Venezia, giorno 2: Burano, Mazzorbo, Torcello e Murano
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Anna non è mai stata sulle isole della Laguna, a parte Murano, e l'anno scorso la programmata escursione era saltata a causa della nebbia che aveva bloccato i collegamenti. Quest'anno però il cielo è terso e decidiamo di andare. Ci svegliamo presto e raggiungiamo le Fondamenta Nuove da cui partono i battelli per Murano e Burano. Facciamo colazione in un bar ed acquistiamo il biglietto giornaliero AVT.
Poco prima delle 8 ci imbarchiamo, il sole sta sorgendo ora, ci godiamo la vista di Venezia da Nord stando sul pontile del vaporetto nonostante spiri un vento decisamente freddo.
Costeggiamo l'isola di San Michele, il cimitero di Venezia, dopo di che ci dirigiamo verso Murano dove scenderemo al ritorno.
Lasciata Murano il battello si inoltra nella laguna, il sole è ormai sorto ed è un vero spettacolo vedere i riflessi sull'acqua e le tante isole ed isolette illuminate dalla luce del primo mattino.
Passiamo accanto all'isola di San Giacomo in Paludo, circondata da mura che ne fanno un quadrato quasi perfetto, la continuità della recinzione è rotta sola dall'attracco per le barche e da una cappella con una statua della Madonna. Poco prima di arrivare a Burano si passa a fianco della Madonna del Monte, un tempo un'isola su cui sorgevano delle costruzioni militari, oggi, a causa della subsidenza e del conseguente abbassamento del terreno ridotta a due lembi di terra lambiti, e spesso sommersi dalle acque.
Raggiungiamo il Canale di Mazzorbo che divide l'omonima isola da Mazzorbetto, al suo termine il battello vira a destra e dopo pochi metri attracca a Burano.
Ci addentriamo nelle calli e nelle vie di Burano, camminiamo fra case di tanti colori diversi, entriamo nella chiesa parrocchiale di San Martino, prendiamo un caffè in un locale che si affaccia su via Baldasarre Galuppi, con tutta evidenza un rio terrà, ed infine decidiamo di recarci nella vicina isola di Mazzorbo, collegata a Burano da un ponte pedonale in legno, attraversiamo i vigneti della Tenuta Venissa, dominati dal campanile della soppressa chiesa di San Michele Arcangelo, decisamente suggestivo nella luce del primo mattino, e percorriamo tutte le Fondamenta di Santa Caterina fino all'omonima chiesa, l'unica rimasta della quindicina che un tempo costellavano l'isola.
La chiesa è piccola ma interessante per le tante opere che si trovano tanto all'interno che all'esterno dell'edificio, niente capolavori ma dipinti e sculture di buona fattura per una chiesa discosta dai grandi circuiti turistici ed immersa, come del resto l'intera isola, in un'atmosfera di quiete e tranquillità.
Per tornare percorriamo la Strada del Cimitero che costeggia il Canale di Mazzorbo fino al ponte pedonale che ci riporta a Murano.
Dopo la tranquillità goduta stamane a Burano i battelli in arrivo stanno riversando decine e decine di persone sull'isola, decidiamo di trasferirci rapidamente sulla vicina isola di Torcello prima che anch'essa venga invasa. Il tragitto fra le due isole dura pochi minuti, attracchiamo e una volta scesi non ci resta che percorrere la Strada Rosina che, fiancheggiando un rio attraversato da un ponte senza sponde ci porta in breve al già visibile complesso monumentale.
La vista è, come ricordavo, bellissima: le due chiese, miracolosamente conservatesi nel loro originario aspetto sono autentici capolavori. Facciamo dapprima un giro all'esterno percorrendo il portico che la circonda per buona parte quindi entriamo in Santa Fosca.È rimasto tutto come lo vidi quando venni qui, oltre 40 anni fa, con mia madre che, come me, adorava Venezia. Negli occhi di Anna vedo lo stesso sguardo estasiato e sono felice di essere qui con lei.
