Il sentiero dei "Busi" - Valle Anzasca


Publiziert von atal , 8. Januar 2020 um 07:28.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:31 Dezember 2019
Wandern Schwierigkeit: T4+ - Alpinwandern
Wegpunkte:
Zeitbedarf: 8:00

Dopo il recente e proficuo giro tra gli alpi di Castiglione (click), ritorniamo in zona per percorrere un vecchio sentiero di collegamento tra Ca' Trivei e l'Alpe Castello.

Il percorso in questione, assente da tutte le mappe, attraversa il settore più impervio del versante passando sopra i salti di roccia che fanno da sfondo a Selvavecchia quando si guarda nella direzione del Pizzo Castello.

La zona è conosciuta localmente come "I Busi," non sappiamo se per via dei precipizi, oppure dai saliscendi (questi più apparenti che reali) della dorsale Sud del Pizzo Castello, o ancora per i miseri ricoveri che incontreremo lungo il percorso...

Prima di dedicarci alla traversata però faremo una digressione verso Ovest per vedere una serie di alpetti senza nome, non presenti sulle mappe, situati nei boschi sotto il percorso da Cangei alla Croce Faggi, tutti collocati intorno ai 1250  di quota.

Al ritorno percorreremo il vecchio sentiero Camughèr -Selvavecchia che passa dalle rovine di Cropazöi (Cropazzolo), un altro luogo dimenticato dalla cartografia ma il cui nome è ancora presente nella memoria della gente del posto.

Questo sentiero, che corrisponde al puntinato della Geo4Map, può essere considerato una variante rispetto a quello "semi-ufficiale" (percorso in un'altra occasione, qui) che è contrassegnato da vernice bianca e azzurra ma, stranamente, non è segnato sulle mappe. I due percorsi si differenziano nella parta alta (il tratto più vicino a Selvavecchia è comune ad entrambi).

Avvertenze
I riferimenti sono pochi e si naviga a vista, facendosi aiutare dall'altimetro e dall'intuizione.

Anche il sentiero Camughèr - Selvavecchia non deve essere sottovalutato, soprattutto in presenza di ghiaccio, perché presenta tratti infidi ed esposti.

Il percorso
Parto con Ferruccio da La Ca' (piccolo parcheggio), la frazione di Castiglione che si incontra lungo la strada prima di arrivare a Selvavecchia. Si potrebbe salire ancora in macchina ma preferisco non affrontare il tornante successivo...

Passando in mezzo alle case, saliamo a Selvavecchia e quindi, su asfalto, alla Cresta. Dopo avere tagliato su sentiero un tornante, procediamo in salita nei boschi (tracce) in prossimità del solco del Rio Sponda, raggiungendo le baite del Gaggio, che sono ancora in stato relativamente buono. Qui arriva un sentiero (il cui inizio probabilmente è al termine della strada asfaltata...) che seguiamo in direzione NE fino al guado sul Rio Sponda.

Il sentiero prosegue ripido sulla sinistra idrografica e, sopra una costruzione dell'acquedotto, ritroviamo le tracce per Curtflecc note dalla volta scorsa.
Saliti su terreno più "comodo", seguiamo una traccia che inizialmente traversa a sinistra (Ovest) e, dopo una zona invasa dalle ginestre dove il percorso è poco visibile, esce su un una gradinata che nell'occasione precedente non avevamo visto, segno che le mucche passavano di qui.

Giunti poco sopra i 1100 m di quota, lasciamo il percorso per Curtflecc e ci spostiamo a ovest (tracce di animali) raggiungendo i ruderi, per noi senza nome, visti la volta scorsa dalla cappella che si trova sul sentiero ufficiale per la Colma circa 100 m sotto la baita più a Ovest dell’alpe Cangei. Le rovine in questione occupano un poggio su una costa situata due canali a Est dalla citata cappella, ad una quota leggermente inferiore (circa 1250 m).

Dal poggio con le rovine, su tracce traversiamo verso Est, nella direzione di Curtflecc, trovando altri due ruderi azzerati, tutti a quote molto simili.

