Quale Ombra è solo un'Ombra?


Publiziert von Gabrio , 26. Januar 2022 um 08:56.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:18 Januar 2022
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 

Mi ero ripromesso di evitare il triangolo lariano, tutte le cime le avevo cestinate, sparite
dal mio "credo" . Era solo a causa delle mie paure?
Non era passato neanche un mese che già avevo fatto a pezzi la mia promessa,
un regalo al vento? Polvere che dal mio corpo aveva preso il volo.
In silenzio, da solo come sempre, camminavo nel bosco "invernale" sopra Lasnigo.
Gli abituali, ciarlieri abitanti degli alberi, erano in vacanza svernando al mare.
La primavera era lontana a venire, toccava a me, dunque, "ravvivare"  l'ambiente
con il rumore dei miei passi. Ero sul fianco nord-ovest del Monte Megna la cui croce,
fuori dal bosco, ambiva a proteggere l'umanità sotto di essa.
Perchè dubitavo fosse così anche oggi?

L'alba era sorta da poco, non era il giorno giusto per far tardi.
Camminavo senza pensieri, censurati da una crescente rabbia interiore, che da
giorni mi teneva compagnia.
Temevo questa giornata, temevo brutti incontri!!
Era una certezza o autoconvinzione? Ero qui per questo, volevo capire se le "creature"
che avevo risvegliato nell'Orrido di Caino, mi avrebbero tenuto compagnia per il resto
dei miei giorni!
La paura  di non poter più vivere la montagna come volevo mi atterriva.
Tutta una vita passata a camminare libero doveva svanire, così,
senza un motivo plausibile?
Quelle "presenze" aleggiavano informi sulla mia testa, fluttuando e basta, o erano pronte a materializzarsi
appena lo avessero voluto?
Ma soprattutto, che volevano da me? Cosa e che parte del mio corpo o della mia anima
le attirava così tanto da ripresentarsi ancora?
Ero lì proprio per quello:
"Perchè o per cosa?!!"  Chiedevano le mie gambe mentre si muovevano senza sosta.

Certo! Il mio pessimismo mi diceva male, ma niente e nessuno mi avrebbe fermato.
Oppresso
da funerei pensieri come pure da una feroce determinazione
muovevo un passo dopo l'altro, in attesa di capire cosa realmente mi sarebbe successo.

Era una situazione ben più grande di me, ciò nonostante non volevo subire e basta!
Avevo davvero rotto l'equilibrio di due mondi equamente distanti?
Bene! Ero proprio qui per capire cosa fare o di che "morte" morire!!
Non sono nato per vivere da vile, volevo tenere la testa alta fino alla fine, se era
questo ciò che mi attendeva su per la montagna, ebbene, allora così sia!!

