Cima d'Aquila 3128
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L'avvicinamento a questo monte è tra i più belli che io abbia mai visto.
4 giorni dopo l'Adula ritorno in zona per una gita questa volta in compagnia di mio fratello
davikokar (davide) e di mio figlio
eidangram (Eidan). Avevo nostalgia di quelle montagne e ho proposto questa escursione.
L'idea era di raggiungere anche il Cassimoi. Ma Eidan, che solo un anno fa ha scalato il Legnone da Premana, o il Basodino, ora si trova in un corpo improvvisamente grande ma con un sistema cardio- circolatorio e muscolare non ancora altrettanto sviluppato. Reduce dalla prima tappa della VAV e da una estate iniziata il 15 marzo con la quarantena la sua andatura è stata troppo lenta per proseguire su una seconda cima, nonostante abbia resistito e completato la salita. Inoltre la mancanza di neve nel versante NW della cima avrebbe reso la discesa complicata su sfasciumi e ganne.
Video dell'escursione: [/drive.google.com/file/d/1VY-g44N-T7Y6qgcN503uaFlij1eKDkW9/v...]
Descrizione:
Poco prima delle 08.00 ci siamo incamminati da Larecc lasciando le auto sul ciglio della strada. Il sentiero risale un bosco per immettersi subito nella splendida Valle Scaradra. La vista della prestigiosa cima innevata comincia da subito e viene nascosta soltanto per brevi tratti. Apparentemente sembra vicina. Il sentiero è facile, evidente e segnato. Si mantiene sul versante orientale del fiume, a monte dello stesso.
Presso un torrente ci riforniamo di acqua. Poi, superata l'Alpe Scaradra di Sotto, proseguiamo sempre lungo il versante orientale del fiume finché il sentiero piega a sinistra e risale ripido sino al pianoro soprastante, nei pressi del'Alpe Scaradra di Sopra. Sono le 09.20. Prima pausa per incremarci e proteggere gli occhi.
Cima d'Aquila vista dall'Alpe Scaradra di Sopra alle 09:20

Riprendiamo il cammino addentrandoci ulteriormente nella vallata, circondati da maestose montagne di roccia. Piano piano il sentiero verte a sinistra e risale fino raggiungere il bivio a quota 2180 per il Passo di Soreda. In realtà una giovane famiglia francofona che camminava al nostro ritmo e si recava al Cassinello si é staccata da noi a quota 2500 risalendo una pietraia ripida. Noi ci siamo staccati invece a dx per effettuare un traverso su pietre instabili e imboccare il nevaio. Forse la maggiore difficoltà è stato proprio questo traverso.
Qui si vede bene la cima, l'imbocco del nevaio preceduto dal traverso

Anche qui sembra vicina la cima.
Superato il traverso indossiamo i ramponi e progrediamo sulla neve. Non è mai troppo ripido, la picca in mano non è mai servita.
Forse sotto la neve è ancora presente parte del ghiacciaio in stato di criticità.
Questa è una zona pericolosa per la caduta di massi. Infatti troviamo numerosi blocchi di roccia anche di vaste dimensioni con la scia bianca sulla neve che ne testimonia la recente caduta.
Pertanto ci manteniamo lontano dalla parete del Cassinello e evitiamo di indugiare.
Il nevaio è molto più lungo di quello che sembrava a osservare da valle. Inoltre qui ci alziamo di ulteriori 400m.
Eidan resta tanto indietro e continuiamo a fermarci. Lasciamo il nevaio a quota 3000 attaccando la cresta di blocchi che sono ormai le 12.45.
Eidan che con stoica resistenza risale il nevaio. Greina sullo sfondo.

Altrettanto lentamente risaliamo tutta la crestina che non é mai difficile. Solo rocce, licheni e ancora ciuffi d'erba. Poco prima della vetta volendo si può piegare a sinistra per il Cassimoi. Alcuni piccoli passaggi di arrampicata tra i blocchi e conquistiamo la vetta. Sono le 13.30.
La visibilità è buona, la panoramica eccezionale. Vediamo a sud l'Adula e il Grauhorn. Le cime della Via Alta della Verzasca. Lo spartiacque tra Levantina e Blenio. Il Bernina. I 4000 del Vallese e Piemonte. Insomma ce n'è di roba da osservare. Ma noi oltre a fare foto ci facciamo la pausa per mangiare, compilare il libro di vetta e fare riposare il piccolo uomo che si addormenta.
Poco prima della vetta è visibile il laghetto a quota 2900.
Scendiamo dalla stessa via, come spiegato in apertura, la mancanza di neve a mio parere avrebbe reso difficoltosa la discesa.
Il sentiero percorso all'andata è di ottime condizioni, cosa che mi ha influenzato nella scelta dell'itinerario di ritorno. Meglio evitare inutili difficoltà con un ragazzo stanco al seguito.
Con tempi sempre più dilatati ripercorriamo la vallata, in un pomeriggio che ci regala un sole più moderato.
Alle 18.45 raggiungiamo Larecc.
4 giorni dopo l'Adula ritorno in zona per una gita questa volta in compagnia di mio fratello


