Cima di Vallumbrina (3220m) da Rifugio Berni - giro ad anello dal passo della Sforzellina (3006m)


Publiziert von Marco86 , 26. August 2020 um 16:24. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:25 August 2020
Wandern Schwierigkeit: T5+ - anspruchsvolles Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 8:15
Aufstieg: 1415 m
Abstieg: 1415 m
Strecke:17,35Km - giro ad anello
Zufahrt zum Ausgangspunkt:da Santa Caterina in Valfurva salire verso il passo Gavia. Ampio parcheggjo presso il rifugio Berni

PREMESSE
La salita alla Cima Vallumbrina (3220m) di per se non presenta molte difficoltà tecniche. La parte finale che sale verso il bivacco Battaglione Ortler e la vicina cima, anche se su pietraia, si sviluppa su un sentiero quasi sempre ben segnalato e mai pericoloso. Questo tratto è classificabile al massimo come T3. Considerando i saliscendi iniziali, se si volesse scendere dallo stesso itinerario di salita, l'escursione si svilupperebbe su una lunghezza di circa 12km a/r e 800m di dislivello. 
Nel giro ad anello da me effettuato si passa per il passo della Sforzellina (3006m). La salita, ma soprattutto la discesa oltre questo punto si sviluppano su terreno franoso e infido di difficile percorrenza, presentando anche alcuni punti potenzialmente pericolosi. Sconsigliato pertanto a tutti coloro che non sono abituati all'ambiente di alta montagna. La classificazione T5+ è data proprio da quest'ultima parte.