Superate le quattro case dell'isolato paesino di Megna, avevo alzato lo sguardo.
Vedevo gli alberi, poco sotto la cresta, già illuminati dal sole.
Era lì che avevo appuntamento con un passato recente?
Temevo il sole quanto la mia ombra, quell'Ombra...!!!?
Cosa avrei trovato più sopra? La docile proiezione del mio corpo o cos'altro?
Era questo l'inquietante interrogativo che mi ponevo da giorni.
Per un attimo, la tentazione di tornare indietro si era impadronita dei miei arti.
Poi non ne avevo fatto più nulla, ero certo che prima o poi sarei tornato comunque,
tanto valeva affrontare adesso le mie paure.
Quanti minuti mi rimanevano prima che questo accadesse?
Pochi di sicuro, mi ero avviato.
Sul sentiero che comincia appena fuori dal paese un barlume di speranza si era
fatto sentire, ma io sono duro d'orecchi, non ci avevo badato molto...
"Non deve per forza accadere"  Avevo infatti pensato senza crederci molto.
 Ero fermamente convinto del contrario, ciò nonostante non mi ero fermato.
Il sentiero saliva dolcemente, non ansimare, mi aiutava a controllare le emozioni.
All'improvviso, senza neppure accorgermene, avevo sentito caldo sulle braccia.
"Ci siamo!"  Avevo sussurrato.
Di colpo mi ero voltato. La mia ombra, quella di sempre, era lì al suo posto, rassicurante
come al solito. Avevo sorriso mentre mi voltavo verso la direzione da prendere.
Mi sarei anche messo a ridere per lo scampato pericolo, se non avessi sentito un rumore
giungere da destra.
Pur tornando vigile, non avevo smesso di camminare; lo scalpiccio dei miei passi sul
fogliame non copriva il suono che sentivo.
Più mi avvicinavo, più l'ansia cresceva.
"Ma chi me l'ha fatto fare?" Mi veniva da dire.
Nonostante la tensione, mi muovevo deciso, era giunto il momento di capire, finalmente!
Un rantolo sommesso sembrava arrivasse da dietro un tronco, proprio in fianco al sentiero.
Esso nascondeva alla mia vista qualcosa o qualcuno.
Avevo rallentato il passo, mi sentivo come un attore protagonista della scena finale
di un film di Peckinpah.
Il tempo sembrava non passare più, come la distanza che mi separava dall'albero.
Non c'era più spazio a dubbi, sentivo la "presenza" di qualcuno, ma la certezza non mi
aveva fermato. Come un pazzo che va incontro, incosciente, al suo tragico destino,
io facevo lo stesso col mio.
Arrivato ad un passo dall'albero avevo scorto qualcosa, una gamba...
Senza rallentare mi ero avvicinato ancora.
La gamba era diventato un corpo, ed il corpo era quello della vecchia albina.
Con lo stesso attillato abbigliamento sportivo che indossava sul Bollettone, ella era lì,
ferma a guardarsi le mani, il rantolo che sentivo era il suono del suo respiro pesante!
Controllando la paura l'avevo fissata attento in segno di sfida.
Le sue gambe magre, la pelle rugosa
del suo volto ricoperto dalla disgustosa
peluria bianca, mi facevano rabbrividire.
Assolutamente amorfa non aveva distolto lo sguardo, sembrava che per lei neanche esistessi!!
Ero stato al suo gioco per un po', poi mi ero voltato avviandomi lungo il sentiero.
Cercavo qualcos'altro, non volevo fermarmi lì.
Senza più girarmi ero andato oltre, sentivo lo sguardo della vecchia sulla mia schiena.
Certezze o illusioni? Non lo saprò mai, il coraggio per controllare non l'avevo trovato.
Camminavo lentamente, temendo che da un momento all'altro qualcosa di orribile mi
sarebbe successo, invece niente.
Erano stati momenti duri che difficilmente potrò dimenticare, poi ero arrivato alla
cresta boschiva.
C'era un cartello segnavia, l'avevo letto distrattamente. Dovevo andare a sinistra , ma
quando mi ero voltato nella giusta direzione, avevo fatto un salto dallo spavento!
Ferma e immobile in mezzo al sentiero, Ombra mi stava fissando!
La paura era durata poco, d'istinto mi ero voltato:
la vecchia dov'era?
Mi aspettavo di vederla alle mie spalle, imprigionato da loro due ancora una volta,
ma non l'avevo vista. Girato il capo avevo osservato a lungo la sagoma nera.
Non sembrava minacciosa, se avessi visto i suoi occhi e la sua bocca, li avrei
immaginati sorridenti. Cosa mi faceva pensare che fosse così?
Mi ero avvicinato ancora, speravo forse di vedere due fessure e il suo sorriso,
ma c'era solo nero davanti a me.
Le ero così vicino che quasi la toccavo. Fermi e immobili eravamo rimasti lì a lungo.
Poi all'improvviso il nero aveva riempito il mio orizzonte.
Mi ero ritrovato nel buio più completo, ma non avevo paura.
Dopo qualche minuto (ma non erano ore o giorni?), un puntino luminoso era
comparso di fronte a me. L'avevo fissato a lungo senza sapere cosa aspettarmi.
Poi il punto era divenuto un cerchio diventando sempre più grande fino ad esplodere
in una luce abbagliante.
Frastornato da tanta intensità avevo chiuso gli occhi.
Di lì a poco il calore del sole me li aveva fatti riaprire.
Dove mi trovavo? Un minuto e l'avevo capito. Ero ancora sulla cresta oltre il Piz Bianch.
A poca distanza c'era il Piz di Ross e più in là l'attraente sagoma del Piz di Pian.
"Perchè ancora qui?" Mi ero chiesto.
Volevo andare in fondo alla cosa, le due paroline magiche che tempo addietro mi
avevano fatto ripiombare nell'auto, le avevo tenute per me.
"Perchè ancora qui?" Avevo ripetuto ad alta voce.
Un lieve rumore alle mie spalle mi aveva fatto voltare. Mentre lo facevo, Ombra mi
aveva superato. Sovrapposta tra me e il Piz di Ross, si era fermata in posa.
L'avevo osservata bene con occhi diversi e un diverso stato d'animo.
Non mi incuteva più timore, ma solo curiosità. Non era la mia copia perfetta, solo una
pessima imitazione. Si era mossa di poco mostrandomi i suoi fianchi rotondi e femminei
di chi ha una "carrozzeria di lusso". Avevo sorriso al pensiero.
"Era sempre stata così?" Mi ero chiesto. Oppure solo oggi aveva preso il posto della mia
annullandola?
Che ne potevo sapere...
Mentre mi ponevo inutili domande, lei si era avvicinata fino a sfiorarmi.
Sentivo il suo profumo, da quando ne aveva uno? che novità era questa...
Mi si era strusciata contro girandomi intorno. Avevo sentito la pressione dei suoi seni freddi.
Ma dov'ero finito, sul set di un film osè?
Il pensiero di un attimo poi lei si era allontanata di qualche passo. Si era voltata
a guardarmi, ero rimasto dov'ero.
Con un cenno della mano mi aveva invitato a seguirla, non ce l'avevo fatta a resistere.
Come caricato a molle, ero partito deciso. Senza indugi avevamo raggiunto la sommità
del Piz di Ross. Si era voltata ancora ad osservarmi mentre la raggiungevo.
Aveva allungato il braccio porgendomi la sua mano.
Si stava complimentando con me per essere lì, in ossequio ad una tradizione alpinistica
vecchia di anni?
Come faceva a saperlo? Perchè stupirsi ancora....
Non mi ero mosso temendo nascondesse qualche losco motivo.
La sua reazione non si era fatta attendere, un mezzo passo, poi la sua mano aveva preso
la mia. La sua gelida stretta non mi aveva stupito, che rimanesse ferma e a lungo cosi, si!
Molto!!
Senza preavviso, con una forza inaspettata, mi aveva attirato a sè.
Tutte le parti del mio corpo, a contatto, si erano raffreddate. Anzichè impaurirmi, d'un
tratto mi ero sentito felice, più felice che mai!!
In bilico tra il credere che fosse una presenza amica oppure la seduzione di una strega,
l'avevo osservata con occhi dubbiosi.
Che volete che sia?
Inebriato dal luogo e dall'aria frizzante, mi ero completamente lasciato andare.
La felicità ha molti piani orizzontali, qual'era il mio in quel momento?
Mentre me lo chiedevo lei si era allontanata da me, dirigendosi verso il Piz di Pian.
In breve eravamo sotto l'edificio sommitale.
Sfasciumi e roccette ci invitavano a risalirli.
"Venite su!" avrebbero gridato se solo avessero potuto.
Senza fatica alcuna avevamo raggiunto la vetta.
Non l'avevo mai salita, ero più felice che mai.
Volevo fare qualche foto, solo allora mi ero accorto che non avevo più lo zaino,
ma che fine aveva fatto?
"Ancora domande!" Avevo detto ad alta voce.
Si era voltata, quanto mi faceva piacere che si trovasse lì. Era solo grazie a lei
se ero arrivato in vetta. Mosso dall'impulso di ringraziarla, mi ero avvicinato.
Volevo abbracciarla, un caldo gelido abbraccio per dirle grazie.
Ma mentre lo facevo, si era allontanata. E più mi avvicinavo più lei indietreggiava.
Deluso dal suo comportamento, mi ero fermato.
Avevo abbassato entrambe le braccia sui fianchi guardando affranto i miei piedi.

