Sasso del Ferro (m.1062)
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Ok, inutile contare sul bel tempo, altra giornata prevalentemente grigia ma non ci scoraggiamo, così andiamo a Laveno e posteggiamo in via Repubblica. Ci incamminiamo verso la frazione Brena e cominciamo a salire per la via Vararo tenendo il torrente Riale sulla nostra destra: la salita è pressocchè sempre bella tosta. La stradina asfaltata termina a Monteggia dove si oltrepassa una sbarra per proseguire su sterrato.
Non mancano scorci sul lago in lontananza e sulle pareti rocciose del Sasso del Ferro.
Arrivati a Casere passiamo oltre la rete arancione dei lavori in corso e, dopo aver sgranocchiato delle mandorle ristoratrici, gli ambienti naturali non deludono mai le attese degli occhi.
Saliamo per boschi puntando dritti alla cima: in alcuni punti il cammino ci è sbarrato da piante rovesciate, aggirabili comunque senza troppe difficoltà. Purtroppo gli scorci panoramici sono poco nitidi... Inaspettatamente però la cima ci regala sprazzi di sereno e raggi di sole nonostante un’aria gelida che ci sferza senza tregua.
E’ sui pochi massi scomodi che ci rifocilliamo in ammirazione di un panorama che va e viene fra le nuvole spostate dal vento, ed il sole gioca a disegnare bei riflessi sul lago.
Il freddo ora si è impossessato di me e nonostante stiamo camminando verso il Poggio sant’Elsa non mi si scrolla di dosso e mi fa perdere un briciolo di entusiasmo, che però torna con tutto il suo vigore al nuovo panorama che si gode dal terrazzo di arrivo della bidonvia. Di fronte a noi Emi mi fa notare il Mottarone, luogo del tragico evento del 23 maggio scorso. Sicuramente in una giornata limpida la vista sul lago e dintorni sarebbe stata migliore e di maggior impatto, ma i colori dei riflessi del sole ormai calante tra le nubi e sul lago sono un vero regalo impagabile. Scendiamo per una scalinata dietro il ristorante prendendo il sentiero principale, e ben presto ci ricongiungiamo al punto in cui lo avevamo lasciato in salita per procedere dritti alla cima. Ridiscendiamo per lo stesso sentiero dell’andata. Se per molti puo essere un giro di poco conto per me anche il poco è tanto e sempre una grande soddisfazione, e non posso che ringraziare Emi che ogni volta mi fa scoprire angoli nuovi e sempre bellissimi.
Poncione
Bella gita "classica" del Verbano, e sempre un bell'allenamento sulla breve distanza, poichè la tratta iniziale è comunque un discreto muro capace di spezzar gambe e fiato, se lo si sottovaluta. Peccato per la vista e per lo stato del sentiero: in alto poco sotto la cima un cimitero di piante cadute, ma in basso - ove sono in corso lavori di manutenzione ENEL e rifacimento della mulattiera tra Casere e Monteggia - è ancora peggio. Pazienza.
Non mancano scorci sul lago in lontananza e sulle pareti rocciose del Sasso del Ferro.
Arrivati a Casere passiamo oltre la rete arancione dei lavori in corso e, dopo aver sgranocchiato delle mandorle ristoratrici, gli ambienti naturali non deludono mai le attese degli occhi.
Saliamo per boschi puntando dritti alla cima: in alcuni punti il cammino ci è sbarrato da piante rovesciate, aggirabili comunque senza troppe difficoltà. Purtroppo gli scorci panoramici sono poco nitidi... Inaspettatamente però la cima ci regala sprazzi di sereno e raggi di sole nonostante un’aria gelida che ci sferza senza tregua.
E’ sui pochi massi scomodi che ci rifocilliamo in ammirazione di un panorama che va e viene fra le nuvole spostate dal vento, ed il sole gioca a disegnare bei riflessi sul lago.
Il freddo ora si è impossessato di me e nonostante stiamo camminando verso il Poggio sant’Elsa non mi si scrolla di dosso e mi fa perdere un briciolo di entusiasmo, che però torna con tutto il suo vigore al nuovo panorama che si gode dal terrazzo di arrivo della bidonvia. Di fronte a noi Emi mi fa notare il Mottarone, luogo del tragico evento del 23 maggio scorso. Sicuramente in una giornata limpida la vista sul lago e dintorni sarebbe stata migliore e di maggior impatto, ma i colori dei riflessi del sole ormai calante tra le nubi e sul lago sono un vero regalo impagabile. Scendiamo per una scalinata dietro il ristorante prendendo il sentiero principale, e ben presto ci ricongiungiamo al punto in cui lo avevamo lasciato in salita per procedere dritti alla cima. Ridiscendiamo per lo stesso sentiero dell’andata. Se per molti puo essere un giro di poco conto per me anche il poco è tanto e sempre una grande soddisfazione, e non posso che ringraziare Emi che ogni volta mi fa scoprire angoli nuovi e sempre bellissimi.

Bella gita "classica" del Verbano, e sempre un bell'allenamento sulla breve distanza, poichè la tratta iniziale è comunque un discreto muro capace di spezzar gambe e fiato, se lo si sottovaluta. Peccato per la vista e per lo stato del sentiero: in alto poco sotto la cima un cimitero di piante cadute, ma in basso - ove sono in corso lavori di manutenzione ENEL e rifacimento della mulattiera tra Casere e Monteggia - è ancora peggio. Pazienza.
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Kommentare (2)