Usciamo per entrare nella vicina basilica, all'ingresso ci viene offerto un biglietto comprendente la visita della chiesa, del battistero e, soprattutto, la salita al campanile...in una giornata splendida come questa non possiamo certo rinunciarvi.
In Santa Maria Assunta non è possibile fotografare, d'altronde i fantastici mosaici che l'adornano costituiscono una visione capace di incidersi indissolubilmente nella memoria.
Visitiamo quindi il battistero, non ricordo di averlo mai visto: negli ultimi anni sono stati effettuati dei restauri all'intero complesso monumentale e oggi sono visitabili molti più edifici rispetto a quando vi venni l'ultima volta.
Non ci resta ora che salire sul campanile della basilica, ci affrettiamo perché sono le 11,30 e ci hanno avvertito che a mezzogiorno le campane suoneranno a distesa, non è il caso trovarcisi proprio sotto!
Immagino che in estate, con il caldo, la salita sia alquanto disagevole ma oggi non sentiamo la fatica. Dall'alto la vista sulla Laguna è imprescindibile: Venezia, Murano, il Lido si intravvedono in lontananza, ancora più lontano ed avvolte dalla foschia le montagne, dalle Dolomiti alle Alpi del Friuli, sotto di noi Torcello con i suoi monumenti ed i suoi orti, poco più in là Burano, San Francesco del Deserto. Siamo veramente felici di essere qui. Mezzogiorno si approssima, conviene scendere, facciamo un giro della piazza dove si trovano lapidi e reperti oltre al famoso trono cosiddetto di Attila.
L'Harry's Bar è chiuso, nessuno degli altri ristoranti dell'isola ci convince per cui decidiamo di pranzare a Mazzorbo. Ci reimbarchiamo ed in pochi minuti siamo di nuovo a Burano, riattraversiamo il ponte pedonale e ci incamminiamo verso la tenuta Venissa, stamane avevamo notato lungo il Canale di Mazzorbo la trattoria "La Maddalena" che ci sembrava un buon posto. In effetti si è rivelata un'ottima scelta: un magnifico risotto di gò, la specialità di Burano, un'insalata mista ed un ottimo dolce al cucchiaio, il tutto accompagnato da un meraviglioso vinello, cosa chiedere di più.
Burano, che stamane abbiamo visitato popolata solo dai suoi abitanti, ora rigurgita di turisti per cui ci imbarchiamo velocemente alla volta di Murano dove ci aspettano la basilica di San Donata, una delle chiese più belle del mondo ed il Museo del Vetro che entrambi già conosciamo ma che è stato recentemente ristrutturato con un nuovo percorso espositivo.
San Donato è decisamente bellissim: l'interno è bello con i suoi mosaici, i dipinti ed il pavimento meraviglioso ma è soprattutto l'esterno che è indimenticabile: la zona absidale, vista dal vicino ponte ed alla luce radente di fine giornata, è di una grazia e di una leggiadria da lasciarci senza fiato.
Ci imbarchiamo alla volta di Venezia, decidiamo di non scendere a Fondamenta Nuove ma di proseguire fino a Riva degli Schiavoni scendendo a San Zaccaria così da poter visitare la chiesa omonima. Questa è una fra le più antiche di Venezia, risalente al IX secolo ma ristrutturata nel '400 conserva una "Madonna in trono col Bambino e Santi" del Bellini veramente ammirevole nonché i tre polittici della cappella di San Tarasio che stupiscono per la loro ricchezza e per la maestria di esecuzione. La cripta sottostante non è visitabile poichè, come sempre, è invasa dall'acqua: la chiesa si trova nel punto più basso di Venezia e ormai da anni la subsidenza della città ha fatto si che questa si trovi ben sotto il livello del mare.
Ci avviamo verso Piazza San Marco dove ci aspetta il concerto della Big Solo Orchestra, un omaggio a Venezia così duramente colpita dall'acqua alta. Sotto i portici e sulla balconata di Palazzo Ducale vi sono decine di coristi che cantano mentre un gioco di luci colorate anima i marmi del palazzo.