L'idea era di raggiungere anche il Cassimoi. Ma Eidan, che solo un anno fa ha scalato il Legnone da Premana, o il Basodino, ora si trova in un corpo improvvisamente grande ma con un sistema cardio- circolatorio e muscolare non ancora altrettanto sviluppato. Reduce dalla prima tappa della VAV e da una estate iniziata il 15 marzo con la quarantena la sua andatura è stata troppo lenta per proseguire su una seconda cima, nonostante abbia resistito e completato la salita. Inoltre la mancanza di neve nel versante NW della cima avrebbe reso la discesa complicata su sfasciumi e ganne.
Video dell'escursione: [/drive.google.com/file/d/1VY-g44N-T7Y6qgcN503uaFlij1eKDkW9/v...]
Descrizione:
Poco prima delle 08.00 ci siamo incamminati da Larecc lasciando le auto sul ciglio della strada. Il sentiero risale un bosco per immettersi subito nella splendida Valle Scaradra. La vista della prestigiosa cima innevata comincia da subito e viene nascosta soltanto per brevi tratti. Apparentemente sembra vicina. Il sentiero è facile, evidente e segnato. Si mantiene sul versante orientale del fiume, a monte dello stesso.
Presso un torrente ci riforniamo di acqua. Poi, superata l'Alpe Scaradra di Sotto, proseguiamo sempre lungo il versante orientale del fiume finché il sentiero piega a sinistra e risale ripido sino al pianoro soprastante, nei pressi del'Alpe Scaradra di Sopra. Sono le 09.20. Prima pausa per incremarci e proteggere gli occhi.
Cima d'Aquila vista dall'Alpe Scaradra di Sopra alle 09:20

Riprendiamo il cammino addentrandoci ulteriormente nella vallata, circondati da maestose montagne di roccia. Piano piano il sentiero verte a sinistra e risale fino raggiungere il bivio a quota 2180 per il Passo di Soreda. In realtà una giovane famiglia francofona che camminava al nostro ritmo e si recava al Cassinello si é staccata da noi a quota 2500 risalendo una pietraia ripida. Noi ci siamo staccati invece a dx per effettuare un traverso su pietre instabili e imboccare il nevaio. Forse la maggiore difficoltà è stato proprio questo traverso.
Qui si vede bene la cima, l'imbocco del nevaio preceduto dal traverso

Anche qui sembra vicina la cima.
Superato il traverso indossiamo i ramponi e progrediamo sulla neve. Non è mai troppo ripido, la picca in mano non è mai servita.
Forse sotto la neve è ancora presente parte del ghiacciaio in stato di criticità.
Questa è una zona pericolosa per la caduta di massi. Infatti troviamo numerosi blocchi di roccia anche di vaste dimensioni con la scia bianca sulla neve che ne testimonia la recente caduta.
Pertanto ci manteniamo lontano dalla parete del Cassinello e evitiamo di indugiare.
Il nevaio è molto più lungo di quello che sembrava a osservare da valle. Inoltre qui ci alziamo di ulteriori 400m.
Eidan resta tanto indietro e continuiamo a fermarci. Lasciamo il nevaio a quota 3000 attaccando la cresta di blocchi che sono ormai le 12.45.
Eidan che con stoica resistenza risale il nevaio. Greina sullo sfondo.

Altrettanto lentamente risaliamo tutta la crestina che non é mai difficile. Solo rocce, licheni e ancora ciuffi d'erba. Poco prima della vetta volendo si può piegare a sinistra per il Cassimoi. Alcuni piccoli passaggi di arrampicata tra i blocchi e conquistiamo la vetta. Sono le 13.30.
La visibilità è buona, la panoramica eccezionale. Vediamo a sud l'Adula e il Grauhorn. Le cime della Via Alta della Verzasca. Lo spartiacque tra Levantina e Blenio. Il Bernina. I 4000 del Vallese e Piemonte. Insomma ce n'è di roba da osservare. Ma noi oltre a fare foto ci facciamo la pausa per mangiare, compilare il libro di vetta e fare riposare il piccolo uomo che si addormenta.
Poco prima della vetta è visibile il laghetto a quota 2900.
Scendiamo dalla stessa via, come spiegato in apertura, la mancanza di neve a mio parere avrebbe reso difficoltosa la discesa.
Il sentiero percorso all'andata è di ottime condizioni, cosa che mi ha influenzato nella scelta dell'itinerario di ritorno. Meglio evitare inutili difficoltà con un ragazzo stanco al seguito.
Con tempi sempre più dilatati ripercorriamo la vallata, in un pomeriggio che ci regala un sole più moderato.
Alle 18.45 raggiungiamo Larecc.
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