Pomeridiano al Minisfreddo - Valganna
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C'è stato un tempo in cui si faceva a volte un "pomeridiano" sulle piste da sci, forse per risparmiare o perché eravamo dei tiratardi, non ricordo più bene, ma sabato scorso la scelta dell'orario è stata dettata dal maltempo, e così dopo una mattina in cui non voleva smettere di piovere e una serie interminabile di "vado o non vado?" mi sono diretto verso la vicina Valganna per passare la seconda parte della giornate tra le formazioni rocciose del Monte Minisfreddo, una zona dove in passato ci dev'essere stata tutt'altra attività. Mi riferisco alle numerose vie di arrampicata sugli arditi e imboscati torrioni.
Testimone di un'epoca tramontata, non troppo lontana, rimane la singolare costruzione del bivacco intitolato a Lorenzo Bee e Luigi Broggini.
Molto bello l'impervio percorso del sentierino che dal bivacco permette di raggiungere la cresta tra il Monte Minisfreddo e il Poncione di Ganna, e decisamente adrenalinica la brusca calata (attrezzata) nell'arco di roccia del Minisfreddo, sul versante Val Ceresio della montagna.
Il percorso
Lascio la macchina nel piccolo parcheggio all'inizio del sentiero per il Passo del Vescovo e prendo subito il ripido sentiero della "via diretta" (così indicata sul cartello in loco) per il bivacco Bee-Broggini. Dopo una rapida visita alla struttura - non senza qualche timore nel salire sugli sgangherati manufatti - riprendo il sentierino (bolli verdi e blu) che aggira in senso orario le formazioni rocciose alla sinistra (N) del bivacco e si inerpica in un ambiente selvaggio e spettacolare puntando ad una quinta frastagliata di favolosi torrioni calcarei.
Il percorso, non difficile ma nemmeno banale, prosegue poi in prossimità del colmo di una dorsale secondaria e arriva sulla boscosa cresta principale intorno ai 920 m di quota, in un punto più vicino al Minisfreddo che al Poncione di Ganna.
Confidando in un miglioramento del tempo, mi dirigo verso il Poncione di Ganna, visto che presenta un panorama di gran lunga più aperto rispetto a quello del Minisfreddo, ma resterò deluso. Nevischia e il cielo non ne vuole sapere si aprirsi.
Ritorno quindi sui miei passi e mi porto alla base del salto finale del Monte Minisfreddo. Qui seguo l'indicazione per l'arco di roccia. Il sentiero è contrassegnato da bolli gialli e percorre in discesa la dorsale nord della montagna. In prossimità di un salto il percorso scende sul fianco Est e poi si affaccia sul notevole arco naturale. Un breve percorso attrezzato con catene permette di scendere sotto l'arco uscendo sul versante Ovest. Si risale sempre seguendo i bolli gialli oppure, come in quest'occasione, si può imboccare un ripido canalino incassato tra le rocce che si ricollega al percorso di discesa.
Giunto nuovamente al bivio, salgo (breve tratto attrezzato) sulla cima del Minisfreddo. Per ritornare al punto di partenza scendo verso sud ad una sella imboscata su terreno facile e quindi sago il modesto risalto del Sasso del Corno, cima satellite dove non ero mai stato. Scendo lungo la dorsale Sud, percorsa da un sentierino semiabbandonato (qualche bollo rosso sbiadito) ma ancora riconoscibile che a conti fatti costituisce il collegamento più rapido e diretto tra il fondovalle e la cima del Minisfreddo. In basso però, soprattutto se si poggia sul fianco verso il Passo del Vescovo (Est) bisogna fare i conti con il "solito" caos di piante cadute, conseguenza della tempesta del 2 ottobre scorso.
Testimone di un'epoca tramontata, non troppo lontana, rimane la singolare costruzione del bivacco intitolato a Lorenzo Bee e Luigi Broggini.
Molto bello l'impervio percorso del sentierino che dal bivacco permette di raggiungere la cresta tra il Monte Minisfreddo e il Poncione di Ganna, e decisamente adrenalinica la brusca calata (attrezzata) nell'arco di roccia del Minisfreddo, sul versante Val Ceresio della montagna.
Il percorso
Lascio la macchina nel piccolo parcheggio all'inizio del sentiero per il Passo del Vescovo e prendo subito il ripido sentiero della "via diretta" (così indicata sul cartello in loco) per il bivacco Bee-Broggini. Dopo una rapida visita alla struttura - non senza qualche timore nel salire sugli sgangherati manufatti - riprendo il sentierino (bolli verdi e blu) che aggira in senso orario le formazioni rocciose alla sinistra (N) del bivacco e si inerpica in un ambiente selvaggio e spettacolare puntando ad una quinta frastagliata di favolosi torrioni calcarei.
Il percorso, non difficile ma nemmeno banale, prosegue poi in prossimità del colmo di una dorsale secondaria e arriva sulla boscosa cresta principale intorno ai 920 m di quota, in un punto più vicino al Minisfreddo che al Poncione di Ganna.
Confidando in un miglioramento del tempo, mi dirigo verso il Poncione di Ganna, visto che presenta un panorama di gran lunga più aperto rispetto a quello del Minisfreddo, ma resterò deluso. Nevischia e il cielo non ne vuole sapere si aprirsi.
Ritorno quindi sui miei passi e mi porto alla base del salto finale del Monte Minisfreddo. Qui seguo l'indicazione per l'arco di roccia. Il sentiero è contrassegnato da bolli gialli e percorre in discesa la dorsale nord della montagna. In prossimità di un salto il percorso scende sul fianco Est e poi si affaccia sul notevole arco naturale. Un breve percorso attrezzato con catene permette di scendere sotto l'arco uscendo sul versante Ovest. Si risale sempre seguendo i bolli gialli oppure, come in quest'occasione, si può imboccare un ripido canalino incassato tra le rocce che si ricollega al percorso di discesa.
Giunto nuovamente al bivio, salgo (breve tratto attrezzato) sulla cima del Minisfreddo. Per ritornare al punto di partenza scendo verso sud ad una sella imboscata su terreno facile e quindi sago il modesto risalto del Sasso del Corno, cima satellite dove non ero mai stato. Scendo lungo la dorsale Sud, percorsa da un sentierino semiabbandonato (qualche bollo rosso sbiadito) ma ancora riconoscibile che a conti fatti costituisce il collegamento più rapido e diretto tra il fondovalle e la cima del Minisfreddo. In basso però, soprattutto se si poggia sul fianco verso il Passo del Vescovo (Est) bisogna fare i conti con il "solito" caos di piante cadute, conseguenza della tempesta del 2 ottobre scorso.
Tourengänger:
atal

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