Cascata "La Diagonale" @Albigna
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Vero, le temperature si sono alzate parecchio ma la nostra voglia di salire su ghiaccio non si è spenta.
Già d'accordo con Heather e Alberto, ci sentiamo al telefono la sera prima per decidere il dove: Cortoz, Albigna, Val Fontana? Optiamo per quest'ultima, fino a quando ci incontriamo di buon ora a Lomazzo e Alberto rigira i piani: "Andiamo in Albigna! Le condizioni sono migliori".
Avevo già provato l'avvicinamento a una di queste cascate anni fa, con Ivan e Francesca, ma fallendo al nascere. La neve era troppa e si sfondava tra un masso e l'altro nella secca del torrente, rendendo l'avvicinamento interminabile. Optammo per girare i tacchi.
Quest'anno ben diverso l'avvicinamento.
Parcheggiamo l'auto nel posteggio gratuito a fianco la funivia (ora chiusa). Con gli zaini colmi di ferraglia e corde, a passo lento risaliamo la strada asfaltata fino all'imbocco della prima strada forestale (divieto di accesso ai non autorizzati) sulla destra.
Raggiunto un tornante si svolta a destra. Impossibile sbagliare vista l'indicazione in vernice rossa "Albigna". Superiamo il largo torrente, ora secco, mediante un ponte in legno e continuiamo sul sentiero in direzione della Capanna Albigna. Saliti poco meno di 200 m, abbandoniamo il sentiero per scendere una 50ina di metri nel bosco fino ad incontrare una traccia che ci porta al centro della vallata (un passaggio su catena in discesa). La paretona di roccia e ghiaccio è davanti a noi, pare essere vicina, ma è solamente un'illusione. Procediamo tra neve e massi a volte enormi, sempre in leggera ascesa. Quando siamo ormai prossimi all'attacco, il pendio rampa deciso, su neve stabile, fino la base delle cascate.
Io e Raffaele ci portiamo più a destra, dove il ghiaccio pare essere più spesso ed appoggiato, mentre Alberto ed Heather si dirigono per la via normale, più a sinistra. Il ghiaccio risulterà altrettanto buono.
lasciamo gli zaini nella nicchia protetta sotto la roccia e parto decisa.
L1: 60 m. Superato il primo tratto poco verticale, mi dirigo in diagonale verso sinistra, superando un tratto innevato. Ancora un breve tratto di ghiaccio prima che la corda finisca e faccia sosta su ghiaccio. Presente qualche piccolissima crepa.
L2: 50 m. Raffaele prosegue per ghiaccio appoggiato puntando sempre più a sinistra, in prossimità del costone roccioso, senza però raggiungerlo. Da qui riusciamo a vedere Alberto salire per la via più diretta.
L3: 30 m. Risalgo il muro di ghiaccio (60/70°) coperto da un leggero strato di crosta. Comincio a sentire i polpacci infuocarsi, sicuramente dovuto al giro del giorno prima. Raggiunta una piccola cengia inclinata decido di concludere la mia salita sebbene ci sia ancora corda a sufficienza (il dolore ai polpacci è troppo per continuare). Più a sinistra è presente una sosta su roccia.
L4: 30 m. Procede Raffaele, proprio sopra la sosta. Il ghiaccio si fa poco più verticale ma divertente. Sosta su ghiaccio.
L5: 60 m. Quasi col dubbio di riuscire a farlo dalla ghisata, mando avanti Raffaele. Bravissimo supera il muro sempre più verticale (breve tratti a 90°) portandosi leggermente a sinistra della sosta, evitando così di prendere in testa i numero pezzi di ghiaccio che si staccano con facilità. Sosta su ghiaccio e alberelli. Alla nostra destra, più spostati, procedono anche Alberto e Heather, per via poco più dura.
Questo ultimo tiro, oltre essere lungo, è il più ripido e continuo di tutta la cascata.
Il ghiaccio è ancora buono e molto duro, rendendo ogni piccozzata un bel dispendio di energie.
Dalla sosta di L5 scendiamo con una prima calata in doppia da 60 metri su abalakov fino la sosta su roccia (cordone blu + moschettone). Da qui seconda calata da 60 metri. Sono presenti 2 soste su roccia, una poco affidabile visto essere un masso apparentemente appoggiato, l'altra l'ho vista troppo tardi, pertanto sosta su ghiaccio centrale. Qui perdo il mio moschettone ovale rosso :(. Terza calata su abalakov da 40 metri circa fino a giungere all'ultima sosta su roccia, a sinistra (cordone + moschettone). Quarta e ultima calata in doppia da circa 30/40 metri fino la base (punto di partenza di Alberto e Heather).
Recuperiamo le nostre cose, spostate più a sinistra e attendiamo la discesa dei nostri compagni.
Dopo circa un ora mettono anche loro piede su neve e ci apprestiamo a scendere dal vallone, stavolta incontrando degli ometti che ci riportano comodamente alla traccia nel bosco e poi al sentiero di andata.
Tempistiche:
Avvicinamento: 2h15'
Arrampicata: 4h
Discesa in corda doppia: 1h
Discesa a piedi: 1h10'
Io e Raffaele siamo partiti titubanti, tanto che in auto avevamo portato anche scarpette da roccia!
Ma aveva ragione Alberto!
Ne è uscita un'ottima giornata in compagnia, divertente e non troppo fredda (2°C).
