Sasso Gordona (m.1410) da Muggio
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A volte i piccoli inconvenienti portano inaspettatamente a itinerari insoliti, anche se di base non preventivati... capita così che l'impossibilità di trovare un posto auto a Cabbio (il parcheggio della chiesa è inagibile per lavori), ove si sarebbe dovuto svolgere un giro ad anello, costringe a "inventarlo" da Muggio (m.651).
Reperiti quasi subito i segnavia che indicano il Rifugio Prabello per due itinerari diversi, ma con scarto tempistico reciproco di mezz'ora, optiamo ovviamente per quello più breve. Curioso che agli stessi segnavia due ragazzi lì incontrati scelgano invece la più lunga... dopo si e no 5 minuti di cammino per le viuzze di Muggio li incrociamo di nuovo e capiamo subito che la segnaletica abbia qualche problemino di coerenza... cerca di qui e di lì ma altri segnavia non s'incontrano, tanto che i due decidono di tornare a Cabbio in auto e salire da lì. E' forse la prima volta che in Ticino trovi la segnaletica, di solito efficiente, alquanto vaga e confusionaria...
Ad intuito, ma a torto, punto a sinistra... nessuna segnaletica ma in compenso si apre nella faggeta un'ampia mulattiera, poi sentiero a mezzacosta, che in salita lieve entra in una valletta che va man mano stringendosi scendendo all'impluvio di un torrente in secca, risalendo poi la sfonda opposta ove si notano nel rado castagneto terrazzi con muri a secco. Il sentiero, che pare poco frequentato, è comunque ben visibile e raggiunge una spalla, ove sembra cessare proprio dove si apre un'evidente e larga dorsale. Quasi subito però il sentiero riprende corpo e la salita risulta così piacevole, anche per il sapore di "scoperta" che suscita, giungendo a un'isolata radura con ampia baita denominata "Il Ronco" (m.961). Scartata l'ipotesi di affrontare il resto della dorsale causa rovi e ginestre impenetrabili, aggiriamo ancora in faggeta su un altro sentierone che in breve porta all'ampia corte dell'Alpe Pianella (m.1000). Oltre essa corre una stradina asfaltata e troviamo le marcature del sentiero "lungo", accuratamente evitato sin dall'inizio: la seguiamo per un pò, ma notando l'ampio giro che svolge tagliamo ripidi per prati toccando una panoramica colma (in lontananza si vede il Legnone), localmente detta appunta Colman, da cui con breve discesa raggiungiamo l'Alpe Bonello (m.1100) ed omonimo Passo/Valico di confine (m.1108).
Chiusa la parentesi "inedita" ma divertente non resta che seguire il sentiero di confine entro una maestosa faggeta, più in alto pineta, che sale e poi costeggia a nord il Poncione di Cabbio, scendendo infine per prati al visibile Rifugio Prabello (m.1201), nei pressi del quale ci fermiamo per il pranzo frugale con davanti la meta di giornata, ovvero lo spavaldo Sasso Gordona; ripresa la salita, sempre più ripida e con qualche tratto attrezzato (utili in caso di neve o ghiaccio nei punti più a nord) ne raggiungiamo la panoramica e suggestiva vetta (m.1410), con poco sotto una croce metallica rivolta sul lato intelvese e lariano.
Ridiscesi sullo stesso lato - rinunciando a una fetta di torta al Rifugio Prabello per tristi motivi che squalificano qualunque gestore e capannaro in preda alle macabre mascherate alla moda - ed aggirato su sentiero il Poncione di Cabbio sul lato opposto a prima, per comoda carrareccia rientriamo all'Alpe Bonello (m.1100), ove si segue l'ampia forestale in faggeta della Val Luasca diretta a Cabbio. Dopo varie svolte con pendenza morbida si trova un segnavia anonimo indicare a destra verso un sentierino invaso inizialmente da fogliame (ma non a livello della mulattiera mattutina) che rimane sul versante orografico destro della valle, mentre la carrareccia proseguiva per Cabbio passando su quello sinistro. Dopo un tratto nel bosco la vista si apre sulla sottostante Cabbio, ed in breve su bel sentiero pulito tocchiamo le prime abitazioni di Muggio, realizzando che questo sarebbe dovuto essere il nostro percorso di salita.
Tutto quadra... Avanti così.
NB. Percorso mediamente T2/T1, il T3 vale parzialmente per la via "di ricerca" da Muggio a Il Ronco e la salita/discesa al Sasso Gordona dal Rifugio Prabello.
CChiara
Anche questo rientrerà fra i giri più carini fatti: mi è piaciuto un sacco il primo pezzo dell'escursione dove a farla da regina era l'incognita, con occhi sgranati in cerca di un bollo, di un ometto... un omettino?... un cartello... nulla, non c'era nulla, sembrava un posto mai conosciuto da altri ma comunque ben curato ad eccezione di certi avvallamenti celati da cumuli di foglie secche che però riuscivo ad affrontare al meglio perchè il mio "apripista" mi agevolava in questo... alzando lo sguardo e vedendolo affondare a metà sapevo che dovevo tastare bene il terreno coi bastoncini. Devo ammettere che in quei momenti mi sentivo un po' come una bambina: troppo divertente passare in quei cumuli fruscianti!... Sarà che da me la fanno da padroni gli aghifogli e i sempreverdi... ma anche il resto dell'escursione davvero entusiasmante.
Devo dire che son stati senz'altro più appassionanti gli incontri coi nostri amici animali - mucche che si son lasciate accarezzare e una coppia di cagnolini, verosimilmente mamma e cucciolo, che ci han coinvolti nei loro esuberanti giochi di rincorse e simulazioni di lotta - piuttosto che quelli coi nostri simili (Rifugio Prabello) eccetto una coppia di escursionisti svizzero-tedeschi che hanno amato dilungarsi in chiacchiere con noi: entusiasti della montagna e delle nuove scoperte!
