Gran Tour degli alpi di Cimamulera - anello in Valle Anzasca


Publiziert von atal , 11. Dezember 2019 um 21:27.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum: 7 Dezember 2019
Wandern Schwierigkeit: T4+ - Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 8:30

Ritorno sui soleggiati versanti di Cimamulera per vedere i sentieri che ancora non conosco e gli ultimi alpetti rimasti: Ca' d'Francia, Ronchec e Balmella. Il nome di Ca'd'Francia arriva da notizie raccolte da locali in una passata occasione (e porta in sè il ricordo di un emigrante...), il secondo è il Roncheccio della carta IGM, mentre l'ultimo nome è presente solo sulla Mappa Rabbini.

Trattandosi di percorsi e luoghi situati agli estremi opposti del territorio in questione, collegarli è un problema la cui soluzione ricorda quel gioco della Settimana Enigmistica in cui bisogna unire i puntini per comporre la figura.

Ne uscirà un giro di ampio respiro, molto vario come scorci e sensazioni, che spero faccia perdonare il titolo - per una volta - altisonante e approssimativo.

In particolare mi interessava il vecchio sentiero che collegava la frazione di Casa Lana con Pian Lana, già visitato seguendo un diverso itinerario (link), dove Lana è un cognome ancora diffuso tra i locali.

Un altro percorso da vedere era il sentiero che saliva a Camughér dalla Cappella di Santa Lucia passando da Balmella (IGM 687 m), alternativo rispetto agli altri accessi già sperimentati (qui e qui), che con questo sono cinque.

Con l'occasione, saliremo da Pian Lana a Croppalino (passando in realtà un poco più in alto per evitare il ghiaccio), raggiungeremo la panoramica Croce di Propiano, attraverseremo il Vallone di Meggiana dall'Alpe Piana a Camughér (ad una quota più alta della Pioda Bianca), per scendere a Ronchec, traversare a Balmella e calarci infine dai terrazzamenti sulla Cappella di Santa Lucia, che è situata lungo la Stra Granda a ovest di Meggianella.

Avvertenze
Le difficoltà si concentrano nel tratto Pian Lana - Croppalino, in questa occasione impegnativo per la presenza del ghiaccio. Si tratta in ogni caso di una traccia su terreno ripido ed esposto con tratti scomodi (noccioli e rovi).

Il sentiero che dall'Alpe Piana attraversa il Vallone di Meggiana non è consigliabile dopo la ripresa vegetativa perché attraversa pendii invasi dalle felci.

Il sentiero che porta a Pian Lana è relativamente comodo e presenta dei manufatti che lo rendono particolarmente interessante (incisioni, muretti, gradini e anche un rustico corrimano).

Il percorso
Con Ferruccio parto dal parcheggio di Chiesa. Ci incamminiamo seguendo le indicazioni della mulattiera per Castiglione e al primo bivio saliamo a destra (cartello) alla soprastante frazione di Casa Lana. Giunti sulla strada per San Giuseppe, la si percorre per pochi metri e si imbocca il primo viottolo tra muri a secco sulla sinistra (Nord). Dove una freccia di vernice invita a svoltare sinistra (Ovest) verso Ca' Girardi, si tiene la destra. La traccia prosegue verso Est sui terrazzamenti, attraversa il Rio della Chiesa e raggiunge una coppia di baite diroccate, dove eravamo già arrivati in un'altra occasione (a partire dalla frazione di San Giuseppe).

La prosecuzione del sentiero è a monte delle baite. Al successivo bivio si tiene la destra (mentre la vernice invita ad andare a sinistra) e si sale alla baita di Ca' dul Sec. Si prosegue a destra (Est), arrivando in breve a Cruteia.

Tralasciato il sentiero già noto che traversa alle spalle delle costruzioni e porta a Mopi, saliamo nel bosco per una ventina di metri di dislivello, incrociando una mulattiera molto ampia che sale in diagonale nel bosco. Percorrendo questo sentiero verso Nord in pochi minuti si arriva ai ruderi di Ca' d'Francia.

