Cima Colombè, Cima Barbignaga e poi gran galà sulla Tavola di Pietra.
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La Cima Barbignaga si trova nella media Vallecamonica e praticamente dirimpetta con la ben più nota Concarena, che si eleva sul lato ovest della valle stessa. Anche questa montagna l'ho sempre tenuta in zona "cassa integrazione", cioè l'ho sempre relegata (stupidamente) nel cassetto dei "farò". Dei farò, certo, ma con calma... mooolta calma.
Dopo 15 o 20 anni dalla mia ultima visita ritorno a Paspardo, luogo di partenza per questa escursione che mi porta prima al Rif. Colombè, poi, seguendo la scarna bollatura, sù verso la Cima Barbignaga. Per chiarezza, le indicazioni per la Barbignaga sono presenti sino al bivio con il sentiero 117, poi da lì, qualche volenteroso armato di bomboletta ha bollato in qualche modo la via sino ad intercettare la cresta che porta in cima. La cresta ha pendenze mediamente accettabili e la visuale dalla Barbignaga abbraccia una vasta area di territorio. 2h45.
In questa piccola porzione di mondo oggi la gente va e viene, il fresco venticello che spira da sud-est non invoglia a pranzare vicino alla croce, ma nemmeno viene invoglia a sorseggiare l'acqua chiusa ermeticamente nella borraccia. E allora? E allora la gente fugge a gambe levate una volta raggiunta la cima, appena sotto di essa c'è qualche anfratto che ripara dal vento, ma la maggior parte degli escursionisti preferisce il calduccio del Rif. Colombè.
Ma noi che si fa, invece? Lì per lì evitiamo l'infido e umido canale di discesa che porta ad una traccia sottostante, come il resto delle truppe cammellate decidiamo di ritornare sui nostri passi sino a ritrovarci all'imbocco della conca, conca che termina sul muro roccioso dove è posta la Tavola di Pietra. A questo punto ci scatta la famosa "molla", incuriositi ed attirati da una traccia parzialmente bollata che conduce verso la zona rocciosa posta a lato della Cima Barbignaga. La affrontiamo decisi, con traiettorie di lettura del terreno che ci portano in poco tempo verso un piccolo incavo/nicchia dove una Madonnina è stata posizionata e protetta da chissà chi. Qua incontriamo un simpatico local con cui scambiamo quattro chiacchiere e a cui chiediamo delucidazioni sul prosequio.
Dopo esserci salutati ognuno prende strade diverse, chi sale verso il canale che porta alla Barbignaga, e chi come noi, segue la tortuosa e a volte poco visibile traccia che conduce alla Tavola di Pietra, che altro non è che un grande masso piatto appoggiato su un altro masso. Il tutto con un equilibrio quasi misterioso. Se sino a poco prima il sole illuminava la via, ora delle nuvole malefiche ci avvolgono come la coperta di Linus, ma con tutt'altra funzione... Memori dei consigli del local, per un breve tratto evitiamo la cresta un poco scivolosa causa neve prediligendo l'erboso e un poco simpatico lato sinistro della cresta stessa, ci abbassiamo di pochi metri, e in una maniera o nell'altra, mantenendoci su una certa linearità di cammino ci riportiamo verso la cresta, dove poi, con passaggi alternati tra roccia ed erba (brevi e facili tratti attrezzati) perdiamo quota (traccia bollata) sino ad intercettare il Bivacco Pian di Campo.
Qua ora è tutto più facile, perchè in un attimo siamo di nuovo al bivio intecettato all'andata (Barbignaga/117), e poi con medesimo sentiero fatto in salita ritorniamo prima al Rif. Colombè, poi, con calma oppiacea, eccoci di nuovo al punto di partenza a conclusione di un giro che ci ha regalato belle emozioni.
Nota 1): Cazzeggiandum...
Spinozagol: Se Rossi, Tardelli e Altobelli non avessero segnato, Cabrini non sarebbe vivo. In memory of...
Spinozachef: Pare che sugli scaffali Lidl siano rimaste solo le scarpe lisce.
