Anello Veddaschese


Publiziert von martynred , 24. April 2022 um 19:36.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:20 April 2022
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   Gruppo Monte Gambarogno   Gruppo Tamaro-Lema   I 
Zeitbedarf: 7:15
Aufstieg: 2470 m
Strecke:32,4 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Ponte di Piero

Il mio obiettivo è ancora lontano ma non c'è tempo da perdere, così sfrutto la giornata libera, sebbene il cielo sia molto coperto e la voglia è, a dir poco, sotto le scarpe.
La meta era già in lista da un paio di settimane, ed il tracciato studiato approssimativamente (sempre spunto da Simone).
Mi convinco a metà mattino e mi metto in viaggio per Ponte di Piero, che raggiungo alle 11.




Lascio l'auto nel grande parcheggio della funivia per Monteviasco, insieme a qualche altra auto chissà diretti dove. Il cielo e le cime tutt'attorno sono coperte dalle nubi e non riesco a scorgere il mio percorso.
Risalgo la strada asfaltata che mi riporta a Curiglia. L'umidità della giornata attrae parecchie salamandre sulla strada e lungo i sentieri. Mi immergo nel centro del paesello e, con l'aiuto della cartina, ritrovo i bolli bianco/rossi diretti a Cà del Sasso. Risalgo dapprima una mulattiera e poi nel bosco fino ad uscire all'aperto dove giace il piccolo alpeggio. La traccia prosegue per un pratone, ancora secco, e poi per una mulattiera che passa dalla Chiesetta Madonna della Guardia. La mulattiera prosegue, ricoperta da foglie autunnali. Superata l'Alpe Arasio, giungo alla Forcola d'Arasio, che riconosco dalla attraversata Lema-Tamaro fatta qualche anno fa.
Nessuna anima in giro fino ad ora, ma ben presto, in vetta al Monte Lema, offuscati dalla fitta nebbia, quasi a non scorgere nemmeno la croce, 4 escursionisti mi accolgono con caffè ed amaretti. Non potevano che essere loro e la sua generosità a darmi la carica per proseguire (ancora in dubbio visto il meteo e l'assenza di volontà). Mi fermo a scambiare quattro parole con i generosi pensionati quasi miei compaesani (Lomazzo, Cermenate, Rovellasca/Castellanza). Ripago il caffè con delle semplice informazioni di App utili a noi escursionisti e promuovo il sito Hikr.org ;) . Ci salutiamo con sorrisi d'intesa e riprendiamo ognuno la sua strada.

Mi copro un poco, guanti e giacca, per percorrere tutta la lunga traversata fino al Monte Tamaro, passando per il Gradiccioli. Mentre percorro questo sentiero mi domando se le impronte che vedo nel terremo bagnato siano recenti al punto di incontrare qualcuno o meno. A quanto pare sono l'unica disperata che se ne va a zonzo con una giornata così. 
Il Tamaro sembra non arrivare mai, anche quando la salita inizia ad impennare. Raggiunta la croce di vetta, l'inversione termica mi accoglie gradevolmente. Sono oltre le tempistiche che avevo in mente, dubito se proseguire, ma mi incoraggio pensando che tutto sommato fa buio tardi ormai. Una barretta e dei sali e via, prendo il sentiero a nord, apparentemente poco innevato. Purtroppo la discesa non è veloce, fango, ghiaccio e neve mi impediscono di scendere disinvolta (essere soli non aiuta). Probabilmente avrei impiegato meno tempo dall'altro sentiero, decisamente meno ripido. Man mano che perdo quota il sentiero diventa più corribile e, giunta al capanno in pietra, la neve è ormai scomparsa. L'evidente sentiero, ora piuttosto fangoso, inizia a scendere con qualche tornante. Suoni di seghe e decespugliatori mi avvertono che sono ormai giunta all'Alpe di Neggia.

Controllo la cartina e, attraversata la strada, risalgo per il verde pendio alla ricerca del sentiero che sale dritto per dritto sulla dorsale erbosa. A Q1550 m circa quello che prima era un tappeto verde, ora è improvvisamente nero. Arrivata al colle svolto a sinistra e, sempre immersa nella nebbia, ripercorro il sentiero che si fa strada tra vegetazione bruciata a sinistra e vegetazione sopravvissuta a destra. Mi soffermo al Monte Gambarogno per ricontrollare la traccia: sulla cartina svizzera non c'è traccia evidente che scende dalle dorsale, ma c'è su OpenStreetMaps. 
Dal Gambarogno fino ai Sassi Gialli, la traccia è esile ma evidente. Ai Sassi Gialli l'odore di bruciato sembra più forte, forse più recente? Qui perdo la traccia e mi ritrovo a camminare su massi instabili...non è la strada giusta. Torno indietro di pochi metri e mi accorgo, nel disordine di alberi e terreno bruciati e cupole di foglie secche, che una traccia scende, rincorrendo dei bolli rossi sparsi qua e là. Arrivo ad un pendio di massi rocciosi. Senza attraversarlo costeggio il suo ultimo tratto e scorgo qualche ometto. Rientrata nel bosco, il sentiero si fa strada verso SO, fino a sbucare nel pianoro dove giace il Rifugio Sant'Anna.

