Cima Strighet dalla val Segnara
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Sulla Cima Strighet ero già stato l’anno scorso proveniendo dal Pizzo Camino percorrendo la bella cresta in discesa. In quell’occasione ero salito da Pieve Vergonte per un lunghissimo itinerario molto vario e la Cima Strighet mi era parsa poco più di una elevazione della cresta rispetto al più maestoso Pizzo Camino. Vedendola invece dalla valle Anzasca appare più imponente e interessante con le sue lunghe dorsali che partono direttamente dal fondovalle, e si possono trovare itinerari selvaggi e solitari. La mia idea è di salire dalla val Segnara e scendere a Colombetti frazione di Castiglione, e poi per tornare al punto di partenza quindi a Molini seguire la bella mulattiera della valle Anzasca. Giro molto lungo e dal notevole dislivello contando anche la risalita al ritorno dal ponte antico sull’Anza a Castiglione e poi i saliscendi sulla mulattiera per Molini.
Parto da Molini, scendo alla chiesa della Madonna della Gurva e risalgo per il sentiero che sbuca sulla stradina che dal ponte sull’Anza si inoltra nella val Segnara e che termina poco dopo in un piccolo spiazzo. Oltrepasso il ponte sul rio, lascio a sinistra la diramazione per l’alpe Patelli e il bel percorso che sale direttamente all’alpe Broint sulla dorsale nord-ovest fatto qualche giorno fa (https://www.hikr.org/tour/post170958.html) che è un’altra opzione più diretta ma un po’ più impegnativa per salire sulla cresta, per seguire la strada sterrata che poi diventa sentiero e che porta all’alpe del Lago. Dopo pochi minuti giunto nei pressi di un palo con l’indicazione dei sentieri prendo una visibile traccia a sinistra che si inoltra nel bosco. La traccia diventa un bel sentiero segnato con segni rossi che si segue senza problemi e che sale arrivando ben presto all’alpe Cresta 743 m (la Piana sulla igm) e poi al bel nucleo dell’alpe Segnara 940 m. con alcune baite ancora in buono stato. Il sentiero prosegue a sinistra delle baite ed è sempre evidente e dopo un lungo giro arriva sui bei prati dell’alpe Corbazolo a circa 1250 m. alpe ancora utilizzato posto in una posizione solitaria e panoramica bellissima con le baite in buono stato, una fontanella e dei prati curati che invitano a riposare. Sul muro di una baita c’è la targa commemorativa a Piro Zini Giuseppe che caricava quest’alpe tempo fa quando questi erano luoghi di lavoro e fatica.
Dopo una bella sosta proseguo salendo i ripidi prati alle spalle dell’alpe e addentrandomi nel bosco dove ritrovo il sentiero con i segni rossi stavolta più radi ma senza problemi attraverso il bosco e arrivo in ambiente aperto sulla dorsale in prossimità dell’alpe Broint 1494 m. Faccio una sosta in questo luogo che ormai conosco e devo dire che questo percorso rispetto all’altro che passa per Patelli e l’alpe Graiccia è più semplice e sicuro anche se un po’ più lungo.
Proseguo sull’ampia dorsale con percorso libero ritrovando la traccia, ora più esile, più avanti che aggira alcune asperità della cresta sulla destra passando su un ponticello di legni e attraversando il versante a destra della dorsale che è molto ripido. Oltrepassata alla base l’ultima asperità piego a sinistra e salgo per ripidi prati un pò scivolosi per l'erba secca sulla cresta principale e senza difficoltà ma faticosamente giungo sulla cima a 1899 m dopo circa 4 ore dalla partenza. In cima sono solo e mi gusto il grandioso panorama con la bella cresta invitante che continua verso il pizzo Camino ancora innevato.
L’altra volta ero sceso per il sentiero segnato che torna un po’ verso il p.zo Camino e poi devia a sinistra traversando sotto cresta e scendendo verso l’alpe il Ghiaccio, ora decido di scendere direttamente per la cresta nord-est che anche se un po’ innevata mi sembra fattibile. E’ abbastanza ripida e ci sono alcuni tratti con neve che la rende scivolosa, così mi aggrappo ai rododendri e con qualche scivolone giungo dopo l’ultima elevazione su una selletta davanti a un piccolo cocuzzolo dove c’è un grosso ometto trovando il sentiero segnato che a sinistra scende verso l’alpe La Rocca 1550 m. con le belle baite ristrutturate. Poi si scende ai ruderi di Marmazzuolo, si lascia a destra il sentiero per Fomarco e si scende lungamente nel bosco sulla dorsale nord sempre seguendo i segni fino al grande alpe di Pograsso 750 m. con la fontana senz’acqua complice questo periodo secco così prolungato. Qui bella vista sulle frazioni di Castiglione. Si continua a scendere raggiungendo l’alpe Pianezzo e attraverso una scalinata il bel ponte antico sull’Anza a quota 360 m. punto più basso del percorso, posto proprio dove il fiume si restringe e forma una bella forra. Ora però mi tocca risalire a Colombetti posta 100 m di dislivello più in alto e prendere la mulattiera della valle Anzasca che passando per Castiglione, Pecciola e Porcareccia con alcuni saliscendi che ora mi sembrano durissimi, mi riporta a Molini chiudendo questo bellissimo e impegnativo anello.
