Piz Mandra (3091 m)


Publiziert von Sky , 23. Februar 2020 um 23:30.

Region: Welt » Schweiz » Graubünden » Berninagebiet
Tour Datum:22 Februar 2020
Hochtouren Schwierigkeit: WS-
Schneeshuhtouren Schwierigkeit: WT4 - Schneeschuhtour
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-GR   Bernina-Gruppe   Piz Bernina 

Dopo il Piz Arpiglia di settimana scorsa, la voglia di tornare in Engadina è tanta. Stavolta punto a qualcosa di più, il Piz Misaun, con i suoi 3249 metri.

Arrivo a Morteratsch poco prima dell’alba. Pagare il parcheggio mi porta via più tempo del previsto, una delle colonnine non prende le monetine… Finalmente, una volta effettuato il pagamento, posso incamminarmi. Ormai c’è luce, non c’è più bisogno della frontale. Attraverso la ferrovia e prendo il sentiero che porta a Chümetta. È battuto e non c’è (ancora) bisogno delle ciaspole, che calzo a quota 2100, dopo l’Aussichtspunkt. Da qui, seguo la traccia degli scialpinisti su una neve piuttosto dura e terreno ripido. Arrivato ad un punto in cui la traccia fa un traverso esposto, non mi fido e l’abbandono, risalendo il pendio. Più avanti, il pendio spiana, ma incominciano i dolori: se settimana scorsa la neve era assolutamente perfetta, oggi è un disastro. Ogni cento metri finisco in un buco, a volte fin quasi alla vita. Evidentemente la regione è sparsa da massi che, come ben so, creano attorno a sé una zona in cui si sprofonda. Il problema è che solo alcuni di questi massi emergono dalla neve, mentre molti altri rimangono nascosti, salvo poi comparire sotto le mie ciaspole una volta finito nella loro “trappola”. L’avanzata è quindi notevolmente rallentata, devo rivedere i miei piani. Inoltre, la geografia della regione mi è poco chiara: pur avendo impostato il Piz Misaun come waypoint sul mio GPS, non riesco a comprendere quale delle cime alla mia destra sia, né a immaginare che via devo seguire per raggiungerlo. Tutte queste cose messe assieme mi fanno cambiare idea sulla mia meta. Forse il Piz Mandra è più facile e vicino, così giunto ai Lejets da Boval viro a destra e mi dirigo alla Fuorcla dals Lejets. Sono nella conca sotto il colle, che è lì, davanti a me. Sono in traverso e la neve, nel frattempo scaldatasi, non mi piace, così penso bene di puntare direttamente alla cresta, invece che passare dalla Fuorcla. Il pendio è però più ripido di quanto pensassi, così prima prendo dallo zaino la seconda delle due picche che ho portato con me, poi, più avanti, cambio assetto e tolgo le ciaspole. Calzare anche i ramponi su un pendio ripido (la cartina lo dà tra 40° e 45°) non è fattibile, così proseguo solo con gli scarponi. La cosa non mi preoccupa, perché la neve è primaverile ed i ramponi non aiuterebbero. La cornice si avvicina sempre più, ma la pendenza sembra aumentare ed il tempo passa. Avvicinandomi alle roccette alla mia sinistra, la neve peggiora, peccato. Qualche difficoltà ulteriore per superare una fascia in cui, evidentemente, ci sono sotto delle rocce in cui si sprofonda. Quando, alla fine, la cornice è letteralmente a portata di mano, ci pianto dentro tutte e due le picche e, in piolet traction, mi tiro su. È fatta! Mi rilasso, lascio scorrer via l’adrenalina accumulata. La cresta non è larga, di più! Metto su i ramponi e proseguo verso la cima, una vera passeggiata. Soffia vento, ma il guscio è sufficiente a proteggermi. La cima non è ben definita, l’ometto non sembra essere nel punto più alto! ma quel che conta è il panorama che ho attorno a me. Faccio le solite mille foto, poi un morso alla mia piadina, un po’ di brodo e mi preparo a scendere. Per il ritorno percorrerò la cresta fino alla Fuorcla dals Lejets. Qualche passaggio tra blocchi, per nulla esposto. In un attimo sono al colle, poi, sempre con su i ramponi, affronto la prima parte, appena un po’ ripida, della discesa. A questo punto posso mettere le ciaspole. Percorro a ritroso la mia traccia, poi, per evitare un po’ di saliscendi, sto più basso, senza però scendere troppo. Ancora tante, tremende cadute in buchi, che rendono l’avanzata frustrante. Alla fine, eccomi sulla traccia degli scialpinisti. Stavolta, la seguo senza tentennamenti. È stretta, ma è quello che offre il mercato! E, non molto dopo, mi ritrovo sulla traccia di stamattina. A questo punto posso incominciare a fare “tagli”, con le ciaspole è divertente, specie se la neve è fresca. E qui, fuori traccia, la neve è proprio così! Il sole è tramontato da un po’, ma Morteratsch è vicino.

Ad una settimana di distanza, rieccomi dunque in Engadina. Devo recuperare anni in cui ho snobbato queste montagne, ora posso dire di averle riscoperte!


Tourengänger: Sky
Communities: Hikr in italiano


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