Quando riprendo la salita per il Monte Paglione, inizio a sentire l'affaticamento. E' ancora lunga, ma il bosco in cui mi trovo è particolarmente bello...non saranno mica delle allucinazioni? Dapprima più spoglio, poi più verde, il bosco termina ed un pendio completamente erboso, giallo, da il benvenuto al Monte Paglione, mai nome più adatto è stato dato ad una cima!
In leggera pendenza proseguo e, in mezzo a tutta questa nebbia e paglia gialla, perdo lo svincolo per la cima successiva. Arrivo alla Selletta, il Monte Covreto è a 10 minuti di cammino. Sebbene la voglia sia pochissima, mi decido a raggiungerlo e ridiscenderlo per la stessa via. Dalla Selletta, ormai stanchissima, non ci penso nemmeno a salire quella ridicola cima chiamatasi Monte Corbaro. Lo ignoro e proseguo oltre, per Monterecchio.

Senza pensarci osservo al cartina generale ma non la traccia pre-creata del percorso che avrei dovuto compiere per coprire tutte le cime Veddaschesi. Mi sembra logico scendere a Lozzo: percorro parte della jeppabile fino ad incontrare la palina segnaletica che indica tale località. Una discesa ripida, immersa nella vegetazione e abitata da famiglie di cinghiali con i loro piccoli, segnata da coppie di bolli arancione. Poco prima di arrivare al paese, si incontrano delle case e da qui il sentiero diventa una bellissima carrozzabile in pietra.
A Lozzo, svolto a sinistra e scendo per la strada asfaltata fino a quando, poco prima di una curva, una strada sterrata scende a destra. Dalla sterrata diparte poi il sentiero che riporta al parcheggio di Ponte di Piero, passando prima per il grazioso paesello in pietra, Piero.

Superato il ponte che supera il Fiume Giona, arrivo all'auto esausta e amareggiata. I km percorsi sono 32,4 e non 36...ma dove avrò sbagliato???

Dati tecnici:
Ponte di Piero - Cà del Sasso: 3,3 km 462 D+ 35'
Cà del Sasso - Forcola d'Arasio: 4 km 500 D+ 45'
Forcola d'Arasio - Monte Lema: 4 km 129 D+ 10'
Monte Lema - Monte Gradiccioli: 3,6 km 570 D+ 1h16'
Monte Gradiccioli - Monte Tamaro: 2,5 km 355 D+ 33'
Monte Tamaro - Alpe di Neggia: 2 km 25 D+ 33'
Alpe di Neggia - Monte Gambarogno: 2,5 km 360 D+ 28'
Monte Gambarogno - Rifugio Sant'Anna: 2 km 20 D+ 25'
Rifugio Sant'Anna - Monte Paglione: 1 km 225 D+ 15'
Monte Paglione - Monte Covreto: 1,4 km 140 D+ 15'
Monte Covreto - Lozzo: 4 km 10 D+ 30'
Lozzo - Ponte di Piero: 2 km 0 D+ 15'

Tempo in movimento 5h41'
Tempo totale (con pause) 7h14'




Tornata a casa e confrontata con Simone, ci accorgiamo di aver saltato il tratto che dal Monte Corbaro arriva a La Forcora passando dall'ultima cima, Monte Sirti. Che rabbia!!! Il tutto per non aver controllato la traccia gpx precreata...Il lato positivo: arrivare in tempo per cena da Federico!

Ad ogni modo, anello prettamente corribile nella zona sinistra della valle, composta principalmente da pratoni, meno la zona destra, considerando ancora la presenza di neve e ghiaccio.

Tourengänger: martynred


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Kommentare (2)


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Poncione hat gesagt:
Gesendet am 25. April 2022 um 22:27
Brava Marty, hai fatto in senso opposto un giro (quasi) identico fatto sei anni fa' da me e Ale froloccone. ;)
Ciao!

martynred hat gesagt: RE:
Gesendet am 26. April 2022 um 08:44
ciao Emiliano, si avevo visto!
L'intento era fare lo stesso di Simone e Filo, ma ho sbagliato discesa :) preferendo quella più diretta...
vabbè, non so se ritenterò, sicuramente, se fosse, con il sole!


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