Giunti a Curtflecc dopo un ultimo traverso su terreno scomodo per la vegetazione intricata, scendiamo alle baite inferiori seguendo la vecchia stra di vacch, fino al "bivio" (in realtà invisibile...) per Ca' Trivei, che raggiungiamo come la volta scorsa. 

Traversiamo a Est, dapprima su tracce, poi incontrando anche qualche piodone del vecchio sentiero, ed entriamo nel canale del Rio Gaggetto, tutto scivoli di roccia e paglia. Sulla sinistra idrografica saliamo per aggirare una nervatura rocciosa, ritrovando il sentiero più in basso. Dopo avere incontrato dei resti di muretti, arriviamo sul fondo dell'ampio canale successivo. Qui le numerose piante cadute e piegate dalla neve ci fanno perdere nuovamente le tracce. Giunti sulla costa a Est del canale, con un passaggio gradinato, traversiamo ancora verso un valloncello dal fondo erboso seguendo una traccia di animali. Oltre il canale, raggiungiamo una costa affacciata sul dirupato, profondo canale del Rio Cornale, che ci separa dalla dorsale Sud del Pizzo Castello.

Risaliamo quindi la costa rimanendo sul più rassicurante fianco Ovest, trovandovi uno spartano ricovero annidato nella parete. Volgendo lo sguardo a sinistra (Ovest), notiamo dei gradini e un muretto, che raggiungiamo, riguadagnando la dorsale immediatamente a Est del canale con le piante cadute, segno che forse il sentiero ne risaliva il fondo anziché attraversarlo. In corrispondenza del muretto ci sono i resti dei due miseri baitelli dei Busi (circa 1300 m di quota), probabilmente un appoggio per chi saliva fino qui a sfalciare il fieno di rupe o a recuperare le capre.

Sopra le rovine, poco dopo il tratto gradinato, il sentiero si perde nuovamente ma il terreno non presenta difficoltà e in breve raggiungiamo la dorsale Sud del Pizzo Castello a circa 1350 m, in vista dell'omonimo alpe (rimodernato e già raggiunto in diverse occasioni), nei pressi di una giavina che ospita un ennesimo, misero rudere.

Ritrovata la bollatura, su percorso noto scendiamo la dorsale in direzione Sud fino all'Alpe Camughér.
Da notare che nel nucleo superiore - Camugher Dzura - c'è una scritta a pennello Camughé (senza la r finale), mentre la Mappa Rabbini indica Camughero. Viene spontaneo chiedersi se, all'origine del nome, ci sia qualcosa come Ca' d'Mughé, in analogia con altri toponimi...

Dalla baita con acero di Camughér Dzot, anziché seguire i segni bianco e azzurri, imbocchiamo la traccia (non segnalata) che traversa a Nord. Superati dei ruscellamenti (infidi), arriviamo su un poggio erboso dove la traccia si perde. Scendiamo sul filo della ripida dorsale verso Ovest (scomodo e sconsigliabile) ritrovando il sentiero alla base del tratto più impegnativo, sentiero che rimaneva sul fianco Sud della dorsale in questione...
La traccia scende a tornanti lungo la costa, ora ampia e boscosa, fino alle rovine di Cropazöi (circa 820 m), dove il perimetro di una baita è affiancato da quello che sembra il rudere di una cappella.

La traccia scende a Ovest e incrocia il sentiero segnalato per Selvavecchia (segni bianchi e azzurri), che seguiamo verso Nord. Superato il Rio Crosetti, il sentiero volge a Ovest, per attraversare il Rio Travaglino, dove confluiscono le acque che scendono dalla zona dei Busi. L'ambiente è selvaggio e suggestivo, nonostante sia stato "addomesticato" da una ponteggia e un cavetto di acciaio. 

Il sentiero assume le sembianze di un'ampia mulattiera e attraversa una zona di terrazzamenti, prima di guadare il Rio Paita poco sotto la grande costruzione riattata di Casaccio e arrivare a Selvavecchia di fronte al lavatoio.

In breve, si scende a La Ca', dove questo bel giro ha termine.

Tourengänger: atal
Communities: Hikr in italiano


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