Monte Megna - Doss del Grepignan da Lasnigo (CO)
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Dopo un paio di stagioni di assenza torno a percorrere i sentieri di Onno.
Quote basse adatte alla stagione fredda, panorami ed ambiente che ricordano il sentiero 50° OSA del Moregallo con, a mio giudizio, anche qualche difficoltà in più.
Pianifico un itinerario che inanella la croce di Megna, le tre alpi di Valbrona ed uno dei sentieri di Onno, tendenzialmente il 6, che è il mio preferito, con aperta la possibilità di ripercorre il 7, di cui ho un po' di remore ad affrontare in solitaria il viscido canale d'uscita.
Parcheggio al primo spiazzo disponibile della strada che da Lasnigo sale a Crezzo. Il sentiero che sale al Monte Megna parte in corrispondenza di un monumento agli Alpini.
Lungo il sentiero, che si sviluppa nel bosco, le tappe della via Crucis ed un caratteristico errante. Arrivato alla croce del giubileo 2000 una sosta per ammirare il panorama a 360°.
Grigne dominanti, la conca di Crezzo, il San Primo ed il Palanzone con ai piedi Rezzago, Caglio e Sormano.
Riprendo il cammino lungo la dorsale verso nord. Poco prima dei prati di Pagnano la traccia si biforca. Proseguo sul versante est fino ad incontrare in segnavia in metallo che indica Alpe di Piano lungo il sentiero diretto. Veloce discesa fino all'alpe dove inizia la mulattiera che scende verso Maisano. La seguo fino all'alpe di Monte e l'abbandono per dirigermi di nuovo verso nord lungo un sentiero che in breve raggiunge Prezzapino.
Altra biforcazione per Valbrona in discesa e Crezzo in salita. Io proseguo sempre verso nord con obiettivo Onno / San Giorgio.
Mi raccordo con il sentiero 3, ovvero la mulattiera che da Onno sale a Crezzo. Prima di scendere al paese una pausa con spuntino al belvedere di San Giorgio.
Da Onno, dopo un tour del piccolo borgo, riprendo la salita seguendo via val Ferrera fino ad incontrare di nuovo i primi segnavia dei sentieri 5 e 7.
L'inizio del sentiero rispetto alle varie volte che l'ho percorso si presenta ripulito dalla vegetazione. Man mano che procedo mi accorgo che anche i vecchi segnavia sono stati ridipinti ed integrati.
Decido comunque di seguire il sentiero numero 5.
La salita è sempre molto interessante ma richiede meno attenzione: rispetto al passato i due o tre punti dove si correva il rischio di sbagliare ora sono ben segnalati. Sono comparsi anche scalini di legno e altri manufatti che agevolano la progressione.
Superato con soddisfazione il tratto più panoramico il sentiero si inoltra nel bosco, verso l'Alpetto di Civenna. Ricordo che prima o poi si incontra la deviazione, non molto visibile, verso Crezzo – sacrario ATR42, segnavia 6.
Evidentemente ricordo male perché in breve arrivo alla località “la furnaseta” dove una palina ben visibile indica le varie direzioni, Alpetto / Ghisallo e Onno ma anche Vassena. Manca solo l'indicazione per Crezzo e quindi del sentiero 6.
Desumo quindi che è stato sistemato solo il sentiero 5 e ripristinato il 14 verso Vassena (il segnavia rosso è nuovo). La conferma arriva subito. Risalgo a memoria una debole traccia verso nord, coperta da fogliame e detriti. Su un masso vedo dipinto, molto sbiadito, il segnavia 6. Probabilmente l'apetto rassicurante del sentiero 5 ripulito mi fa apparire il 6 più dismesso del solito.
Comunque per percorrere il 6 non ci sono problemi di orientamento visto che il tracciato sfrutta cenge che lambiscono la parete e sono esposte sul dirupo.
Meglio non distrarsi.
Superato il panoramico “dos del Grepignan” mi accingo ad affrontare il punto a mio parere più delicato dell'escursione: l'attraversamento del “Valon”.
Il Sole ormai è scollinato alle spalle del Castel di Leves e ciò fa apparire l'ambiente ancor più severo. A chiedere rispetto basterebbero le pareti verticali e scure da dove scende il canale.
Il sentiero lambisce la parete lungo un tratto attrezzato e si incunea nel vallone. Il fondo è instabile e le catene sono vecchie e lasche, meglio non fidarsi. Superato con attenzione il tratto esposto si attraversa il canale in corrispondenza di un masso dove è inchiodato un segnavia con il toponimo “Valon”.
Fino a qualche anno fa il passaggio era molto delicato essendo su pietre viscide che sovrastano un salto. Ora una frana sassosa ha parzialmente ostruito il fondo facendo si che l'acqua, filtrando, non provoca più ristagni. Così oggi si passa in sicurezza.
Superato il greto si affronta l'ultima fatica per risalire il vallone ed uscire dal canale.
Il tratto che segue è molto ripido e instabile, attrezzato con catene che più che altro sarebbero utili per sollevarsi. La frana praticamente ha sepolto anche loro tanto che mi sembrano inutilizzabili.
Ci sono due possibilità, risalire a bordo cengia, lungo una traccia più esposta ma meno faticosa, o puntare la parete lungo la via dettata dalle catene, terreno più dissestato ma non esposto.
Essendo un po' stanco evito la cengia e spero nell'aiuto delle catene, che però, una volta viste da vicino, non provo nemmeno a liberare da pietre e vegetazione.
Raggiunto il “crot del Bigien”, il sentiero prosegue molto meno pendente, sempre tra parete e dirupo, con ampie vite si lago e Grigne. Un'ultima difficoltà in corrispondenza di uno stretto canale dove il tronco di una piccola pianta schiantata ostruisce il passaggio. Non potendo aggirarlo bisogna contorcersi per passare sotto.
Ultimo tratto quasi pianeggiante nel bosco da dove si vede l'uscita del sentiero 7, ancora dissestata.
Pochi passi si arriva al sacrario, si attraversa il castagneto e si imbocca una traccia, segnali blu, che conduce direttamente a Crezzo evitando la strada asfaltata.

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