Non ci resta che tornare verso Cannaregio per andare a cena e poi tornare alla nostra camera passando naturalmente per Campo di Ghetto Novo il luogo dove si trovano parte delle mie radici.
Poco prima delle 8 ci imbarchiamo, il sole sta sorgendo ora, ci godiamo la vista di Venezia da Nord stando sul pontile del vaporetto nonostante spiri un vento decisamente freddo.
Costeggiamo l'isola di San Michele, il cimitero di Venezia, dopo di che ci dirigiamo verso Murano dove scenderemo al ritorno.
Lasciata Murano il battello si inoltra nella laguna, il sole è ormai sorto ed è un vero spettacolo vedere i riflessi sull'acqua e le tante isole ed isolette illuminate dalla luce del primo mattino.
Passiamo accanto all'isola di San Giacomo in Paludo, circondata da mura che ne fanno un quadrato quasi perfetto, la continuità della recinzione è rotta sola dall'attracco per le barche e da una cappella con una statua della Madonna. Poco prima di arrivare a Burano si passa a fianco della Madonna del Monte, un tempo un'isola su cui sorgevano delle costruzioni militari, oggi, a causa della subsidenza e del conseguente abbassamento del terreno ridotta a due lembi di terra lambiti, e spesso sommersi dalle acque.
Raggiungiamo il Canale di Mazzorbo che divide l'omonima isola da Mazzorbetto, al suo termine il battello vira a destra e dopo pochi metri attracca a Burano.
Ci addentriamo nelle calli e nelle vie di Burano, camminiamo fra case di tanti colori diversi, entriamo nella chiesa parrocchiale di San Martino, prendiamo un caffè in un locale che si affaccia su via Baldasarre Galuppi, con tutta evidenza un rio terrà, ed infine decidiamo di recarci nella vicina isola di Mazzorbo, collegata a Burano da un ponte pedonale in legno, attraversiamo i vigneti della Tenuta Venissa, dominati dal campanile della soppressa chiesa di San Michele Arcangelo, decisamente suggestivo nella luce del primo mattino, e percorriamo tutte le Fondamenta di Santa Caterina fino all'omonima chiesa, l'unica rimasta della quindicina che un tempo costellavano l'isola.
La chiesa è piccola ma interessante per le tante opere che si trovano tanto all'interno che all'esterno dell'edificio, niente capolavori ma dipinti e sculture di buona fattura per una chiesa discosta dai grandi circuiti turistici ed immersa, come del resto l'intera isola, in un'atmosfera di quiete e tranquillità.
Per tornare percorriamo la Strada del Cimitero che costeggia il Canale di Mazzorbo fino al ponte pedonale che ci riporta a Murano.
Dopo la tranquillità goduta stamane a Burano i battelli in arrivo stanno riversando decine e decine di persone sull'isola, decidiamo di trasferirci rapidamente sulla vicina isola di Torcello prima che anch'essa venga invasa. Il tragitto fra le due isole dura pochi minuti, attracchiamo e una volta scesi non ci resta che percorrere la Strada Rosina che, fiancheggiando un rio attraversato da un ponte senza sponde ci porta in breve al già visibile complesso monumentale.
La vista è, come ricordavo, bellissima: le due chiese, miracolosamente conservatesi nel loro originario aspetto sono autentici capolavori. Facciamo dapprima un giro all'esterno percorrendo il portico che la circonda per buona parte quindi entriamo in Santa Fosca.È rimasto tutto come lo vidi quando venni qui, oltre 40 anni fa, con mia madre che, come me, adorava Venezia. Negli occhi di Anna vedo lo stesso sguardo estasiato e sono felice di essere qui con lei.
Usciamo per entrare nella vicina basilica, all'ingresso ci viene offerto un biglietto comprendente la visita della chiesa, del battistero e, soprattutto, la salita al campanile...in una giornata splendida come questa non possiamo certo rinunciarvi.
