro ore di ravanamento ho desistito e sono tornato per il bel giro che traversa all’alpe Cortevecchia e porta all’alpe del Lago. Quindi questa volta ho anticipato anche se il periodo migliore per salire senza trovarsi immersi nella vegetazione è non più tardi di inizio maggio dove la traccia è più evidente anche se si troveranno nevai più su.

Parto molto presto da Molini, scendo al santuario della Gurva punto più basso (460m) e risalgo per il sentiero intercettando la strada della val Segnara che finisce poco più avanti nei pressi del ponte dove si può anche parcheggiare (posti limitati). Proseguo sulla strada sterrata che poi diventa sentiero, passa dai ruderi di Cà Pioda e arriva al bivio dove a sinistra sale il frequentato sentiero che porta all’alpe del Lago che farò al ritorno, mentre io vado a destra sul già esile sentiero che costeggia il torrente sulla destra orografica con indicazione alpe Serra. Anche se il giorno prima non aveva piovuto il sentiero è bagnato  costringe a procedere con attenzione per il fondo scivoloso inoltre la vegetazione è già rigogliosa a queste basse quote e in breve ho già gli scarponi infradiciati anche se per l’occasione indosso le ghette. Poco dopo lascio a destra il ponticello che porta all’alpe Taiole percorso qualche settimana fa per salire agli alpi Storna e Calamacchio, passo per l’alpe Turro ancora ben tenuto, attraverso il ponte sul rio Segnara e arrivo all’alpe Pianale. Proseguo e poco dopo arrivo all’alpe Serra (980m) dove termina la prima parte diciamo comoda poichè questi alpeggi sono ancora utilizzati e inizia la parte più selvaggia e complessa.

Dall’alpe Serra bisogna salire un poco sulla destra seguendo sempre il torrente e si trovano i segni biancorossi nel bosco che sono presenti fino all’alpe Motte anche se non proprio continui, segno che questo sentiero una volta era frequentato, ora inizia la parte più impegnativa per cercare di non perdere la traccia. Ci si riavvicina al torrente e si cammina scomodamente sull’esile sentierino cercando di non scivolare fino a giungere al cospetto di una bella cascata. Si risale il rio laterale che finisce nel rio Segnara, lo si guada e si risale dalla parte opposta senza traccia rientrando nel bosco e cercando i segni di vernice che portano ad attraversare (qui dovrebbero  esserci i ruderi dell’alpe Pranco che non ho visto forse nascosti dalla vegetazione) un altro canale, risalire sulla sua sponda destra orografica, per poi deviare a sinistra e passare sotto a una fascia rocciosa fino a uscire dal bosco e giungere di fronte a un’altra bella cascata. Si risale il torrente sempre tributario del rio Segnara, e sopra a un bello scivolo si guada salendo poi su una dorsalina, dove avevo trovato un muro di felci e ortiche nel precedente tentativo,  che giunge all’alpe Motte (1559m) di cui rimangono solo ruderi posto sotto al Passo del Riale in una bella posizione aperta e panoramica. Sulla sinistra non molto lontano si vede l’alpe Cortevecchia dove si può traversare per poi andare all’alpe del Lago con un bel percorso.  Dall’alpe Motte si sale in direzione sud cercando il percorso migliore scavalcando grossi massi e camminando sui rododendri, facendo attenzione a dove si mettono i piedi  perché sono presenti grossi buchi, questo è un tratto molto faticoso, fino a un pianoro dove si vede di fronte una pietraia da risalire con percorso più agevole. Si passa sotto al versante nord della cima di Capezzone, e si arriva al lago della Rossola 2084m, posto in una conca amena e solitaria che sicuramente non vede molta gente. Dal lago si risale in direzione est con percorso da sinistra a destra su pietraie passando vicino al piccolo lago superiore e arrivando sulla cresta tra il Capezzone e la Montagna Ronda a una quota di circa 2300m. Seguendo la cresta si arriva in breve in vetta a 2414m. Tempo impiegato dalla partenza circa 5 h e mezza. Dalla vetta si gode un bel panorama a 360 gradi anche se le solite nuvole nascondono un po’ il Rosa.

