Rifugio Santa Rita


Publiziert von cai56 , 2. September 2021 um 16:56. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:29 August 2021
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Klettersteig Schwierigkeit: K1 (L)
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 6:00
Aufstieg: 1580 m
Abstieg: 1583 m
Strecke:Parzialmente circolare 16,63 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt: Da Milano a Morbegno lungo le statali 36 e 38; alla rotonda all'ingresso della città svoltare a destra in direzione Valgerola. Risalire la vallata fino a Gerola Alta. Parcheggi nei pressi della funivia privata ENEL.

Percorso anulare stupendo attraverso le testate di tre valli adiacenti - Valgerola, Val Biandino e Valvarrone - che sono accomunate da un ambiente roccioso molto severo ed insolitamente colorato dalla roccia verrucano, che si manifesta in un peculiare paesaggio nei toni del rosso scuro e del verde. Lungo il tragitto si incontrano tracce di antiche miniere - in galleria o a cielo aperto - dello scadente minerale ferroso quassù disponibile, ruderi di edifici di servizio e soprattutto vastissime discariche di materiale di scarto e scorie di fusione. Insolito anche l'approccio attraverso la Valle della Pietra (più frequentata in inverno per un ragionevolmente più sicuro avvicinamento sciistico), che viene evitata dall'escursionista medio diretto al classico Pizzo dei Tre Signori a causa di un inutile incremento di distanza e dislivello. Da segnalare attualmente l'impraticabilità del coronamento della Diga di Trona a causa di cospicui ed urgenti (in funzione anche di domenica) lavori di consolidamento strutturale: in loco è, bene o male, segnalata la deviazione che passa alla base del muro. 



