Trincee di Val Alta- Valcuvia
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Passeggiata in Valcuvia alla scoperta delle trincee e gallerie della linea difensiva Frontiera Nord (o Linea Cadorna) costruita durante la I Guerra Mondiale.
Secondo il dpcm in vigore oggi siamo in zona rossa ed è consentita l'attività motoria con limitazioni variamente interpretabili. Osservando norme di buon senso che il rischio di contagio da covid richiede, quali distanziamento o, ove non possibile, mascherina ci ritroviamo in tre lungo il percorso provenendo a piedi ciascuno dalla rispettiva abitazione.
Lo scopo di questa uscita, oltre all'attività motoria, è quella di accompagnare Eleonora su un percorso di interesse storico- paesaggistico. Altro motivo è verificare la percorribilità dei sentieri dopo i danni ai nostri boschi causati da recenti eventi metereologici (tempesta di scirocco di ottobre e nevicata di inizio dicembre).
Il percorso stabilito si svolge, quasi completamente, su sentieri che, pur segnati sulla recente cartina, non recano alcuna indicazione.
Ci incamminiamo sulla pista forestale detta strada del Sassello (sentiero 264) che, dalle vie di Cuveglio, sale e s'inoltra nel bosco. Alla cappelleta di Bignes deviamo a sinistra su una scorciatoia che ci porta sulla strada per Campian. Sulla pista forestale (sentiero 264A) saliamo al quadrivio di Campian dove prendiamo il sentiero 264 coll. che attraversato il torrente Riale procede in direzione di Cassano. Lasciamo il sentiero che scende a prendere la pista che sale da Cassano per risalire ad una radura con pozza di fango per animali selvatici. Proseguiamo ora fuori sentiero in direzione del Sass Cadrega, sapendo che la pista si trova più in basso. In un pianoro ci imbattiamo in grossi massi erratici che, in cima, recano alcune evidenti coppelle. Ne rilevo la posizione per poi scoprire che questi massi sono già censiti dal Gruppo Archeologico Luinese. Ravaniamo scendendo nel bosco per immetterci sulla pista forestale che corrisponde al sentiero 263. La via si porta alla base delle pareti del Sasso Bianco dove ci immettiamo sul sentiero 262. La via si inerpica sul pendio e, dopo alcuni passaggi tra le rocce si porta sopra la parete del Sasso Bianco. Arriviamo all'imbocco delle gallerie dove veniamo raggiunti da Domenico che è salito da Rancio. Indossiamo le pile frontali e scendiamo su una ripidissima scalinata che ci porta alle postazioni affacciate alla valle. Risaliamo seguendo un percorso che alterna gallerie, postazioni per mitragliatrici e fenditure naturali. Sbuchiamo nella cosiddetta Piazza d'Armi, valle racchiusa tra due pareti rocciose. Imbocchiamo la galleria che sale su ripide scalinate e sbuca sotto il forte di Val Alta. Su percorso attrezzato con fune metallica usciamo dalla galleria e seguiamo il sentiero che risale all'entrata del forte. Deviamo su un percorso di recente costruzione che scende ad alcune trincee e, attraversata la strada militare, scende su altre trincee dove, su una piazzuola è stato installato il modello di un cannone. Proseguendo la discesa nelle trincee arriviamo ad uno sgabuzzino dove c'è un tavolino ed alcuni oggetti d'epoca, tra cui un modello di antico telefono. Tutto ciò è ad opera del Comune di Mesenzana nell'ambito di una ricostruzione storica di questa linea difensiva. Risaliamo sullo stesso percorso ed arriviamo all'ingresso del forte. Le cancellate sono chiuse, per cui prendiamo il sentiero panoramico che si porta alle feritoie delle bocche dei cannoni. Risaliamo la strada militare (sentiero 206) che porta al passo di Val Alta dove salutiamo Domenico, che prosegue sulla strada asfaltata per San Martino. Prima di iniziare la discesa facciamo una deviazione per andare a vedere l'osservatorio Buco del diavolo. L'imbocco del pozzo è stato di recente rinchiuso da una recinzione metallica. Tornati a Val Alta prendiamo il sentiero 264 che ci riporta a Campian dove, per non rifare la stessa via dell'andata, prendiamo la pista detta Strada della Fontana di Arì, che ci riporta a Bignes dove ritroviamo la via dell'andata che ci riporta a casa.
Partecipanti: Dario, Andrea, Eleonora, Domenico.
Meteo: bello, limpido.
Note: la traccia gps nei tratti in galleria, ovviamente, non è attendibile. Alcune foto della ricostruzione della trincea le avevo scattate in un altra occasione.
