Adula - Rheinwaldhorn 3402 (via normale e via Malvaglia)
Montagna di tutto rispetto l'Adula, l'ho trovata accogliente e gentile, rispetto al suo vicino Grauhorn (che non ho mai scalato ma di cui a pelle ne ho percepita la durezza). Non banale da conquistare, essendo molto alta, ricoperta di neve e ghiaccio e lunga da percorrere.
Non poteva mancarmi, sebbene vi fossi stato già nel 2003 (ma non ricordavo quasi più nulla). Un 3000 con dentro una bella cresta PD- e un ghiacciaio, un ambiente primordiale, affascianante e un percorso per lo più agevole.
Descrizione:
Video: [/drive.google.com/file/d/15b3CeeYv_1DBB0zjrgoNxhMGR1sgvhFx/v...]
Sono salito in solitario dalla Val Carassina, ho percorso la via normale e sono sceso dalla via Malvaglia. La cresta W (via Malvaglia) l'avrei volentieri fatta in salita ma essendo arrivato sull'Adula nelle ore più calde ho dato la precedenza al ghiacciaio, evitando di scendere in pomeriggio su neve troppo molle.
Non ho incontrato difficoltà tranne:
- alcune pendenze sul ghiacciaio (dove con la picca mi sono potuto ancorare bene)
- i bolli blu nella discesa che ho perso nell'ultima parte andando a finire nel fiume sotto il ghiacciaio.
Come si presenta la cima sbucando nei pressi del Passo del Laghetto in mattinata
Ascesa:
Ho raggiunto Prati di Compietto alle 07:00 dopo un lungo tragitto (dal luganese, autostrada A2, Biasca Valle di Blenio, Campo Blenio, diga del Luzzone, stradina sterrata).
Mi sono incamminato a ritmo sostenuto lungo la Val Carassina, 6 chilometri con poco dislivello (300 m forse), che ho bruciato in poco tempo, osservando gli imponenti 3000 ancora avvolti dalle nubi.
Giunto alla Capanna Adula CAS ho preso il sentiero per la Capanna UTOE, che sale velocemente di quota. Facile salita su sentiero spianato. Ho raggiunto la Capanna alle 09.14 e qui ho preso un caffé e mangiato.
Il buon ritmo mi ha permesso di guadagnare 45 minuti rispetto ai tempi indicati. Ho studiato assieme a Cyril (amico che lavora in capanna) il percorso. Lui mi ha dato alcune dritte e così qualcuno in zona sapeva che sarei stato lassù da solo.
Come da lui indicato sono avanzato fino al bivio, che si raggiunge in poco tempo, e da qui ho piegato a sinistra lungo una crestina che poi verte all'unico risalto della via normale (con un passaggio di grado 1), superato il quale mi sono trovato in zona Giairon, quota 2700 m.
Qui mi trovo lungo il versante meridionale della Cima della Negra e del Grauhorn. Il terreno é costituito da pietre e massi. Il sentiero non è segnato, ma sono presenti omini. Incontro i primi nevai, e in poco tempo mi trovo sul ghiacciaio, ancora ricoperto di neve.
Nei pressi dell'imbocco del ghiacciaio a quota 3000 circa, alle 11:20, vista verso la cima dell'Adula
Sul ghiacciaio mi sono mantenuto il più alto possibile e ho seguito una traccia. Mi sono portato nel sotto-cresta, poi una falsa traccia mi ha condotto in cresta ma ho dovuto abbandonarla perché non era percorribile essendo costituita da grandi massi rocciosi. Nell'altro versante era pure difficile proseguire in quanto la pendenza era molto elevata. Pertanto sono ritornato sulla traccia sotto-cresta e ho raggiunto la Bocchetta. Quindi ho risalito la crestina, ripida ma mai difficile fino alla vetta.
Sono le 12.54 e mi concedo una pausa di 40 minuti per mangiare e scattare fotografie. Nessuna persona, un bel sole ma mi copro perché l'aria é fredda.
Ore 13:00 - Vetta - Vista verso il Grauhorn e la Cima della Negra, quindi verso la via normale da me percorsa
Discesa:
Alle 13:39 mi sono avviato verso sud, su grandi blocchi di roccia. Ho raggiunto un enorme masso che Cyril mi aveva detto di non aggirare perché dietro é molto esposto. Tuttavia, in alternativa, il pendio nevoso da discendere mi risultava molto ripido, non essendo più abituato alle discese in invernale ho preferito andare a curiosare dietro al masso. In effetti l'esposizione é importante, ma con prudenza ho percorso una piccola cengia e così ho superato la mia prima difficoltà della via Malvaglia.
Dietro al grande masso poco a sud della vetta dell'Adula, piccolo passaggio su cengia esposta
Mi sono nuovamente ramponato e con la picozza ho ridisceso il pendio piuttosto ripido per raggiungere la cresta W, dopo aver scavalcato 2 valanghe che Cyril mi aveva segnalato.
