Valsolda... Piccolo mondo selvaggio. Cima m.1490 - Punta m.1385
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Partenza da una dormiente San Mamete (m.272) alla prima luce del giorno, da cui per deliziosa mulattiera che schiude immediatamente fascinosi scorci sul Ceresio si giunge a Loggio (m.400), avendo l'accortezza di seguire sempre le frecce rosse/arancioni visto che la segnaletica CAI in questa tratta manca. Dalla chiesa di San Bartolomeo la mulattiera si sdoppia, andando a destra e pervenendo in breve a Drano (m.473), da cui si prosegue verso le ampie radure e terrazzamenti di Ranco (m.768). La mulattiera prosegue ulteriormente, iniziando a dominare il sottostante torrente Soldo e percorrendo il lato orografico sinistro della valle di Bronzone, toccando l'area attrezzata dell'Alpe Serte (m.845), da cui per buon sentiero si giunge a Bedola (m.947), solcando il sopraccitato torrente. Con pendenza dolce ma continua si entra in faggeta contornando le aspre pareti di una cima senza nome che svetta verticale e selvaggia sull'ormai prossimo Passo Stretto (m.1102).
Da qui si lasciano i percorsi ufficiali per l'Alpe Riccola (Val Rezzo) e l'Alpe Fiorina insinuandosi nell'unico solco percorribile tra le aggettanti pareti svoltando chiaramente a sinistra (NW): inizialmente si sale a vista, sfruttando dove possibile le sempre utilissime tracce di animale, che evitano puntualmente il ripido per disegnare geniali traiettorie, ma a un certo punto s'incontra sorprendentemente un sentierino più visibile, marcato oltretutto da bolli e triangoli gialli, che facilitano ulteriormente la salita, comunque degna della Valsolda e dei suoi soliti ambienti magici e intonsi.
Con ampie svolte si sale regolari pervenendo all'ampia sella quotata m.1318 su CNS, che divide sostanzialmente due diverse dorsali. Qui giunto studio il da farsi per raggiungere la Bocchetta del Boj, ma i bolli proseguono in ben altra direzione portandosi sull'aspra elevazione a sinistra della sella, dove la musica inizia a cambiare molto in fretta, presentando da subito un'impennata brusca su sentierino di infido e instabile terriccio calcareo, uscendo presto alla scoperto all'altezza di un primo intaglio roccioso e in ambiente fattosi discretamente esposto. Un ripidissimo canalino erboso (vietato scivolare) conduce a un ulteriore intaglio, cui si accede a un primo significativo colle da cui ammirare lo splendido ambiente circostante. Un secondo colle roccioso poco più alto si raggiunge con comodo sentierino e roccette permettendo di godere un'invidiabile vista-corridoio sul Ceresio e la Valsolda, dove svettano i bei pinnacoli del Pizzo Ravò e del suo gruppo.
Benchè già giungere qui sia discretamente selvaggio, l'anonima cima m.1385 che svetta a SE di queste prime due elevazioni si presenta a un primo sguardo abbastanza intimidatoria, benchè non molto più alta. Si scende 10-15 metri a un'inselatura erbosa, tenendosi più possibile sul dorso per evitare scivoloni sulla paglia, portandosi sotto l'edificio sommitale, all'apparenza inespugnabile. Una cengia-scivolo a destra del filo roccioso è l'unico passaggio praticabile, e un successivo ripidissimo canalino erboso e roccioso con un paio di piante assai utili come "sosta" permettono di guadagnare la cresta, da dove con facili passaggini (abbastanza esposto) si giunge in vetta. Panorama davvero selvaggio ed insolito sulle cime della Valsolda, dominato dall'imponente mole del Torrione, oltre a tutto il resto.
Con molta attenzione si ripercorre in discesa questo tratto tornando alla selletta e al primo colle, dal quale si ridiscende con altrettanta cautela alla sella m.1318, portandosi a questo punto sulla dorsale opposta, culminante nell'altra anonima cima quotata m.1490 appena sopra alla Bocchetta del Boj. Senza particolari problemi, ma con dovuta cautela visti i tratti ripidi su paglia, si guadagna quest'ultima, in realtà composta da almeno tre elevazioni, di cui si raggiunge direttamente la seconda, ed infine la terza e più alta, ove sosto infine per il pranzo rimirando un panorama anche da qui molto selvaggio.
Sempre facendo attenzione ai tratti ripidi su paglia si arriva alla bocchetta evitando un paio di salti che rendono impraticabile l'ultimo tratto di cresta, poggiando sul lato SW e contornando infine l'ultima parete. Dalla Bocchetta del Boj (m.1454) in breve si raggiunge l'Alpe Fiorina (m.1348) con serpeggiante tratto nel bosco e notevoli squarci panoramici sul vicino Regagno, il solco Porlezza-Menaggio e la Cima m.1490 appena salita. Scendendo da uno degli ambienti più affascinanti della Valsolda il cerchio si chiude al Passo Stretto (m.1102), da cui ripercorro fedelmente i miei passi sino a Ranco (m.768) svolgendo un secondo anello, puntando a Dasio (m.582) e Puria (m.505), chiuso alla chiesa di Loggio (m.400) e terminando il magnifico giro a San Mamete (m.272), ove letteralmente prendo al volo il bus per Lugano, a fortunato coronamento di uno dei più bei giri mai fatti in questa valle unica e meravigliosa ;)
Avanti così.
