Un rinnovato Sentiero Alpinistico dei 3 Amici
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Dopo un anno e mezzo circa dalla prima salita oggi ritorno a calcare il Sentiero dei 3 Amici, un bellissimo sentiero parzialmente alpinistico che si trova nella zona a nord del Monte Pizzocolo. Ci ripasso per almeno due validi motivi, il primo motivo è dettato dalla voglia di faticare, aggiungendo un pizzico di adrenalina, mentre il secondo motivo, è per la curiosità di vedere come è stata risistemata e riattrezzata la via di salita.
Come la volta precedente parto dall'Agriturismo S. Lorenzo, e da lì, seguendo le nuove indicazioni, risalgo la comoda sterrata che mi porta prima verso l'amena località di Presegno, poi, facendo attenzione alla rara bollatura e a qualche ometto, mi innalzo di quota raggiungendo il bel punto panoramico chiamato Belvedere. Da Presegno al Belvedere il sentiero è nuovo, nel senso che rispetto al precedente la traccia segue una via che non supera le proprietà private, ma in compenso il fogliame tende a far sparire il sentierino e bisogna far "ballare l'occhio" affinché non ci si perda nel fitto bosco di agrifogli.
Dopo aver scattato qualche foto, dal Belvedere riprendo il mio cammino che ora è segnalato EE, anche se per una buona mezz'oretta di impegnativo c'è solo la ripida pendenza. Raggiunta la zona più rocciosa ora comincia il divertimento, perchè l'uso delle mani diventa una costante per superare facili passaggi alpinistici che non vanno oltre il I°+ / II°, stando comunque attenti alla bollatura perchè la traccia non è sempre evidentissima.
Arrivato finalmente nei pressi di un bivio dove è presente una palina, ora decido, si può decidere, che via seguire per giungere sul Pizzocolo; restando sulla sinistra rispetto alla cresta con un sentiero segnalato EE+ si raggiunge la Cresta Est e poi il Pizzocolo (Variante 202c), mentre seguendo la cresta e il 202b ora inizia il tratto più impegnativo segnalato EEA Tratto Alpinistico. Io che sono qua per verificare la nuova via di salita... la decisione è scontata.
Si comincia subito ad arrampicare, affrontando sempre con la massima attenzione passaggi di II°, forse II°+, a volte esposti, una danza costante che porta ad attraversare una linea di cresta sempre più esile ed esposta, nulla di impossibile da affrontare, sia chiaro, ma guai a prendere il tutto con baldanza e sicumera, perchè una eventuale caduta, sia a destra che a sinistra rispetto alla via stessa risulterebbe fatale. Passato il breve tratto aereo si supera una prima cengia esposta ma attrezzata, una cengia lunga una ventina di metri con un panorama meraviglioso che abbraccia tutta la "pancia" del lago, qua vale la pena fermarsi un attimo e godere di questa piccola chicca. Uscito dalla prima cengia dopo poco se ne intercetta una seconda, anche questa esposta, attrezzata e discendente, una cengia molto sporca e lunga almeno il doppio rispetto alla prima, ed in più la corda di sicurezza in alcune parti è mancante.
Passate le due cenge si riprende a salire arrampicando, mantenendo gli stessi gradi di difficoltà, qua è stato tutto attrezzato a nuovo con una corde fisse da 0,9-10,5 mm che aiutano non poco nella progressione, che poi risulta essere un misto tra balze erbose e roccette. Prima del passaggio chiave di III°+, si oltrepassa ancora una breve cengetta esposta, erbosa, e con un discreto salto nel vuoto, mentre il passaggio di III°, appunto, lo si può superare (se si vuole) con l'aiuto della corda fissa, perchè si è ormai quasi alla fine della via (termina appena oltre un ripetitore) e le braccia non hanno più la stessa elasticità e freschezza. Ancora qualche passo su ripide balze erbose e poi puff, si sbuca sul facile sentiero ufficiale che proviene dalla Cresta Est e Sud/Est e con cento metri lineari si raggiunge la croce di vetta. 3h30 comprese tempo per foto, pause e imbracatura.