PS: aggiorno questo report aggiungendo alcune foto scattate 15 giorni dopo (9/1/21) su identico giro e ambiente innevato
Secondo il dpcm in vigore oggi siamo in zona rossa ed è consentita l'attività motoria con limitazioni variamente interpretabili. Osservando norme di buon senso che il rischio di contagio da covid richiede, quali distanziamento o, ove non possibile, mascherina ci ritroviamo in tre lungo il percorso provenendo a piedi ciascuno dalla rispettiva abitazione.
Lo scopo di questa uscita, oltre all'attività motoria, è quella di accompagnare Eleonora su un percorso di interesse storico- paesaggistico. Altro motivo è verificare la percorribilità dei sentieri dopo i danni ai nostri boschi causati da recenti eventi metereologici (tempesta di scirocco di ottobre e nevicata di inizio dicembre).
Il percorso stabilito si svolge, quasi completamente, su sentieri che, pur segnati sulla recente cartina, non recano alcuna indicazione.
Ci incamminiamo sulla pista forestale detta strada del Sassello (sentiero 264) che, dalle vie di Cuveglio, sale e s'inoltra nel bosco. Alla cappelleta di Bignes deviamo a sinistra su una scorciatoia che ci porta sulla strada per Campian. Sulla pista forestale (sentiero 264A) saliamo al quadrivio di Campian dove prendiamo il sentiero 264 coll. che attraversato il torrente Riale procede in direzione di Cassano. Lasciamo il sentiero che scende a prendere la pista che sale da Cassano per risalire ad una radura con pozza di fango per animali selvatici. Proseguiamo ora fuori sentiero in direzione del Sass Cadrega, sapendo che la pista si trova più in basso. In un pianoro ci imbattiamo in grossi massi erratici che, in cima, recano alcune evidenti coppelle. Ne rilevo la posizione per poi scoprire che questi massi sono già censiti dal Gruppo Archeologico Luinese. Ravaniamo scendendo nel bosco per immetterci sulla pista forestale che corrisponde al sentiero 263. La via si porta alla base delle pareti del Sasso Bianco dove ci immettiamo sul sentiero 262. La via si inerpica sul pendio e, dopo alcuni passaggi tra le rocce si porta sopra la parete del Sasso Bianco. Arriviamo all'imbocco delle gallerie dove veniamo raggiunti da Domenico che è salito da Rancio. Indossiamo le pile frontali e scendiamo su una ripidissima scalinata che ci porta alle postazioni affacciate alla valle. Risaliamo seguendo un percorso che alterna gallerie, postazioni per mitragliatrici e fenditure naturali. Sbuchiamo nella cosiddetta Piazza d'Armi, valle racchiusa tra due pareti rocciose. Imbocchiamo la galleria che sale su ripide scalinate e sbuca sotto il forte di Val Alta. Su percorso attrezzato con fune metallica usciamo dalla galleria e seguiamo il sentiero che risale all'entrata del forte. Deviamo su un percorso di recente costruzione che scende ad alcune trincee e, attraversata la strada militare, scende su altre trincee dove, su una piazzuola è stato installato il modello di un cannone. Proseguendo la discesa nelle trincee arriviamo ad uno sgabuzzino dove c'è un tavolino ed alcuni oggetti d'epoca, tra cui un modello di antico telefono. Tutto ciò è ad opera del Comune di Mesenzana nell'ambito di una ricostruzione storica di questa linea difensiva. Risaliamo sullo stesso percorso ed arriviamo all'ingresso del forte. Le cancellate sono chiuse, per cui prendiamo il sentiero panoramico che si porta alle feritoie delle bocche dei cannoni. Risaliamo la strada militare (sentiero 206) che porta al passo di Val Alta dove salutiamo Domenico, che prosegue sulla strada asfaltata per San Martino. Prima di iniziare la discesa facciamo una deviazione per andare a vedere l'osservatorio Buco del diavolo. L'imbocco del pozzo è stato di recente rinchiuso da una recinzione metallica. Tornati a Val Alta prendiamo il sentiero 264 che ci riporta a Campian dove, per non rifare la stessa via dell'andata, prendiamo la pista detta Strada della Fontana di Arì, che ci riporta a Bignes dove ritroviamo la via dell'andata che ci riporta a casa.
Partecipanti: Dario, Andrea, Eleonora, Domenico.
Meteo: bello, limpido.
Note: la traccia gps nei tratti in galleria, ovviamente, non è attendibile. Alcune foto della ricostruzione della trincea le avevo scattate in un altra occasione.
PS: aggiorno questo report aggiungendo alcune foto scattate 15 giorni dopo (9/1/21) su identico giro e ambiente innevato
Tourengänger:
morgan

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