RELAZIONE 
Lasciata la macchina nel parcheggio appena prima il Rifugio Berni, si imbocca il sentiero che scende di qualche decina di metri e porta al ponte sul torrente Gavia. Al primo bivio si seguono le indicazioni per il Pizzo Tresero in modo da aggirare le pendici del monte sforzellina seguendo un sentiero che si tiene più o meno a quota costante (l'alternativa sarebbe percorrere un sentiero che sale di oltre un centinaio di metri per scavalcare un dosso per poi ridiscendere e ricollegarsi al sentiero scelto).
Poco più avanti, al secondo bivio, si prosegue sul sentiero sulla destra (che tende a salire un poco).
Si prosegue con dei continui saliscendi fino a raggiungere il ponte dell'amicizia. Il sentiero che prosegue oltre il ponte porta verso la vetta del monte Tresero, pertanto si evita di oltrepassare il ponte e si prosegue sul sentiero che costeggia il lato destro del Rio del Dosegù.
Percorso tutto il breve vallone dove scorre il Rio, la cima di Vallumbrina compare finalmente alla nostra vista (alta parete rocciosa a destra della cascata). Il sentiero ora inizia finalmente a salire su terreno detritico. Si risale a zig zag su sentiero sempre ben evidente e ben segnalato. Scollinato il dosso roccioso alla destra della cascata ci si trova di fronte all'ennesimo bivio. Dritti si prosegue verso la Punta di San Matteo (3678m), raggiungibile percorrendo il ghiacciaio del Dosegù. Noi invece svoltiamo a destra seguendo le indicazioni per il Bivacco Battaglione Ortler. Si risale sempre su sentiero agevole fino ad arrivare ad un primo laghetto. Superato un piccolo nevaio si continua a salire, guadagnando metri velocemente. Il sentiero tende ora a curvare verso sinistra e si oltrepassano a distanza altri due bei laghetti alpini. Le pendenze aumentano sempre più e ora si sale su gradoni rocciosi finchè, finalmente, si raggiungono i 3122m del Bivacco Battaglione Ortler.
Facciamo una piccola deviazione sulla vicina cima senza nome appena sopra il bivacco, da dove è possibile ammirare una bellissima vista sull'azzurrissimo Lago di Vallombrina. Qui è presente una vecchia campanella che è possibile suonare.
Ridiscesi al bivacco lo oltrepassiamo e proseguiamo sul sentiero che prosegue verso l'evidente cima di Vallumbrina. Si sale ancora su balze rocciose in mezzo a pietroni e immense matasse di filo spinato vecchio quasi cent'anni, rimasto lì a testimonianza della grande guerra.
In circa 15' dal bivacco, dopo poco meno di 3h di salita, raggiungiamo finalmente la Cima di Vallumbrina (3220m).
Dopo una breve pausa con le foto di rito, ridiscendiamo al bivacco e imbocchiamo lo stesso sentiero da dove siamo saliti. Scesi circa a 3000m di quota lo abbandoniamo, seguendo tracce di sentiero che dovrebbero portare in direzione del passo Dosegù. Qui il tracciato non è ben evidente e si procede un po a vista, cercando a tentoni la via più agevole tra pietroni e nevai residui. Giunti al passo ritroviamo delle tracce di sentiero (alcuni segni rossi e bianchi, ma soprattutto degli omini rocciosi di tanto in tanto). La discesa verso il vallone in cui scorre il torrente Noce Nero non è delle più agevoli. Il sentiero non è sempre ben evidente e si prosegue un po a vista seguendo gli omini rocciosi (più o meno grandi) e i pochi segni rossi e bianchi. Durante la discesa ci sono alcuni tratti con terreno scivoloso e ghiaioso, altri con balze rocciose e un breve tratto più esposto in cui si procede tenendosi ad un cavo. L'ultima parte di discesa è invece più facile e su un terreno che è un misto erba-roccette.
Raggiunti i cartelli segnaletici nei pressi del torrente siamo nel punto più basso toccato in tutta l'escursione (circa 2497m).
Inizia ora una lunga salita che porta al Passo della Sforzellina. Non esiste un vero e proprio sentiero ma, anche qui, si segue la sempre ben evidente segnaletica bianca e rossa. Si sale inizialmente dolcemente, costeggiando il torrente, quindi le pendenze si fanno sempre più impegnative. L'ultimo tratto, sempre discretamente segnalato, è molto ripido e su terreno pietroso e difficile. Con fatica si raggiunge infine il passo della Sforzellina (3006m). Qui comincia la parte più difficile e "pericolosa" dell'escursione. 
Il "sentiero" scende a ridosso della parete rocciosa lungo una cengia sabbiosa e franosa molto inclinata e ripida. Fortunatamente è presente un lungo cavo al quale è obbligatorio aggrapparsi. Dopo un centinaio di metri circa il cavo termina e ci si trova su un'immensa pietraia. Del sentiero non c'è più traccia, nessuna indicazione (ne omini di pietra ne segnali bianco-rossi) risulta evidente al nostro sguardo. Scendiamo quindi a vista verso valle, su pietre mobili e franose. Circa a quota 2800m (circa 200m sotto al passo) la pietraia finalmente finisce. Qui ritroviamo anche una minima segnaletica (dei paletti colorati in cima di rosso e alcuni omini di pietra lontani). Seguendoli e orientandoci col gps riusciamo a reimboccare il sentiero che scende verso il rifugio Berti. Mano a mano che si scende di quota il sentiero è sempre più evidente e agevole. Raggiunto il torrente Gavia, ripassiamo sul ponte attraversato al mattino, risaliamo gli ultimi 10-20metri di dislivello e finalmente siamo alla macchina.

CONCLUSIONI
Escursione sicuramente molto bella e soddisfacente. Sviluppo impegnativo anche se non eccessivo, dislivello complessivo elevato. La maggior difficoltà è rappresentata dal tipo di terreno infido e di difficile percorrenza. Importante mantenere sempre molto alta l'attenzione. Come da premessa, raggiungere la cima non è di per se complicato, ma il giro ad anello è sconsigliato a chi non è pratico di alta montagna. (personalmente se avessi saputo com'era la discesa dal passo della sforzellina, probabilmente, avrei optato per una discesa dalla stessa via di salita per evitare di correre rischi).

Marco

Tourengänger: Marco86, Forn94
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (1)


Kommentar hinzufügen

Poncione hat gesagt:
Gesendet am 1. September 2020 um 13:59
Bella cima, di cui tenere conto. Grazie.


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