Monte Boglia / Colma Regia 1516m - Ciaspole

Assieme al Denti della Vecchia il Boglia è la montagna che si erge di fronte alla casa dove sono cresciuto, a Sonvico. Sarò stato lassù forse un centinaio di volte ma questa è stata la prima in invernale. E con la neve cambia la situazione. 
A questa escursione hanno partecipato debbee, ormai abbastanza allenata (quinta uscita con me), e mio figlio Eidan, fermo dal 2 ottobre quando ha toccato con me il Tetto degli Appennini al Corno Grande. 
Siamo saliti in cima al Boglia partendo dalla Creda, monte situato alle pendici del Denti della Vecchia a 800m. 
Io, sia che mi faccia 2500m di dislivello in un giorno, sia che ne faccia "solo" 800 fatico sempre uguale.
Tralaltro ho scoperto solo quel giorno che la cima ha anche il nome "Colma Regia". 



Alpe Bolla intorno a mezzogiorno. L'innevamento è ragguardevole per questo millenio.

Descrizione

Abbiamo raggiunto da Villa Luganese la località Creda Car, ci sono circa 3 posti auto e troviamo libero. Sono in corso deboli nevicate ed è freddo, con meno otto gradi a 2000m. Non c'è vento. Le previsioni sono mutate in peggio nelle ultime corse, ma sono previste schiarite nel pomeriggio. 
 Sono le 09.41. Indossiamo subito le ciaspole e ci avviamo seguendo il sentiero ufficiale. Direzione Alpe Bolla. Calcoliamo di essere in vetta per mezzogiorno e mezza, ma io sono largo e prevedo di impiegare almeno 3.5 ore.  In effetti la cima l'abbiamo raggiunta alle 13.45 (4 ore). 
Ci addentriamo nel bosco, percorriamo il versante sud del Denti della Vecchia ma presto perdiamo la traccia. Non si vedono i segnalini, nessuno ha tracciato prima di noi nella neve fresca, ci sono molte false vie, rami, ruscelli e cespugli inducono a uscire dal sentiero. 
Controlliamo dal telefono mediante swissmap e notiamo che siamo più bassi di circa 30 metri. Recuperiamo con fatica il sentiero ufficiale. Complessivamente perdiamo mezz'ora. Ora, più concentrati, ci spostiamo sul sentiero fino all'Alpe Bolla. Le uniche difficoltà sono i corsi d'acqua, da attraversare con le ciaspole. 
Presso l'Alpe Bolla ci fermiamo per una pausa. È già mezzogiorno ma il breve sviluppo della gita ci consente di proseguire nonostante le scarse ore di luce. 
Fino a qui non avevamo la via spianata, ma ora ci sono le tracce di 2 scialpinisti della zona e le sfruttiamo. Ci dirigiamo al Pian di Scagn. Per me sono luoghi molto famigliari, ma vederli sommersi dalla neve li rende particolari. 
Ci aspettano circa 350 m di dislivello, con calma iniziamo l'ascesa. Non ci sono difficoltà particolari, si segue la cresta nord, dapprima molto ampia, in cima sottile. La foresta è avanzata rispetto a 20 anni fa (quando salivo spesso al Boglia). La crestina finale è panoramica, ma la nebbia è fittissima, la visibilità ridotta a 10 metri o poco più. Qui ci teniamo sulla sinistra, nel lato della Val Solda, meno scosceso ed esposto. Ad ovest invece la pendenza è importante. E con tutta quella neve fresca è rischioso. 



La crestina N durante la discesa

Siamo in vetta alle 13.45, freddissimo e tutto bianco, nessuna vista. Ci sono alcuni escursionisti saliti da Bre. Ci fermiamo perché siamo affamati e intuiamo che presto ci sarebbe stato un minimo di visibilità. 
E, difatti, nel giro di mezz'ora la nebbia si dirada, il cielo resta coperto, abbiamo la possibilità di osservare il panorama. 
Con un progressivo miglioramento delle condizioni scendiamo. La neve fresca ci consente di mantenere un'andatura spedita frenandoci. 
Il ritorno lo svolgiamo dalla medesima via. Diversamente dal mattino non abbiamo perso il sentiero e l'ultima parte l'abbiamo percorsa senza ciaspole.
La vista quindi si è fatta nitida. Raggiungiamo la macchina alle 16.45 circa. 



In un punto lungo il versante meridionale del Denti della Vecchia