NB. San Mamete-Passo Stretto T2, Passo Stretto-Sella m.1318 T3, Sella m.1318-Primo Colle-Secondo colle-Punta m.1385-Sella m.1318 T4+, Sella m.1318-Cima m.1490-Bocchetta del Boj T3+, Bocchetta del Boj-San Mamete T2.
Dedicata al piccolo Stefano.
Da qui si lasciano i percorsi ufficiali per l'Alpe Riccola (Val Rezzo) e l'Alpe Fiorina insinuandosi nell'unico solco percorribile tra le aggettanti pareti svoltando chiaramente a sinistra (NW): inizialmente si sale a vista, sfruttando dove possibile le sempre utilissime tracce di animale, che evitano puntualmente il ripido per disegnare geniali traiettorie, ma a un certo punto s'incontra sorprendentemente un sentierino più visibile, marcato oltretutto da bolli e triangoli gialli, che facilitano ulteriormente la salita, comunque degna della Valsolda e dei suoi soliti ambienti magici e intonsi.
Con ampie svolte si sale regolari pervenendo all'ampia sella quotata m.1318 su CNS, che divide sostanzialmente due diverse dorsali. Qui giunto studio il da farsi per raggiungere la Bocchetta del Boj, ma i bolli proseguono in ben altra direzione portandosi sull'aspra elevazione a sinistra della sella, dove la musica inizia a cambiare molto in fretta, presentando da subito un'impennata brusca su sentierino di infido e instabile terriccio calcareo, uscendo presto alla scoperto all'altezza di un primo intaglio roccioso e in ambiente fattosi discretamente esposto. Un ripidissimo canalino erboso (vietato scivolare) conduce a un ulteriore intaglio, cui si accede a un primo significativo colle da cui ammirare lo splendido ambiente circostante. Un secondo colle roccioso poco più alto si raggiunge con comodo sentierino e roccette permettendo di godere un'invidiabile vista-corridoio sul Ceresio e la Valsolda, dove svettano i bei pinnacoli del Pizzo Ravò e del suo gruppo.
Benchè già giungere qui sia discretamente selvaggio, l'anonima cima m.1385 che svetta a SE di queste prime due elevazioni si presenta a un primo sguardo abbastanza intimidatoria, benchè non molto più alta. Si scende 10-15 metri a un'inselatura erbosa, tenendosi più possibile sul dorso per evitare scivoloni sulla paglia, portandosi sotto l'edificio sommitale, all'apparenza inespugnabile. Una cengia-scivolo a destra del filo roccioso è l'unico passaggio praticabile, e un successivo ripidissimo canalino erboso e roccioso con un paio di piante assai utili come "sosta" permettono di guadagnare la cresta, da dove con facili passaggini (abbastanza esposto) si giunge in vetta. Panorama davvero selvaggio ed insolito sulle cime della Valsolda, dominato dall'imponente mole del Torrione, oltre a tutto il resto.
Con molta attenzione si ripercorre in discesa questo tratto tornando alla selletta e al primo colle, dal quale si ridiscende con altrettanta cautela alla sella m.1318, portandosi a questo punto sulla dorsale opposta, culminante nell'altra anonima cima quotata m.1490 appena sopra alla Bocchetta del Boj. Senza particolari problemi, ma con dovuta cautela visti i tratti ripidi su paglia, si guadagna quest'ultima, in realtà composta da almeno tre elevazioni, di cui si raggiunge direttamente la seconda, ed infine la terza e più alta, ove sosto infine per il pranzo rimirando un panorama anche da qui molto selvaggio.
Sempre facendo attenzione ai tratti ripidi su paglia si arriva alla bocchetta evitando un paio di salti che rendono impraticabile l'ultimo tratto di cresta, poggiando sul lato SW e contornando infine l'ultima parete. Dalla Bocchetta del Boj (m.1454) in breve si raggiunge l'Alpe Fiorina (m.1348) con serpeggiante tratto nel bosco e notevoli squarci panoramici sul vicino Regagno, il solco Porlezza-Menaggio e la Cima m.1490 appena salita. Scendendo da uno degli ambienti più affascinanti della Valsolda il cerchio si chiude al Passo Stretto (m.1102), da cui ripercorro fedelmente i miei passi sino a Ranco (m.768) svolgendo un secondo anello, puntando a Dasio (m.582) e Puria (m.505), chiuso alla chiesa di Loggio (m.400) e terminando il magnifico giro a San Mamete (m.272), ove letteralmente prendo al volo il bus per Lugano, a fortunato coronamento di uno dei più bei giri mai fatti in questa valle unica e meravigliosa ;)
Avanti così.
NB. San Mamete-Passo Stretto T2, Passo Stretto-Sella m.1318 T3, Sella m.1318-Primo Colle-Secondo colle-Punta m.1385-Sella m.1318 T4+, Sella m.1318-Cima m.1490-Bocchetta del Boj T3+, Bocchetta del Boj-San Mamete T2.
Dedicata al piccolo Stefano.
Tourengänger:
Poncione

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