Spinozavirus: Milano, negazionista prende a calci un'ambulanza. "Vi ho riconosciuto, è inutile che lo scriviate al contrario!"
A' la prochaine! Menek (Ezechiele Bluff)
Dopo 15 o 20 anni dalla mia ultima visita ritorno a Paspardo, luogo di partenza per questa escursione che mi porta prima al Rif. Colombè, poi, seguendo la scarna bollatura, sù verso la Cima Barbignaga. Per chiarezza, le indicazioni per la Barbignaga sono presenti sino al bivio con il sentiero 117, poi da lì, qualche volenteroso armato di bomboletta ha bollato in qualche modo la via sino ad intercettare la cresta che porta in cima. La cresta ha pendenze mediamente accettabili e la visuale dalla Barbignaga abbraccia una vasta area di territorio. 2h45.
In questa piccola porzione di mondo oggi la gente va e viene, il fresco venticello che spira da sud-est non invoglia a pranzare vicino alla croce, ma nemmeno viene invoglia a sorseggiare l'acqua chiusa ermeticamente nella borraccia. E allora? E allora la gente fugge a gambe levate una volta raggiunta la cima, appena sotto di essa c'è qualche anfratto che ripara dal vento, ma la maggior parte degli escursionisti preferisce il calduccio del Rif. Colombè.
Ma noi che si fa, invece? Lì per lì evitiamo l'infido e umido canale di discesa che porta ad una traccia sottostante, come il resto delle truppe cammellate decidiamo di ritornare sui nostri passi sino a ritrovarci all'imbocco della conca, conca che termina sul muro roccioso dove è posta la Tavola di Pietra. A questo punto ci scatta la famosa "molla", incuriositi ed attirati da una traccia parzialmente bollata che conduce verso la zona rocciosa posta a lato della Cima Barbignaga. La affrontiamo decisi, con traiettorie di lettura del terreno che ci portano in poco tempo verso un piccolo incavo/nicchia dove una Madonnina è stata posizionata e protetta da chissà chi. Qua incontriamo un simpatico local con cui scambiamo quattro chiacchiere e a cui chiediamo delucidazioni sul prosequio.
Dopo esserci salutati ognuno prende strade diverse, chi sale verso il canale che porta alla Barbignaga, e chi come noi, segue la tortuosa e a volte poco visibile traccia che conduce alla Tavola di Pietra, che altro non è che un grande masso piatto appoggiato su un altro masso. Il tutto con un equilibrio quasi misterioso. Se sino a poco prima il sole illuminava la via, ora delle nuvole malefiche ci avvolgono come la coperta di Linus, ma con tutt'altra funzione... Memori dei consigli del local, per un breve tratto evitiamo la cresta un poco scivolosa causa neve prediligendo l'erboso e un poco simpatico lato sinistro della cresta stessa, ci abbassiamo di pochi metri, e in una maniera o nell'altra, mantenendoci su una certa linearità di cammino ci riportiamo verso la cresta, dove poi, con passaggi alternati tra roccia ed erba (brevi e facili tratti attrezzati) perdiamo quota (traccia bollata) sino ad intercettare il Bivacco Pian di Campo.
Qua ora è tutto più facile, perchè in un attimo siamo di nuovo al bivio intecettato all'andata (Barbignaga/117), e poi con medesimo sentiero fatto in salita ritorniamo prima al Rif. Colombè, poi, con calma oppiacea, eccoci di nuovo al punto di partenza a conclusione di un giro che ci ha regalato belle emozioni.
Nota 1): Cazzeggiandum...
Spinozagol: Se Rossi, Tardelli e Altobelli non avessero segnato, Cabrini non sarebbe vivo. In memory of...
Spinozachef: Pare che sugli scaffali Lidl siano rimaste solo le scarpe lisce.
Spinozavirus: Milano, negazionista prende a calci un'ambulanza. "Vi ho riconosciuto, è inutile che lo scriviate al contrario!"
A' la prochaine! Menek (Ezechiele Bluff)
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Menek

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