La mulattiera prosegue alle spalle delle baite, traversando sempre in direzione Nord. Il percorso attraversa il versante con qualche tratto costruito, segno che si trattava di un collegamento importante. Senza difficoltà particolari si arriva ai ruderi sotto la parete di Pian Lana. Aggirando la parete in senso antiorario, si sale a  Pian Lana, alpe "raffinato", per via del piedritti e dell'architrave ben squadrati, propri più di una dimora abitata tutto l'anno che di una baita.

Una traccia sale direttamente il pendio alle spalle dei ruderi, traversa a Nord per superare un canale e guadagna una spalla affacciata sul canale di Oraccio, dove cambia direzione e volge a Sud. Superati due canali la traccia guadagna una costa soleggiata e assume per qualche decina di metri le sembianze di un vero sentiero, segnalato anche da tagli recenti. Dopo un tratto infestato dai rovi, ci si addentra in un altro canale, il cui fondo roccioso in quest'occasione è ricoperto da un sottile strato di ghiaccio.

Abbandonato il sentiero, saliamo carponi nella vegetazione intricata per attraversare il canale più in alto, alla base delle rocce.  Continuando a traversare verso Sud, arriviamo sulla dorsale di Croppalino a monte dell'alpe (già visitato in passato), nei pressi di un muro, dove passa anche un sentierino con segni di vernice che risale il versante. Lo seguiamo e, con percorso panoramico, arriviamo alla Croce di Propiano, splendido belvedere sull'Ossola e la Valla Anzasca, a dispetto della quota modesta.

Dalla Croce, raggiungiamo l'Alpe Propiano, con le sue baite riattate, e quindi, sul sentiero ufficiale, l'Alpe Piana. Qui lasciamo nuovamente il sentiero principale (che prosegue verso il Pizzo Castello) e imbocchiamo un buon sentiero costruito (bivio non segnalato) che attraversa il Vallone di Meggiana fino al torrente principale.

Il sentiero è indicato sulla prima carta IGM. Dal guado la prosecuzione (che è presente anche sull'edizione successiva della carta militare) non appare chiara e comunque si tratterebbe di compiere un traverso su terreno scomodo per la vegetazione e la neve a chiazze. Decidiamo quindi di salire in diagonale verso il colmo della dorsale SSE del Pizzo Castello, incontrando il sentiero ufficiale che collega l'Alpe Castello con Camughèr (circa 1300 m di quota).

Seguiamo verso Sud i segni bianchi e blu del sentiero arrivando sopra l'intaglio noto localmente come La Scatta, dove ci si cala con una ripida discesa. Seguendo il sentiero, arriviamo così a Camughér dzura, fila di ruderi allineati in mezzo ad un mare di felci con la baita "nobile" appena più in alto, quindi a Camughér dzot, con le roulotte abbandonate sotto tetti di lamiera, l'altalena e un grande acero davanti alla baita più importante.

Il sentiero scende tra le felci ai piedi della baita con l'acero e perde quota rapidamente con percorso tortuoso e panoramico sul versante che guarda il Monte Rosa. Nel bosco intorno agli 800 m di quota si presenta un bivio (non segnalato). Qui abbandoniamo i segni di vernice che portano a Selvavecchia e imbocchiamo il sentiero che scende a sinistra (SO), arrivando in breve ai ruderi di Ronchec (IGM Roncheccio 717 m), in una zona di estesi terrazzamenti.

Traversando a Est superiamo il Rio Ariale sotto un salto e, sulla dorsale successiva, troviamo i ruderi di Balmella (IGM 687 m). Scendendo tra i terrazzamenti verso SO ci immettiamo sul sentiero di manutenzione dei tralicci dell'alta tensione, segnalato da vernice rossa. Seguiamo i segni verso Ovest fino ad una freccia che indica la via di uscita: una ripida scaletta a sbalzo alle spalle dell'Oratorio di Santa Lucia.

Da qui con comodo percorso lungo la Stra Granda ritorniamo al punto di partenza.

Tourengänger: atal
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (2)


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gbal hat gesagt:
Gesendet am 13. Dezember 2019 um 12:17
Bella esplorazione!

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 13. Dezember 2019 um 13:11
Grazie, mi fa piacere che tu l’abbia apprezzato. È stato un gran bel giro.


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