Come al solito la cima del Pizzocolo è ben frequentata a livello numerico, la visuale verso il lago attira sempre un buon numero di escursionisti che giungono dai vari sentieri; purtroppo la cosa che si tende a notare è che negli ultimi tempi i frequentatori delle terre alte non hanno più nel loro Dna quelle regole non scritte che ne fanno il tratto distintivo, non ci si saluta quasi più, si ha meno voglia di conoscere e solidarizzare fatiche. Si tratta di soggetti prettamente giovani a cui non sono state tramandate le nozioni base (anche se poi uno/a le potrebbe cercare e scoprire), ma anche qualche neofita in là con gli anni non brilla di luce propria. A questo punto mi è difficile capire se si tratti di ineducazione alla montagna o di mero senso del rispetto tra umani che si incontrano che viene a mancare. Mah, lo scoprirò col tempo...
Fatta una breve pausa pranzo in prossimità della chiesetta, ora proseguo il cammino lungo la comoda cresta che dopo poco declina verso il Bivio a Q 1469 mt, da qua, raggiunto ancora il sentiero ufficiale, mi porto prima verso il Dos delle Prade, e poi, come da palina segnaletica, scendo con la comoda sterrata sino al P.so dello Spino dove trovo le ennesime segnalazioni poste sulla palina. Seguendo le indicazioni per Palazzo di Archesane con passo spedito perdo quota, su una solitaria strada sterrata sino a raggiungere l'omonima località dove è presente un piccolo parcheggio, da qua, continuando su strada sterrata, mi riporto al punto di partenza dove la mia graziosa GreenA riposa, anche lei solitaria, nel parcheggio dell'Agriturismo.
Nota 1): A cose fatte i punti di salita che sono stati modificati sono sostanzialmente 2; parte del primo tratto che dal bosco sale al Belvedere (occhio alla bollatura e ometti) e poi l'ultimo tratto di salita che non si svolge più nel canalone erboso piuttosto esposto, ma segue una traiettoria di salita più logica (via rocciosa+balze erbose) dove si incontra però il passaggio di III°+ non difficile da superare. Se non si vuole fare la zona più impegnativa, al bivio già descritto si può seguire la Variante Escursionistica 202b (EE+). In rete trovate i tempi di salita: 5/6 h. Io li trovati decisamente abbondanti. Almeno che non si salga su traccia parzialmente innevata. p.s. Un Grazie alla guida alpina Stefano Michelazzi per il bel lavoro (quasi a gratis) effettuato.
Nota 2): Cazzeggiandum...
Lerciotac: Evoluzione, in futuro avremo un solo piede a causa delle lavatrici che spaiano i calzini.
Lerciocasinò: Conte: stanziato un miliardo di Euro per coprire le mancate vincite alla tombola natalizia.
Lerciosanità: Conte: Ok alle cene di Natale, ma vietato sputare i canditi del panettone.
A' la prochaine! Menek (Ezechiele Bluff)
Come la volta precedente parto dall'Agriturismo S. Lorenzo, e da lì, seguendo le nuove indicazioni, risalgo la comoda sterrata che mi porta prima verso l'amena località di Presegno, poi, facendo attenzione alla rara bollatura e a qualche ometto, mi innalzo di quota raggiungendo il bel punto panoramico chiamato Belvedere. Da Presegno al Belvedere il sentiero è nuovo, nel senso che rispetto al precedente la traccia segue una via che non supera le proprietà private, ma in compenso il fogliame tende a far sparire il sentierino e bisogna far "ballare l'occhio" affinché non ci si perda nel fitto bosco di agrifogli.
Dopo aver scattato qualche foto, dal Belvedere riprendo il mio cammino che ora è segnalato EE, anche se per una buona mezz'oretta di impegnativo c'è solo la ripida pendenza. Raggiunta la zona più rocciosa ora comincia il divertimento, perchè l'uso delle mani diventa una costante per superare facili passaggi alpinistici che non vanno oltre il I°+ / II°, stando comunque attenti alla bollatura perchè la traccia non è sempre evidentissima.
Arrivato finalmente nei pressi di un bivio dove è presente una palina, ora decido, si può decidere, che via seguire per giungere sul Pizzocolo; restando sulla sinistra rispetto alla cresta con un sentiero segnalato EE+ si raggiunge la Cresta Est e poi il Pizzocolo (Variante 202c), mentre seguendo la cresta e il 202b ora inizia il tratto più impegnativo segnalato EEA Tratto Alpinistico. Io che sono qua per verificare la nuova via di salita... la decisione è scontata.
