Onunchio -1131 mt- (da Scareno).
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A Scareno 694 mt, l'ottima segnaletica indirizza con facilità sul percorso da seguire ovvero il segnavia (R11). La gita inizia con una discesa. Il sentiero a mezzacosta, taglia i ripidi fianchi della vallata sotto cui scorre il Torrente San Giovanni. Il bel sentiero, pulito e visibile, è in alcuni punti protetto ai lati da corrimano e, talvolta, a supporto cavi in acciaio utili qualora ci fosse ghiaccio sul terreno. Il tutto è largo a sufficienza e ben camminabile. Si raggiunge l'ampio e aperto prato a Leigio 550 mt dove si trovano dei ruderi e una cappelletta. Si perde ancora quota toccando i 500 mt, risalendo successivamente ai 642 mt dove si trova il Ponte del Dragone: antica costruzione ad arco e in pietra che permetterà di attraversare un tribuatario del Torrente San Giovanni.
Si prosegue sull'ampio sentiero evitando a destra la traccia per Biogna. Dopodiché una lunga serie di tornanti, a tratti scalinati, risaliranno un ripido castagneto. Nel frattempo si incontreranno ancora due cappellette votive e un bivio per Intragna (R09A) da evitare, per continuare la marcia sempre su ottimo sentiero raggiungendo l'ampio pascolo sui cui sorge il bel nucleo di baite di Piaggia 911 mt: località ben custodita e tuttora frequentata essendo uno degli alpeggi più importanti della Valle Intrasca.
A Piaggia 911 mt si cambia direzione e segnavia e si prosegue per Onunchio seguendo il percorso (R11A). Il tutto è ottimamente indicato. Il sentiero è sempre facilmente visibile (presumo visto i tagli sulle piante e la fresca pittura segnavia sia stato recentemente risistemato). Il tracciato si restringe in alcuni punti ed entra in ambiente sempre più impervio e selvaggio. Le recenti piogge e precipitazioni nevose formano dei canalini di scarico dell'acqua. Alcuni tratti sono infidi e scivolosi. Senza complicazioni si scende a Guara 858 mt dove si trovano dei resti di vecchi alpeggi abbandonati. Si scende ancora fino al guado del Rio dei Belmi. Il corso d'acqua nelle odierne condizioni si è presentato con un livello d'acqua abbastanza alto. A questo punto si può balzare sui massi ma con molta attenzione. Oppure entrare completamente coi piedi e parte della gamba. Con un buon scarpone in gorotex e ghette si riduce il problema (noi abbiamo preferito entrare direttamente in acqua senza saltare).
Guadato il Rio dei Belmi, il sentiero riprende nuovamente a salire. Ora con una certa ripidità si arriverà ad Occhio 880 mt: anche in questo caso si trovano suggestivi alpeggi abbandonati in rovina. Infine si rimonta a zig-zag la dorsale boschiva sbucando fuori all'incantevole Onunchio 1131 mt. Da questo bellissimo luogo, in cui si trova una grossa cappella religiosa, si gode di un ottima vista sulla Valle Intrasca e, a semicerchio, su tutta la linea di cresta: Monte Vadà - Zeda - Marona - Cugnacorta - Colle della Forcola - Todano - Il Pizzo.
Onunchio era un grosso corte stabilmente abitato fino alla fine del '800. In seguito divenne rifugio per i pastori durante l'estate. Con la fine dell'attività di pastorizia e di monticazione avvenne l'abbandono in via definitiva nell'anno 1969. Nonostante si ha la possibilità di effettuare circuiti ad anello (magari in previsione futura) per la discesa si effettua lo stesso percorso dell'andata.
NOTE: Sentiero segnalato. Il calcolo del dislivello considera i saliscendi del percorso. Unica "difficoltà" potrebbe essere quella del guado al Rio dei Belmi in base alla portata d'acqua del torrente.
Si prosegue sull'ampio sentiero evitando a destra la traccia per Biogna. Dopodiché una lunga serie di tornanti, a tratti scalinati, risaliranno un ripido castagneto. Nel frattempo si incontreranno ancora due cappellette votive e un bivio per Intragna (R09A) da evitare, per continuare la marcia sempre su ottimo sentiero raggiungendo l'ampio pascolo sui cui sorge il bel nucleo di baite di Piaggia 911 mt: località ben custodita e tuttora frequentata essendo uno degli alpeggi più importanti della Valle Intrasca.
A Piaggia 911 mt si cambia direzione e segnavia e si prosegue per Onunchio seguendo il percorso (R11A). Il tutto è ottimamente indicato. Il sentiero è sempre facilmente visibile (presumo visto i tagli sulle piante e la fresca pittura segnavia sia stato recentemente risistemato). Il tracciato si restringe in alcuni punti ed entra in ambiente sempre più impervio e selvaggio. Le recenti piogge e precipitazioni nevose formano dei canalini di scarico dell'acqua. Alcuni tratti sono infidi e scivolosi. Senza complicazioni si scende a Guara 858 mt dove si trovano dei resti di vecchi alpeggi abbandonati. Si scende ancora fino al guado del Rio dei Belmi. Il corso d'acqua nelle odierne condizioni si è presentato con un livello d'acqua abbastanza alto. A questo punto si può balzare sui massi ma con molta attenzione. Oppure entrare completamente coi piedi e parte della gamba. Con un buon scarpone in gorotex e ghette si riduce il problema (noi abbiamo preferito entrare direttamente in acqua senza saltare).
Guadato il Rio dei Belmi, il sentiero riprende nuovamente a salire. Ora con una certa ripidità si arriverà ad Occhio 880 mt: anche in questo caso si trovano suggestivi alpeggi abbandonati in rovina. Infine si rimonta a zig-zag la dorsale boschiva sbucando fuori all'incantevole Onunchio 1131 mt. Da questo bellissimo luogo, in cui si trova una grossa cappella religiosa, si gode di un ottima vista sulla Valle Intrasca e, a semicerchio, su tutta la linea di cresta: Monte Vadà - Zeda - Marona - Cugnacorta - Colle della Forcola - Todano - Il Pizzo.
Onunchio era un grosso corte stabilmente abitato fino alla fine del '800. In seguito divenne rifugio per i pastori durante l'estate. Con la fine dell'attività di pastorizia e di monticazione avvenne l'abbandono in via definitiva nell'anno 1969. Nonostante si ha la possibilità di effettuare circuiti ad anello (magari in previsione futura) per la discesa si effettua lo stesso percorso dell'andata.
NOTE: Sentiero segnalato. Il calcolo del dislivello considera i saliscendi del percorso. Unica "difficoltà" potrebbe essere quella del guado al Rio dei Belmi in base alla portata d'acqua del torrente.
Tourengänger:
GAQA

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