Sosto 2221m - Fianco Sud
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Il "Cervino della Val di Blenio" e il suo versante sud, un sogno che avevo "nel cassetto" da parecchio tempo... ma altro che sogno, un incubo!
Come diceva giustamente Hurluberlu, in molti considererebbero una salita da questo lato una follia, e, dopo averla fatta, non posso che essere d'accordo che lo sia. Non so se la rifarei. E ho probabilmente seguito la via più facile!
La difficoltà tecnica è quasi secondaria (da non sottovalutare!!), ciò che è veramente difficile è la pressione psicofisica alla quale si è sottoposti. I punti in cui ci si può rilassare per bene si contano sulle dita di una mano, e bisogna fare degli strappi piuttosto lunghi con la concentrazione sempre, costantemente al massimo. Gli ultimi 200m di dislivello, da questo punto di vista, li ho trovati davvero brutali (in minima parte forse anche perché al buio). Non nasconderò che la tentazione di chiamare la Rega era forte, talmente ero a pezzi. Sicuramente non mi ha per nulla aiutato perdere quasi 2 ore (?!) per bighellonare in zona Sot Pareit.
Per ciò che riguarda la difficoltà tecnica, fatico a capire come sia fisicamente possibile salire su erba così ripida senza ramponi e piccozza, per di più per salite così lunghe. Se si decide di salire senza questi ausili, bisogna assolutamente essere specialisti di Steilgras, altrimenti è garantito che si finisce male. Vale probabilmente anche la pena aspettare che l'erba si rinvigorisca un po' in tarda primavera/estate, visto che, come mi aspettavo, ho trovato molta erba morta e scivolosa. Come diceva Zaza, questa salita è sicuramente più semplice e sicura con buone condizioni invernali, un'impressione che ho proprio avuto mentre salivo. Il fatto che Hurluberlu l'abbia fatta anche in discesa dimostra che aveva abilità fuori dal comune.
SALITA
Una volta raggiunta la parte superiore della strada ai piedi del Sosto, una 50ina di metri dopo che diventa sterrata si comincia a salire in modalità freestyle. Penso che convenga tenersi il più possibile a Est, restando nel bosco di arbusti, ma bom, si guadagna quota come si può. Inizialmente T3/T3+, poi la difficoltà raramente scende sotto il T4+. Nel mio caso, ho incontrato un passaggio T6. Come diceva giustamente Hurluberlu, il suo traverso con partenza da Sot Pareit è il più logico dal punto di vista dell'orientamento, e effettivamente si è portati "naturalmente" ad arrivare lì. Una volta in quella zona, quel traverso mi pare un suicidio, e decido di rinunciare. Non avendolo fatto, non posso giudicare al 100% com'è veramente, ma non mi sembra una fesseria dire che Hurluberlu forse non ci teneva a tornare a casa tutto intero.
Comincio la discesa verso il basso, ma a causa della pendenza (e dell'erba morta scivolosa) procedo troppo lentamente. Decido così di mettere i ramponi, che mi danno un grip che fino a quel momento potevo solo sognare. Incoraggiato da codesta performance, decido di rivolgere le mie attenzioni alla Val Pidena, la via che avevo previsto fin dall'inizio, inizialmente pensando solo di guardarci dentro dal basso per poi rientrare a casa.
In confronto al traverso di Hurluberlu, la Val Pidena mi sembra una gita per famiglie, allora decido di tentare comunque la salita. Come previsto in fase di pianificazione, c'era ancora neve, e i ramponi sono indispensabili. Al suo interno vi sono molti sassi di piccole/medie dimensioni molto instabili. Con mia sorpresa ho trovato anche i resti di un palloncino (quelli riempiti ad elio che si lasciano volare via) con un nastrino di plastica (sigh). Mentre passavo, un paio di piccoli sassi si sono staccati dalla placca soprastante e sono caduti poco distante. Nella sua parte alta, la Val Pidena si biforca in due: la parte di sinistra erbosa, che parrebbe più facile, e la parte destra, con all'inizio un passaggino facile di II, poi non so cosa si incontra, ma penso niente di troppo difficile.
Una volta fuori dalla valletta, c'è un bel pianoro in cui si può riposare. Da lì poi comincio un lungo traverso per aggirare le rocce sulla dorsale e si arriva in una specie di "canale" che, restando leggermente nella parte sinistra, facilita la salita al P.1745m.
