Baraghetto (1694 m)
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Passeggiata ad anello nella regione del Monte Generoso, con salita al Baraghetto, al Baraghett in dialetto.
Il toponimo Baraghett deriva secondo il linguista Ottavio Lurati da bàrech, un nome di matrice celtica che indicava un ‘recinto per le pecore’. Secondo altre fonti deriverebbe da un’altra parola celtica, barros, ossia ‘cespuglio’ e per estensione ‘zona cespugliosa’.
Inizio dell’escursione: ore 8.30
Fine dell’escursione: ore 14.35
Temperatura alla partenza: 8,5°C
Isoterma di 0°C, ore 9.00: 2800 m
Pressione atmosferica, ore 12.00: 1016 hPa
Temperatura al rientro: 20,5°C
Velocità media del vento: 10 km/h
Sorgere del sole: 6.21
Tramonto del sole: 20.22
Sveglia alle 6:50, partenza da casa alle 7:55, arrivo a Camasciora alle 8:20, dopo 17 km d’auto. Durante i preparativi per la partenza, osservo le capre di Marco, alpigiano storico dell’Alpe Génor. Seguono fedelmente il loro padrone, chino sotto un sacco di fieno, mentre lo trasporta dal fienile alla stalla.
Alle 8.30 mi incammino; in dieci minuti arrivo a Scudellate, dove imbocco immediatamente il sentiero che alle spalle del villaggio sale in direzione di Pianella. Questo primo casolare sembrerebbe abbandonato. Per contro, alle baite basse dell’Alpe di Sella, in località Piana, a circa 1127 m di quota, ho l’opportunità di parlare a lungo con il proprietario, che sta riattando due rustici. Un tetto è stato rifatto utilizzando tegole rosse, l’altro con le piode di calcare, recuperate in parte dal tetto della chiesa di Scudellate, pure sottoposto a risanamento. I tetti in piode, malgrado il sussidio cantonale, richiedono un costo che può essere più del doppio di quelli normali; si va dai 600.- ai 1200.- CHF al mq.
È un luogo che apprezzo moltissimo, sia per il panorama sia per l’esposizione, ma anche perché alla fine di maggio in questo alpeggio si possono ammirare contemporaneamente le peonie e gli asfodeli fioriti.
Continuo per ulteriori 270 m e arrivo all’Alpe di Sella (1191 m): le baite sono in cattivo stato, fatta eccezione per la nevèra, che si presenta ancora bene.
A 65 m di distanza il sentiero arriva al confine di stato. Il cosiddetto sentiero delle guardie svolta a sinistra e risale il pendio ai margini del bosco fino a 1405 m di quota, nei pressi dell’Alpe Piana. In questo alpeggio, chiamato anche “la fabrica”, la nevèra è stata trasformata in locale d’abitazione.
Riprendo il cammino verso il Monte Generoso seguendo il sentiero confinale. Già si sente il generoso e melodioso canto dell’allodola. È stupefacente vedere le sue picchiate ad ali chiuse fino a pochi metri dalla prateria.
La pendenza del sentiero aumenta nelle ultime decine di metri prima di arrivare alla garitta di cemento sul Mottone della Piana (1590 m). Raggiunta la dorsale punto immediatamente al Baraghetto, cima che non visito da parecchi anni. La maggior parte degli escursionisti sale invece verso la vetta del Monte Generoso.
Ricordo la cima del Baraghetto per la vecchia croce sghemba, simbolo di precarietà. Noto che anche quella attuale, di metallo, non è perfettamente verticale. Dal Baraghetto si gode di una bellissima prospettiva sulla vetta del Monte Generoso e sulla Cima di Sassalto.

Baraghetto (1694 m)
Il Lago di Lugano è coperto da una leggera foschia; piace comunque anche così.
Decido di visitare il Belvedere della Cima di Sassalto (1614 m), approfittando del numero assai limitato di escursionisti.
Alle 12:25 inizio la discesa lungo il sentiero che passa dalla Sostra Generoso (1380 m), una stalla aperta, di uso comunitario, costruita con i contributi dei proprietari degli alpeggi del versante meridionale del Monte Generoso, utilizzata per il ricovero del bestiame in caso di temporali, ma anche per la mungitura.
Fotografo di nuovo le bellissime torri di spietramento, create dai contadini per ripulire e rendere più produttivo il pascolo e per non sbrecciare il filo delle falci. Rivisito i quattro complessi dell’Alpe Génor, osservati l’ultima volta solo due giorni fa: ne vale la pena!
Il pascolo è pulito e privo di cespugli invasivi. Fra le erbe spicca l’Assenzio selvatico (Artemisia comune), le cui foglie emanano un odore intenso.
Continuo la passeggiata verso Nadigh (1295 m), forse il più bel nucleo in pietra non solo del Generoso, ma di tutta la Valle di Muggio. Vanta ben tre nevère e una cisterna per l’acqua piovana. Anche questo alpeggio è ubicato sul crinale, in bilico tra lo strapiombo roccioso, ad oriente, e il ripidissimo pendio erboso ad occidente. Ancora negli anni Quaranta del XX secolo ospitava quattro famiglie di Roncapiano. Normalmente viene caricato la seconda settimana di maggio; fra qualche giorno vedremo se i fratelli Angela, Rita ed Enrico avranno ancora la motivazione per salire all’alpe con le loro capre.
Da Nadigh, in 35 min arrivo al posteggio, poco sotto Camasciora. Chiudo così l’anello, di circa 11 km, in 6 ore di piacevolissimo cammino.
Il Monte Generoso non delude mai! Persino i più assidui frequentatori difficilmente riusciranno a percorrere tutti gli itinerari che questa montagna offre.
Tempo totale: 6 h
Tempo di salita: 2 h 50 min
Tempi parziali
Camasciora (941 m) – Alpe di Sella (1191 m): 1 h
Alpe di Sella (1191 m) – Piana (1405 m): 35 min
Piana (1405 m) – Baraghetto (1694 m): 1 h
Baraghetto (1694 m) – Cima di Sassalto (1614 m): 25 min
Cima di Sassalto (1614 m) – Sostra Generoso (1380 m): 40 min
Sostra Generoso (1380 m) – Camasciora (941 m): 1 h 50 min
Dislivello in salita: 978 m
Sviluppo complessivo: 11,24 km
Quota massima: 1694 m
Quota minima: 917 m
Difficoltà: T3
Copertura della rete cellulare: Swisscom buona.

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