La cresta é molto intrigante, offre una visione in primo piano sulla parte bassa del ghiacciaio, sulle cime circostanti. La nebbia che a tratti riempe le vallate dà una sensazione ancora più aerea e suggestiva.
Ho percorso la prima parte con facilità, un lungo cavo di metallo mi ha permesso di tenermi (avevo le fettucce e l'imbrago nello zaino ma non ho sentito il bisogno di agganciarmi dentro). Poi ho incontrato un passaggio molto ripido ma che, grazie ad una catena, diventa facile, quindi dopo una cengia con catena per tenersi, la cresta prosegue su sfasciumi e perde quota in modo regolare.
Passaggio attrezzato lungo la via Malvaglia
A questo punto ho perso i bolli blu, mi sono portato a monte del Laghetto dei Cadabi, dove la cresta si allarga e la pendenza si interrompe provvisoriamente.
Qui ho piegato troppo a destra e perso quota, quando mi sono accorto non avevo più voglia di risalire, ho deciso di scendere al fiume. Ma ho incontrato alcuni risalti da aggirare ( non é stato semplice calarmi in uno stretto canalino tra la roccia e il nevaio).
Sono sceso lungo un ripido nevaio.
Ho poi attraversato il fiume.
La visione che mi ha offerto quella posizione (dal fiume), del ghiaccio sovrastato dalla cima dell'Adula, era maestosa, impressionante. Così come é stato esaltante rendermi conto di essere appena sceso da lassù.
Ho mantenuto un buon ritmo seguendo il fiume a dx, tagliando nei prati per evitare di scendere ulteriormente e ho raggiunto il bivio chiudendo così l'anello. Da qui ho potuto percorrere il sentiero normale fino alla Capanna.
Pausa birra in Capanna.
Quindi la lunghissima Carassina. Ma stavolta in bicicletta ,gentilmente prestata da Cyril. Purtroppo con tutti i colpi presi dal terreno dissestato ho perso una picozza per strada e non l'ho più ritrovata (ho chiamato capanne e alpi varie).
La bicicletta mi ha regalato almeno un'ora di tempo.
Alle 18.00 ero in auto.
In autostrada poi ho avuto una panne e mi sono dovuto far rimorchiare.
Osservazioni:
La via Malvaglia penso renda di più in salita. Per avere buone condizioni nel ghiacciaio in discesa credo sia meglio salire molto presto (dormendo in capanna) in estate con la prima luce e scendere entro le 12;00 dal ghiacciaio. Oppure scegliere un periodo meno caldo.
La mia traccia gpx nella parte finale della via Malvaglia in discesa é fuorviante. Indica il mio percorso sbagliato. Quindi non è da seguire per intero.
Non poteva mancarmi, sebbene vi fossi stato già nel 2003 (ma non ricordavo quasi più nulla). Un 3000 con dentro una bella cresta PD- e un ghiacciaio, un ambiente primordiale, affascianante e un percorso per lo più agevole.
Descrizione:
Video: [/drive.google.com/file/d/15b3CeeYv_1DBB0zjrgoNxhMGR1sgvhFx/v...]
Sono salito in solitario dalla Val Carassina, ho percorso la via normale e sono sceso dalla via Malvaglia. La cresta W (via Malvaglia) l'avrei volentieri fatta in salita ma essendo arrivato sull'Adula nelle ore più calde ho dato la precedenza al ghiacciaio, evitando di scendere in pomeriggio su neve troppo molle.
Non ho incontrato difficoltà tranne:
- alcune pendenze sul ghiacciaio (dove con la picca mi sono potuto ancorare bene)
- i bolli blu nella discesa che ho perso nell'ultima parte andando a finire nel fiume sotto il ghiacciaio.
Come si presenta la cima sbucando nei pressi del Passo del Laghetto in mattinata
Ascesa:
Ho raggiunto Prati di Compietto alle 07:00 dopo un lungo tragitto (dal luganese, autostrada A2, Biasca Valle di Blenio, Campo Blenio, diga del Luzzone, stradina sterrata).
Mi sono incamminato a ritmo sostenuto lungo la Val Carassina, 6 chilometri con poco dislivello (300 m forse), che ho bruciato in poco tempo, osservando gli imponenti 3000 ancora avvolti dalle nubi.
Giunto alla Capanna Adula CAS ho preso il sentiero per la Capanna UTOE, che sale velocemente di quota. Facile salita su sentiero spianato. Ho raggiunto la Capanna alle 09.14 e qui ho preso un caffé e mangiato.
Il buon ritmo mi ha permesso di guadagnare 45 minuti rispetto ai tempi indicati. Ho studiato assieme a Cyril (amico che lavora in capanna) il percorso. Lui mi ha dato alcune dritte e così qualcuno in zona sapeva che sarei stato lassù da solo.
Come da lui indicato sono avanzato fino al bivio, che si raggiunge in poco tempo, e da qui ho piegato a sinistra lungo una crestina che poi verte all'unico risalto della via normale (con un passaggio di grado 1), superato il quale mi sono trovato in zona Giairon, quota 2700 m.