Da lì comincio un nuovo lungo traverso per "aggirare" un'altra dorsale e salgo restando con l'evidente canale alla mia destra, senza avvicinarmici molto. Una volta salita questa parte, spiana in maniera marcata (ma non completamente) verso quota 1950m. Da lì in poi la copertura nevosa è continua, e mi trovo nel buio pesto. Salgo cercando la via più facile perché ormai sono veramente esausto, e mi trovo a fare un traverso ascendente verso Nord, per infilarmi nell'"incanalatura" sul fianco Ovest che conduce alla cresta sommitale. Sbuco essenzialmente a qualche metro a sud del P.2221m.
In un paio di punti durante la salita- non mi ricordo più dove - ho fatto dei passaggini di II, forse non strettamente obbligati ma sicuramente non evidenti da evitare.
Dalla cima, discesa lungo la via normale, con neve a debole coesione dove ce n'è e per il resto placche nude. Più sotto la neve migliorerà e sarà molto più abbondante. Discesa che sembra infinita fino a Ghirone. Degno di nota il lago, alto forse anche 10cm, formatosi all'entrata nord del tunnel per il Passo Muazz, che rende assai difficile non inzupparsi gli scarponi.
Nota sulle foto: spesso le pendenze sembrano roba da niente, non farsi ingannare!!
Nota sui tempi: sono partito tardi per aspettare che la brina sull'erba svanisse. In ogni caso, ho perso molto tempo a Sot Pareit, ho sottovalutato la durata della salita... e sono un bradipo.
Nota sulla difficoltà: AD+ pare sia dato dal Brenna. Si può discutere se dal punto di vista tecnico il + è eccessivo, ma in ogni caso... facile non è! Come diceva la voce della saggezza, si c'était si facile, tout le monde le ferait :)
A chiunque abbia figli o partner stabili sconsiglierei questa salita.
Un grande ringraziamento a Zaza, mi ha dato lo slancio per tentare questa salita che probabilmente non avrei mai fatto da quanto ne ero intimorito.
Come diceva giustamente Hurluberlu, in molti considererebbero una salita da questo lato una follia, e, dopo averla fatta, non posso che essere d'accordo che lo sia. Non so se la rifarei. E ho probabilmente seguito la via più facile!
La difficoltà tecnica è quasi secondaria (da non sottovalutare!!), ciò che è veramente difficile è la pressione psicofisica alla quale si è sottoposti. I punti in cui ci si può rilassare per bene si contano sulle dita di una mano, e bisogna fare degli strappi piuttosto lunghi con la concentrazione sempre, costantemente al massimo. Gli ultimi 200m di dislivello, da questo punto di vista, li ho trovati davvero brutali (in minima parte forse anche perché al buio). Non nasconderò che la tentazione di chiamare la Rega era forte, talmente ero a pezzi. Sicuramente non mi ha per nulla aiutato perdere quasi 2 ore (?!) per bighellonare in zona Sot Pareit.
Per ciò che riguarda la difficoltà tecnica, fatico a capire come sia fisicamente possibile salire su erba così ripida senza ramponi e piccozza, per di più per salite così lunghe. Se si decide di salire senza questi ausili, bisogna assolutamente essere specialisti di Steilgras, altrimenti è garantito che si finisce male. Vale probabilmente anche la pena aspettare che l'erba si rinvigorisca un po' in tarda primavera/estate, visto che, come mi aspettavo, ho trovato molta erba morta e scivolosa. Come diceva Zaza, questa salita è sicuramente più semplice e sicura con buone condizioni invernali, un'impressione che ho proprio avuto mentre salivo. Il fatto che Hurluberlu l'abbia fatta anche in discesa dimostra che aveva abilità fuori dal comune.
SALITA
Una volta raggiunta la parte superiore della strada ai piedi del Sosto, una 50ina di metri dopo che diventa sterrata si comincia a salire in modalità freestyle. Penso che convenga tenersi il più possibile a Est, restando nel bosco di arbusti, ma bom, si guadagna quota come si può. Inizialmente T3/T3+, poi la difficoltà raramente scende sotto il T4+. Nel mio caso, ho incontrato un passaggio T6. Come diceva giustamente Hurluberlu, il suo traverso con partenza da Sot Pareit è il più logico dal punto di vista dell'orientamento, e effettivamente si è portati "naturalmente" ad arrivare lì. Una volta in quella zona, quel traverso mi pare un suicidio, e decido di rinunciare. Non avendolo fatto, non posso giudicare al 100% com'è veramente, ma non mi sembra una fesseria dire che Hurluberlu forse non ci teneva a tornare a casa tutto intero.