Parto da Molini, scendo alla chiesa della Madonna della Gurva e risalgo per il sentiero che sbuca sulla stradina che dal ponte sull’Anza si inoltra nella val Segnara e che termina poco dopo in un piccolo spiazzo. Oltrepasso il ponte sul rio, lascio a sinistra la diramazione per l’alpe Patelli e il bel percorso che sale direttamente all’alpe Broint sulla dorsale nord-ovest fatto qualche giorno fa (https://www.hikr.org/tour/post170958.html) che è un’altra opzione più diretta ma un po’ più impegnativa per salire sulla cresta, per seguire la strada sterrata che poi diventa sentiero e che porta all’alpe del Lago. Dopo pochi minuti giunto nei pressi di un palo con l’indicazione dei sentieri prendo una visibile traccia a sinistra che si inoltra nel bosco. La traccia diventa un bel sentiero segnato con segni rossi che si segue senza problemi e che sale arrivando ben presto all’alpe Cresta 743 m (la Piana sulla igm) e poi al bel nucleo dell’alpe Segnara 940 m. con alcune baite ancora in buono stato. Il sentiero prosegue a sinistra delle baite ed è sempre evidente e dopo un lungo giro arriva sui bei prati dell’alpe Corbazolo a circa 1250 m. alpe ancora utilizzato posto in una posizione solitaria e panoramica bellissima con le baite in buono stato, una fontanella e dei prati curati che invitano a riposare. Sul muro di una baita c’è la targa commemorativa a Piro Zini Giuseppe che caricava quest’alpe tempo fa quando questi erano luoghi di lavoro e fatica.
Dopo una bella sosta proseguo salendo i ripidi prati alle spalle dell’alpe e addentrandomi nel bosco dove ritrovo il sentiero con i segni rossi stavolta più radi ma senza problemi attraverso il bosco e arrivo in ambiente aperto sulla dorsale in prossimità dell’alpe Broint 1494 m. Faccio una sosta in questo luogo che ormai conosco e devo dire che questo percorso rispetto all’altro che passa per Patelli e l’alpe Graiccia è più semplice e sicuro anche se un po’ più lungo.
Proseguo sull’ampia dorsale con percorso libero ritrovando la traccia, ora più esile, più avanti che aggira alcune asperità della cresta sulla destra passando su un ponticello di legni e attraversando il versante a destra della dorsale che è molto ripido. Oltrepassata alla base l’ultima asperità piego a sinistra e salgo per ripidi prati un pò scivolosi per l'erba secca sulla cresta principale e senza difficoltà ma faticosamente giungo sulla cima a 1899 m dopo circa 4 ore dalla partenza. In cima sono solo e mi gusto il grandioso panorama con la bella cresta invitante che continua verso il pizzo Camino ancora innevato.
L’altra volta ero sceso per il sentiero segnato che torna un po’ verso il p.zo Camino e poi devia a sinistra traversando sotto cresta e scendendo verso l’alpe il Ghiaccio, ora decido di scendere direttamente per la cresta nord-est che anche se un po’ innevata mi sembra fattibile. E’ abbastanza ripida e ci sono alcuni tratti con neve che la rende scivolosa, così mi aggrappo ai rododendri e con qualche scivolone giungo dopo l’ultima elevazione su una selletta davanti a un piccolo cocuzzolo dove c’è un grosso ometto trovando il sentiero segnato che a sinistra scende verso l’alpe La Rocca 1550 m. con le belle baite ristrutturate. Poi si scende ai ruderi di Marmazzuolo, si lascia a destra il sentiero per Fomarco e si scende lungamente nel bosco sulla dorsale nord sempre seguendo i segni fino al grande alpe di Pograsso 750 m. con la fontana senz’acqua complice questo periodo secco così prolungato. Qui bella vista sulle frazioni di Castiglione. Si continua a scendere raggiungendo l’alpe Pianezzo e attraverso una scalinata il bel ponte antico sull’Anza a quota 360 m. punto più basso del percorso, posto proprio dove il fiume si restringe e forma una bella forra. Ora però mi tocca risalire a Colombetti posta 100 m di dislivello più in alto e prendere la mulattiera della valle Anzasca che passando per Castiglione, Pecciola e Porcareccia con alcuni saliscendi che ora mi sembrano durissimi, mi riporta a Molini chiudendo questo bellissimo e impegnativo anello.
Tourengänger:
antrobi

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