Passo Campolungo (2318 m) – Bike & Hike
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Nell’ultimo giorno di questa tormentata primavera metto in cantiere una gita in Val Lavizzara, con meta il Passo Campolungo.
L’itinerario si sviluppa nell’appartata Val Partus.
Il toponimo Partus si riferisce alla presenza di buchi o caverne nella roccia, o a qualche avvallamento nel terreno. Dal latino Pertusus, participio passato di pertundere, “traforare, bucare”.
Inizio dell’escursione: ore 8.10
Fine dell’escursione: ore 12.20
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1021 hPa
Isoterma di 0°C, ore 9.00: 3100 m
Temperatura alla partenza: 8°C
Temperatura al rientro: 21°C
Velocità media del vento: 10 km/h
Sorgere del sole: 5.32
Sveglia alle 4:58, partenza da casa alle 5:56, arrivo a Fontanalba (1452 m) alle 7:54, dopo 109 km d’auto, compresa una pausa caffè.
La strada silvo-pastorale inizia 500 m prima di arrivare alla diga del Sambuco, alla quota di 1448 m, di fronte ad una cappella dedicata a San Giuseppe. L’edificio fu eretto nel 1959 dalla ditta costruttrice della diga quale ringraziamento perché non si registrarono disgrazie. L’affresco è del pittore Pietro Mazzoni (1879-1967) di Solduno.
Percorro la bella stradina asfaltata con l’auto per 110 m lineari, fino al primo slargo libero, dove posso parcheggiare.
Alle 8:10 la gita ha inizio. La temperatura è frescolina: mi devo proteggere con la bandana per il collo alzata fin sopra il naso. Lungo la via vedo dei rustici riattati con garbo, come quelli di Cassèd (1545 m). In alta Valle Lavizzara, tra Mogno e Fusio, hanno realizzato persino un sentiero tematico denominato “Andar per rustici”. È un modo inconsueto di promozione turistica, che vuole attirare l’attenzione dei visitatori su come è stato interpretato il delicato rapporto tra paesaggio montano e costruzioni dell’uomo.
Al Corte Fontanalba (1636 m) ho la piacevole sorpresa di vedere un pannello con uno scritto di Mauro Corona, uno scrittore che apprezzo per la sua schiettezza e singolarità.
Pedalo su un buon fondo asfaltato fino al Corte Colla (1703 m), dove inizia il tratto sterrato. La strada entra nella Valletta di Pertüs, supera due volte il fiume sino ad arrivare dopo 4,2 km al corte principale dell’Alpe Zarìa (1876 m). È un caseggiato unico, allungato, con le ali piegate verso il centro. Ospita la stalla, le istallazioni per la mungitura, il caseificio e l’abitazione. Non c’è la cantina; il formaggio viene portato ogni sera a Fusio.
Il piazzale è occupato da 65 capre da latte, munte da poco dal gestore Valerio. Le vacche saranno accompagnate a Zarìa nella seconda settimana di luglio.
Continuo la salita dal lato sinistro dell’edificio per 175 m fino al guado del fiume; manovra che supero senza inzuppare le scarpe. Pedalo ancora per ulteriori 130 m, quindi decido di abbandonare la bici, a circa 1920 m di quota. Il sentierino risale il fianco dominato a monte da pareti di dolomia saccaroide ed è circondato da una miriade di fiori. Il Corte di Pianascio si presenta con una vasto altopiano abbellito da un laghetto. A meridione svetta la sagoma del Pizzo del Prévat, di fianco alla sella del Passo Campolungo. Mi concedo una sosta fotografica quindi riprendo il sentiero che risale l’ultima erta di poco più di un chilometro. Lungo il percorso vedo numerosi manufatti di cemento armato che costituivano le basi dei piloni della teleferica che dalla stazione di Rodi trasportava il cemento per la costruzione della Diga del Sambuco, inaugurata nel 1956. L’assidua spola di secchi trasportava 40 t di cemento ogni ora.
Dopo 2 h e 5 min dalla partenza pervengo al Passo Campolungo. Mi affaccio sulla piana che ospita l’Alpe Campolungo e più a destra verso la Capanna Leìt con il Lago di Leìt (2260 m). La fotostar di giornata è comunque il Pizzo del Prévat (2558 m). Sento le voci di due alpinisti che stanno affrontando la cresta NNW.

Pizzo del Prévat (2558 m)
Mi stupisco per l’ardore giovanile che mi spinse a scalarlo per due o tre volte dalla via normale e una volta dalla via media.
Il rifugio in muratura e legno presente al valico è chiuso. Suppongo che sia stato costruito per gli operai addetti agli impianti idroelettrici.
La discesa, sia nel tratto a piedi sia in quello con la bici non mi pone nessun problema. Ne approfitto per osservare la ricchezza botanica della valle in questo ultimo giorno di primavera. Incrocio i primi escursionisti sotto l’Alpe Zarìa e molti altri più in basso.
Piacevole escursione Bike & Hike in una valle molto discosta del Ticino, che ho visitato per la seconda volta dopo decenni.
Tempo totale: 4 h 10 min
Tempo di salita: 2 h 05 min
Tempi parziali
Fontanalba (1452 m) – Colla (1703 m): 23 min
Colla (1703 m) – Alpe Zarìa (1876 m): 20 min
Alpe Zarìa (1876 m) – Passo Campolungo (2318 m): 1 h 15 min
Passo Campolungo (2318 m) – Fontanalba (1452 m): 1 h 25 min
Dislivello in salita: 978 m
Quota massima: 2345 m
Quota minima: 1452 m
Sviluppo complessivo: 16,37 km
Difficoltà mtb: F
Difficoltà escursionistica: T2
Consumo batteria: 29%
Coordinate Alpe Zarìa: 696'132 / 146'036
Copertura della rete cellulare: Swisscom assenza di segnale per lunghi tratti
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