Comincio la discesa verso il basso, ma a causa della pendenza (e dell'erba morta scivolosa) procedo troppo lentamente. Decido così di mettere i ramponi, che mi danno un grip che fino a quel momento potevo solo sognare. Incoraggiato da codesta performance, decido di rivolgere le mie attenzioni alla Val Pidena, la via che avevo previsto fin dall'inizio, inizialmente pensando solo di guardarci dentro dal basso per poi rientrare a casa.
In confronto al traverso di Hurluberlu, la Val Pidena mi sembra una gita per famiglie, allora decido di tentare comunque la salita. Come previsto in fase di pianificazione, c'era ancora neve, e i ramponi sono indispensabili. Al suo interno vi sono molti sassi di piccole/medie dimensioni molto instabili. Con mia sorpresa ho trovato anche i resti di un palloncino (quelli riempiti ad elio che si lasciano volare via) con un nastrino di plastica (sigh). Mentre passavo, un paio di piccoli sassi si sono staccati dalla placca soprastante e sono caduti poco distante. Nella sua parte alta, la Val Pidena si biforca in due: la parte di sinistra erbosa, che parrebbe più facile, e la parte destra, con all'inizio un passaggino facile di II, poi non so cosa si incontra, ma penso niente di troppo difficile.
Una volta fuori dalla valletta, c'è un bel pianoro in cui si può riposare. Da lì poi comincio un lungo traverso per aggirare le rocce sulla dorsale e si arriva in una specie di "canale" che, restando leggermente nella parte sinistra, facilita la salita al P.1745m.
Da lì comincio un nuovo lungo traverso per "aggirare" un'altra dorsale e salgo restando con l'evidente canale alla mia destra, senza avvicinarmici molto. Una volta salita questa parte, spiana in maniera marcata (ma non completamente) verso quota 1950m. Da lì in poi la copertura nevosa è continua, e mi trovo nel buio pesto. Salgo cercando la via più facile perché ormai sono veramente esausto, e mi trovo a fare un traverso ascendente verso Nord, per infilarmi nell'"incanalatura" sul fianco Ovest che conduce alla cresta sommitale. Sbuco essenzialmente a qualche metro a sud del P.2221m.
In un paio di punti durante la salita- non mi ricordo più dove - ho fatto dei passaggini di II, forse non strettamente obbligati ma sicuramente non evidenti da evitare.
Dalla cima, discesa lungo la via normale, con neve a debole coesione dove ce n'è e per il resto placche nude. Più sotto la neve migliorerà e sarà molto più abbondante. Discesa che sembra infinita fino a Ghirone. Degno di nota il lago, alto forse anche 10cm, formatosi all'entrata nord del tunnel per il Passo Muazz, che rende assai difficile non inzupparsi gli scarponi.
Nota sulle foto: spesso le pendenze sembrano roba da niente, non farsi ingannare!!
Nota sui tempi: sono partito tardi per aspettare che la brina sull'erba svanisse. In ogni caso, ho perso molto tempo a Sot Pareit, ho sottovalutato la durata della salita... e sono un bradipo.
Nota sulla difficoltà: AD+ pare sia dato dal Brenna. Si può discutere se dal punto di vista tecnico il + è eccessivo, ma in ogni caso... facile non è! Come diceva la voce della saggezza, si c'était si facile, tout le monde le ferait :)
A chiunque abbia figli o partner stabili sconsiglierei questa salita.
Un grande ringraziamento a Zaza, mi ha dato lo slancio per tentare questa salita che probabilmente non avrei mai fatto da quanto ne ero intimorito.
Hike partners:
Cele
Communities: Alleingänge/Solo, Hikr in italiano
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Geodata | |||
47333.kml | Ricostruzione manuale, a tratti forse imprecisa, soprattutto in zona 1200m e 1800m | ||
47334.kml | Tunnel |
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