In Santa Maria Assunta non è possibile fotografare, d'altronde i fantastici mosaici che l'adornano costituiscono una visione capace di incidersi indissolubilmente nella memoria.
Visitiamo quindi il battistero, non ricordo di averlo mai visto: negli ultimi anni sono stati effettuati dei restauri all'intero complesso monumentale e oggi sono visitabili molti più edifici rispetto a quando vi venni l'ultima volta.
Non ci resta ora che salire sul campanile della basilica, ci affrettiamo perché sono le 11,30 e ci hanno avvertito che a mezzogiorno le campane suoneranno a distesa, non è il caso trovarcisi proprio sotto!
Immagino che in estate, con il caldo, la salita sia alquanto disagevole ma oggi non sentiamo la fatica. Dall'alto la vista sulla Laguna è imprescindibile: Venezia, Murano, il Lido si intravvedono in lontananza, ancora più lontano ed avvolte dalla foschia le montagne, dalle Dolomiti alle Alpi del Friuli, sotto di noi Torcello con i suoi monumenti ed i suoi orti, poco più in là Burano, San Francesco del Deserto. Siamo veramente felici di essere qui. Mezzogiorno si approssima, conviene scendere, facciamo un giro della piazza dove si trovano lapidi e reperti oltre al famoso trono cosiddetto di Attila.
L'Harry's Bar è chiuso, nessuno degli altri ristoranti dell'isola ci convince per cui decidiamo di pranzare a Mazzorbo. Ci reimbarchiamo ed in pochi minuti siamo di nuovo a Burano, riattraversiamo il ponte pedonale e ci incamminiamo verso la tenuta Venissa, stamane avevamo notato lungo il Canale di Mazzorbo la trattoria "La Maddalena" che ci sembrava un buon posto. In effetti si è rivelata un'ottima scelta: un magnifico risotto di gò, la specialità di Burano, un'insalata mista ed un ottimo dolce al cucchiaio, il tutto accompagnato da un meraviglioso vinello, cosa chiedere di più.
Burano, che stamane abbiamo visitato popolata solo dai suoi abitanti, ora rigurgita di turisti per cui ci imbarchiamo velocemente alla volta di Murano dove ci aspettano la basilica di San Donata, una delle chiese più belle del mondo ed il Museo del Vetro che entrambi già conosciamo ma che è stato recentemente ristrutturato con un nuovo percorso espositivo.
San Donato è decisamente bellissim: l'interno è bello con i suoi mosaici, i dipinti ed il pavimento meraviglioso ma è soprattutto l'esterno che è indimenticabile: la zona absidale, vista dal vicino ponte ed alla luce radente di fine giornata, è di una grazia e di una leggiadria da lasciarci senza fiato.
Ci imbarchiamo alla volta di Venezia, decidiamo di non scendere a Fondamenta Nuove ma di proseguire fino a Riva degli Schiavoni scendendo a San Zaccaria così da poter visitare la chiesa omonima. Questa è una fra le più antiche di Venezia, risalente al IX secolo ma ristrutturata nel '400 conserva una "Madonna in trono col Bambino e Santi" del Bellini veramente ammirevole nonché i tre polittici della cappella di San Tarasio che stupiscono per la loro ricchezza e per la maestria di esecuzione. La cripta sottostante non è visitabile poichè, come sempre, è invasa dall'acqua: la chiesa si trova nel punto più basso di Venezia e ormai da anni la subsidenza della città ha fatto si che questa si trovi ben sotto il livello del mare.
Ci avviamo verso Piazza San Marco dove ci aspetta il concerto della Big Solo Orchestra, un omaggio a Venezia così duramente colpita dall'acqua alta. Sotto i portici e sulla balconata di Palazzo Ducale vi sono decine di coristi che cantano mentre un gioco di luci colorate anima i marmi del palazzo.
Non ci resta che tornare verso Cannaregio per andare a cena e poi tornare alla nostra camera passando naturalmente per Campo di Ghetto Novo il luogo dove si trovano parte delle mie radici.
Tourengänger:
paoloski

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