Non indugio tanto in cima anche se mi piacerebbe perché la discesa è lunga e sconosciuta così mi avvio rifacendo la cresta fino a poco prima di dove ero sbucato in salita e mi calo per scivoli erbosi più comodi della pietraia spostandomi sempre più a destra cercando di non finire su salti che mi obbligherebbero a un dietrofront. Passo alto sulla destra del lago della Rossola e per canali e ripiani erbosi scendo fino a circa 1900m all’inizio della traversata sotto al versante nord della Montagna Ronda. Non ci sono difficoltà solo si cammina su terreno scomodo di rododendri e pietraie rimanendo più o meno sempre alla stessa quota puntando a un colletto a destra della quota 1903 della carta svizzera. (Questa carta segna un sentiero che da questo colletto scende all’alpe Laghetti e uno che viene dall’alpe Cortitti e si perde).  Passo sulla verticale dell’alpe Cortevecchia che volendo si potrebbe anche raggiungere con percorso molto scomodo, fino ad arrivare al colletto con una breve risalita. Questo colletto senza nome a quota 1865m, lo chiamerò bocchetta di Cortevecchia, mette in comunicazione il fornale sopra l’alpe Cortevecchia con quello sopra all’alpe Laghetti che volendo si può raggiungere sempre con percorso scomodo. Invece proseguo nella traversata puntando al prossimo colletto a destra di una punta non nominata sulle carte dove si vede una fascia di rocce chiare che si trova sulla cresta nord-est della Montagna Ronda. Il percorso è simile a prima, si attraversano pietraie e distese di rododendri, si scende un po’ e si risale con una traccia per un centinaio di metri di dislivello fino a un inaspettato muro di ontanelli che adesso proprio non ci voleva. Si potrebbe evitare passando a sinistra e scalando una placca rocciosa molto friabile che non mi convince così mi butto in mezzo agli ontanelli e con una lotta accanita rispunto dall’altra parte della macchia poco prima dell’ultima rampa che mi deposita sulla bocchetta che chiamerò di Cortitti (1950m) trovandosi proprio sopra all’omonimo alpetto che si vede in basso e che raggiungo in breve con una traccia. L’alpe Cortitti (1824m) è costituito da una baita appoggiata a un grosso masso, un piccolo locale contiguo e, più spostato, c’è un perimetro di sassi vicino a un masso che forse era un ricovero per gli animali. La posizione dell’alpe è incredibile, si trova sopra alla punta che incombe sul bivacco dell’alpe del Lago e infatti ai lati del prato dell’alpe il versante precipita verticale. Per arrivarci c’è un sentierino che io faccio in discesa che all’inizio è un po’ esposto, passa sotto a una parete di roccia che si sta frantumando e si collega al sentiero che viene dall’alpe Pian di Lago ma prima di arrivarci sono sceso per un canale che abbrevia il percorso fino a un pianoro paludoso e poi attraversando il torrente prima che questo si butti in una forra, ho ripreso il sentiero segnato che mi ha portato finalmente al bivacco dell’alpe del Lago (1542m) dopo circa 3h30 dalla cima.

Dal bivacco per il sentiero frequentato che all’inizio sale per un centinaio di metri di dislivello con percorso panoramico sulla salita e sulla traversata sotto alla Montagna Ronda e che passa dall’alpe Camino e Pozzetto sono ritornato al bivio chiudendo l’anello e, con ancora un’oretta di cammino fino a Molini, ho concluso questo fantastico, selvaggio e lungo giro.

Tempo dall’alpe del Lago a Molini circa tre ore.

Tourengänger: antrobi
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (2)


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emanuele80 hat gesagt:
Gesendet am 29. Mai 2022 um 21:28
Complimenti per la bella salita! Ci sono salito l'anno scorso (trovi la relazione qui su Hikr), ma dall'Alpe Serra ho fatto il giro più largo passando da Fontane. Molto interessante la tua variante di discesa per Cortitti.

Ciao,
Emanuele

antrobi hat gesagt: RE:
Gesendet am 30. Mai 2022 um 11:30
Grazie Emanuele, è stata proprio una bellissima escursione che inseguivo da un pò. Ho letto la tua relazione, io ho preferito tirare dritto dall'alpe Serra a Motte, si abbrevia anche se forse bisogna ravanare di più per il sentiero in cattive condizioni che comunque conoscevo già. La discesa per Cortitti è stata una bella avventura in un ambiente incontaminato. e selvaggio come tutto il giro del resto.

Ciao
Roberto


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