Dal piccolo parcheggio ricavato presso le costruzioni di servizio agli impianti idroelettrici ENEL di Trona e Inferno si inizia la salita della Valle della Pietra lungo una bella mulattiera che inizialmente scorre fra alcune baite residenziali. Entrando nel bosco, si intercetta una sterrata da seguire verso destra (è possibile anche - vedi traccia GPS - seguire un sentierino che sale a margine della forra del torrente, per poi rientrare sull'ultimo tratto di pista) fino ai pochi rustici in corrispondenza del ponte sul torrente; attraversatolo, si prosegue la salita  lungo l'opposta riva dirigendosi verso il fondovalle fino a trovare un bivio che sale ripidamente sulla destra: è il Sentiero del Bedolino (recente la dedica ad un antico personaggio storico locale), che dopo aver risalito il bosco di conifere, si allarga nei pascoli di Trona Soliva fino a confluire nella pista proveniente da Laveggiolo. Si segue per un tratto la sterrata verso sinistra, ma, oltrepassato il Rifugio Casera di Trona, quando la pista inizia a scendere verso Trona Vaga, si imbocca sulla destra il sentiero per la Bocchetta di Trona; si sale con ampio giro da destra verso sinistra e, dopo aver avvicinato una trincea della Linea Cadorna, si arriva ad un bivio: a destra, lungo una valletta sotto la condotta elettrica, verso la bocchetta, a sinistra il nostro sentiero per il Lago d'Inferno. La traccia prosegue in costa fino a suddividersi ulteriormente: in basso un sentiero largo e comodo che porta al lago affiancando alcuni residui di attività mineraria, a destra segni di passaggio attraverso roccette alternatamente lisce e gradinate che raggiungono per via diretta la Bocchetta di Varrone. Senza toccare il vicino Rifugio FALC, si prosegue la salita lungo la larga traccia sassosa alla base del Varrone delle Vacche (il pendio erboso anticima del coreografico, ma cariato, Pizzo Varrone), fino all'ampia apertura della Bocchetta di Piazzocco. Qui esistono parecchie indicazioni: le paline verticali sono disorientate, molto meglio dare ascolto alle "mappe" verniciate sui sassi; occorre imboccare l'unico sentiero che volge a destra iniziando un traverso che provvisoriamente si avvia in lieve salita. Da qui inizia il segmento di percorso più tecnico e spettacolare dell'intera gita: la traccia, sempre ben evidente e segnalata, percorre a grandi linee una dorsale che scendendo tende sempre più ad assottigliarsi; mantenendo la linea di cresta o, più frequentemente, appoggiando all'uno o all'altro versante su terreno prevalentemente roccioso o pietroso, talora assistita da tratti di catena d'epoca per lo più stesi a terra, si raggiunge una più addomesticata selletta dove rimangono i ruderi di basamenti di tralicci smantellati. Si prosegue in traverso su terreno ripido ma ricoperto da folte erbe e vigorosi cespugli di ontano, si oltrepassano l'imbocco segnalato di un'antica miniera di ferro (ad un paio di metri dall'ingresso il cedimento di un puntello e la conseguente frana di blocchi impediscono un'eventuale visita) ed il bivio per la via di ritorno; in poche centinaia di metri si raggiungono quindi i prati della Bocchetta della Cazza con il Rifugio Santa Rita. La posizione dell'edificio è particolarmente favorevole per l'osservazione contemporanea delle due valli adiacenti, a sinistra la Val Biandino ed a destra la Valvarrone, ambedue in questa stagione popolate da numerose mandrie di bovini e greggi di capre che sfruttano le ampie praterie di fondovalle. Sullo sfondo i limiti del panorama sono compresi fra il Resegone ed i monti dell'Alto Lario, passando per le Grigne, il Monte Generoso ed il Pizzo di Gino. Tornati al bivio indicato, si scende fra i cespugli fino ad una conca sassosa, da cui riprende la salita di un percorso che anticamente di certo aveva notevole importanza: dove possibile la traccia si facilita con passaggi in cengia e segmenti grossolanamente selciati ad evitare irregolarità o tratti paludosi. In vista della Bocchetta di Trona dal lato Varrone, una deviazione segnalata sulla destra lungo una valletta rocciosa con torrente consente di salire in pochi minuti al Rifugio FALC, che da questa prospettiva sembra ancor più dominato all'incombente Pizzo Varrone. Passando nuovamente dalla Bocchetta di Varrone, si mantiene la traccia più bassa che scende, fra scarsi pascoli e roccette, all'attraversamento della Diga d'Inferno; sull'altra estremità si sale ai primi edifici di servizio per trovare le indicazioni per il Lago di Trona: il sentiero è molto ripido e quasi esclusivamente sulle ghiaie instabili in attraversamento e discesa di ampie conoidi di discarica. Raggiunto un dosso a picco sulla Diga di Trona, attualmente chiusa per lavori,  le concise indicazioni spingono, in assenza di alternative, ad imboccare il sentiero che si dirige verso Trona Vaga attraversando la valle; a metà dell'impluvio una deviazione sulla destra consente di attraversare ai piedi del muraglione della diga in direzione Pescegallo: a noi che dobbiamo invece scendere a Gerola (e che conosciamo già il luogo) non occorre riportarsi all'altezza del coronamento, ma, dopo una prima scalinata di cemento, scendere a sinistra dove si troveranno i segnali della Valle della Pietra. Una ripida serie di serpentine accompagna fino alla vasta spianata di un alpeggio abbandonato dai tempi della costruzione della diga, poi il sentiero segue una stretta valletta umida e scende nel bosco con tratti ben acciottolati proseguendo comodamente fino a confluire nella mulattiera che sale a Trona Vaga; la discesa continua fin quasi al fondovalle dove, dopo un guado, si torna all'inizio del Sentiero del Bedolino. Da qui per la via di salita.

Tourengänger: cai56, chiaraa
Communities: Hikr in italiano


Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden

Galerie


In einem neuen Fenster öffnen · Im gleichen Fenster öffnen


Kommentar hinzufügen»