Venezia giorno 3
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Ultimo giorno della nostra breve vacanza a Venezia, quando ci svegliamo la città è avvolta dalla nebbia però appena al di sopra si intravede il cielo azzurro, probabilmente con l'aumentare della temperatura si dissolverà.
Facciamo colazione e poi ci avviamo verso il Canale di Cannaregio e le fondamenta di Ca' Labia da cui ammiriamo il Canal Grande avvolto dalla bruma. Raggiungiamo il Ponte di Rialto e le vicine Pescherie, i banchi sono pieni di ogni ben di Dio per il cenone di fine anno a base di pesce. Attraversiamo Campo San Bartolomeo ed arriviamo a Campo Santa Maria Formosa, la Fondazione Querini-Stampalia aprirà fra poco, il sole ha fatto finalmente la sua apparizione e la nebbia è scomparsa, un caffè ed è ora di fare il nostro ingresso alla fondazione. Il palazzo è stato ristrutturato in anni recenti con interventi degli architetti Carlo Scarpa, Mario Botta e Valeriano Pastor, il risultato è un armonioso innesto di funzionali innovazioni contemporanee sull'architettura settecentesca del palazzo.
Le collezioni della fondazione sono fantastiche: fra dipinti, sculture, porcellane ed oggetti d'arredo è un continuo posare lo sguardo su capolavori eccezionali. Ci riserviamo per ultimo la visita del giardino di Carlo Scarpa, uno spazio di tranquillità veramene bello. Usciamo dopo oltre due ore veramente entusiasti per quanto visto.
Ci dirigiamo nuovamente verso la Scuola Grande di San Rocco e da qui raggiungiamo un'altra delle zone di Venezia al di fuori dei circuiti turistici ma, ciononostante o forse proprio a causa di ciò, di una bellezza particolare. Le Fondamenta Nuove e Cannareggio riservano angoli bellissimi ed assolutamente tranquilli. L'Oratorio dei Crociferi in Campo dei Gesuiti conserva i dipinti di Jacopo Palma il Giovane e pur avendo delle piccole dimensioni è un gioiello recentemente restituito alla fruizione del pubblico.
Torniamo verso Rialto, vorremmo salire sulla terrazza del Fondaco dei Tedeschi per ammirare il panorama sul ponte e sul Canal Grande ma quando arriviamo scopriamo che la visita è possibile solo previa prenotazione via internet. Vabbè, fuggiamo rapidamente da questa sorta di Duty Free aeroportuale e ci dirigiamo verso San Marco e Campo San Zaccaria, sappiamo già che il chiostro di Sant'Apollonia è in restauro e non visitabile ma da lì ci dirigeremo alla Scuola Dalmata dei Santi Giorgio e Trifone, è uno dei luoghi di Venezia che preferiamo ed ogni volta torniamo ad ammirare i dipinti di Vittore Carpaccio.
La prossima tappa è nella parte settentrionale della città: ci dirigiamo verso le Fondamenta Nuove, anche qui si può trovare un po' di folla solo in prossimità degli imbarchi dei vaporetti, per il resto si cammina fra calli e campi semideserti. Campo della Celestia è illuminata da un sole splendido, dalle Fondamenta vediamo Murano con i suoi campanili ed il faro avvolti da una nebbiolina. Attendiamo l'apertura della chiesa di San Francesco della Vigna, un capolavoro opera di due geni quali il Palladio e il Sansovino. L'interno sontuoso conserva opere eccelse quali gli affreschi del Veronese ma noi siamo qui per vedere quell'incredibile, magnifico dipinto che è "La Madonna in trono adorante il Bambino": l'unica opera conosciuta di Fra ' Antonio da Negroponte, un autentico capolavoro che pone interrogativi sul resto dell'opera di questo autore sconosciuto.
L'ora della partenza si approssima ma abbiamo ancora una tappa imprescindibile: la visita alla Madonna dell'Orto, la nostra chiesa preferita per la sua collocazione e per i meravigliosi dipinti di Tintoretto, possiamo vedere le opere illuminate e l'ammirazione per la maestria di questo autore da noi amato si rinforza ulteriormente.
È ora di raggiungere il Campo di Ghetto Novo e la Locanda, ritirare i nostri bagagli e raggiungere la stazione di Santa Lucia, la nostra breve vacanza è terminata, siamo soddisfatti: ogni visita a Venezia è in grado di regalare scoperte e sensazioni nuove, preludio ad una nuova visita.