Si comincia subito ad arrampicare, affrontando sempre con la massima attenzione passaggi di II°, forse II°+, a volte esposti, una danza costante che porta ad attraversare una linea di cresta sempre più esile ed esposta, nulla di impossibile da affrontare, sia chiaro, ma guai a prendere il tutto con baldanza e sicumera, perchè una eventuale caduta, sia a destra che a sinistra rispetto alla via stessa risulterebbe fatale. Passato il breve tratto aereo si supera una prima cengia esposta ma attrezzata, una cengia lunga una ventina di metri con un panorama meraviglioso che abbraccia tutta la "pancia" del lago, qua vale la pena fermarsi un attimo e godere di questa piccola chicca. Uscito dalla prima cengia dopo poco se ne intercetta una seconda, anche questa esposta, attrezzata e discendente, una cengia molto sporca e lunga almeno il doppio rispetto alla prima, ed in più la corda di sicurezza in alcune parti è mancante.
Passate le due cenge si riprende a salire arrampicando, mantenendo gli stessi gradi di difficoltà, qua è stato tutto attrezzato a nuovo con una corde fisse da 0,9-10,5 mm che aiutano non poco nella progressione, che poi risulta essere un misto tra balze erbose e roccette. Prima del passaggio chiave di III°+, si oltrepassa ancora una breve cengetta esposta, erbosa, e con un discreto salto nel vuoto, mentre il passaggio di III°, appunto, lo si può superare (se si vuole) con l'aiuto della corda fissa, perchè si è ormai quasi alla fine della via (termina appena oltre un ripetitore) e le braccia non hanno più la stessa elasticità e freschezza. Ancora qualche passo su ripide balze erbose e poi puff, si sbuca sul facile sentiero ufficiale che proviene dalla Cresta Est e Sud/Est e con cento metri lineari si raggiunge la croce di vetta. 3h30 comprese tempo per foto, pause e imbracatura.
Come al solito la cima del Pizzocolo è ben frequentata a livello numerico, la visuale verso il lago attira sempre un buon numero di escursionisti che giungono dai vari sentieri; purtroppo la cosa che si tende a notare è che negli ultimi tempi i frequentatori delle terre alte non hanno più nel loro Dna quelle regole non scritte che ne fanno il tratto distintivo, non ci si saluta quasi più, si ha meno voglia di conoscere e solidarizzare fatiche. Si tratta di soggetti prettamente giovani a cui non sono state tramandate le nozioni base (anche se poi uno/a le potrebbe cercare e scoprire), ma anche qualche neofita in là con gli anni non brilla di luce propria. A questo punto mi è difficile capire se si tratti di ineducazione alla montagna o di mero senso del rispetto tra umani che si incontrano che viene a mancare. Mah, lo scoprirò col tempo...
Fatta una breve pausa pranzo in prossimità della chiesetta, ora proseguo il cammino lungo la comoda cresta che dopo poco declina verso il Bivio a Q 1469 mt, da qua, raggiunto ancora il sentiero ufficiale, mi porto prima verso il Dos delle Prade, e poi, come da palina segnaletica, scendo con la comoda sterrata sino al P.so dello Spino dove trovo le ennesime segnalazioni poste sulla palina. Seguendo le indicazioni per Palazzo di Archesane con passo spedito perdo quota, su una solitaria strada sterrata sino a raggiungere l'omonima località dove è presente un piccolo parcheggio, da qua, continuando su strada sterrata, mi riporto al punto di partenza dove la mia graziosa GreenA riposa, anche lei solitaria, nel parcheggio dell'Agriturismo.
Nota 1): A cose fatte i punti di salita che sono stati modificati sono sostanzialmente 2; parte del primo tratto che dal bosco sale al Belvedere (occhio alla bollatura e ometti) e poi l'ultimo tratto di salita che non si svolge più nel canalone erboso piuttosto esposto, ma segue una traiettoria di salita più logica (via rocciosa+balze erbose) dove si incontra però il passaggio di III°+ non difficile da superare. Se non si vuole fare la zona più impegnativa, al bivio già descritto si può seguire la Variante Escursionistica 202b (EE+). In rete trovate i tempi di salita: 5/6 h. Io li trovati decisamente abbondanti. Almeno che non si salga su traccia parzialmente innevata. p.s. Un Grazie alla guida alpina Stefano Michelazzi per il bel lavoro (quasi a gratis) effettuato.
Nota 2): Cazzeggiandum...
Lerciotac: Evoluzione, in futuro avremo un solo piede a causa delle lavatrici che spaiano i calzini.
Lerciocasinò: Conte: stanziato un miliardo di Euro per coprire le mancate vincite alla tombola natalizia.
Lerciosanità: Conte: Ok alle cene di Natale, ma vietato sputare i canditi del panettone.
A' la prochaine! Menek (Ezechiele Bluff)
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Menek

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