Per un tempo che mi era parso breve, non avevo messo a fuoco quello che stavo fissando.
Poi, stropicciati gli occhi, avevo visto il fondo del terreno: era diverso.
Fogliame secco ovunque, non ero più nello stesso posto.
Alzata la testa mi ero guardato in giro:
ero tornato "all'ovile"!
La croce del Monte Megna era poco distante da me...
Mi ero girato di trecentosessanta gradi, di Ombra...neanche l'ombra!!
E la megera? Sparita anche lei.
Senza più pensieri avevo raggiunto la Croce, mi ero seduto mangiando qualcosa.
Che lo volessi o no, si era intrufolata nella mia vita stravolgendola.
Mi aveva impaurito, l'avevo temuta e odiata e adesso quasi l'adoravo.
Grazie a lei avevo raggiunto una vetta che pensavo non avrei mai salito.
Tanti perchè mi ronzavano in testa come impazziti radicali liberi.
Domande incompiute che lasciavano un'enorme lacuna sul mio futuro.
Che ne sarebbe stato di me? Non mi sentivo più minacciato, ma odio ciò che
non capisco...
Dovevo ancora attendere per saperne di più, ma quel momento sarebbe mai arrivato?

Non era più tempo di porsi domande, era ormai scaduto,
qualcuno a casa mi stava aspettando.
Mi ero voltato per ridiscendere a valle in compagnia della mia "vera" ombra.
"L'altra" già mi mancava.....











Tourengänger: Gabrio


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