Facciamo colazione e poi ci avviamo verso il Canale di Cannaregio e le fondamenta di Ca' Labia da cui ammiriamo il Canal Grande avvolto dalla bruma. Raggiungiamo il Ponte di Rialto e le vicine Pescherie, i banchi sono pieni di ogni ben di Dio per il cenone di fine anno a base di pesce. Attraversiamo Campo San Bartolomeo ed arriviamo a Campo Santa Maria Formosa, la Fondazione Querini-Stampalia aprirà fra poco, il sole ha fatto finalmente la sua apparizione e la nebbia è scomparsa, un caffè ed è ora di fare il nostro ingresso alla fondazione. Il palazzo è stato ristrutturato in anni recenti con interventi degli architetti Carlo Scarpa, Mario Botta e Valeriano Pastor, il risultato è un armonioso innesto di funzionali innovazioni contemporanee sull'architettura settecentesca del palazzo.
Le collezioni della fondazione sono fantastiche: fra dipinti, sculture, porcellane ed oggetti d'arredo è un continuo posare lo sguardo su capolavori eccezionali. Ci riserviamo per ultimo la visita del giardino di Carlo Scarpa, uno spazio di tranquillità veramene bello. Usciamo dopo oltre due ore veramente entusiasti per quanto visto.
Ci dirigiamo nuovamente verso la Scuola Grande di San Rocco e da qui raggiungiamo un'altra delle zone di Venezia al di fuori dei circuiti turistici ma, ciononostante o forse proprio a causa di ciò, di una bellezza particolare. Le Fondamenta Nuove e Cannareggio riservano angoli bellissimi ed assolutamente tranquilli. L'Oratorio dei Crociferi in Campo dei Gesuiti conserva i dipinti di Jacopo Palma il Giovane e pur avendo delle piccole dimensioni è un gioiello recentemente restituito alla fruizione del pubblico.
Torniamo verso Rialto, vorremmo salire sulla terrazza del Fondaco dei Tedeschi per ammirare il panorama sul ponte e sul Canal Grande ma quando arriviamo scopriamo che la visita è possibile solo previa prenotazione via internet. Vabbè, fuggiamo rapidamente da questa sorta di Duty Free aeroportuale e ci dirigiamo verso San Marco e Campo San Zaccaria, sappiamo già che il chiostro di Sant'Apollonia è in restauro e non visitabile ma da lì ci dirigeremo alla Scuola Dalmata dei Santi Giorgio e Trifone, è uno dei luoghi di Venezia che preferiamo ed ogni volta torniamo ad ammirare i dipinti di Vittore Carpaccio.
La prossima tappa è nella parte settentrionale della città: ci dirigiamo verso le Fondamenta Nuove, anche qui si può trovare un po' di folla solo in prossimità degli imbarchi dei vaporetti, per il resto si cammina fra calli e campi semideserti. Campo della Celestia è illuminata da un sole splendido, dalle Fondamenta vediamo Murano con i suoi campanili ed il faro avvolti da una nebbiolina. Attendiamo l'apertura della chiesa di San Francesco della Vigna, un capolavoro opera di due geni quali il Palladio e il Sansovino. L'interno sontuoso conserva opere eccelse quali gli affreschi del Veronese ma noi siamo qui per vedere quell'incredibile, magnifico dipinto che è "La Madonna in trono adorante il Bambino": l'unica opera conosciuta di Fra ' Antonio da Negroponte, un autentico capolavoro che pone interrogativi sul resto dell'opera di questo autore sconosciuto.
L'ora della partenza si approssima ma abbiamo ancora una tappa imprescindibile: la visita alla Madonna dell'Orto, la nostra chiesa preferita per la sua collocazione e per i meravigliosi dipinti di Tintoretto, possiamo vedere le opere illuminate e l'ammirazione per la maestria di questo autore da noi amato si rinforza ulteriormente.
È ora di raggiungere il Campo di Ghetto Novo e la Locanda, ritirare i nostri bagagli e raggiungere la stazione di Santa Lucia, la nostra breve vacanza è terminata, siamo soddisfatti: ogni visita a Venezia è in grado di regalare scoperte e sensazioni nuove, preludio ad una nuova visita.
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