Reperiti quasi subito i segnavia che indicano il Rifugio Prabello per due itinerari diversi, ma con scarto tempistico reciproco di mezz'ora, optiamo ovviamente per quello più breve. Curioso che agli stessi segnavia due ragazzi lì incontrati scelgano invece la più lunga... dopo si e no 5 minuti di cammino per le viuzze di Muggio li incrociamo di nuovo e capiamo subito che la segnaletica abbia qualche problemino di coerenza... cerca di qui e di lì ma altri segnavia non s'incontrano, tanto che i due decidono di tornare a Cabbio in auto e salire da lì. E' forse la prima volta che in Ticino trovi la segnaletica, di solito efficiente, alquanto vaga e confusionaria...
Ad intuito, ma a torto, punto a sinistra... nessuna segnaletica ma in compenso si apre nella faggeta un'ampia mulattiera, poi sentiero a mezzacosta, che in salita lieve entra in una valletta che va man mano stringendosi scendendo all'impluvio di un torrente in secca, risalendo poi la sfonda opposta ove si notano nel rado castagneto terrazzi con muri a secco. Il sentiero, che pare poco frequentato, è comunque ben visibile e raggiunge una spalla, ove sembra cessare proprio dove si apre un'evidente e larga dorsale. Quasi subito però il sentiero riprende corpo e la salita risulta così piacevole, anche per il sapore di "scoperta" che suscita, giungendo a un'isolata radura con ampia baita denominata "Il Ronco" (m.961). Scartata l'ipotesi di affrontare il resto della dorsale causa rovi e ginestre impenetrabili, aggiriamo ancora in faggeta su un altro sentierone che in breve porta all'ampia corte dell'Alpe Pianella (m.1000). Oltre essa corre una stradina asfaltata e troviamo le marcature del sentiero "lungo", accuratamente evitato sin dall'inizio: la seguiamo per un pò, ma notando l'ampio giro che svolge tagliamo ripidi per prati toccando una panoramica colma (in lontananza si vede il Legnone), localmente detta appunta Colman, da cui con breve discesa raggiungiamo l'Alpe Bonello (m.1100) ed omonimo Passo/Valico di confine (m.1108).
Chiusa la parentesi "inedita" ma divertente non resta che seguire il sentiero di confine entro una maestosa faggeta, più in alto pineta, che sale e poi costeggia a nord il Poncione di Cabbio, scendendo infine per prati al visibile Rifugio Prabello (m.1201), nei pressi del quale ci fermiamo per il pranzo frugale con davanti la meta di giornata, ovvero lo spavaldo Sasso Gordona; ripresa la salita, sempre più ripida e con qualche tratto attrezzato (utili in caso di neve o ghiaccio nei punti più a nord) ne raggiungiamo la panoramica e suggestiva vetta (m.1410), con poco sotto una croce metallica rivolta sul lato intelvese e lariano.
Ridiscesi sullo stesso lato - rinunciando a una fetta di torta al Rifugio Prabello per tristi motivi che squalificano qualunque gestore e capannaro in preda alle macabre mascherate alla moda - ed aggirato su sentiero il Poncione di Cabbio sul lato opposto a prima, per comoda carrareccia rientriamo all'Alpe Bonello (m.1100), ove si segue l'ampia forestale in faggeta della Val Luasca diretta a Cabbio. Dopo varie svolte con pendenza morbida si trova un segnavia anonimo indicare a destra verso un sentierino invaso inizialmente da fogliame (ma non a livello della mulattiera mattutina) che rimane sul versante orografico destro della valle, mentre la carrareccia proseguiva per Cabbio passando su quello sinistro. Dopo un tratto nel bosco la vista si apre sulla sottostante Cabbio, ed in breve su bel sentiero pulito tocchiamo le prime abitazioni di Muggio, realizzando che questo sarebbe dovuto essere il nostro percorso di salita.
Tutto quadra... Avanti così.
NB. Percorso mediamente T2/T1, il T3 vale parzialmente per la via "di ricerca" da Muggio a Il Ronco e la salita/discesa al Sasso Gordona dal Rifugio Prabello.

Anche questo rientrerà fra i giri più carini fatti: mi è piaciuto un sacco il primo pezzo dell'escursione dove a farla da regina era l'incognita, con occhi sgranati in cerca di un bollo, di un ometto... un omettino?... un cartello... nulla, non c'era nulla, sembrava un posto mai conosciuto da altri ma comunque ben curato ad eccezione di certi avvallamenti celati da cumuli di foglie secche che però riuscivo ad affrontare al meglio perchè il mio "apripista" mi agevolava in questo... alzando lo sguardo e vedendolo affondare a metà sapevo che dovevo tastare bene il terreno coi bastoncini. Devo ammettere che in quei momenti mi sentivo un po' come una bambina: troppo divertente passare in quei cumuli fruscianti!... Sarà che da me la fanno da padroni gli aghifogli e i sempreverdi... ma anche il resto dell'escursione davvero entusiasmante.
Devo dire che son stati senz'altro più appassionanti gli incontri coi nostri amici animali - mucche che si son lasciate accarezzare e una coppia di cagnolini, verosimilmente mamma e cucciolo, che ci han coinvolti nei loro esuberanti giochi di rincorse e simulazioni di lotta - piuttosto che quelli coi nostri simili (Rifugio Prabello) eccetto una coppia di escursionisti svizzero-tedeschi che hanno amato dilungarsi in chiacchiere con noi: entusiasti della montagna e delle nuove scoperte!
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