Qui mi trovo lungo il versante meridionale della Cima della Negra e del Grauhorn. Il terreno é costituito da pietre e massi. Il sentiero non è segnato, ma sono presenti omini. Incontro i primi nevai, e in poco tempo mi trovo sul ghiacciaio, ancora ricoperto di neve.
Nei pressi dell'imbocco del ghiacciaio a quota 3000 circa, alle 11:20, vista verso la cima dell'Adula
Sul ghiacciaio mi sono mantenuto il più alto possibile e ho seguito una traccia. Mi sono portato nel sotto-cresta, poi una falsa traccia mi ha condotto in cresta ma ho dovuto abbandonarla perché non era percorribile essendo costituita da grandi massi rocciosi. Nell'altro versante era pure difficile proseguire in quanto la pendenza era molto elevata. Pertanto sono ritornato sulla traccia sotto-cresta e ho raggiunto la Bocchetta. Quindi ho risalito la crestina, ripida ma mai difficile fino alla vetta.
Sono le 12.54 e mi concedo una pausa di 40 minuti per mangiare e scattare fotografie. Nessuna persona, un bel sole ma mi copro perché l'aria é fredda.
Ore 13:00 - Vetta - Vista verso il Grauhorn e la Cima della Negra, quindi verso la via normale da me percorsa
Discesa:
Alle 13:39 mi sono avviato verso sud, su grandi blocchi di roccia. Ho raggiunto un enorme masso che Cyril mi aveva detto di non aggirare perché dietro é molto esposto. Tuttavia, in alternativa, il pendio nevoso da discendere mi risultava molto ripido, non essendo più abituato alle discese in invernale ho preferito andare a curiosare dietro al masso. In effetti l'esposizione é importante, ma con prudenza ho percorso una piccola cengia e così ho superato la mia prima difficoltà della via Malvaglia.
Dietro al grande masso poco a sud della vetta dell'Adula, piccolo passaggio su cengia esposta
Mi sono nuovamente ramponato e con la picozza ho ridisceso il pendio piuttosto ripido per raggiungere la cresta W, dopo aver scavalcato 2 valanghe che Cyril mi aveva segnalato.
La cresta é molto intrigante, offre una visione in primo piano sulla parte bassa del ghiacciaio, sulle cime circostanti. La nebbia che a tratti riempe le vallate dà una sensazione ancora più aerea e suggestiva.
Ho percorso la prima parte con facilità, un lungo cavo di metallo mi ha permesso di tenermi (avevo le fettucce e l'imbrago nello zaino ma non ho sentito il bisogno di agganciarmi dentro). Poi ho incontrato un passaggio molto ripido ma che, grazie ad una catena, diventa facile, quindi dopo una cengia con catena per tenersi, la cresta prosegue su sfasciumi e perde quota in modo regolare.
Passaggio attrezzato lungo la via Malvaglia
A questo punto ho perso i bolli blu, mi sono portato a monte del Laghetto dei Cadabi, dove la cresta si allarga e la pendenza si interrompe provvisoriamente.
Qui ho piegato troppo a destra e perso quota, quando mi sono accorto non avevo più voglia di risalire, ho deciso di scendere al fiume. Ma ho incontrato alcuni risalti da aggirare ( non é stato semplice calarmi in uno stretto canalino tra la roccia e il nevaio).
Sono sceso lungo un ripido nevaio.
Ho poi attraversato il fiume.
La visione che mi ha offerto quella posizione (dal fiume), del ghiaccio sovrastato dalla cima dell'Adula, era maestosa, impressionante. Così come é stato esaltante rendermi conto di essere appena sceso da lassù.
Ho mantenuto un buon ritmo seguendo il fiume a dx, tagliando nei prati per evitare di scendere ulteriormente e ho raggiunto il bivio chiudendo così l'anello. Da qui ho potuto percorrere il sentiero normale fino alla Capanna.
Pausa birra in Capanna.
Quindi la lunghissima Carassina. Ma stavolta in bicicletta ,gentilmente prestata da Cyril. Purtroppo con tutti i colpi presi dal terreno dissestato ho perso una picozza per strada e non l'ho più ritrovata (ho chiamato capanne e alpi varie).
La bicicletta mi ha regalato almeno un'ora di tempo.
Alle 18.00 ero in auto.
In autostrada poi ho avuto una panne e mi sono dovuto far rimorchiare.
Osservazioni:
La via Malvaglia penso renda di più in salita. Per avere buone condizioni nel ghiacciaio in discesa credo sia meglio salire molto presto (dormendo in capanna) in estate con la prima luce e scendere entro le 12;00 dal ghiacciaio. Oppure scegliere un periodo meno caldo.
La mia traccia gpx nella parte finale della via Malvaglia in discesa é fuorviante. Indica il mio percorso sbagliato. Quindi non è da seguire per intero.
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Michea82
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