Sul M. Pizzocolo...per la Cresta Sud Est.
Era da un po’ di tempo che mi frullava per la testa di salire al Pizzocolo percorrendo la Cresta Sud, ed ora, complice un inverno particolarmente favorevole e uno straordinario microclima gardesano, anche questo giro è stato tolto dal cassetto dei desiderata e posizionato materialmente nelle tante escursioni già effettuate. Ma vediamo un po’…
La macchina si lascia proprio in prossimità della palina con le indicazioni per la Cresta Sud Est (N°27), ci si rilassa per una buona mezz’oretta seguendo con attenzione la bollatura e quando si giunge in prossimità del bivio per la Cresta Sud, iniziamo la nostra faticosa salita.
I primi 30/40 minuti di cammino sulla cresta si svolgono su un ripido sentiero detritico, di quelli che non vorresti mai affrontare per via del famoso “un passo in avanti e due indietro”, ma dopo aver passato il tribolato inizio, il percorso prende una piega decisamente più “alpinistica”, nel senso che, le roccette saranno il tipo di terreno con cui ti dovrai misurare sin quasi sulla cima.
Ad un certo punto, il percorso si snoda nel bel boschetto che arriva alla sommità della larga cresta, i numerosi rami spogliati dalle foglie offrono un ottimo appiglio per il sempre ripido sentiero, e ci si spinge sino al punto dove una catenella aiuta il passaggio di una breve e non pericolosa cengetta rocciosa, si riguadagna così il filo di cresta, e a questo punto alzando lo sguardo noterete già il breve tratto erboso che porta alla vetta.
Tutta la cresta è stata bollata veramente bene, un bel lavoro che risparmia all’escursionista pericolose deviazioni verso le brevi esposizioni poste a N/E, ma soprattutto, aiutano a dirigere il cammino nei vari passaggi di I° e II° che si intervallano senza soluzione di continuità (anche se va detto per onor del vero che i passaggi di II° si contano sulle dita di una mano).
Dalla cima la visuale è a dir poco spettacolare e si vede il mondo intero, ovviamente, è anche un magnifico balcone naturale sul sottostante Lago di Garda.
Dopo aver pranzato nel vicino Bivacco, il giro prosegue in tutta tranquillità sino al Rifugio Pirlo, dove si arriva aiutati dall’ottima segnaletica (N°5) e passando prima dal Passo di Spino crocevia di sentieri. Dopo aver chiacchierato amabilmente con un escursionista incontrato già sul Pizzocolo, decido di ritornare alla macchina facendo un sentiero mai calpestato prima e che mi incuriosisce non poco, mi riporto quindi al Passo di Spino, e da qua, come da chiara indicazione (N° 8) prendo in direzione della località Pirello.
Anche qua i problemi sono praticamente inesistenti, perché il cammino si svolge su una bella sterrata boschiva sino ad oltrepassare una malga, per poi piegare con decisione a sinistra dopo solo cento metri (attenzione) dalla malga stessa; da qua con pochi passi si giunge alla località Pirello (palina).
Seguendo ancora le chiare indicazioni, ora si prende il sentiero N°6 per Sant’Urbano, ignoriamo subito dopo sulla sinistra una sterrata che può trarci in inganno e puntiamo decisi a destra come da indicazione artigianale, su comodo e solitario sentiero ora scendiamo decisi prima a Sant’Urbano (palina + chiesetta), poi, per facile sterrata si ritorna alla macchina.
Nota1): Bel giro parzialmente ad anello nel cuore del Parco delle Prealpi Gardesane, da non affrontare nella stagione estiva visto la quota relativamente bassa. Tutto il percorso è ottimamente segnalato e le sole difficoltà incontrate sono sulla Cresta Sud (oltre 700 m di strappo) come da descrizione. La tempistica è questa: 2h30 la salita al Pizzocolo- 1h dal Pizzocolo al Rifugio Pirlo- 1h30 dal Rifugio alla macchina. Cai N°27- 5- 8-6.
Nota 2):CHISSENEFREGA!!!
Chi se ne frega: Udinese – Juventus 0:4
Chi se ne frega: il Papa ha chiesto agli Ortodossi di festeggiare assieme la Pasqua.
Chi se ne frega: ultimi giorni a disposizione per fare domanda nella Polizia di Stato.
Nota 3): Caro Eric, questa relazione è un po’ moscia… ci metti rimedio?
CRESTA.
Io salgo sulla roccia e faccio festa,
ma ingrano la mia marcia e sono già in sesta,
attento che se cadi tu vai dritto al Besta.
Cresta,
la strada è sempre ripida e indigesta,
con lo strapiombo sotto la foresta,
ci manca solo l’acqua e la tempesta.
Cresta,
ancora pochi metri di protesta,
e il frutto del cammin diventa gesta,
poi quando arrivo in cima faccio siesta.
Io fingo d’esser uomo ma invece son “travesta”, e in fondo mi domando: chi minchia fà la Cresta?
A la prochaine! Menek und Olmo.
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