Grazie amici :*
Già d'accordo con Heather e Alberto, ci sentiamo al telefono la sera prima per decidere il dove: Cortoz, Albigna, Val Fontana? Optiamo per quest'ultima, fino a quando ci incontriamo di buon ora a Lomazzo e Alberto rigira i piani: "Andiamo in Albigna! Le condizioni sono migliori".
Avevo già provato l'avvicinamento a una di queste cascate anni fa, con Ivan e Francesca, ma fallendo al nascere. La neve era troppa e si sfondava tra un masso e l'altro nella secca del torrente, rendendo l'avvicinamento interminabile. Optammo per girare i tacchi.
Quest'anno ben diverso l'avvicinamento.
Parcheggiamo l'auto nel posteggio gratuito a fianco la funivia (ora chiusa). Con gli zaini colmi di ferraglia e corde, a passo lento risaliamo la strada asfaltata fino all'imbocco della prima strada forestale (divieto di accesso ai non autorizzati) sulla destra.
Raggiunto un tornante si svolta a destra. Impossibile sbagliare vista l'indicazione in vernice rossa "Albigna". Superiamo il largo torrente, ora secco, mediante un ponte in legno e continuiamo sul sentiero in direzione della Capanna Albigna. Saliti poco meno di 200 m, abbandoniamo il sentiero per scendere una 50ina di metri nel bosco fino ad incontrare una traccia che ci porta al centro della vallata (un passaggio su catena in discesa). La paretona di roccia e ghiaccio è davanti a noi, pare essere vicina, ma è solamente un'illusione. Procediamo tra neve e massi a volte enormi, sempre in leggera ascesa. Quando siamo ormai prossimi all'attacco, il pendio rampa deciso, su neve stabile, fino la base delle cascate.
Io e Raffaele ci portiamo più a destra, dove il ghiaccio pare essere più spesso ed appoggiato, mentre Alberto ed Heather si dirigono per la via normale, più a sinistra. Il ghiaccio risulterà altrettanto buono.
lasciamo gli zaini nella nicchia protetta sotto la roccia e parto decisa.
L1: 60 m. Superato il primo tratto poco verticale, mi dirigo in diagonale verso sinistra, superando un tratto innevato. Ancora un breve tratto di ghiaccio prima che la corda finisca e faccia sosta su ghiaccio. Presente qualche piccolissima crepa.
L2: 50 m. Raffaele prosegue per ghiaccio appoggiato puntando sempre più a sinistra, in prossimità del costone roccioso, senza però raggiungerlo. Da qui riusciamo a vedere Alberto salire per la via più diretta.
L3: 30 m. Risalgo il muro di ghiaccio (60/70°) coperto da un leggero strato di crosta. Comincio a sentire i polpacci infuocarsi, sicuramente dovuto al giro del giorno prima. Raggiunta una piccola cengia inclinata decido di concludere la mia salita sebbene ci sia ancora corda a sufficienza (il dolore ai polpacci è troppo per continuare). Più a sinistra è presente una sosta su roccia.
L4: 30 m. Procede Raffaele, proprio sopra la sosta. Il ghiaccio si fa poco più verticale ma divertente. Sosta su ghiaccio.
L5: 60 m. Quasi col dubbio di riuscire a farlo dalla ghisata, mando avanti Raffaele. Bravissimo supera il muro sempre più verticale (breve tratti a 90°) portandosi leggermente a sinistra della sosta, evitando così di prendere in testa i numero pezzi di ghiaccio che si staccano con facilità. Sosta su ghiaccio e alberelli. Alla nostra destra, più spostati, procedono anche Alberto e Heather, per via poco più dura.
Questo ultimo tiro, oltre essere lungo, è il più ripido e continuo di tutta la cascata.
Il ghiaccio è ancora buono e molto duro, rendendo ogni piccozzata un bel dispendio di energie.
Dalla sosta di L5 scendiamo con una prima calata in doppia da 60 metri su abalakov fino la sosta su roccia (cordone blu + moschettone). Da qui seconda calata da 60 metri. Sono presenti 2 soste su roccia, una poco affidabile visto essere un masso apparentemente appoggiato, l'altra l'ho vista troppo tardi, pertanto sosta su ghiaccio centrale. Qui perdo il mio moschettone ovale rosso :(. Terza calata su abalakov da 40 metri circa fino a giungere all'ultima sosta su roccia, a sinistra (cordone + moschettone). Quarta e ultima calata in doppia da circa 30/40 metri fino la base (punto di partenza di Alberto e Heather).
Recuperiamo le nostre cose, spostate più a sinistra e attendiamo la discesa dei nostri compagni.
Dopo circa un ora mettono anche loro piede su neve e ci apprestiamo a scendere dal vallone, stavolta incontrando degli ometti che ci riportano comodamente alla traccia nel bosco e poi al sentiero di andata.
Tempistiche:
Avvicinamento: 2h15'
Arrampicata: 4h
Discesa in corda doppia: 1h
Discesa a piedi: 1h10'
Io e Raffaele siamo partiti titubanti, tanto che in auto avevamo portato anche scarpette da roccia!
Ma aveva ragione Alberto!
Ne è uscita un'ottima giornata in compagnia, divertente e non troppo fredda (2°C).
Grazie amici :*
Tourengänger:
martynred

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