Gran Cima (3023m) - di nome e di fatto!
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Escursione con poche descrizioni sul web, ma sull’itinerario abbiamo incontrato varie persone. Sembra comunque che sia più ambita in versione invernale grazie alla favorevole esposizione “fredda” ed eventualmente all’opportunità di salire al Crest con la cabinovia (opzione che noi non abbiamo sfruttato), possibile anche a piste da sci chiuse. Partenza quindi a piedi dal centro di Champoluc, dove ci concediamo un caffè in un bar e notiamo come quasi tutti abbiano mandato in ferie il COVID-19, perciò ce lo beviamo all’aperto per evitare ansie.
Il percorso si snoda per una serie di villaggi pittoreschi e alpeggi e scollina al bel lago Perrin, da cui è evidente il vallone pietroso da percorrere per raggiungere l’omonimo colle. Nel canalone si può scegliere tra tre percorsi: uno tutto a sinistra faccia a monte (il più ravanoso), uno leggermente a sinistra (il più sentieroso), e uno proprio sul fondo che comporta qualche equilibrismo tra i sassi mobili, ma anche l’attraversamento di rinfrescanti nevai che facilitano la progressione. Ometti ben presenti, in ogni caso direzione intuitiva perché il colle è un passaggio obbligato (non farsi ingannare da una possibile uscita verso sinistra a circa un terzo del vallone, perché non è chiaro se da lì si possa poi proseguire agevolmente fino in punta).
Arrivati al colle c. 2890m, in ambiente lunare e con il Corno Vitello a scrutarci, buttiamo un’occhiata al Monte Perrin ma lo lasciamo per un’altra volta, anche se sono meno di 100 m di dislivello. Viriamo quindi a sinistra e saliamo per tracce sulla cresta, in pratica una successione di blocchi: consigliabile tenersi leggermente sotto il filo, dove passa un sentierino, per evitare di dover tornare indietro e aggirare i vari punti dove la continuità della cresta è interrotta da intagli impossibili da superare. Gli ultimissimi metri sono su placche un po’ lisce, ma nessun problema con tempo asciutto, solo bisogna fare un saltino per superare una spaccatura (qui sì che è possibile). Dal colle è possibile anche una variante più diretta, in ogni caso l’ambiente è molto aperto e non si può sbagliare.
In vetta, bella visuale quasi a 360°: si distinguono i gruppi Vitello-Bussola, Tournalin-Toisetta, Gran Paradiso, Rutor, Grand Combin, Emilius, Cervino, Grivola, etc., e le punte del Rosa in parte coperte dalla vicinissima Testa Grigia. Incontriamo un amico dell’alpinista precipitato dal Rothorn pochi giorni fa, e una solitaria femmina di stambecco.
In discesa, tornati al Lago Perrin, ne costeggiamo l’emissario e con facile e panoramicissimo sentiero scendiamo tutto il vallone di Mascognaz fino al centro di Champoluc: variante consigliatissima, in ambiente appartato, forse meno indicata nella stagione bianca perché traversa sotto pendii ripidi.
Piacevole giornata, persino freschetto in vetta, con meteo che ha tenuto bene come da previsioni.
Con Kiara e Alessandro.
Il percorso si snoda per una serie di villaggi pittoreschi e alpeggi e scollina al bel lago Perrin, da cui è evidente il vallone pietroso da percorrere per raggiungere l’omonimo colle. Nel canalone si può scegliere tra tre percorsi: uno tutto a sinistra faccia a monte (il più ravanoso), uno leggermente a sinistra (il più sentieroso), e uno proprio sul fondo che comporta qualche equilibrismo tra i sassi mobili, ma anche l’attraversamento di rinfrescanti nevai che facilitano la progressione. Ometti ben presenti, in ogni caso direzione intuitiva perché il colle è un passaggio obbligato (non farsi ingannare da una possibile uscita verso sinistra a circa un terzo del vallone, perché non è chiaro se da lì si possa poi proseguire agevolmente fino in punta).
Arrivati al colle c. 2890m, in ambiente lunare e con il Corno Vitello a scrutarci, buttiamo un’occhiata al Monte Perrin ma lo lasciamo per un’altra volta, anche se sono meno di 100 m di dislivello. Viriamo quindi a sinistra e saliamo per tracce sulla cresta, in pratica una successione di blocchi: consigliabile tenersi leggermente sotto il filo, dove passa un sentierino, per evitare di dover tornare indietro e aggirare i vari punti dove la continuità della cresta è interrotta da intagli impossibili da superare. Gli ultimissimi metri sono su placche un po’ lisce, ma nessun problema con tempo asciutto, solo bisogna fare un saltino per superare una spaccatura (qui sì che è possibile). Dal colle è possibile anche una variante più diretta, in ogni caso l’ambiente è molto aperto e non si può sbagliare.
In vetta, bella visuale quasi a 360°: si distinguono i gruppi Vitello-Bussola, Tournalin-Toisetta, Gran Paradiso, Rutor, Grand Combin, Emilius, Cervino, Grivola, etc., e le punte del Rosa in parte coperte dalla vicinissima Testa Grigia. Incontriamo un amico dell’alpinista precipitato dal Rothorn pochi giorni fa, e una solitaria femmina di stambecco.
In discesa, tornati al Lago Perrin, ne costeggiamo l’emissario e con facile e panoramicissimo sentiero scendiamo tutto il vallone di Mascognaz fino al centro di Champoluc: variante consigliatissima, in ambiente appartato, forse meno indicata nella stagione bianca perché traversa sotto pendii ripidi.
Piacevole giornata, persino freschetto in vetta, con meteo che ha tenuto bene come da previsioni.
Con Kiara e Alessandro.
Tourengänger:
Serzo

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